26.Folletto Di Zudiff

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Passai la settimana in cui Julian partì per Tavia a leggere libri e a stare sul letto, ero dimagrita a vista d'occhio e neanche Katrin era riuscita a distrarmi dai miei pensieri che vagavano su Carter, i libri che avevo letto non aiutavano molto perché erano tutti romanzi che parlavano di storie impossibili e sentimenti che provavo per lui. Mia madre e mio cugino erano disperati per me e mi venivano a far visita ogni sera cercando di spronarmi in qualche modo a ricominciare a vivere. Ormai ero entrata nella stessa bolla in cui ero quando morì mio padre e non ne potevo più. Stavolta non avevo più un briciolo di speranza di un qualcosa che potesse farmi ritornare a sorridere e il pensiero che stava per tornare mio marito e mi avrebbe vista in queste condizioni mi faceva andare di matto. 《Buongiorno!》mi disse Lilith appena entrata in stanza e spalancò le tende facendo entrare la luce in tutta la stanza ed io mi coprì la faccia con la coperta. 《Vi ho portato la colazione》appoggiò il vassoio sul comodino affianco il letto. 《È tornato il re》mi disse e in modi gentili mi scoprì il viso. 《Vi faccio bella per lui?》mi chiese ed io scossi la testa senza nemmeno guardarla. 《Lasciami sola》le dissi e lei prima di farlo mi guardò con tristezza.
Guardai il piatto sul comodino e mi piansi addosso guardandomi i polsi, perché non sapevo più percepire la fame, il mio stomaco si era chiuso e ne avevo paura. Mi misi seduta presi un pezzettino di pane dal vassoio e lo mangiai ad una briciola alla volta mentre già sentivo il voltastomaco. Per un attimo pensai che la mia unica salvezza sarebbe stata scendere alle celle, ma poi mi ricordai che lui non era più lì e riposi il pezzo di pane dov'era prima. Sentivo il bisogno urgente di abbracciarlo anche per un millesimo secondo, di sentirlo ridere forte, avrei voluto con tutto il cuore anche solo sentire le sue urla di rabbia o le sue lamentele. C'era qualcosa che mancava dentro di me, mi sentivo incompleta, vuota, sola e non capita. Non avevo nessuno con cui sfogarmi, a cui raccontare quello che provavo quando lui mi stava davanti.
Sentii bussare alla porta e dal rumore capì chi era. 《Aspettate!》dissi debolmente e mi tirai su dal letto, mi specchiai vedendo che ero un disastro, provai a sistemarmi veloce come meglio potevo e indossai un abito morbido. 《Gill!》mi chiamò da dietro la porta e continuò a bussare. 《Avanti》dissi quasi senza fiato per la velocità che ci avevo messo a sistemarmi e restai in piedi nel mezzo della stanza. Julian entrò e mi guardò preoccupato facendomi sentire tremendamente in colpa. 《Cos'è successo nel tempo in cui sono stato via?》mi chiese avvicinandosi. Lo guardai negli occhi e scrollai le spalle e lui mi abbracciò, facendomi sentire leggermente più sollevata. 《Non ti lascerò più da sola Gill》mi disse una volta sciolto l'abbraccio. A quelle parole non mi sentii più completamente sola. 《Parlami, ho bisogno di sentire la tua voce》mi disse ed io nella sua voce sentii un po del mio dolore. 《È andato bene il patto?》gli chiesi dopo aver fatto un gran sospiro. 《Il popolo di Phate non ne vuole sapere, dicono che sono un prepotente》iniziò a camminare per la stanza. 《Dobbiamo invaderla, perché non accetterà mai un alleanza》mi spiegò. 《Abbiamo già Payd, Tia e Ronio, non ci serve anche Phate e nel paese di Onibus ci sono tanti volontari di tiro con l'arco che ci possono aiutare.》gli dissi e lui scosse la testa. 《No no, hai idea di quanto siano grande Flayland e Trada insieme? Stanno anche facendo un patto con Nientgan e non me la raccontano giusta quelli di Nientgan con la foresta》mi spiegò e mi vennero i brividi quando sentii nominare la foresta. 《Perché? Che succede tra Nientgan e la foresta?》mi allarmaii. 《Si vocifera che stanno obbligando le streghe a servirli》mi rispose e sentì l'ansia bloccarmi il petto e la gola, non riuscivo a respirare regolarmente. 《Lo so, fa paura... però le streghe sono quasi tutte scappate... potrebbero essere addirittura qua ad Ambert》mi disse ridacchiando, ma non ci trovai nulla da ridere io invece. 《Tranquilla non ti faranno nulla, ho anche portato qui un folletto catturato a Zudiff, se una strega usa la sua magia nei paraggi lui sa percepirlo e grazie a lui se la magia nera non si avvicina a Tavia da ormai cinque anni》mi raccontò tutto orgoglioso e mi sentì così male che dovetti sedermi. Il moro prese posto vicino a me con gli occhi fuori dalle orbita. 《Chiamo un dottore! Dottore!》cominciò ad agitarsi ed io gli tappai la bocca con le mani. 《Sto bene》gli dissi prendendo fiato e lui scosse la testa con la bocca ancora tappata, staccai le mani solo quando lo vidi calmarsi. 《Di cosa hai paura?》mi chiese prendedomi la mano e io gliela lasciai lasciandolo con uno sguardo scoraggiato. 《Di quel folletto, non lo voglio qui》gli dissi. 《È innocuo, non può farti del male》cercò di tranquilizzarmi.

《Non serve a nulla, qui ad Ambert non ci sono streghe!》gli dissi nervosa

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《Non serve a nulla, qui ad Ambert non ci sono streghe!》gli dissi nervosa. 《Lo so lo so, non ci sono... Ma potrebbero arrivare e loro si che sono molto pericolose, possiamo fermarle prima che facciano qualcosa》mi spiegò ed io scossi la testa. 《Non voglio quel folletto nel mio castello, riportalo a Tavia o a Zudiff dov'è giusto che sia》urlai e mi alzai in piedi dandogli le spalle. 《Quando dovrò ripartire per Tavia, lo porterò là con me... ora sta tranquilla lo farò rinchiudere alle celle》mi disse toccandomi le spalle da dietro. 《Il più presto possibile》gli risposi agitata. 《Comunque non è pericoloso》mi ribadì facendomi arrabbiare ancora di più, accecata da quel sentimento presi il vassoio e lo scaraventai a terra e mi sedetti sul letto tremando. Lui mi guardò incredulo prima di lasciare la stanza e lasciarmi di nuovo da sola, di nuovo avvolta dalla nuvola nera che sentivo di avere in testa e con pensieri nuovi che mi avrebbero divorata di più.

Eccovi il capitolo, scusate sempre per quanto vi faccia attendere.

Domanda1: cosa vi hanno trasmesso queste righe?

Domanda2: pensate che Gill sia un po' noiosa?

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