35.Febbre Da Strega

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Aprii gli occhi con le prime luci del sole, non avevo nemmeno chiuso le tende la notte prima. Per un attimo mi sembrò di vedere Carter ancora affianco a me. Innalai profondamente il suo profumo che era rimasto tra le coperte, mentre sbattei più volte gli occhi e mi risvegliai dal mio stato assonnato rendendomi conto che era davvero ancora lì. 《Piccolo verme... svegliati》lo mossi. 《Te ne devi andare subito! prima che si svegli tutto il castello》mi raccomandai e mi strinse tra le braccia. 《Buongiorno principessa-disturba anime in pace》mi disse con voce assonnata e fece un gran sbadiglio, che fece sbadigliare anche me. 《Così mi soff-soffochi》mi liberai dalla sua presa e mi tirai su dal letto. Guardai fuori dalla finestra e ci trovai di già molta gente. 《Ora come farai》dissi camminando avanti e indietro. 《Rimarrò qui fino a stanotte》mise le braccia dietro la testa. 《Devi nasconderti》gli dissi a bassa voce quando qualcuno bussò alla mia porta. Lui si coprì con la coperta ed io alzai gli occhi al cielo. 《Un momento》 urlai all'altra parte della porta e scoprì la faccia del biondo. 《Non ho parole per la tua stupidità》gli dissi seria e lui rise. 《Alzati!》lo tirai per un braccio mentre lui si divertiva parecchio. 《Devo tornare più tardi?》chiese Erik, era lui che mi aspettava da dietro la porta. 《Aspettami... a tavola... stamani farò colazione con voi!》gli risposi lasciando il braccio di Carter e misi le mani sui fianchi. 《Eri sincero ieri notte quando dicevi che ti mancava la tua cella》 sbuffai. 《Sei una principessa, puoi anche decidere di tenermi qui nella tua camera per tutto il tempo che ritieni opportuno, cosa te lo impedisce?》mi chiese furbo, come se immaginasse che nascondevo qualcosa. 《Se ti troveranno qui scoppierà uno scandalo anche con il popolo, qui tutti odiano Flayland e tu sei il suo principe》gli risposi, ma in realtà me ne sarei vergognata anche parecchio e non solo perché sarebbe dovuto essere un mio nemico, ma perché ero una moglie... solo che lui non lo sapeva. 《Tranquilla stanotte me ne andrò》disse scocciato e roteò gli occhi blu. 《E per il tempo che rimane... dove ti nasconderai?》appoggiai una mano alla mia fronte cercando di pensare ad una soluzione. 《Tu non hai ancora capito fino infondo il potere che hai ad essere una principessa》mi disse alzando un soppraciglio con aria annoiata. Lo guardai senza capire. 《Starò qui dentro e darai ordine di non fare entrare nessuno. Problema risolto!》aggiunse. La faceva sembrare molto semplice, ma io non sapevo nemmeno quando sarebbe tornato Julian e nella mia camera di solito entravano anche senza bussare per venire a pulire e pure mia madre lo faceva. Diedi comunque l'ordine alle guardie di non fare entrare nessuno, anche se sapevo non l'avebbero rispetto né la regina e né Julian se sarebbe tornato.
Infatti quando tornai dopo aver fatto colazione da sola con Erik, trovai lei seduta sul mio letto, teneva la mano sopra la fronte di Katrin e di Carter non c'era traccia. 《Figlia, cercavo Katrin per fare lezione e...》provò a spiegarmi. 《Non puoi irrompere nella mia stanza mentre non ci sono... e avevo dato dei ordini alle guardie》la interruppi nervosa. 《Katrin scotta molto》mi disse con aria preocupata e sbarrai gli occhi nel vedere la piccola tutta pallida con gli occhi contornati di un viola scuro. 《Dì alle guardie di chiamare un curatore》 e così feci.

