59: Il Locale

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Erano passati quasi tre mesi da quel fatidico giorno in cui  Clarissa e Ciro hanno fatto l'amore per poi ritrovarsi a litigare dicendosi che non erano più niente.
Clarissa continuava a fare i suoi disegni, e a creare i suoi abiti nel frattempo lavorava in una sartoria e faceva corsi per diventare una stilista professionista.
Alessandro e Camilla si preoccupavano per lei perché non riusciva a fermarsi un attimo, Alessandro stava diventando sempre più bravo nel suo mondo della fotografia, mentre Camilla girava un po' per il mondo e un po' con i suoi libri.
Clarissa cercava di tenere la mente occupata per non pensare a quella notte in cui lei e Ciro si erano amati, cercava di non pensare a quel ragazzo che le tormentava l'anima e i pensieri giorno e notte.
Cercava di capire anche perché sua cognata Nina si comportava così, da quando aveva ricevuto la fotografia della piccola Futura da parte si suo fratello Carmine la piccola non la vista più, mentre la dolcissima Carmela le mandava ogni giorno foto del piccolo Ciro, anche Gemma le mandava le foto del piccolo Samuel era cresciuto.
Dopo una lunga giornata, era sfinita era tornata a casa ad accoglierla c'erano Alessandro e Camilla.
CAMILLA: Ciao piccola.
ALESSANDRO: Ben tornata.
CLARISSA: Ciao ragazzi, dice sedendosi sul divano, e poi riprende a parlare, "sono stanchissima, ho bisogno di staccare un po', mi sto ammazzando troppo."
CAMILLA: Lo avevamo capito, tieni questa è per te, dice dandogli una lettera.
CLARISSA: Cos'è?
CAMILLA: Non lo so, è per te.
Clarissa aprii la lettera e vide che era una piccola lettera di Pietro.
PIETRO: "Ciao piccola Clarii,
Tra poco ci vedremo, finalmente il locale è pronto, non vedo l'ora di fartelo vedere, di andarci insieme, ma soprattutto non vedo l'ora di vederti.
Mi hanno detto che stai lavorando troppo e questo non va bene, passeremo insieme tre giorni dove sarai libera.
Sarò a Madrid per le ore 17:30 ti aspetto all'aeroporto.
A tra poco Clari."
-Pietro

