Cinque

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Sbatté la porta con forza iniziando a piangere. Perché il mondo se la prendeva sempre con lei? Non aveva potuto realizzare il sogno di una vita, le avevano spezzato il cuore e adesso glielo stavano spezzando un'altra volta. 
Faceva strano pensare che una donna di trent'anni fosse ancora capace di piangere come una bambina.
Piangere ti rende solo che debole.
Stai zitto...
Sei un'eroina non una bambina qualunque
Basta...
Comportati come i tuoi fratelli
"Esci dalla mia testa!" urlò. 
Un forte rumore di vetri rotti riempì la stanza.
Si guardò le mani.
Sangue. Sangue sulle nocche. Cosa le stava succedendo? Perché non riusciva a calmarsi? Il suo cuore batteva all'impazzata. Aveva paura, paura di perdere il controllo. Si guardò attorno. Le pareti piene di vecchi graffi e chiazze di sangue, sotto la carta da parati si poteva vedere facilmente l'acciaio rinforzato, presente anche sulla parte interna della porta. I mobili pieni di graffi e morsi, fatti quando era più piccola e si comportava ancora come un cucciolo, e non come una bestia. 
Il suo cuore accelerò di diversi battiti a quella parola.
Bestia.
Papà l'avrebbe definita così? Forse non lo avrebbe mai detto ad alta voce, ma nella sua testa...solo Dio sa cosa pensasse lui nella sua testa.
Un dolore lancinante le attraversò la schiena mentre cominciava ad incurvarsi dolorosamente. Adesso si ricordava perché piangeva tanto, perché i suoi fratelli la prendevano in giro che piangeva sempre e a lei andava bene: perché lei aveva paura di ciò che succedeva quando non piangeva ma si arrabbiava. Loro non sapevano il doloroso passaggio e il mortale risultato, la difficoltà con la quale tentava di ritornare in sé. Tutti quei graffi erano il risultato di ore di una disperata ricerca della calma. Ore di dolore e di rabbia, che non si aspettava i suoi fratelli capissero.
Un tempo pensava a lui per calmarsi, adesso se pensa a lui si arrabbia il doppio. 
Qualcuno bussa alla porta "Yn? Abbiamo sentito dei rumori"

"Tutto bene lì dentro?"

"Possiamo entrare?"

"Yn?" si sentiva mancare il fiato. Cercò di pensare velocemente alle diverse opzioni:

1- si chiudeva dentro e lasciava che la mutazione finisse
2- Scappava dalla finestra

La prima era la più sicura, doveva comunque contare che non era nella sua casetta in mezzo al nulla, non poteva scappare fuori sperando di non far del male a nessuno.
Si avvicinò a fatica alla porta e fece scattare il blocco. Non voleva ferire nessuno di loro, anche se non li sopportava. Qualcun altro bussò alla porta "Yn, tesoro, sono la mamma. Va tutto bene cara? Posso entrare?"

"Yn, sono Pogo, stai bene?" grattò rumorosamente le mani sulla porta "Via! Tutti!" urlò in preda al dolore e al panico.
Quanto sarebbe mancato? Sicuramente non molto. Un rumore in camera sua la fece voltare di scatto. Era dietro di lei che la guardava malinconico "Yn..." lei ansimò accasciandosi a terra per poi guardarlo in panico completo "Vattene! Sei impazzito?! Cinque, esci subito!"

"Non posso" lacrime di rabbia uscirono dagli occhi della giovane donna "Esci!"

"Non mi farai del male" 
Non finché non muto, dopo voglio proprio vedere se mi tratterrò dallo staccarti la testa
Lo pensò, ma stette zitta. Il giovane si avvicinò a lei inginocchiandosi. Le spostò delicatamente i capelli dal viso con una mano mentre con l'altra le accarezzava la schiena.
Per quanto lo odiasse, Yn, doveva ammettere che si stava calmando. Il suo battito e il suo respiro si regolarono in qualche minuto e i dolore alla schiena scomparvero gradualmente.

Si ritrovarono entrambi appoggiati alla porta di acciaio rinforzato a guardare le foto appese dall'altra parte della stanza "Cosa ti avevo detto? Non mi avresti ferito"

"È stata solo fortuna, Cinque, ti avrei potuto far del male"

"No, non avresti potuto" lei si girò verso di lui con un cipiglio "Questo è ciò che odio di te, sei troppo pieno di te!"

"Perché tu mi permetti di esserlo" la guardò girando leggermente la testa sorridendo. A quel normalissimo gesto Yn non poté fare a meno di arrossire
Diamine! È tuo fratello scema! E poi è piccolo! Potresti essere scambiata per una pedofila!
"Sono felice di averti ritrovata" lo guardò incuriosita "Magari sarà la volta buona che la nostra storia ha un lieto fine" a quella frase sorrisero entrambi. Felici di essersi finalmente ritrovati, ma troppo timidi per ammettere che sono pronti a ricominciare.

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