《Credo che il mio misura gradi si stia sbagliando, anche se ce l'hanno  mandato da poco da Tavia, ed è molto professionale》spiegò perplesso il curatore a mia madre. 《Perché cosa c'è che non va?》gli chiese mia madre. 《Ecco vede mia regina》le mostrò il termometro e mi avvicinai per vedere, abbassandomi perché l'altezza non era il suo forte. 《Non è possibile avere la febbre a sessantacinque》ci disse aggiustandosi gli occhiali. 《È davvero strano... però... in ogni caso... la febbre è molto alta》continuò a parlare toccandosi pensieroso il mento. Prese dalla sua borsa marrone un pezzo di legno e lo mise sotto il letto della piccola e ci diede delle erbe curative contro la febbre, spiegandoci come fargliele bere. 《È in pericolo?》gli chiesi con il magone prima che lasciasse la stanza. 《Sarà sincero principessa, non ho mai sentito una persona bruciare così tanto》se ne andò dopo aver detto quelle parole e ne rimasi abbattuta. Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi facendo lunghi respiri. 《Andrà bene, vedrai...》fece mia madre appoggiando la mano sulla mia spalla. 《Lo spero》cedetti a far uscire le lacrime. 《Gill!》mi richiamò con voce debole Katrin e corsi da lei. 《C'è qualcosa che non va》mi disse a bassa voce e guardai mia madre per farle intendere di lasciarci sole, lo capì al volo. 《Stai andando a fuoco, per forza》intervenne il biondo spaventandomi, ma non capivo dove fosse perciò mi guardai intorno, finché non spalancò l'armadio e uscì da lì. 《Prima che entrasse la regina stavo morendo di caldo vicino a te》le disse e lei le rivolse un sorriso debole. 《Come fai a riderci sopra?》mi arrabbiai con lui. 《Non è niente di grave》disse abbassandosi e cercò qualcosa sotto il letto. 《Questo non va bene》prese il pezzo di legno che aveva messo lì il curatore. 《Hai studiato anche medicina ora!?》glielo tolsi dalle mani. 《Gill, quel coso non va bene sotto il letto di una strega... fidati di me》mi disse e alzò un angolo della bocca. 《Che cos'è?》gli chiesi. 《Serve per togliere le maledizioni delle streghe qualora gliene fosse stata lanciata una... ma noi sappiamo che Katrin la magia nera ce l'ha nel sangue... quindi...》mi incitò a continuare. 《Spiegati》mi saltava l'occhio dal nervoso e lui ridacchiò notandolo. 《Ed io che pensavo fossi intelligente...》si blocco vedendomi realmente nervosa e continuò serio: 《Questo pezzo di legno se lo teniamo lì potrebbe prosciugarla assorbendo il suo sangue》
Spaventata aprii la finestra e lanciai fuori quel piccolo mostro. 《Queste erbe?》le presi dal comodino. 《Vanno bene?》gli chiesi piena di fiducia in lui. 《Queste si》mi sorrise. 《Gill, c'è qualcosa che non va》si lamentò di nuovo Katrin. 《È normale che ti prenda una febbre molto alta da potere non utilizzato》gli spiegò Carter e lei scosse la testa. 《N-non non è quel-quel tipo di feb-bre》le rispose iniziando a tremare e chiuse gli occhi. 《Carter》gli dissi allarmata, mentre iniziò a tremare il pavimento sotto di noi e sentimmo le urla per il castello. Cercai di tranquilizzarla, anche se ero colma di agitazione. 《Ti prego devi calmarti》le strinsi le mani nel panico totale. I suoi occhi divennero tutti bianchi, la terra si fermò subito e iniziai a sudare e a piangere, mentre cercavo invano di farla riprendere. Anche Carter aveva gli occhi sbarrati e non sapeva cosa fare. Prese tra le braccia la bambina e provò a rianimarla scuotendola. Nella stanza erano entrati  presi dal panico per il terremoto, anche Erik e mia madre. 《Andiamo Katrin! Su Katrin!》le urlava il biondo. 《Sveglia Katrin!》continuò. 《Katrin!》singhiozzò mia madre toccandole i capelli. 《Lasciamole spazio per respirare》cercò di mantenere la calma mio cugino, ma gli stava riuscendo male. Nel frattempo guardai impotente tutta la scena seduta sul letto. Mi sentivo paralizzata dalla testa ai piedi, sentendo le loro grida disperate come se fossi sott'acqua e quelle al di fuori della stanza erano forti ma lontane per me. Immaginai la mia vita senza quella bambina, quel dono che Dio mi aveva donato e riuscii a vedere il mio cuore spezzarsi in tanti piccoli pezzi.《Non ha battito》sentì dire da mia madre e mi venne il voltastomaco. Niente aveva più senso e avrei voluto solo morire all'istante, perché non avrei avuto più nessun altra via d'uscita. Il mio cuore andava lento e ne sentivo addirittura il ticchettio, mentre il dolore era allucinante da lasciarmi senza respiro. La testa mi faceva così male da farmi vedere tutto offuscato e provai un senso di svenimento. 《Katrin ti prego!》gridò Carter e quando chiusi gli occhi arresa lo sentì ringraziare Dio, li riaprii a fessura e vidi che la bambina si era ripresa. Tornai a respirare anche se a fatica e piano piano iniziai a scandire bene le voci e le immagini.《Alleluia! grazie! gloria al tuo nome Signore》lodò il biondo stringendola tra le braccia e lo feci anch'io nella mia mente. Finalmente riuscii a muovermi dopo qualche secondo e mi alzai per baciarle la fronte che ancora scottava molto. Erik mi appoggiò una mano tremante sopra la spalla come per darmi sostegno morale. 《Grazie al cielo》biascicò mia madre sedendosi per terra. 《Non ci posso credere》disse il biondo ancora pieno di tensione e consegnò la bambina tra le braccia di Erik che ancora tremava, per andare a prendere aria dalla finestra. 《Poi mi spiegherai cosa ci fa lui qui》mi minacciò puntandomi un dito contro piena di esasperazione mia madre, ancora a terra.

È stato difficile scrivere questo capitolo...
Domanda: È stato abbastanza doloroso o potevo dare di più?
Le vostre risposte mi servono per migliorare, quindi non siate troppo buoni. Ahaha...

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