Capitolo 6

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IL PRIMO GIORNO

Dopo una doccia rinfrescante, trovo Jack appisolato sul divano dove stavo sdraiata io poco prima. Puffy dorme raggomitolato a terra fra i suoi piedi che fuoriescono dal divano. Jack è sempre bello, anche mentre dorme, anche se gli occhi chiusi nascondono quell'azzurro nel quale sembra di poter sprofondare per poi sentirsi immersi dentro di lui.
Mi avvicino al divano e mi accovaccio per guardarlo da vicino. Rimango affascinata dal suo respiro, dorme così serenamente. Aveva detto di non aver chiuso occhio la notte scorsa, immagino abbia detto la verità. È buffo, sembra quasi un bambino vedendolo dormire così a suo agio. Non so se sia il caso di svegliarlo o lasciarlo dormire. Questo Jack mi mette in ansia. È strano. Sono strana anch'io quando si tratta di lui. Quello che stiamo facendo è strano. Mi chiedo ancora se mi stia prendendo in giro, poi però lo vedo così indifeso, quasi ingenuo nei suoi modi di fare, in quello che dice, il modo in cui afferma di amarmi e come si sforzi di dimostrarmelo. Soprattutto quando se ne esce con una delle sue frasi da rimorchio che potrebbero benissimo essere messi in una guida per il flirt. E poi, ci sono anche quelle volte in cui mi fa paura: quando mi legge dentro, sembra proprio che lui riesca a vedere la vera me, mi chiedo come faccia visto che ormai indosso una maschera da così tanto tempo che io stessa a tratti non so chi sia la vera me. E poi arriva lui e mi smaschera anche da me stessa. Questo fa paura. Non so se ho più paura di lui che porta alla luce tratti di me che vorrei rimanessero nascoste o se ho più paura di me stessa, di riscoprire la vera me. Ho faticato tanto per fondere la mia maschera con la mia faccia, tanto che tratti della vera me non li riconosco come miei. Continuo a farlo. "Non si smette mai di migliorarsi" questo è uno dei miei motti, quindi anziché accettarmi per quella che sono, ho preferito modificarmi, rinchiudendo dentro me, più profondamente possibile la me senza modifiche, la Giulia grezza, prima della lavorazione di anni e anni per rendermi presentabile al mondo.
I miei pensieri vengono scossi da Puffy che svegliatosi, si è venuto a strusciare sulla mia gamba. È ora della pappa. Lascio dormire Jack un altro po', mentre preparo il salame turco e il succo di frutta. Vado poi in camera mia a prepararmi anch'io, opto per qualcosa di comodo, una maglietta larga e un paio di pantaloncini corti, che mi stanno piuttosto bene: oggi mi va di essere un po' carina. Acconcio i capelli con due tuppi laterali alti e sono pronta.
Jack sta ancora dormendo, a sto punto dovrei proprio svegliarlo. È proprio un peccato destarlo, mi siedo su un angolino del divano facendomi un po' di spazio e lo chiamo piano, appoggio una mano sul suo petto e lo picchietto debolmente mentre sussurro <<Jack>>. Ancora nulla, nessuna risposta. Picchietto ancora e Puffy viene in mio aiuto miagolando forte così da svegliare il nostro ospite dormiente. Ringrazio il mio cucciolo con due grattini sulla testa lasciando l'altra mano libera. Mii sento afferrare la mano piano da Jack che in un batter d'occhio mi attira a sé facendo adesso appoggiare il mio viso sul suo petto. Il battito del suo cuore è così bello. Le sue braccia attorno alle mie spalle, la sua mano sulla mia testa. Per un attimo dimentico tutto, non esiste più nulla se non questo abbraccio e il ritmo del suo cuore che batte insieme al mio. Mi sento viva, mi sento bene, così bene. Ma non va, non va bene così, non devo lasciarmi incantare da queste cose. Mi distacco a forza da lui in un tempo che mi pare fin troppo breve, mi rizzo in piedi così velocemente da avere un capogiro. Jack mi segue alzandosi anche lui dal divano, pronto a sorreggermi ed io sento di nuovo il tocco delle sue mani sulla mia pelle. Il mio cuore batte forte, troppo forte, ho paura. Spingo via Jack senza pensarci preferendo appoggiami allo schienale di una sedia.
<<Mi sono solo alzata troppo velocemente, ora passa>>
Alzo gli occhi verso lui per capire se sono stata ascoltata e trovo un Jack ferito, confuso. Cavolo, sono stata troppo rude a spingerlo via.
<<Odio essere così, mi dispiace>> tento di giustificarmi.
<<Sono io a dovermi scusare, non avrei dovuto abbracciarti senza il tuo permesso>> risponde Jack dopo qualche secondo che gli sarà servito per capire e metabolizzare l'accaduto.
<<Stai bene adesso?>> mi chiede.
<<Sì, grazie>>
Mi sento ancora dispiaciuta, faccio per parlargli, voglio spiegargli il mio comportamento, ma non saprei da dove iniziare. Eppure dovrò dirglielo, voglio che lui mi conosca davvero, una volta conosciuta la mia personalità, smetterà di amarmi.
<<Facciamo tardi, sei pronta?>> mi ricorda Jack, riportandomi alla realtà.
<<Sempre pronta>> dichiaro mostrando il sacchetto contenente il dolce già impacchettato.

