Paul Atreides

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Casa
Era l'unica parola a cui pensavo da sempre. Conoscevo solo Caladan, non ero mai stata fuori dal pianeta natio degli Atreides. Da ciò che ricordo, un tempo, vivevo in un altro posto ma poi venni venduta a un potente signore che mi offrì come serva alla potente casa che ho servito per tutta la vita. Tutto quello per cui avevo sempre vissuto non mi bastava più.
La mia profonda amicizia con l'erede del Duca non era più abbastanza.
Volevo correre libera per una volta.
Ascoltai il russare di una delle altre ragazze. Mi alzai dal letto, mi misi una vestaglia e le scarpe. Uscii dal dormitorio senza alcuna luce e cominciai a camminare per i corridoi guardando fuori dalle grandi finestre immaginando paesaggi diversi. Andai a sbattere contro qualcuno, e mi fermai "Scusa, avevo la testa tra le nuvole"

"Non dovresti essere a letto?"

"Dovrei" rimasi in piedi davanti a una delle tante finestre guardando l'orizzonte, sperando in qualcosa di ignoto "Sei turbata"

"Non usare i tuoi trucchetti con me Paul"

"Non sto usando trucchetti, si vede che sei turbata soprattutto dal modo in cui hai messo le mani" sorrisi leggermente pensando che lo odiavo per conoscermi così bene, alle volte mi sembrava che conoscesse cose di me che io stessa non sapevo. Sorrisi leggermente "Domani parto con le navi"

"Cosa?" sentii il disappunto e lo sconforto nella sua voce, mi voltai verso di lui "Sarò una delle prime a partire, così avrò più tempo per organizzare la vostra futura dimora" un fulmine di rabbia lampeggiò nei suoi occhi "Vorrai dire che così avrai più tempo per girare per Arrakeen senza preoccupazioni"

"La fai sembrare una cosa riprovevole" lui mi afferrò per un braccio strattonandomi verso di lui "Mi avevi promesso che saremmo partiti insieme"

"Ho cambiato idea"

"Come sempre del resto" mi lasciò andare sospirando irritato, ma non sentivo solo irritazione, anche dolore. Si sentiva preso in giro. Gli misi una mano sulla spalla e lui subito me la cacciò via, abbassai lo sguardo "Scusa, avrei dovuto dirtelo è che..."

"Non vale più molto la nostra amicizia giusto?" alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi. Potevo sentire il cuore venire stretto in una morsa, e più cercavo di liberarlo più quella stringeva la presa. I sensi di colpa si accatastarono uno addosso all'altro fino ad annebbiarmi la testa, mi sembrava di non vedere o percepire più nulla. Neanche Paul.
Ero davvero disposta a buttare via un'intera vita per cominciarne un'altra? Avrei davvero avuto il coraggio nel momento decisivo di lasciare Paul e tutte le persone che conoscevo per rincorrere un sogno? Un sogno così facile da realizzare lì ad Arrakis, ma allo stesso tempo così difficile da completare. 
Mi morsi il labbro che con chissà quale coraggio afferrai la sua mano tenendola stretta prima che lui cercasse di staccarsi, gli accarezzai il viso con la mano libera. Potevo vedere la sorpresa e l'impazienza nel suo sguardo. Mi misi in punta dei piedi e gli baciai la fronte "Ti aspetterò, sempre" dissi a fior di pelle. Potevo sentire la sua felicità attraverso il tocco leggero che condividevamo. Una felicità quasi infantile e pura che la si poteva percepire ad occhi chiusi. 
Mi allontanai da lui ricambiando il suo sorriso gentile. Fece un breve sospiro "Dove troverò un'altra amica come te?" un leggero fremito mi fece salire i brividi per la schiena fino alla nuca, sorrisi "Da nessuna parte ovviamente" rise piano.

Quando ci fummo allontanati entrambi sentii il cuore pulsare regolarmente. Cos'era stato? Per la prima volta mi ero sentita così libera...così completa. E tutto per una semplice frase detta dall'erede del Duca Leto. Un dubbio mi sorse: se lo avesse detto qualcun altro avrebbe avuto le stesse conseguenze?

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