ALESSANDRO: Chi te la manda?
CLARISSA: È una lettera di Pietro e ci scommetto che avete fatto tutto voi.
CAMILLA: Si perché ne avevi bisogno, adesso mangiamo, ti fai un bagno caldo, ti riposi e poi vai da lui.
CLARISSA: Grazie davvero non so come ringraziarvi, dice con occhi lucidi.
CAMILLA: Vieni qui, e lei si rifugiò nelle braccia di Camilla e Alessandro.
Dopo aver pranzato, Clarissa andò a farsi una doccia aveva una faccia che faceva paura e poi stava cercando qualcosa di carino da mettersi.
Intanto a Palazzo Ricci era arrivato il momento della partenza di Pietro.
DONNA IMMA: Mirracomando, come arrivi facci sapere, anche se era moglie di un boss aveva paura.
PIETRO: Tranquilla.
DON SALVATORE: Mirracomando al locale, stai attento a Clarissa proteggila, dille che ci manca tanto e che è sempre la nostra bambina.
ROSA: Dille che può iniziare a preparare il mio abito.
PIETRO: Tranquilli è in ottime mani.
NINA: Buona fortuna, infilati anche tu nelle sue mutande.
PIETRO: Non ho intenzione di infilarmi se lei non vuole, Nina fa una risata da stronza.
NINA: Tranquillo, se non sei tu, si infilerà lei nei tuoi boxer.
CARMINE: Smettila mi sono stancato di questa storia.
PIETRO: Lasciala stare le passerà, adesso vado.
CIRO: Dove credi di andare?
PIETRO: Da Clarissa.
CIRO: Tu non ci vai.
PIETRO: Altrimenti? Non sono io quello che è andato lì e poi la trattata di cazzo.
CIRO: Questa volta è stata lei, dopo che abbiamo fatto l'amore ha preso le pillole per non avere un figlio mio.
PIETRO: Ha fatto bene, adesso vado ciao, esce di casa prendendo l'aereo per poi arrivare a Madrid.
Clarissa era appena arrivata in aeroporto, lo cercava in mezzo alla folla, cercava il suo viso in mezzo a tanta gente, fino a quando non lo vide e gli corse incontro, lui aveva posato le valigie pronto per prenderla tra le sue braccia.
CLARISSA: Pietro, dice correndo da lui.
PIETRO: Clari, dice correndo anche lui da lei, lui la prese in braccio e lei gli attaccò le gambe intorno alla vita stringendolo.
PIETRO: Ciao principessa, sei bellissima, dice dandogli un bacio sulla fronte.
CLARISSA: Non dire più niente per favore abbracciandomi.
PIETRO: Certo, la strinse più forte, mentre le accarezzava i capelli.
CLARISSA: Che bello vedere un viso familiare, mi mancate tanto, mi mancavi anche tu e adesso eccoti qui.
PIETRO: Sono qui per i prossimi tre giorni, pronto a farti distrarre, ti sei fatta più bella .
CLARISSA: Anche tu ti sei fatto bello.
PIETRO: A casa stanno tutti bene, manchi a tutti, a Rosa le puoi preparare il vestito, e niente eccoci qui nella grande Madrid.
CLARISSA: Sai perché Nina si comporta così con me?
PIETRO: Adesso non pensare a niente, divertiamoci, ti va se andiamo a cena fuori e poi ti faccio vedere il locale?
CLARISSA: Certo andiamo a lasciare le valigie in albergo?
PIETRO: Non andrò in albergo.
CLARISSA: E dove? Per strada?
PIETRO: Nono, andiamo ti faccio vedere dove staremo.
CLARISSA: Staremo insieme?
PIETRO: Sisi relax assoluto.
Usciamo dall aereoporto e prendiamo il taxi, nel frattempo che affrontavamo il viaggio ero appoggiata al suo petto, stavo bene, la sua compagnia mi stava facendo bene, avevo bisogno di vedere un volto familiare oltre a quello di Ciro.
Dopo trenta minuti di viaggio eravamo arrivati.
PIETRO: Andiamo, c'era un piccolo ponte da attraversare, mano nella mano passiamo dall'altro lato del ponte, dopo tre passi c'era una piccola baita era davvero carina intorno a noi c'era la pace, e la neve dal l'altro lato di Madrid stava nevicando.
PIETRO: Ti piace?
CLARISSA: Si tanto, entriamo dentro, la casa è tutta di legno è arredata con uno stile invernale, fuori al balcone c'era una vasca da cui usciva l acqua calda, e nella camera da letto c'era il camino.
CLARISSA: Come hai fatto ad avere questa casetta così bella?
PIETRO: Camilla ci ha dato le chiavi, aveva pensato che dopo tutto ciò che è successo e tutta questa lontananza avevamo bisogno di parlare un po'.
CLARISSA: Ti va di andare a cena fuori?
PIETRO: Certo, usciamo dalla casetta e ci dirigiamo verso il centro di Madrid, ci fermiamo in un ristorante a cenare, ordiniamo e continuiamo a parlare.
PIETRO: Dopo ti voglio far vedere il locale finito.
CLARISSA: Come mai papà ha voluto fare un locale notturno qui?
PIETRO: Perché voleva aumentare gli affari, tramite il locale guadagniamo di più sui carichi di droga.
CLARISSA: Capito, arriva la cena e iniziamo a mangiare, tra un bicchiere di vino bianco e qualche sorriso avevamo passato una serata molto tranquilla.
Finito di cenare, Pietro paga il conto anche se io mi ero offerta ma lui ha insisto dicendo che doveva pagare lui perché è un uomo e non può accettare di essere pagato da una donna, entriamo nel taxi e arriviamo al locale.
PIETRO: Pronta?
CLARISSA: Si, entriamo dentro e lo stile del locale era bellissimo, mi piace un sacco, era enorme, c'era una piscina con dei tavoli e divanetti e le palme con sfondo le luci a led di ogni colore, dall'altro c'erano delle collone il illuminate, al centro un grande bancone con i cocktail accompagnato dal tavolo dei giochi d'azzardo, dall'altro lato c'era un altro piano bar, e al centro una grande pista per ballare con i pali dove sicuramente ci sarebbero state le spogliarelliste, poi c'erano le scale dove portava hai privè, alla camere e hai bagno.
PIETRO: Ti piace?
CLARISSA: Moltissimo.
PIETRO: Voi un cocktail?
CLARISSA: Si, io vado in pista, andò in pista a ballare.
PIETRO: Tieni piccola.
CLARISSA: Grazie, il locale è molto bello, avrà successo, dice continuando a ballare e a bere il suo cocktail.
PIETRO: Clari si è fatto tardi andiamo.
CLARISSA: Va bene, però un altro cocktail, Pietro le prese un altro cocktail, per poi prendere il taxi per andare alla baita.

IL LOCALE DI MADRID ⬇️⬇️

IL LOCALE DI MADRID ⬇️⬇️

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Finalmente ho pubblicato un nuovo capitolo,Lascio a voi i commenti

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Finalmente ho pubblicato un nuovo capitolo,
Lascio a voi i commenti.
Grazie mille siamo arrivati quasi a 60mila.😍😍😍
-Anto

9 Maggio Ciro Ricci Where stories live. Discover now