32.Tradimento e Male

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《Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco»

Pregai per tutta la notte Dio di perdonare il mio peccato, non mi sentivo degna davanti a lui. Anche se c'era amore in quello che avevo fatto, sapevo in cuor mio che non era giusto e quel peccato mi stava divorando e sapevo che avrebbe portato solo a cose brutte, infatti l'indomani trovai Julian di pessimo umore e non genuino come lo era sempre dinnanzi a me.

Lo trovai nel salone dello scherma, aveva gli occhi fuori dalle orbita e stava riducendo il manichino in mille pezzi, mentre sembrava guardare nel vuoto. Appena si accorse che ero lì ad assisterlo mi fulminò con lo sguardo, aveva gli occhi rossi di chi non aveva dormito e i capelli tutti spettinati. Prima d'allora non lo avevo mai visto con un capello fuori posto. Non disse una parola, si avvicinò a me lentamente come uno zombie spaventandomi. Mi puntò la spada al centro del petto e chiusi gli occhi per la paura, mentre respirare mi venne difficile e non perché il mio corpetto fosse troppo stretto. 《Dove sei stata ieri notte?》mi chiese con gli occhi affessura, sembrava fuori di sé. 《In giardino》mentii quasi senza voce.

 《In giardino》mentii quasi senza voce

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《Non ti credo》mi disse duramente. Cercai di spostare la spada dal petto, ma la rimise al suo posto. 《Ti prego toglila!》alzai la voce come potevo. 《Ti ho dato tutto, ti ho rispettata in ogni modo possibile...》mi graffiò con la punta e una lacrima bagnò il mio viso. 《Ho paura, smettila!》lo supplicai e lui lanciò via la spada. Avanzò fino ad arrivare a faccia a faccia con me e notai che aveva gli occhi lucidi. Mi resi conto che a distruggerlo ero stata io e mi sentii ancora più sbagliata. Lui mi aveva dato amore nonostante io fossi un enorme disastro ed io lo avevo abbattuto. 《Non avrò mai il tuo cuore, non è vero?》alzò la voce e strinsi gli occhi facendo scendere altre lacrime. 《Tu hai il mio cuore Julian, io ti voglio bene》gli toccai il viso con le mani che tremavano. 《Devo farmi bastare il tuo bene?》mi chiese con il magone quando chiuse gli occhi al mio tocco. 《Ti amerò vedrai...》gli dissi non credendoci nemmeno un po'. 《Non è vero!》alzò la voce e fece dei passi indietro. 《Il tuo cuore appartiene ad un altro uomo. Vedilo tutte le volte che vuoi, farò finta di nulla... d'altronde avrei dovuto saperlo che sarebbe andata così》mi disse amaro uscendo dalla stanza.

Con il passare dei giorni Julian tornò quello di sempre. Nella prima settimana nemmeno mi rivolse la parola e nemmeno io ebbi il coraggio di farlo fino a quando nel cuor della notte tutto il castello sentii le urla di Katrin, che aveva fatto un incubo e  ci trovammo io e lui nella stessa stanza a ridere per cose stupide quando la piccola si riaddormentò.
Cercai ogni giorno di non pensare a quanto mi mancasse Carter e respinsi il desiderio di lui con tutte le mie forze e chiedendo aiuto a Dio di averne.

《Come vanno gli studi di Katrin?》chiesi a mia madre nella sala dei troni, sedute l'una affianco all'altra. 《Nemmeno la tua figlia genetica potrebbe assomigliarti di più di lei. Ha la tua stessa testardaggine, non ne vuole sapere degli studi. Ti ricorda qualcosa quest'ultima frase?》mi rispose con una punta di ironia, facendomi alzare gli occhi al cielo. 《È la mia frase preferita》tirai un sorriso guardando i popolani che facevano le sue richieste, alle quali annuivo e basta, senza nemmeno ascoltare. 《Chiederemo a Wild di darci altre galline》disse mia madre ad un contadino. 《Quella bambina ha qualcosa che non va》si rivolse a me tenendo il volume di voce basso. 《Lo sappiamo tutti madre, il problema è non sapere che cosa le prende》digrignai i denti innervosendomi. 《Quando vede il generale di Julian, gli viene da vomitare e si nasconde》questa informazione mi fece aprire gli occhi e diventai una bestia.
Mi alzai di scatto dal trono e chiamai le guardie dietro di me. Andai dal generale di Ambert infuriata. 《Prendete il generale di Tavia, portatelo alle segrete e torturatelo finché non dice che cosa ha fatto alla mia bambina!》ordinai. 《Fate venire subito Julian nella camera di Katrin!》urlai alle due guardie che incontrai nel percorso.

