21.Sorpresa

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Ero sveglia da almeno tre ore e ancora non ero uscita dalla mia stanza, guardavo con un sorriso da imbecille fuori dalla finestra, pensando e ripensando al bacio dato la sera prima. Volevo godermi tutta la tranquillità che potevo avere al momento, quando poi sarei uscita dalla mia camera avrei affrontato i brutti pensieri e l'esame di coscienza che sarei dovuta farmi per forza. Se solo avessi potuto avrei messo in loop per sempre quella sensazione di avere trovato il puzzle mancante dentro di me.
Qualcuno aprii la porta ed io non mi girai nemmeno, feci solo un profondo respiro, perché sapevo che era ora di smettere di volare e di tornare sott'acqua. 《Gill!》mi chiamò Katrin, mi voltai verso di lei, che stava seduta sul letto con un faccino triste. 《Ti è successo qualcosa?》le chiesi preoccupata e presi posto affianco a lei. 《Spike se n'è andato via》mi rispose con il magone e le presi la mano nella mia. 《Spike è il tuo amichetto, quello con cui giochi sempre?》le chiesi e lei annuii. 《È partito e mi ha detto che non poteva dirmi dove andava》mi raccontò mentre una lacrima scese dal suo viso. 《Io a lui dico sempre tutto e lui non mi ha detto dove potevo ritrovarlo》aggiunse e mi preocupai. 《Non gli hai detto della tua magia, vero?》dissi allarmata e lei scosse la testa. 《No, sennò tu lo avresti fatto uccidere》mi guardò male ed io mi rilassai. 《Ho una sorpresa per te, vedrai che ti farà sentire meglio》le dissi togliendole i capelli davanti agli occhi. 《Quale sorpresa?》si asciugò le lacrime con le manine. Mi alzai e la presi per mano e uscimmo dalla mia camera da letto, nel tragitto ordinai ad una delle guardie: 《portate il pianoforte più piccolo che abbiamo alle celle》e vidi Katrin già sorridere.

Come arrivammo alle celle, lei corse piena di gioia ad attaccarsi sulle sbarre di quella di Carter, che si alzò dal letto di pietra con un gran sorriso e le si avvicinò prendendole le mani. 《Che ci fai qui dentro?》gli chiese la piccola portando le mani sul viso di lui. 《Sono tornato per giocare al nostro gioco, così sembra più reale, non trovi?》le disse lui e lei annuii. Poco dopo arrivarono quattro guardie con il pianoforte e lo misero davanti alla cella. 《Finalmente posso farti sentire come sono brava!》esclamò la piccola. Il sorriso sul volto di entrambi mi fece sentire le farfalle. La piccola prese posto davanti al piano e iniziò a suonare ed io mi avvicinai timidamente alle sbarre della cella. 《È davvero bravissima》mi disse il biondo orgoglioso della bambina. 《Ha la miglior maestra di Ambert》alzai gli occhi al cielo e poi sorrisi.

《Grazie per averla portata》mi disse toccandomi la mano e sentii una scossa elettrica per tutto il corpo, perché non me lo aspettavo per niente

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《Grazie per averla portata》mi disse toccandomi la mano e sentii una scossa elettrica per tutto il corpo, perché non me lo aspettavo per niente. 《Di-di di nulla》balbettaii.
Quando Katrin smise di suonare insieme a gli applausi miei e di Carter se ne aggiunsero altri e dalle scale scese Julian, continuando ad applaudire mentre io spalancai la bocca. 《Bravissima Katrin》disse il moro con un sorriso tirato, lei ricambiò con un vero sorriso. 《Ma quindi la bambina è sua figlia?》mi chiese ed io negai con un cenno della testa. 《Principe di Flayland si raccontano così tante storie di avventure su di voi》si avvicinò a noi. 《Principe?》disse esterrefatta Katrin. 《Io invece non so nemmeno chi sei》gli rispose antipatico il biondo e il moro lo guardò con aria si superiorità. 《Julian re di Tavia》gli disse sfidandolo con gli occhi e Carter fece un sorriso beffardo, poi si morse il labbro prima di dire: 《Mai conosciuto regno peggiore, fossi in te non me ne vanterai tanto》il moro affessurrò gli occhi e fece un grande respiro. 《Tu sei il re che ricatta e sottomette i piccoli paesi mandando guardie a rubare tutti i loro beni, non è così?》lo beffeggiò il biondo. 《E tu invece sei il re che invece di badare al proprio regno gira il mondo per andare a puttane?》contraccambiò Julian e a quelle parole mi venne un blocco d'ansia alla gola. 《Non permetterti a parlare in questo modo davanti alla bambina!》gli puntò un dito contro il petto Carter, a separarli rimanevano sole le sbarre. 《Ha ragione, vattene》dissi io e Julian spalancò gli occhi e se ne andò infuriato. 《Che pallone gonfiato!》 Esclamò il biondo nervoso. 《È proprio un cretino!》Disse la piccola. 《Katrin non devi dire queste cose》la rimproverò lui. 《La regina lo dice sempre che è un cretino》ribattè lei e mi scappò da ridere. 《Davvero mia madre dice questo di Julian?》le chiesi e lei annuì. 《perché è davvero noioso, parla tantissimo》mi raccontò. 《Che ci fa qui il re di Tavia?》mi chiese Carter ancora nervoso per colpa sua. 《Interessi politici, non ti riguardano》gli dissi e poi feci capire con una sguardata alla piccola di non dire nient'altro e lei mi guardò complice.
《È ora di salutarvi, Katrin deve studiare scienze》dissi al biondo e la piccola si lamentò. 《Sei stata bravissima con il pianoforte, stanotte mi addormenterò con il ricordo delle note che hai suonato per me》le disse dolcemente Carter. 《Tornerò a suonare ancora se starai qui》le promise la piccola e lui annuì regalandole un sorriso.
Presi Katrin per mano e mentre stavo per fare il primo scalino lui mi richiamò: 《Gill!》Mi venne la pelle d'oca, era la prima volta che sentivo dire il mio nome dalle sue labbra e suonava così bello detto da lui. Tornai indietro a guardarlo, mentre una delle guardie salì con Katrin. 《Puoi rimanere un attimo qui?》mi chiese ed io mi avvicinai per ascoltare cosa aveva da dirmi. Ci misi tutta me stessa per controllarmi, perché stavo per tremare a vista d'occhio. Lui rimase in silenzio ancora un po', sembrava che in realtà non aveva nulla da dirmi. 《Come stai?》mi chiese lasciandomi stupita. 《Sto bene e tu?》mi grattai nervosa un braccio e lui ridacchiò. 《Alla grande》scherzò e scappò una risatina pure a me. 《Sono proprio trattato come un principe qui dentro》sorrise e feci lo stesso.

《A domani》gli dissi continuando a sorridere come un idiota mentre stavo per andarmene

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《A domani》gli dissi continuando a sorridere come un idiota mentre stavo per andarmene. 《A domani per davvero?》mi chiese. 《Si》risposi girandomi a guardarlo prima di sparire dalla sua vista. Sentivo blu le emozioni che provavo, e prima d'ora non sapevo che certe emozioni non potessero essere descritte da nient'altro se non da un colore.

Ringrazio di cuore quelli che sono arrivati fino a qui e spero continuerete fino alla fine
Domanda:
Cosa vi ha trasmesso questo capitolo?

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