33.Nessuna Pietà

18 2 3
                                    

Apatia. È quello che provai appena sveglia. Aprii gli occhi, guardai il soffitto per minuti che sembravano interminabili e non provai assolutamente nulla. Mi sentii svuotata dalla mia emotività.
Poi mi piombò addosso come un macigno la tristezza. Desiderai di sfogarmi in un pianto, ma le lacrime non volettero bagnarmi il viso.
Quando mi alzai dal letto venni invece invasa dalla rabbia e ne fui sollevata, perché almeno stavo provando qualcosa di forte.
Lilith entrò in stanza e mi aiutò a prepararmi.

Uscendo in giardino trovai Julian come non l'avevo mai visto. Era distrutto e quando mi vide corse contro di me abbattuto e con delle occhiaie ben evidenti. 《Ti prego fammelo rimandare a Tavia dalla sua famiglia e non a castello, non lo vedrete mai più.》mi supplico attaccandosi a me. 《Non se ne parla》gli dissi duramente con disprezzo. 《Gill, fallo per me... io-io lo conosco da tutta la vita!》mi urlò contro con disperazione. 《Ti prego Gill!》si mise in ginocchio davanti a me e mi prese le mani. 《Se la chiesa è d'accordo con me è perché merita questa fine!》gli dissi sorpassandolo e le guardie mi inseguirrono. 《Verrà anche Katrin con noi》dissi ad una di esse,che andò subito a chiamarla. 《Diamogli una possibilità di redimersi, tutti meritano il perdono di Dio》mi urlò da dietro le spalle, mentre io avvanzavo per arrivare in paese. 《Non gli darò il tempo per farsi perdonare da Dio》gli dissi invasa d'odio dalla testa ai piedi. 《Fallo per me Gill, se lo decidiamo insieme la chiesa si accorderà con noi》mi venne davanti. 《Non mi fai un minimo di pena, anzi mi fai schifo》lo spinsi. 《Figlia!》mi richiamò mia madre e mi voltai per guardarla, era accompagnata da Katrin e altre guardie. Guardando la bambina mi venne ancora più rabbia verso il generale di Tavia, ma anche verso Julian che lo voleva proteggere. 《Gill!》mi prese ancora le mani il moro e gliele tolsi subito. 《Smettila!》gli urlai. 《Fallo per me!》mi supplicò di nuovo. 《Abbi pietà》continuò senza fiato. 《Non la merita》continuai a camminare. 《Non posso vederlo morire》mi disse senza voce dopo avermi fermata un altra volta. 《Allora resta a castello, perché io sto andando a vederlo morire. Voglio vederlo soffrire davanti ai miei occhi》gli dissi con tutta la cattiveria che sentivo dentro. Si bloccò a guardarmi e a quel punto si arrese, fece retromarcia e se ne andò. 《Katrin resta vicino a me》la chiamai e si mise al mio fianco.

Arrivammo in paese in mezzo ai popolani. Il palco per l'impiccagione era già pronto, mancava solo il mostro. Ci mettemmo in prima fila io, Katrin, mia madre, Erick e il generale di Tavia, insieme ai preti più importanti. 《Katrin guarda che cosa succede a chi osa farti del male. Nessuno non ti farà più soffrire finché ci sarò io al mondo》le dissi tenendole la mano e lei la strinse forte, mentre dai suoi occhi scendevano veloci le lacrime.
Le guardie portarono il mostro ammanettato sul palco. Provava a dimenarsi come un topo in trappola e godei nel vederlo così spaventato. Mentre gli misero la testa nella corda mi nutrii di tutto il terrore che esprimevano i suoi occhi. Guardai le sue gambe tremare sopra lo sgabello e le gocce di sudore sulla sua fronte e ne fui pienamente soddisfatta, anche se mi ero persa tutte le torture che gli avevano già fatto la notte precedente perché ero rimasta ad assistere la bambina per tutta la notte. Mi bastava comunque vedere i segni che gli avevano lasciato sul suo corpo. 《Tieni gli occhi aperti Katrin》le dissi quando si coprì la faccia con le mani e lei mi diede retta piangendo. 《Ti renderà solo più forte e non starai più male per quello che ti ha fatto》le dissi stringendo di più la sua mano.
Tolsero lo sgabello da sotto i suoi piedi e mi immagini addirittura di vedere il suo ultimo respiro, poi tutto il suo corpo tremò per alcuni secondi. Katrin urlò terrorizzata e si alzò con potenza il vento. La strinsi forte a me mentre tutti erano nel panico e piano piano riuscì a calmare sia lei che l'aria gelida. 《Va tutto bene piccola》le dissi massaggiandole la schiena. 《Quel mostro ora è all'inferno, brucerà per l'eternità tra le fiamme e tu non lo vedrai mai più》

《Forse era meglio non fare assistere l'impiccagione alla bambina》mi disse Erick tornati a castello. 《Doveva capire che non sarebbe più esistito》gli risposi. 《Siete davvero spaventosa avvolte cara cugina》ridacchiò. 《Sappiate però che vostra madre è in totale disaccordo sul metodo di crescita che state avendo con Katrin》mi raccontò. 《Cugino, dì pure a mia madre che la bambina è mia e la cresco con il mio metodo, il suo compito è solo quello di prepararla con gli studi》 gli dissi e lo congedai con un sorriso tirato e stringendogli un braccio.

BlueWhere stories live. Discover now