Chapter 24

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«Intanto hai aiutato questa persona che descrimini tanto» ribattei con tono pungente.

«Mi facevi pena» sussurrò sul mio viso

«Vattene allora!» risposi acida

«Perché non ami la tua casa?» mi scoccò un'occhiata.

«Perché sei così bipolare?» serrai i pugni

«Rispondi alla mia domanda» inclinò la testa guardandomi attentamente.

«Non sono cose che dovrebbero interessarti» risposi

Si avvicinò di scatto, stringendomi la vita, facendo palpitare il mio cuore velocemente.

«Voglio sapere cosa ti è successo» sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.

«Prima mi descrimini e poi vuoi sapere» feci un sorriso amaro

«Se stai ancora qui, vuol dire che ti interessa la mia opinione» colpita e affondata. Aveva sempre la risposta pronta, una cosa molto snervante.

«No, semplicemente aspetto Drake per andarmene» risposi con nonchalance

«Ti accompagno io, andiamo» disse e prese le chiavi della sua auto.

«Ma di là ci sono i tuoi amici e q-quella ragazza» sussurrai

«Non essere gelosa, è solo una scopata» sbuffò, perché era così... così... non sapevo manco io come definirlo.

«Non me ne frega minimamente» scrollai le spalle

«Ti avevo portato la felpa» continuai e gliela porsi.

«Me la darai a casa» ribatté

«A casa?» sgranai gli occhi alla sua affermazione, ma non mi degnò di una risposta. Prese le sue cose e ci dirigemmo verso il parcheggio, dove trovammo i suoi amici.

«Che cazzo fai Thomas!» sbottò Victor, io lo guardai mortificata ma Thomas continuò a trascinarmi fino alla macchina.

«Victor sembrava arrabbiato» sussurrai

«E pensi che me ne possa fregare qualcosa?» ribatté calmo, fin troppo per i suoi modi soliti. Misi in moto e partimmo. Raggiungemmo casa sua e scendemmo.

«Non ho avvisato Drake» mormorai, lui continuò a camminare come se niente fosse.

«Lo avviso io» prese il telefono, digitando dei tasti. Entrammo nel suo appartamento, mi era un po' mancata casa sua. Era così confortevole, ti sentivi rilassato.

«Io vado a farmi la doccia» annunciò prima di chiudersi in camera per lavarsi.

Aprì le finestre, affacciandomi dal balconcino. Era tutto così bello, il leggero venticello soffiò sul mio viso, scostandomi i capelli. Chiusi le finestre e mi sedetti sullo sgabello. Thomas uscì poco dopo con un pantaloncino e felpa.

«Io domani devo andare a scuola» lo avvisai

«Domani ti accompagno e passiamo per casa tua a prendere le tue cose» arrossì, quindi dovrei dormire di nuovo qui.

Mi guardò e decisi di sedermi accanto a lui. Il riscaldamento aveva reso la casa più calda, così tolsi il giubbino e mi voltai verso di lui.
Presi un bel respiro ed iniziai a raccontare, non sapevo nemmeno io il motivo.

«Quand'ero piccola, ero sempre una bambina allegra. Amavo vedere i cartoni e colorare come amavo la mia famiglia che era la mia forza. Ma man mano che crescevo, notavo un distaccamento da essa sempre maggiore» mi si formò un groppo in gola, torturai l'orlo della felpa e continuai il mio racconto.

«Avevo sette anni quando iniziai a cavarmela da sola, il primo giorno di scuola ci andai da sola, tutti i bambini erano accompagnati dai loro genitori, io da nessuno. Man mano diventai la mia spalla destra, mi bullizzavano per il mio aspetto fisico e nessuno mi considerava» non lo guardai ma sicuramente provava pena per me.

«Un giorno scoprì mia mamma a letto con un uomo e mi crollò il mondo addosso, mi rifugiai nel mio unico luogo sicuro. Mio padre lavora sempre e tornava tardi, mio fratello è sempre in giro, va al college e preferisce accompagnare i suoi amici la mattina, anziché sua sorella. Mi sono sempre presa cura da sola, ho promesso di non farmi fare più del male ed è per questo che non la considero casa» dissi con voce tremante. Mi girai verso Thomas che mi guardava ma non sembrava provare pietà. Era come se volesse prelevare il mio dolore e farlo suo.

«Perché non vuoi essere toccata?» sussurrò a pochi centimetri dal mio viso e deglutì alla sua domanda.

«Non mi va di parlare di q-questo» balbettai

«Queste cose gliele hai mai dette?» mi guardò con un cipiglio.

«Sì, il giorno prima del mio compleanno ma solo a mia mamma. Mi sono sempre sentita sbagliata ed è stato a causa sua. Quando costantemente mi ripeteva di fare la dieta, che nessun ragazzo mi av-»Thomas coprì la mia bocca, zittendomi.

«Tu sei bellissima Kate, non sai quanto» mi persi nei suoi occhi e sapevo che veramente lo pensasse.

«Non mi sono mai sentita bella» confessai, guardando il divano.

«È arrivato il momento allora» misi una mano sul mio viso, ci avvicinammo guardandoci negli occhi.

Le nostre labbra si unirono in un bacio a stampo. Si distaccò per poi unirle di nuovo. Questa volta fu molto più passionale, le nostre lingue si intrecciarono. Misi una mano sul suo viso, accarezzando la sua guancia. Finì a cavalcioni su di lui e sentì un grugnito provenire dalla sua bocca, sentì un rigonfiamento sul mio sedere e sorrisi imbarazzata.

«Non sul mio cazzo» ringhiò e mi spostò. Mi portò in camera da letto, facendomi distendere. Si staccò dalle mie labbra e mi baciò il collo.

«Ti voglio ricordare quanto sei bella» sussurrò sulle mie labbra, mi tolse le scarpe ed il pantalone. Sussultai e cercai di eliminare i brutti ricordi.

«Ti fidi di me?» mi osservò dall'alto, il mio cuore iniziò a battere furiosamente. Annuì e dopo il mio consenso sfilò le mie mutande e mi guardò. Accarezzò il mio clitoride, per poi inserire un dito dentro di me. Inarcai la schiena per questa strana sensazione, mi guardò con un cipiglio ed aggiunge un altro dito seppur a fatica.. Si distaccò completamente, andando in bagno.

«Cosa gli è preso?» sussurrai ansimante ed indossai le mutande.

«Thomas» aprì lentamente la porta del bagno.

«Vattene Kate» borbottò davanti allo specchio con gli occhi chiusi.

«Perché ti sei fermato?» mi torturai le dita, con le gote rosse.

«Dobbiamo stare lontano e basta» mi aveva fatto male sentire quella frase, per quanto fosse vera.

«Sento che sia successo altro» sussurrai

«Vai a dormire cazzo!» sbraitò, facendomi sussultare.

Mi avvicinai abbracciandolo da dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena muscolosa.

«Parlami» mormorai dolcemente, creando dei cerchi sulla sua pelle. Si voltò lentamente e mi guardò

«Vado a scoparmi un'altra ragazza, contenta?» prese le chiavi e se ne andò. Una lacrima solcò il mio viso, perché dirmi quelle cose?
Mi vestì e chiamai un taxi uscendo definitivamente da questa casa.

Miei Lettori/Mie Lettrici ecco a voi il capitolo 24🦋
Perché Thomas avrà avuto quella reazione?
Cosa ne pensate?
~Nanny

Un amore dannatamente folleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora