CHAPTER 36

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L'arte è arte

<<Resteremo qui a guardare la tv?>>. Disse Jack sdraiato sul letto dell'hotel, erano tutti distanti l'uno dall'altro, non si guardavano nemmeno. Aaron disfava la sua valigia mette via le poche cose che aveva portato, non azzardava una sola parola, in quei giorni aveva esagerato terribilmente con l'alcol e lo sapeva, si vergognava al tal punto da non riuscire a parlare più con nessuno. Julian era in bagno in quel momento, controllava scrutando ogni singolo punto i lividi che aveva sulla pelle. Passava un dito su ogni livido che gli aveva procurato Aaron e non solo, aveva ripreso a giocare a football e a basket solo per il gusto di provare ancora qualcosa dopo Kate. <<Ragazzi...>>. Jack alzò il busto guardando i suoi fratelli, compreso Jason, fermo in angolo che si torturava le mani, non era così, non lo era mai stato, ma ora si comportava in questo modo insicuro, faceva stare male i suoi fratelli quando lo guardavano. <<Tra poche ore Noah esporrà le sue opere, perché non andiamo da lui?>>.

<<Perché dovremmo?>>. Chiese Luke scorrendo rapidamente sul suo cellulare, non aveva la minima voglia di farlo soprattutto per uno dei suoi fratelli.

<<Perché Noah è nostro fratello! Che razza di mostri siamo diventati?>>. Lo disse in modo da rimproverare tutti, compreso sé stesso, in seguito guardò i suoi fratelli sospirando. <<Fate come volete, io mi preparo e vado da Noah, avrà sicuramente bisogno della sua famiglia>>. Aprì la valigia e tirò fuori una giacca nera indossandola sulla camicia bianca che aveva durante il viaggio, mise un po' di profumo e fu pronto ad andare. Impeccabile come sempre, passò più volete le mani tra i capelli ribelli specchiandosi all'entrata, dopodiché girò il viso verso i ragazzi che facevano finta di niente e disse loro: <<Aspetterò dieci minuti di sotto, poi andrò via. Spero davvero facciate la cosa giusta>>.

Detto ciò uscì raggiungendo lentamente l'ascensore, sperava davvero di poter andarci con i suoi fratelli, ma quando si girò verso il corridoio, attendendo che le porte si chiudessero, si rese conto che non lo avrebbero fatto. Abbassò la testa pensando a come farsi seguire. Si fermò al bar dell'hotel, avrebbe atteso lì i suoi fratelli, guardò la distribuzione di alcol che c'era dietro al bancone pensando di poter bere almeno qualcosa di più leggero, ma allontanò il pensiero subito dopo, non lo avrebbe fatto per il bene di Aaron e di Noah, per la mostra che tanto amava.

Ne aveva esposto molti dei suoi capolavori, in molti posti diversi, ma non era mai stato tanto felice e malinconico come oggi. Probabilmente perché soffriva ancora per la mancanza di Kate, ma era più felice delle altre volte. Qualcosa non andava, quali foto aveva portato da mettere in mostra, se non le classiche?

Jack guardava insistentemente l'orologio, come se le ore potessero cambiare, i minuti andare più lentamente e i secondi smettere di esistere, odiava dare quegli ultimatum, neanche con i suoi alunni lo faceva, era sempre comprensibile, con tutti. Sospirò amaramente e si alzò dallo sgabellino scuotendo la testa quando il barman gli chiese cosa volesse. Amareggiato sistemò la giacca e si diresse verso l'uscita, odiava ciò che erano diventati i suoi fratelli, lui stava cambiando ancora, forse stava andando avanti, non voleva restare fermo in quel loop che lo intrappolava nella vita di tutti i giorni con Kate, ormai lei non c'era più e dovevano andare tutti avanti.

Si fermò guardandosi intorno, sollevò una mano per poter fermare un taxi e, solo quando essi sostò davanti a Jack, si rese conto che i suoi fratelli erano dietro di lui. Preparati come si deve, nonostante non fossero molto felici.

<<Pensavo non veniste più>>.

<<Noi abbiamo parlato e credo sia meglio per tutti andarci, per il bene di Noah>>.

(Revisione) Assassin Night (Completa🦋)Where stories live. Discover now