Chapter 35

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Un rumore assordante mi fece spalancare gli occhi. Il cuore prese a battere più velocemente, mi alzai di scatto afferrando un trofeo dalla mensola ed aprì lentamente la porta. Mi guardai intorno e strisciai lentamente sulla parete, cercando di individuare meglio al buio. Girai l'angolo, quando due mani grandi e calde avvolsero i miei fianchi facendomi sospirare.

«Cosa ci fai qui?» biascicai cercando di regolarizzare il respiro. Aderì il mio corpo al suo, respirando tra i miei capelli.

«Come sei entrato?» aggiunsi, mi voltai facendo l'errore più grande, i suoi occhi entrarono contatto con i miei facendomi rabbrividire.

«Perché sei scappata?» domandò diretto e coinciso.

«Rispondi prima alle mie domande» il mio sguardo vagò su tutto il suo viso, soffermandomi sulle sue labbra. Una voglia di baciarlo mi assalì, il mio cuore iniziò ad accelerare.

«Ho le chiavi» sventolò un mazzo di chiavi per poi metterle nel suo giubbotto.

«È stato Drake a dirti che sono qua?» mi scostò una ciocca di capelli dal viso, osservandomi di sottecchi.

«Andiamo» ordinò iniziando a camminare. Appena notò che fossi ancora ferma, roteò la testa verso di me.

«Io rimango qui!» ribattei, mi riservò un'occhiataccia.

«Non essere sempre cocciuta» sbuffò

«A te cosa importa se passo la notte qui?» mi mordicchiai il labbro

«Un cazzo» mi guardò duro.

Mascherai la mia espressione con un mezzo sorriso. Era come se avessi voluto ascoltare altro, cosa mi prendeva? Ma perché era qui, se non gli importava di me?

«Ritorna da dove sei venuto» lo guardai torva

«Cosa intendi?» un cipiglio si formò sulla sua fronte.

«Non eri partito?» sorrisi falsamente, si avvicinò ammiccando.

«Tra le gambe di una bella vergine» sussurrò sul mio viso.

«Perché me lo dici?» gli feci un cenno, la rabbia si propagò nel mio corpo, strinsi i pugni conficcandomi le unghie nel palmo della mano.

«Mi diverto» scrollò le spalle, squadrando il mio viso.

«O sarà che desideravi me» sussurrai sulla sua bocca sfacciatamente.

«Che cazzo dici!» mi incenerì con lo sguardo.

«Volevi il mio corpo» feci un sorrisetto, sfiorando la sua mascella con le dita.

«Ammettilo tu che mi desideri» soffiò sulle mie labbra, iniziando a darmi dei baci lungo la mascella facendomi serrare le labbra.

«Tu non conti un cazzo per me!» lo spintonai, provando a spostarlo senza risultati.

«Neanche tu» sussurrò sulle mie labbra per poi poggiarle rubandomi un bacio. Allacciai le mie braccia dietro al suo collo, mi alzai sulle punte tirandolo verso di me. Appoggiai le mani sul muro, la sua lingua si intrecciò con la mia, le sue mani vagavano sul mio corpo, stringendo forte i miei fianchi. Le mie mani si intrecciarono nei suoi capelli morbidi tirandoli e la sua mano di rimando, strinse il mio seno facendomi gemere nella sua bocca.

«Ti voglio scopare» mormorò sulle mie labbra e tirò il labbro inferiore. Ci staccammo per prendere fiato ed incrociai le sue iridi.

«Non possiamo» appoggiai la fronte alla sua.

«Puoi puoi» mi baciò il collo, deglutì e lo lasciai fare. Prese la mia mano, trascinandomi.

«Dove andiamo?» domandai stranita, i suoi lineamenti si indurirono.

«A casa mia o preferisci che ti scopi in palestra?» disse duramente, decisi di provocarlo un po'.

«Come se ti desse fastidio» passai una mano sul suo petto, mordendomi il labbro.

«Andiamo» si rabbuiò e mi trascinò nel parcheggio.

«Lasciami!» il braccio iniziò a farmi male a causa della sua stretta.

