4. É stata una tortura ( in parte)

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Appena varcai la porta di casa Sinclair rimasi senza parole, e non in senso buono.
C'era rosa d'appertutto... come poteva viverci della gente là dentro?
« Ciao cara!»
mi corse dietro il padre di Enid abbracciandomi.
Iniziamo già male.
« Salve»
Dissi io dandogli una pacca sulla spalla.
O mio Dio... perché l'ho fatto?
« Mamma?»
Gli domandò Enid con voce speranzosa.
« È andata in Toscana in cerca di nuovi profumi... chi la capisce tua madre?»
« Ti pareva»
Sussurò lei. Feci quasi fatica a sentirla.
« Papà, andiamo in camera mia»
Mi trascinò su per le scale rischiando di farmi cadere almeno tre volte.
Giuro che ora vomito veramente.
Sulla porta c'era attaccato un cartello pieno di adesivi a forma di lupo mannaro con la scritta a caratteri cubitali:
" IL CASTELLO DI ENID".
Da notare che il suo nome era stato sottolineato ben quattro volte.
Dai... non potrà esserci qualcosa di peggio.
Dissi tra me e me cercando di convincermi che non ci fosse tortura peggiore... invece mi sbagliavo.
Appena Enid aprì la porta mi sembrò di essere stata appena inghiottita da un unicorno.
Per l'amor del cielo! C'erano peluche a forma di orsacchiotto OVUNQUE! Provai a cercare un minimo posto dove non ce ne erano ma era impossibile.
Sul letto ( armato di copripiumino rosa e azzurro) c'erano disposti una decina di peluche tutti in fila. Per non parlare dell'armadio zeppo di adesivi fluo sulle ante.
Mercoledì respira, dovrai resistere solo poche ore, solo poche ore...
Enid interruppe i miei pensieri.
« Cosa ti piacerebbe fare?»
Io rimasi perplessa a quella domanda.
Così risposi:
« Che ne dici di iniziare con raccontarci delle storie?»
Mi vidi allo specchio attaccato sulla parete e dal sorriso che avevo appena fatto mi feci paura da sola.
« Allora, io mi occupo di recuperare i cuscini e delle coperte»
« Possibilmente non rosa o che cantino»
« Sì, come vuoi»
Mi rispose Enid andando nella stanza affianco.
Per quale motivo andare in un'altra stanza a recuperare i cuscini se qua dentro ce ne saranno stati minimo cinquanta? E  no, non sto esagerando.
Dopo pochi minuti tornò con una decina di cuscini e quattro coperte. Come sia potuta riuscire a portare tutta quella "roba" da sola non lo so.
Deve aver qualche altro potere oltre a quello di contagiare le persone,
( mi sento presa in considerazione).
« Ok... ora...»
Fece una pausa per riprendere fiato buttando per terra i cuscini e le coperte.
« Ho preso anche una torcia. Sai... nel momento in cui decidessimo di raccontarci delle storie di paura»
«Vai avanti»
La cosa si stava facendo interessante.
« Poi possiamo guardare un bel film...»
« Specifica " un bel film"»
« Non lo so. Magari possiamo guardare un film romantico o...»
Gemetti per la frustrazione.
« Ah.. hai ragione. Non sei quel tipo di ragazza»
« No, non lo sono»
Avevo deciso di accettare questa  "cosa" solo per mettere alla prova me stessa e vedere quante cose avrei dovuto sopportare per stare in compagnia di Enid. Non avevo di certo intenzione di sorbirmi lei soffocare nei singhiozzi di film drammatici come Titanic, il suo film preferito. Chissà il perché.
L'avevo visto una volta, all'età di tredici anni e mi accorsi che fino ai primi quarantacinque minuti... tutto bellissimo, poi... le due ore e un quarto successive... muoiono tutti e questo significava vederla annegare nelle sue lacrime insieme a Jack, e sinceramente non ne avevo proprio voglia.
