Capitolo 3

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LA SCOMMESSA

Attivo la modalità soluzione dei problemi alla Giulia. Prima di tutto devo capire, devo mettere tutto in dubbio, potrei anche sbagliarmi quindi per prima cosa devo capire cosa sia passato per la testa a questo ragazzo e cosa vuole. Lui sta tentando di spiegarmi, ma non capisco, dice tante cose senza senso ed è tutto molto astratto, inconsistente.
<<Jack, se mi parli a raffica e dici cose senza senso, non riesco a capirti>>
<<Non so come spiegare quello che mi prende da quando ti ho vista la prima volta>>
<<Va bene, ti va se cerchiamo di capirlo insieme?>>
<<Certo>>
<<Bene, devo farti delle domande, cerca di rispondere il più sinceramente possibile>>
<<Ci sto>>
<<Tu dici che io devo essere tua, giusto?>>
<<Sì, e non capisco perché sento di avere bisogno di te>>
<<Ora vediamo di capirlo insieme>> lo rassicuro mettendo una mano sul suo braccio. Se mi mostro comprensiva magari si aprirà più facilmente a me.
La sua espressione preoccupata si addolcisce ma non sembra rilassarsi, è tanto teso che sento pulsare i muscoli del suo braccio, posso sentire il suo cuore battere anche a questa distanza. Ho frainteso, ho chiaramente frainteso. Sembra veramente preoccupato per questa cosa che dice di provare per me, come se dall'essere sua, ne dipendesse la sua vita.
<<Mi dispiace di avere bisogno di te, ti ho seguita, mi sono fatto dire da Alessio i tuoi orari, ho memorizzato le strade che fai, vorrei vederti sempre>>
Alzo l'altra mano per farlo tacere, non voglio che andiamo a complicare le cose con altre assurdità.
<<Per favore limitati a rispondere>> continuo.
Lui sussurra un lieve <<ok>> mentre il suo volto si rabbuia.
Metto anche l'altra mano libera sul suo braccio, non voglio che stia male a causa mia. Non voglio ferire i suoi sentimenti, per quanto non li capisca e non riesca ancora a dare un senso a tutto questo.
<<Che significa che vuoi che io sia tua?>>
<<Voglio sapere tutto di te, voglio viziarti, esserti utile, voglio renderti felice>>
<<Sono già felice, ti è sembrato io fossi triste?>> chiedo nella maniera più dolce che riesco, considerando il contesto assurdo in cui mi sono andata a ritrovare.
<<Ti vedo felice, ma non sono io a renderti felice, voglio che tu sia felice per merito mio>>
<<Ok, però mi pare di capire che questo tuo volermi rendere felice è limitato da quello che rende felice te stesso, altrimenti non mi avresti baciata senza il mio permesso e sapendo che non sarei stata felice nel ricevere il tuo bacio>>
<<No! Ero sicuro che il mio bacio ti avrebbe resa felice, è così, il mio bacio ti è piaciuto, hai ricambiato al bacio, l'ho sentito, per un attimo, è stato il bacio più bello della mia vita, eravamo entrambi felici, non lo puoi negare>> spiega Jack alzando la voce e in preda all'agitazione.
Vero, non lo posso negare, inizialmente l'avevo confuso con il mio Jack, ecco perché l'ho ricambiato a quel modo. Ma non glielo posso neanche confessare, complicherei le cose.
<<Cosa ti ha dato questa sicurezza?>> chiedo invece.
<<Non lo so bene, era una cosa dentro di me che mi ha spinto a farlo, un impulso irrefrenabile, avevo bisogno di farlo. È come quando l'istinto ti dice una cosa e tu sei pienamente consapevole che è esattamente come ti dice, in questo caso, ogni centimetro del mio corpo mi spingeva verso te, a baciarti>>
<<Ti capita spesso di essere guidato dall'istinto?>>
Mi guarda sbalordito e mette una mano sulle mie come per rassicurarmi, vuole dirmi qualcosa per la quale ci tiene ad essere creduto.
<<Non mi era mai successo, non così. Non sono il tipo che va a molestare nessuno, mi è capitato di ricevere delle molestie e non sono per nulla piacevoli. Lo so che ho sbagliato a baciarti a quel modo, mi dispiace>>
Ho mal di testa, ma prima la risolvo e prima posso ritornare alla mia solita vita priva di stress.
<<Va bene, Jack accetto le tue scuse a condizione che tu non lo rifaccia più>>
<<Ovviamente non lo rifarò mai più, grazie per aver accettato le mie scuse>>
<<Continuiamo. Non voglio rimproverarti, voglio solo capire>>
All'improvviso mi viene un'idea, una qualche spiegazione. Forse ho capito ma devo scegliere con cura le mie parole per ottenere delle conferme.
<<Questo è il tuo paese?>>
<<Sì, sono nato e cresciuto qui, questa è casa mia, anche se mi capita spesso di viaggiare, questo paese sta nel mio cuore>>
<<Capisco. E che ne pensi della mia presenza in questo posto?>>
<<Penso che anche se sei nuova qui, tutti ti vogliono già un sacco di bene, è curioso come tu sia riuscita a conquistare il cuore anche dei più piccoli, i bambini ti adorano, tutti parlano bene di te e quando parlo di te, sui loro visi spunta un sorriso sincero. Sei fantastica>>
<<Ok, penso di avere capito>>

Gli Ostacoli Del CuoreWhere stories live. Discover now