46.Angelo e Diavolo

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《Carter non è ancora tornato》mugolò Katrin triste mentre guardava il buio fuori dalla finestra. 《Tornerà tra poco... intanto vieni sul letto!》sentivo la mancanza di quegli occhi blu fin dentro le vene, ma ero ancora nervosa per tante cose messe insieme dove lui nemmeno centrava in alcune. 《Annette domani mi insegna a fare le capriole all'indietro》si stese vicino a me. 《Non è difficile... Non è una cosa che si deve insegnare!》lei alzò lo sguardo con le soppraciglia innarcate e la bocca arricciata. 《Prova a farne una sul letto senza che io ti dica come devi fare... vedrai che ho ragione io!》la sfidai. 《No! Sono stanca, domani la farò con Annette... ma quando torna Carter?》sbuffai. 《Dimmelo!》insistì. 《Non lo so Katrin, non sono la sua guardia personale!》mi pentì del tono irritato che le avevo rivolto, non appena mi diede le spalle. 《Dai Katrin, ti chiedo scusa!》le feci il solletico facendola ridere e tornò a guardarmi quando mi fermai. 《Gill?》sbadigliò. 《Staremo ancora tanti giorni qui, vero?》mi guardò con due bellissimi occhioni verdi e brillanti. 《Non lo so》le risposi, ma credo che saremmo rimasti ancora altri tre o quattro giorni e non vedevo l'ora di andarmene. 《Io voglio stare ancora tanti tanti giorni!》
《Avevi detto che non ti piaceva qui...》
《Ora mi piace perché c'è Annette... c'è Tessa!》sbadigliò di nuovo e socchiuse le palpebre. 《Buona notte Katrin!》le accarezzai delicatamente i capelli. 《Notte Gi...》fece un gran sospiro mentre gli occhi cedettero alla stanchezza e si chiusero.

Carter arrivò più tardi. Entrando in camera inciampò su qualcosa e il rumore della sua caduta mi svegliò bruscamente e quando aprii gli occhi mi accorsi che nella stanza c'erano già le prime luci del mattino. 《Ti odio》biaschicai ancora mezza addormentata e lo sentii ridacchiare mentre si stava per mettere in piedi. 《Tu... si lo so!》cadde di nuovo e rise più forte. 《Ti rendi conto che fuori sta per sorgere il sole?》mi misi a sedere portando le ginocchia al petto. 《Che bello il sole... la luce! Che bella la luce!》gattonò fino al letto. 《Sei ubriaco Carter?》lo guardai male, anche se dalla poca luce lui non poteva vedere bene la mia faccia, né io la sua. 《No!》si avvicinò e l'odore del vino invase le mie narici. Mi portai le mani davanti alla bocca e al naso. 《Non dovevi andartene via tu?》le tolse dalla mia faccia e gli rivolsi uno sguardo accattivito. 《Puzzi di selvatico》avrei voluto dirgli qualcos'altro, perché quelle parole che aveva usato mi avevano ferita e quando vengo ferita io devo mordere, ma non volevo ritrovarmi a discutere con un ubriaco. Mi annusò le mani. 《Tu profumi come la camomilla!》aiutandosi con le braccia riuscì piano a portare il suo peso sopra al letto. 《Mi gira tutto intorno Gill!》mi avvolse tra le sue braccia. 《Menomale che non te ne sei andata!》mi strinse più forte e fece un gran sospiro d'ansia. 《Tu non provi quello che provo io》biascicò respirandomi il collo, ricoprendomi di brividi. 《Che stai dicendo...》
《Quello che penso... quello che tu... quello che tu mi dimostri!》
《Io non ti dimostro proprio nulla!》
《Ecco... appunto!》sbadigliò. 《A proposito ho perso un cavallo!》sbadigliò di nuovo. 《Che hai fatto!?》lo sentì russare.

Mi svegliaì prima di lui, ma non prima di Katrin, che non la trovai nel letto. Lo osservai mentre dormiva cercando in lui qualcosa che avesse a che fare con suo padre. Avevano lo stesso colore di capelli e gli stessi ricci, ma niente nei tratti di Carter ricordava Freudus. Il biondo pareva un angelo, mentre quello che lo aveva messo al mondo era un orribile diavolo. 《Non ci posso credere!》si svegliò all'improvviso facendomi bruciare di vergogna e spostai lo sguardo, anche se continuai a guardarlo con la coda dell'occhio. Si portò una mano alla testa. 《Fa male da morire!》si lamentò. 《E comunque ti ho vista! Mi stavi guardando ancora mentre dormivo!》si stiracchiò. 《Ti assicuro che non è così!》gli voltai le spalle. Lo sentì avvicinarsi. 《È così!》avevo il suo respiro sul collo e il cuore correva. 《No!》deglutii quando sentì il suo corpo adderirsi al mio. 《Ti ho vista!》mi sussurrò vicino all'orecchio. Sentivo di essere rimasta senza saliva. 《Perché mi guardi mentre dormo?》sfiorò il mio fianco facendomi venire la pelle d'oca. 《Non... Non ti stavo guardando!》ansimai. 《Si... lo stavi facendo!》sentì il suo sorriso appoggiarsi al mio collo e respirare divenne un impresa. 《Dimmi perché lo fai?》la sua mano si arrampicò in alto fino a portarsi vicino al mio petto. Mi schiarì la gola. Mi sentivo sospesa in aria e chiusi gli occhi godendo la sensazione di averlo lì vicino a me, a parlarmi, a toccarmi e a respirarmi sulla pelle. 《Non ti stavo guardando...》biaschicai. 《Devo alzarmi... Quando torno ce ne andiamo!》si staccò da me e sentii improvvisamente il gelo. Il vuoto. Uscì dalla stanza. Se ne era andato da me e non mi aveva voluta quando era chiaro che poteva avermi in quel momento. Ero completamente sua, ero tra le sue braccia e non mi stavo lamentando, non l'avevo spinto via. Ero disposta a fare pace facendo l'amore con lui e se ne era andato. Cosa avevo che non andava più? Non gli piacevo più? Aveva trovato qualcuna con cui sfogarsi meglio di me? O l'aveva già prima di me ed è con lei che passava il tempo nei ultimi giorni?
Avevo la testa in mille domande di cui non avrei trovato le risposte da lui. Non lo conoscevo e non voleva farsi conoscere da me. Come avevo fatto a perdere la testa per un completo sconosciuto? Il cuore minacciava di uscirmi dal petto. Iniziai a piangere a dirotto.

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