Jacob Black

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Aprii gli occhi lentamente con ancora la testa annebbiata dal sonno. Mi poggiai sui gomiti guardandomi intorno. Era ancora buio quindi si vedeva poco niente, se non fosse stato per la luce della luna probabilmente sarebbe stato come cercare di vedere da ciechi.
Sentii una leggera corrente d'aria fredda entrare in camera.
Sono sicura di aver chiuso la finestra prima di andare a letto.

Spostai lo sguardo prima sul posto accanto a me notando che era vuoto e che le coperte erano state scalciate malamente. Feci scivolare gli occhi sul materasso, poi sul muro, sulle tende che svolazzavano per il vento e infine sulla figura poggiata al davanzale della finestra aperta. Guardai il giovane uomo con compassione sospirando dal naso per fare più piano possibile. Mi alzai dal letto scostando le coperte, mi misi la vestaglia di lana viola scuro, misi ai piedi le mia pantofole pelose e mi avvicinai con calma alla finestra.

Poggiai la mano sinistra sulla sua schiena cominciando ad accarezzarla, mentre l'altra la poggiai sul suo braccio affiancandomi a lui. Gli lasciai un bacio sulla spalla prima di dire: "Amore, torniamo a letto..."

"Non riesco a dormire sapendo che potrebbe succedere qualcosa da un momento all'altro" mi interrompe. Sento i muscoli di tutto il suo corpo irrigidirsi e lo guardo comprensiva. "Jacob, siamo al sicuro"

"Io, magari, ma tu? Siamo in una casa piena di vampiri, Yn. Tu non sei al sicuro qui" sbotta drizzandosi e guardandomi severo. Io rispondo al suo sguardo guardandolo accigliata, se non offesa, per le sue parole. "Mi stai dicendo di andarmene?" lo chiedo con una voce talmente infastidita che non riesco neanche a cogliere completamente il lampo di pentimento nei suoi occhi. Mi mette le mani sulle braccia accarezzandole con movimenti lenti e dice: "...No no è che...non so cosa potrebbe succederti se io non sono al tuo fianco..."

"Al mio fianco c'è sempre uno dei Cullen" lo dico con talmente tanta sicurezza e rabbia che ho paura di averlo urlato. Mi porto le mani alla bocca. "Scusa...davvero, Jake, mi dispiace. Io...io non volevo urlare..."

"Ehi ehi ehi tranquilla, non hai urlato. Tranquilla" mi bacia per calmarmi e io mi lascio andare tra le sue braccia e mi lascio cullare dal suo calore. Appena comincia a staccarsi, io, sussurro: "Torniamo a dormire" gli do un altro bacio, e poi altri ancora mentre lui annuisce.

Tornati a letto lui mi strinse un braccio attorno alla vita mentre l'altro mi faceva da cuscino. Io gli stringevo entrambe le mani e respiravo lentamente per fargli percepire la mia calma che, per mia soddisfazione, lo contagiò facendolo rilassare senza troppi problemi. Sentii i muscoli delle sue braccia diventare meno tesi facendomi capire che si era addormentato. Sorrisi e mi lasciai andare al sonno pure io. 

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