Disponemmo i cuscini ad arco coprendoli con le coperte.
Abbassai le tapparelle.
« Ma che fai?»
« Per una buona storia ci vuole una buona ambientazione»
« Se lo dici tu...»
« Allora... »
Mi sedetti in terra prendendo la torcia.
L'accesi e la posizionai sotto il mento
Enid si sedette di fronte a me afferrando il suo orso di peluche interamente ricoperto di glitter stringendolo a sé.
La guardai alzando un sopracciglio in cerca di spiegazioni.
« Cosa? Devo prepararmi psicologicamente. Vai!»
Decisi di iniziare.
« Scorreva l'anno 1967 ed era il giorno di Halloween. Tutti erano elettrizzati di poter andare a suonare ai campanelli dicendo la solita frase priva di significato: " dolcetto o scherzetto?".
Jenna e Emma, due bambine di soli nove anni, una volta fatto buio decisero di andare a suonare a una casa abbandonata ormai da secoli. Si diceva che al suo interno abitava un assassino che nel tempo libero affettava le sue vittime per poi darle in pasto ai suoi animali domestici. Ed era proprio per quello che le due amiche decisero di andarci. Per dimostrare che era solo una leggenda. Almeno così speravano.
Suonarono più volte ma come immaginarono non rispose nessuno.
« Dai, Jenna andiamo! Non c'è nessuno qui! Dobbiamo sbrigarci che si sta facendo tardi!»
Emma però non riuscì a convincere l'amica. Lei rimase lì davanti, affascinata dalle ragnatele e dai altri insetti.
Così Emma decise di andarsene lasciando da sola la povera Jenna»
« Oddio, no! Dimmi che scappa, ti prego dimmi che scappa!»
Enid se la stava seriamente facendo dalla paura.
« Posso continuare?»
« Ah, sì, scusa. Continua pure»
«Dicevo... Jenna fu attratta da un animale. Un cane. Lei amava i cani. Chi non li ama?  Beh, io, però questi sono dettagli...»
« Mercoledì!»
Mi rimproverò Enid.
«Vado avanti... la bambina andò sul retro della casa senza neanche accorgersene e vide attraverso lo specchietto retrovisore di un auto un'ombra alle sue spalle. Quella persona era armata! Teneva in una mano un coltello lungo così tanto da toccare l'erba e nell'altra una corda sporca di rosso.
Jenna si girò lentamente e l'ultima cosa che vide fu quella persona saltargli alla gola»
« Ahhhh!!! Oddio!!Mi stai traumatizzando!»
« Siamo quasi giunte alla fine»
Ripresi la storia.
« Emma ormai troppo lontana per sentire le urla dell'amica si girò per vedere se era accanto a lei, ma fu sorpresa di trovare un uomo vestito di nero con in mano un coltello e una corda sporca di sangue.
«La vuoi una caramella Emmy?»
Domandò l'uomo alla bambina, per poi saltargli addosso ammazzandola. FINE»
«...»
« Enid? Ci sei ancora?»
Spostai la coperta arancione e notai che c'era Enid con la faccia immersa nel peluche.
« È... stato... terribile...»
« Addirittura... pensa che ho salutato persino la parte dove raccontava gli omicidi»
« Tu... sei... pazza...»
« Ora te ne accorgi?»
Le dissi sorridendole.
« Ora te la racconto io una VERA storia»
Iniziò dicendo:
« C'era una volta in un paese molto lontano una principessa, di nome Enid...»
«
Mi stai prendendo in giro?»
« Silenzio per favore...»
E riprese la sua " storia".
Mi addormentai dalla noia dopo due minuti. L'ultima cosa che sentii fu
« zucchero filato».
Pochi minuti dopo sentii Enid avvicinarsi a me distendendosi in terra abbracciandomi. Non so per quale motivo, ma la lasciai stare.








Wednesday: Paura Di InnamorarsiWhere stories live. Discover now