Visita a un caro amico

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Mancavano pochi giorni al rientro dalle vacanze, e non avevo ancora iniziato a svolgere i compiti assegnati. Ero stata troppo presa dalle mille cose che mi stavano succedendo.
Così decisi di svegliarmi presto e di cominciare.
Bah, sono molto semplici.
Pensai.
In pochi minuti riuscii a fare quasi la metà.
Non era una novità. Amo leggere e scrivere, e quindi mi viene naturale svolgere i compiti con più facilità.
Mi sentivo vuota da quando avevo terminato il mio romanzo. Mi sono legata molto ai personaggi, come la protagonista. Mi ci sono ritrovata spesso in molte situazioni. Non sono una delle classiche adolescenti che vivono per l'approvazione degli altri, eppure, una parte di me mi spingeva a pubblicarlo. Ma conoscendo come sono fatte le persone" normali", come mi è già capitato in passato, avrebbero considerato il mio romanzo macabro, e per quanto la cosa non mi dispiaceva alla fine non riuscivo a ottenere quello che volevo, e questo mi faceva infuriare parecchio.
Così presi coraggio e chiesi a Enid di vederla e chiederle se conoscesse qualche casa editrice. Anche se avevo un telefono, non avevo intenzione di diventare schiava della tecnologia.
« No, nulla, mi dispiace»
Lo sapevo, era una cattiva idea.
« Perché? Vuoi pubblicare il tuo romanzo?»
Mi disse tutta eccitata saltellando sul posto.
L'ultima cosa che volevo era parlare con Enid del perché volessi farlo. Sinceramente non lo sapevo nemmeno io.
« Nulla, lascia stare»
Risposi secca e la lasciai lì, da sola.
Un po' mi dispiaceva...
Mercoledì, la pianti di mostrare sentimenti? Non è da te!

Qualche ora dopo decisi di uscire per schiarirmi le idee.
Presi le prime cose che trovai nell'armadio e le indossai.
Presi dalla camera di madre una rosa nera.
Dopodiché uscii di casa andando sul retro dove si trovava una specie di cimitero.
« Ciao Nero»
Posai la rosa sopra la lapide.
« Come te la passi? È da un bel po' che non ti vengo a trovare. Da quando tu... dopo quello che é successo ho promesso a me stessa che non avrei più pianto, perché piangere non porta a nulla. Però oggi mi sei venuto in mente tu. Sai, nel mio romanzo ti cito più volte e allora oggi ho voluto farti una sorpresa»
Sospirai.
« Sai bene che io non sono una che  mostra spesso sentimenti, anzi, non li mostro affatto... ma... mi manchi»
Una lacrima mi rigò il viso. Così decisi di alzarmi e salutare Nero così da ritornare a casa. Non avevo intenzione di diventare debole, anche se questo significava dover nascondere le proprie emozioni.
La Nevermore mi ha fatto un brutto effetto. Troppo tempo a contatto con Enid, troppo tempo a contatto con Xavier e con Tyler, e troppe sedute dalla dott.ssa Kinbott.
O mio Dio! Piantala!
Rientrai a casa facendo finta che non fosse successo niente, in effetti, non era del tutto una bugia.

Wednesday: Paura Di InnamorarsiWhere stories live. Discover now