Chiuse forte lo sportello e si diresse al suo lato. Entrò infuriato e mise in moto, lo guardai cercando di capire il suo nervosismo ma dal suo viso non trasparve nulla. Come sempre d'altronde.

Passati alcuni minuti arrivammo sotto casa sua e scendemmo. Cercai di avvicinarmi ma mi superò, entrammo in casa e lui scappò in camera. Finsi di non esserci rimasta male e andai sul balconcino osservando il panorama. Milioni di pensieri si inoltrarono nella mia mente, causandomi solo un mal di testa.

Le sue dita accarezzarono le mie braccia dal maglione, i brividi percorsero lungo la mia spina dorsale e chiusi gli occhi.

«Lasciami sola» mi scostai dal suo tocco. Avvolse le sue braccia attorno il mio busto facendo aderire la mia schiena con il suo petto. Mi stava abbracciando, non l'aveva mai fatto di sua iniziativa. Mi girai e subito i suoi occhi si scontrarono con i miei, si avvicinò e cercai di alzarmi sulle punte.

Le nostre fronti si toccarono e i nostri respiri si mischiarono. Nessuno dei due sembrava volersi staccare e restammo così con gli occhi chiusi senza proferire parola.

«Apriti con me» sussurrai, d'un tratto si allontanò e sospirai.

«Non ti giudicherò» mormorai delusa, lui diede un pugno al muro creando una crepa su di esso. Le sue nocche iniziarono a sanguinare ma a lui sembrò non importare.

«Non ti intromettere Evans!» mi guardò torva

Deglutì amareggiata e mi avvicinai alla porta pronta ad andarmene ma la sua mano bloccò il mio braccio.

«Aspetta» rispose, stringendo la maniglia.

«Torno a casa» ribattei con un filo di voce.

«Non andare» la sua voce divenne flebile e capì quanto fosse stato difficile per lui chiedermi questa cosa. Mi voltai incrociando i suoi occhi nuovamente.

«Cosa vuoi da me Thomas?» mordicchiai la guancia per la tensione. Il suo sguardo bruciava sulla mia pelle e si avvicinò di corsa baciandomi.

Colta alla sprovvista, subito mi ripresi e ricambiai il suo bacio. Accarezzai delicatamente i suoi capelli, baciò la mia mascella arrivando al collo, sospirai tremante.

«Mi mandi in bestia!» ringhiò sul mio collo, palpò il mio sedere spingendomi contro di lui.

«Su cosa?» sussurrai sul suo petto ma non ottenni risposte. Mi alzai sulle punte, arrivando al suo collo e gli lascia un una scia di baci. Strinse i miei capelli e mi incitò a continuare. Entrammo nella sua stanza e raggiungemmo la doccia.

«Non posso» mi distaccai ansimando, cercando di riacquistare lucidità.

«Solo stanotte» mi guardò e mi chiesi cosa si celasse dietro quegli occhi così profondi.

Togliemmo velocemente i nostri vestiti, mi spinse contro le piastrelle, facendo attivare il getto d'acqua. Indossò il preservativo, circondò le mie gambe con un braccio, facendomi aggrappare al suo corpo.

Avvicinò la punta alla mia entrata, e dopo alcuni secondi allargò le pareti della mia vagina. Mi persi a guardare incantata il suo viso. I suoi occhi erano chiusi e vorrei tanto che mi guardasse come fa sempre.

«Guardami» ansimai ma non reagì.

«Fammi capire» sussurrai, girò la testa ignorandomi. Un sorriso amaro si dipinse sulla mia bocca e adesso compresi una cosa.
"Ero attratta da lui"

Miei Lettori/Mie Lettrici ecco a voi il capitolo 35🦋
Come state? (Spero tutti bene)🌸
Kate si sente attratta da Thomas ma allo stesso tempo non lo desidera.
Thomas ha atteggiamenti sempre più strani.
Quale saranno veramente i suoi pensieri?
A presto
~Nanny

Un amore dannatamente folleحيث تعيش القصص. اكتشف الآن