<<Alessio?>> chiamiamo in coro io e Jack.
Dopo pochissimi secondi lo vediamo precipitarsi dalle scale, sveglio più che mai.
<<Sono pronto>>
Entro in modalità linguaggio fanciullesco e lo guardo storto <<non lo sei mai>>
<<Ma oggi sì, c'è Jack con noi, vedi di comportarti bene>> mi raccomanda Alessio.
Jack scoppia a ridere ed io faccio finta di mettere il broncio.
<<Traditore>> accuso, ma Alessio mi ignora e si dirige verso la porta tenendo Jack per mano.
Deve piacergli davvero tanto, con me fa sempre i capricci, dice di essere troppo grande per avere bisogno della mano per attraversare.
<<Allora andiamo?>> mi riprende il piccolo.
Li seguo senza parlare. Jack e Alessio camminano davanti me, mentre io li seguo tenendo in mano sia il dolce che il succo di frutta, che nessuno mi aiuta a portare. Quei due hanno completamente dimenticato le buone maniere. Però Jack guarda spesso alle sue spalle per vedere se ci sono ancora.
Arrivati al bar dello zio Tony troviamo già radunati Mattia, Laura, Lucia e Patrizia, mancano solo Giovanni e il piccolo Carlo.
Ci salutiamo e lascio ad Alessio il piacere di presentare a tutti suo cugino mentre io, come al solito, vado a salutare e ringraziare lo zio Tony che come sempre, gentilissimo, mi lascia uno spazio in frigo.
<<Che hai preparato oggi di buono?>>
<<Salame turco. Zio lo conosci?>>
<<Certo, solo che qui lo chiamiamo salame di cioccolata. Non lo mangio da una vita>>
<<Non lo fai da tanto?>>
<<È un dolce tipico siciliano, qui in pochi lo conoscono>>
<<Ne ho fatto un po' di più perché è un dolce che si conserva bene e a lungo, l'ho fatto senza uova, quello che avanza potresti fare degli assaggi per i clienti o puoi mangiarlo tu>>
<<Grazie mille cara Giulia, sei un angelo>>
<<Ciao zio Tony>> ci interrompe Jack entrando in scena e posizionandosi vicino a me, tanto vicino da sfiorarmi, in tutta risposta mi allontano un po' prendendo le giuste distanze.
<<Cosa desideri?>> chiede lo zio venendomi in aiuto.
<<Giulia>> risponde troppo seriamente Jack, creando un po' di tensione.
<<Non credo sia in vendita>> risponde lo zio con altrettanta serietà.

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