Ogni azione corrisponde a una reazione...

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Possibile che non ci sia un taxi libero?
Penso tra me e me.
Sbuffo.
È da un quarto d'ora che sto agitando le braccia come una deficiente pensando di riuscire a fermarne almeno uno, ma nada.

Sapevo benissimo che quello che stavo per fare era del tutto sbagliato e privo di significato, ma non m'importava.
Dovevo sapere perchè Tyler era riapparso dal nulla liberandomi e proteggendomi al punto di finire in coma. No, ero stufa di aspettare.

Il suono di un clacson proveniente dall'altro lato della strada mi fa ritornare alla realtà.
Una macchina si ferma davanti a me.
Finalmente.

Apro la portiera e mi siedo.
《 Ospedale Mountain Sinai Ospital》
dico all'autista.
Indossa un berretto azzurro con la scritta dell'agenzia abbinata alla divisa.

E ora migliaia di domande mi stanno tormentando.

Cosa dovrei dirgli?
E se dovessi incontrare lo sceriffo Galpin?
Perchè sto andando da lui?
Sono caduta così in basso?

Decido che ci avrei pensato una volta arrivata lì a cosa dirgli.
Ovviamente il mal di testa è aumentato ( anche per il continuo frastuono da parte delle macchine: c'è un traffico assurdo).
Ora mi sudano anche le mani e mi è venuto mal di stomaco.
Porca miseria!
Ma perchè sto reagendo in questo modo?

《Sono cinque dollari. Signorina?》
《Scusi, tenga》
Gli dico tirando fuori dalla tasca della giacca i soldi.

Ero già arrivata? E non me ne sono neanche accorta?

Ormai non mi stupisco più.

Le porte dell'ospedale si aprono lentamente facendo un suono terribile, e non in senso buono.

Attraverso l'entrata.
Una decina di medici che corrono a destra e sinistra urlando Dio solo sa che cosa.
Mi avvicino alla reception.
Una ragazza dai capelli castani dorati perfettamente in piega e dagli occhi verde smeraldo mi domanda se poteva essermi utile in qualche modo.
《Mi saprebbe dire il numero della stanza di Tyler Galpin?》
《Guardo subito》
Tira fuori da un cassetto un mucchio di fogli volanti tenuti da una molletta.
《Stanza 1034. Segua la linea blu segnata sul pavimento e giri a destra》
La ringrazio.
Fisso le mattonelle ma ci sono solo linee rosse e verdi.
Perfetto.
Mi giro per domandare dove fosse segnata la linea blu ma appena mi volto non la vedo più la ragazza.
Ora di medici in giro per la sala nemmeno uno.
Poetico.
Dovrò cavarmela da sola, come ho sempre fatto.

Sospiro e inizio a girare per tutto l'ospedale come un'anima in pena.

Finalmente trovo questa maledetta linea blu.
Faccio come mi è stato indicato: la seguo e giro a destra: mi ritrovo davanti ai bagni.
Io ora impazzisco.
Mi massaggio le tempie.
Ma non mi do per vinta.
《1034... 1034...》
Continuo a ripetere ossevando qualsiasi lato dell'ospedale.
Mi si avvicina un ragazzo dai capelli neri.
《 Sei tu Mercoledì Addams?》
Mi domanda.
Lo squadro, per poi fargli un cenno con la testa.
《 Ti ho riconosciuta dal tuo stile gotico e le trecce. Dio mio, sembri un filtro di IG!》
《Mi hanno chiamata in modi peggiori》
Lo liquido.
《Stai cercando Tyler?》
《Stai cercando di interrogarmi?》
Scoppia a ridere provocandomi un nervoso assurdo. In questo momento desidero di avere con me la sciabola che mi ha regalato zio Fester per il mio undicesimo compleanno, ma purtroppo l'ho lasciata alla Nevermore.
Di solito giro attrezzata, invece stavolta no.
Bah.
Io davvero i ragazzi di oggi non li concepisco.
Certe volte ( sempre) mi domando se davvero sono nata negli anni 2000.
《Comunque sì. Sai dove si trova?》
Gli domando.
《 Prima porta a sinistra》
E pensare che ci sono andata minimo quattro volte.
Probabilmente ero distratta.
Probabilmente.
《Grazie Matrix》
Lo supero girando a sinistra.
Lo sento ridere ancora.
Davanti a me una porta beige con una maniglia argentata.
Sopra un foglietto con segnato il numero della stanza.
È socchiusa.
Intravedo una poltrona marrone con sopra un cuscino quadrato.
Sento una voce.
Capisco immediatamente di chi sia.
《Tyler, devi ascoltarmi, non voglio che tu la veda più.
Porta solo guai. Guardati, è per colpa sua se ti trovi qui》
《Papà, smettila di far finta che ti importi qualcosa. Sono grande abbastanza da sapere quali persone frequentare, non sarai di certo tu a farmi cambiare idea. Non ci sei mai stato per diciassette anni. Non mi hai mai chiesto come andavo a scuola, come stavo, niente. Sono arrivato al punto di comportarmi male per cercare di attirare la tua divina attenzione, ma nulla.
Non mi hai mai cagato fino ad adesso, e ora pretendi che io ti dia retta? No grazie》
《Tyler, io-》
La porta cigola attirando così l'attenzione di Tyler.
O cavolo.
Il mio sguardo incrocia il suo provocandomi una scossa che mi arriva dalle caviglie fino all'addome.
Lo sceriffo mi fissa squadrandomi per poi avvicinarsi alla porta.
《 Non dirmi che non ti avevo avvisato》.
Esce dalla stanza.
Ora ci siamo solo io e lui.

Perfetto, e adesso?

Wednesday: Paura Di InnamorarsiWhere stories live. Discover now