Chapter 26

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Milioni di bambini correvano lungo le strade, per prepararsi alla gara di neve. Li guardavo con ammirazione, erano così genuini, anime che non sapevano ancora quanto il mondo potesse essere cattivo.

Le ore qui passavano così velocemente, avrei voluto che il tempo si fermasse, era tutto bello. Sembrava un posto paradisiaco, avete presente uno di quei posti dove spegnere il cervello e rilassarsi? Ecco questo. Avevo avuto modo di assaggiare il loro pollo con le patate, ero rimasta meravigliata dalla squisitezza e tenerezza della carne.

Domani era il mio ultimo giorno e ciò mi rendeva molto triste. Avevo incontrato persone molto accoglienti, che mi avevano trattata benissimo. Tra due giorni sarebbe stato Capodanno, i ragazzi stavano già organizzando una serata in discoteca. Ero indecisa se andarci, non sapevo se fossi così in vena di festeggiare il nuovo anno.

«Kate vieni con noi» mi ripresi dal mio stato di trance e guardai il viso dolce di Eliot. Era un bambino molto intelligente, che avevo conosciuto nella parrocchia. Aveva perso i genitori quand'era piccolo ma era stato molto fortunato a trovare persone eccezionali.

«Dovevi vedere la tua faccia» scoppiò in una risata fragorosa, contagiando anche me. Corremmo raggiungendo gli altri bambini ed iniziammo la battaglia di neve.

La mattina dopo arrivò presto e mi ritrovai già in aereoporto con i bagagli mentre un'amara sensazione si propagava nello stomaco.

«Kate» sentì la voce di Eliot e mi voltai vedendolo arrivare di corsa. Lasciai il bagaglio e lo presi in braccio, stringendolo forte sul mio petto.

«Mi mancherai» mormorò, mentre una lacrima si fece strada sulla sua guancia. Chiusi gli occhi scacciando le lacrime e con gli occhi lucidi gli diedi un bacio sulla guancia.

«Mi mancherai tanto anche a me» gli sorrisi accarezzandogli il viso.

«Non dimenticarti di te» scossi il capo alle sue parole

«Mai, ci vedremo presto» portai il dito alle labbra, baciandolo in segno di promessa. Imitò il mio gesto, sorridendo, ad interrompere questo momento fu la voce metallica che mi avvisava che il mio aereo stesse per partire.

«Devo andare, comportati bene!» gli feci una carezza sulla testa e mi allontanai velocemente salutando lui e i suoi genitori adottivi.

«Ti aspetto con il tuo fidanzato!» urlò, mi voltai sorridendo e proseguì verso il gate. Per avere solo sette anni, era molto maturo. Molto spesso mi faceva discorsi da grande, come se avesse trent'anni. Era un bambino troppo speciale, nonostante odiassi le partenze, non potevo non salutarlo. Mi mancherà tantissimo, ritornerò senz'altro.

Indossai le cuffie ed ascoltai la mia playlist mentre una lacrima si fece spazio silenziosamente sul mio viso. Guardai l'aereo decollare , stavo per tornare a Los Angeles, avrei tutto come avevo lasciato? Si formò un nodo alla gola, al pensiero di dover rivedere delle persone. Due occhi neri comparvero nella mia mente, Thomas. Sentì una strana sensazione, quasi piacevole al pensiero di rivederlo. Ma non dimenticherò le sue parole, erano impresse nella mia mente. Sicuramente lui non se ne fregherà niente, era diretto e non pesava le parole quindi non poteva minimamente immaginare cosa mi avessero provocato.

Intravidi l'aeroporto di Los Angeles, posai le cuffiette ed iniziai a prepararmi per l'atterraggio. Una volta scesa, l'aria fredda di Los Angeles punzecchiò a farsi sentire. Indossai il mio cappellino di lana e cercai di trovare un tassista libero.

Ero arrivata fuori casa. Pagai il tassista e scesi con la mia valigia. Aprì la porta e trovai i miei genitori seduti sul divano davanti al camino. Mi guardarono e ad alzarsi fu mio padre. Mi venne incontro, sollevando la mia valigia e portandola sopra senza che gli avessi detto nulla.

«Com'è andato il viaggio?» mi chiese sistemandola nella mia stanza.

«Bene» mormorai e chiusi la porta. Decisi di farmi una doccia per poi svuotare la valigia. Avvisai i ragazzi che fossi arrivata, stasera erano in piazzetta ma non ci sarei andata. Dopo questi giorni, mi sarei riposata facendo una bella dormita.

Qualcuno bussò alla porta, andai ad aprirla e trovai mia mamma sull' uscio. «Domani andiamo a festeggiare dagli zii, vuoi venire?» mi chiese torturandosi il labbro, era a disagio, lo si percepiva dal suo corpo e dallo sguardo vacillante.

«No, sto con i miei amici. Salutateli da parte mia» annuì e andò via sospirando.

Mi chiamò Drake e risposi felice di sentirlo
"Kate, com'è andato il viaggio"
"Bene, da poco sono tornata a casa. Tu come stai?"
"Bene, sempre in palestra ma solo per il campionato" Thomas ovviamente
"Uh cerca di riposarti"
"Certamente, ci vediamo settimana prossima. Buon Capodanno"
"Salutami Judith e buon anno anche a voi"

Riagganciai e svuotai finalmente la valigia. Indossai un paio di jeans con lo strappo sul ginocchio destro e un maglione nero basic. In questi giorni avevo deciso di iscrivermi alla scuola guida, ma studierò da casa per questione di tempo. Avevo bisogno della patente anche per necessità in futuro, avrei speso bene i soldi per il mio compleanno così da essere un minimo indipendente.

Al ritorno mi fermai da nonna Josephine che mi accolse a braccia aperte, con un sorriso sornione. Mi deliziò con la sua ciambella. Quanto mi erano mancate!

«Ti sei divertita?» mi chiese emozionata, annuisco in risposta.

«Sono rinata» sorrisi ed era vero, mi sentivo così bene. Iniziò a piovere, decisi di rientrare. Salutai nonna Josephine ed iniziai a correre sotto i balconi, per ripararmi dalla pioggia.

Chiusi la porta e mi andai a mettere il pigiama per poi mettermi nel letto.

Bip. Trovo un messaggio vocale da parte di Charlotte.
"Sei bellissimaa ma non mi vuoi bene" ridacchiai, si sarà ubriacata di nuovo. Spensi il cellulare, il sonno iniziò a farsi sentire, qualche istante dopo caddi tra le braccia di Morfeo.

Miei Lettori/Mie Lettrici ecco a voi il capitolo 26🦋
Kate è tornata, troverà tutto come l'ha lasciato o sarà cambiato qualcosa?
Vi ringrazio per i 4K, siete fantastici🌈
Un abbraccio
~Nanny

Un amore dannatamente folleWhere stories live. Discover now