Trovai la bambina a guardare fuori dalla finestra e cercai di compormi, anche se mi risultava difficile vista la rabbia che avevo dentro. 《Katrin》le toccai una spalla e vidi che stava guardando i suoi amici giocare in giardino. 《Perché non sei a giocare con loro?》le chiesi. 《Sto meglio qui dentro》mi rispose senza girarsi. 《Che cosa ti ha fatto il generale di Tavia?》ci misi tutta me stessa a cercare di risultare tranquilla come mi aveva insegnato Carter, ma il mio nervoso traspariva. Lei si voltò a guardarmi con gli occhi pieni di lacrime e si toccò alcuni punti del corpo. 《Qui,qui e qui...》disse nel frattempo ed è in quel momento che le mie forze vennero a meno, mi crollarono le braccia e mi inginocchiai a lei. 《Scusa》le dissi. Scusa, perché impegnata con i miei problemi di cuore non l'avevo salvaguardata e l'avevo lasciata nelle mani di persone incompetenti. 《N-non è colpa tua》mi disse asciugando le mie lacrime e mi abbracciò. 《Che succede? Perché le tue guardie portano Tristan alle segrete?》urlò appena entrato nella camera Julian. Era fuori di sé, scomposto come quella volta nella sala dello scherma, ma perché ancora non ne sapeva nulla. 《Sono stufo dei tuoi capricci!》continuò ad urlare alle mie spalle, mentre ero ancora tra le braccia di Katrin, che nascose il viso nel mio collo. 《Sono stufo!》sbraitò facendo eco in tutta la stanza e la piccola mi strinse più forte. 《Che cosa succede, eh? Qual'è il vostro problema oggi?》mi disse in esaurimento, dopo avermi staccata da Katrin. 《Che succede?》mi chiese voltandomi verso di lui. 《Dimmi! Che succede oggi???》si abbassò per urlarmi in faccia. 《Aspettate mi metto a piangere con voi...》disse sedendosi per terra a gambe incrociate. Era in tilt. 《Smettila Julian》gli dissi tra i singhiozzi. 《Tu non hai capito!》esclamò. 《No no tu non hai capito! Tristan è una persona a cui io tengo molto!》mi disse duramente stringendo i miei capelli tra le sue mani. 《Lasciala!》urlò Katrin e lo spinse all'indietro. 《Siete delle streghe voi donne! Tutte! Tu sei la prima e poi c'è lei il centro del tuo universo e quella insopportabile lingua lunga di tua madre!》si sfogò puntandomi il dito contro il petto. 《Il tuo generale ha toccato la mia bambina!》urlai con tutta la mia potenza e Katrin iniziò ad avere dei conati di vomito. Il moro mi guardò incredulo con gli occhi sbarrati e diventò pallido. 《No...》disse solo, mentre io tenevo i capelli alla bambina per aiutarla a vomitare sopra ad un abito già usato. 《Non è possibile》ansimò lui. 《È la verità piccola?》si rivolse a Katrin. 《Ti sembra che lei riesca a risponderti ora!?》gli urlai piangendo. Si sdraiò a pancia in su e disse una preghiera per il suo amico, pensai che non la meritasse per niente perché era un mostro.

Buona notte💙Per tutto il tempo mentre stavo scrivendo questo capitolo, pensavo alla reazione di Carter quando saprà quello che è successo a Katrin

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Buona notte💙
Per tutto il tempo mentre stavo scrivendo questo capitolo, pensavo alla reazione di Carter quando saprà quello che è successo a Katrin.

Domanda: Cosa vi ha trasmesso questo capitolo? Vi aspettavate un altro tipo di capitolo? (Arriverà a breve) :)

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