È proprio vero che quando si è sotto pressione, non so riesce a capire niente

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Enid una volta arrivate alla Nevermore mi ha fatto conoscere la nuova preside.
Devo dire che mi sembra una donna abbastanza normale, anche se per tutto il tempo non ha smesso un secondo di sorridere come un ebete.
si può?
Tanto non riuscirà a sopportarmi, ne sono sicura.
Oltretutto (ovviamente) abbiamo cambiato dormitorio. Questo si trova all'ultimo piano e lo spazio è molto più ristretto.

Enid ha già "decorato" la sua zona.
Dovrò sopportare lei e i suoi "amici pelosi" per un altro semestre.
In questo momento preferirei morire, non che sia una novità.
Le valige sono accatastate l'una sopra l'altra in un angolo striminzito.
Beneomale ho trovato un buco dove mettere la mia scrivania, dove sopra c'è già posata la macchina da scrivere.
Rimango un attimo in piedi osservando, anzi, squadrando la mia piccola zona. prendo posto sulla sedia della scrivania.
All'interno della macchina da scrivere ci sono già riposti dei fogli vuoti (è stata la prima cosa che ho fatto appena entrata in questa stanza).
Inizio a scrivere una sorta di prologo per il nuovo romanzo, fallendo.

La pazienza non è mai stata il mio forte, infatti dopo meno di dieci minuti il pavimento è invaso da non so quanti fogli accartocciati.
Non so neanche gettare un misero foglio nella pattumiera. Sono messa male.
Dopo circa mezz'ora entra nella stanza Enid saltellando al posto di camminare. Si avvicina a me.
《 Che ne pensi?》
《Non penso》
《È un pò limitato lo spazio però dai, è carina》
《"carina" non penso sia un aggettivo appropriato, più che altro, la trovo abominevole》
《Addirittura?》
Mi limito ad annuire.
Enid si siede sul suo letto a fatica per la presenza di trecento peluche in silenzio.
Quanto vorrei che rimanesse così a vita.

Lo so, a un occhio poco allenato posso sembrare una persona maleducata, aggressiva e depressa, ma in realtà dico solo quello che penso. I miei genitori mi hanno sempre spronato a farlo, quindi mi chiedo perchè smettere proprio ora.

Sto per perdere la pazienza. Non so neanche quanti fogli ho gettato via dopo aver scritto neanche cinque misere righe.
Mi è venuto mal di testa, e di certo Enid non aiuta.

Se ne sta lì, sul suo letto, in silenzio, picchiettando rumorosamente le dita sul piumone.
Sospiro più forte che posso per farle capire che mi sta dando sui nervi, evitando così di tagliarle le dita. Smette per un attimo e sospira, come se stesse per dire qualcosa, di cui so già che cosa.

《Mercoledì, io penso che-》
《 No》
la interrompo.
《penso che tu dovresti-》
《 No》
《Dovresti-》
《 Cosa non hai capito della parola "no"?》
《E va bene》
alza le mani in segna di resa.
Riposo gli occhi su quel fastidioso foglio bianco di fronte a me.

Ti pareva che il silenzio durasse così tanto con una come Enid Sinclair.

《 Penso che dovresti andare a trovare Tyler》
Dice tutto d'un fiato.

Ora la mia nervosità (se così si può definire) è alle stelle.

《 Ma non eri tu quella che non lo poteva vedere?》
Le rispondo con una domanda.
《 Beh, è vero, ma se tu hai deciso di farlo rientrare nella tua vita, per me va bene》

Ah ecco.

《 Grazie per la tua opinione non richiesta, ma penso di saper badare a me stessa》
le rispondo atona.
《 E poi a che serve andare a "trovarlo" se è in coma?》
Scrollo le spalle.
《 Non hai saputo? 》
Alzo un sopracciglio.
《Tyler si è svegliato stamattina, pensavo lo sapessi》

Come si è svegliato? Di già? Mano mi aveva avvisato. E ora che devo fare?

《Non lo sapevo, grazie per avermelo detto, Almeno una persona mi rende partecipe di quello che accade intorno a me》
《Se vuoi ti accompagno in ospedale》
Sospiro.
《 Questo non cambia le cose. Anche se Tyler è sveglio non significa che devo e voglio andare a trovarlo. E poi, sinceramente, non saprei che cosa dirgli》
《 Inizia con " mi sei mancato"》
《 Sei seria?》
Dico con aria disgustata.
《 Hai ragione, è troppo, persino per te》
Si alza dal letto.
《Vado da Xavier a chiedergli gli appunti di ieri, così che ti rimetti in carreggiata. Pensa che oggi, danno la possibilità agli studenti del terzo anno di fare un giro a Jericoh per circa un'ora. Io pensavo di andare a fare shopping, ma non te lo chiedo nemmeno》

Io e lo shopping? due termini completamente diversi che non hanno diritto di essere messi nella stessa frase.

Potrei approfittare di quell'ora per fare un salto all'ospedale. Non voglio salutare Tyler, volevo solo accertarmi che quello che ha detto Enid fosse vero o un'altra delle sue solite bugie " a fin di bene", come le chiama lei, per farmi fare quello che vuole.

Abbandono quel pensiero stupido e continuo a guardare quel maledetto foglio bianco.
《Allora... io vado, a dopo!》
《Anche no》
sussurro.

Finalmente un po' di pace. Ora l'unico rumore che sento è quello dei tasti della macchina da scrivere, e voi penserete: " Ah, ma allora stai scrivendo!!!"
Cancellate subito quel pensiero.
Accartoccio l'ennesimo foglio gettandolo a terra insieme a tutti gli altri.
Mi massaggio le tempie per cercare di lenire il mal di testa, fallendo miseramente.

《Al diavolo!》
Come se fossi posseduta prendo la giacca posata sullo schienale della sedia, la indosso ed esco da quella stanza dirigendomi in città.

Mercoledì, ma cosa stai facendo?



Wednesday: Paura Di InnamorarsiWhere stories live. Discover now