Chapter 20

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Il padre di Charlotte era stato così gentile da accompagnarci nonostante la tarda ora.

«Sei bellissima Charlotte» commentai osservando il suo outfit. Indossava una camicia bianca con una gonna a tubino che le fasciava perfettamente i fianchi.

«No no signorina, tu sei uno schianto!» ribatté

«Questo top ti valorizza il seno, stasera ti guarderanno tutti»

Ero sempre stata giudicata per la mia quarta di seno, facendomi sentire spesso a disagio. Con gli anni avevo imparato ad apprezzarlo, cosa che non facevo invece con i miei fianchi che definivo gommosi per quanto fossero grossi e morbidi.

«Gli altri dove sono?» chiesi

«Sono già dentro, ci hanno riservato due posti» rispose

Ci avvicinammo al buttafuori, un uomo grosso con sguardo tetro e gli mostrammo i biglietti.

Dentro era tutto un caos: gente che ballava sui tavoli; ragazzi senza maglia che gridavano manco se fossero allo stadio; ragazze che si strusciavano sui ragazzi. Non ci si poteva muovere con tutto questo baccano.

«Vieni, stanno sopra» alzò il tono di voce per sovrastare la musica. La seguì facendo fatica, poiché alcuni ragazzi si erano impadroniti delle scale.

Appena arrivammo, notai una serie di shottini posizionati sul tavolo. Elise sembrava un po' andata, a tal punto da ballare sulla sedia. Nelson stringeva i pugni, notando i vari sguardi sulla sua figura.

Quei due si amavano ma erano troppo stupidi per confessare i loro sentimenti. Si avvicinò un ragazzo ad Elise che nel frattempo twerkava. Nelson si alzò infuriato, anticipando la mossa del ragazzo e le urlò di scendere.

«Scendi immediatamente!» sbottò allontanandola, lei ricambiò dandogli uno schiaffo.

«Faccio quello che mi pare!» i suoi occhi sembravano fuoco.

«Sei come tutte le altre!» disse infuriato, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Alcune lacrime solcarono il viso di Elise.

«Stai lontano da me allora!» singhiozzò, Nelson sembrò pentito e cercò di avvicinarsi.

«Ti amo» urlò Elise, forse un po' l'alcool e forse il desiderio anche di dichiararsi disse quelle parole.

Nelson si bloccò, sembrava ipnotizzato e questo diede una conferma ad Elise e di conseguenza si allontanò pronta ad andarsene. Nelson la rincorse e la baciò. Molti sembravano apprezzare, alcuni ragazzi urlavano frasi volgari e poco consone al romanticismo del momento.

«Quel che è bene finisce bene» sospirò Avril commossa.

Non credevo nei rapporti eterni, pensavo che come finissero le cose brutte, anche quelle belle erano destinate a finire.

«Che ne dici di ballare?» esultò Charlotte trascinandomi in pista, ormai sovraffollata.

«C'è troppa gente» urlai, molti corpi sudaticci mi sfiorarono, causandomi il voltastomaco.

«Dai su muovi quel bacino» urlò Charlotte ridendo.

Provai a rilassarmi, ma non ero mai stata una ballerina. Avevo sempre evitato queste situazioni, perché mi imbarazzavano. Tutti gli sguardi sul tuo corpo, manco se fossi carne al macello. Tutt'ora mi imbarazzava, fortunatamente non frequentavo luoghi del genere se non in quest'ultimo periodo.

Un ragazzo si avvicinò a Charlotte, prendendola dai fianchi. Era sempre stata una bella ragazza, ed era facile attirare attenzione quando si era belli. Una mano sfiorò il mio braccio, mi voltai e vidi due volti fin troppo conosciuti, Victor e Jared. Se loro erano qui, vuol dire che c'era anche Thomas?

«Hey Kate» mi salutò Victor con un sorriso.

«Ciao» risposi rivolta ad entrambi

Jared guardò in un punto fisso, seguì la sua traiettoria, e vidi che guardava il mio seno. Mi coprì con un braccio facendogli il dito medio. Victor scoppiò a ridere, sembrava aver capito la situazione.

«Sei da sola?» mi chiese all'orecchio. Scossi la testa e gli indicai il piano di sopra.

«Sto con i miei amici, ma sono tutti un po' in giro, e tu?» chiesi

«Anch'io, ma sono in giro» replicò, quindi c'era anche lui.

Jared incrociò lo sguardo di una biondina e si avvicinò, iniziando a flirtare con lei.

«Ti va di andare fuori?» mi chiese, fu così gentile che mi ritrovai ad annuire. In effetti avevo bisogno di prendere un po' d'aria. Spalancai la porta e subito l'aria fresca entrò a contatto con i miei polmoni. Victor prese una sigaretta e mi guardò

«Ti dispiace se fumo una sigaretta?» sorrisi scuotendo la testa.

«Sei così diverso dai tuoi amici» ammisi

«Cioè?» mi guardò curioso

«Hai dei modi così gentili» scrollai le spalle

Accese la sua sigaretta inspirando il fumo per poi voltarsi dalla parte opposta «Mi viene automatico trattarti bene» morse il suo labbro

Assottigliai lo sguardo in due fessure divertita dalla situazione «Stai facendo il cascamorto per caso?» domandai schiettamente. Sembrò spiazzato ma si riprese subito.

Dei passi ci fecero voltare e lo vidi, Thomas era qui . Nei suoi vestiti neri, che lo contraddistinguevano, aveva una sigaretta incastrata tra le sue labbra e una ragazza che lo seguiva piangendo.

«Kate ci sei?» Victor mi scosse il braccio e lo guardai. Anche Thomas sembrò essersi accorto di noi.

«Thomas prestami un attimo il tuo accendino» disse Victor, il suo sguardo per pochi secondi si posò su di me.

«Cos'è successo?» fece un cenno alla ragazza vicino al muretto.

«Nulla abbiamo scopato» disse con nonchalance, sussultai alla sua frase e al suo poco tatto nel dire le cose.

«Hai visto Josh?» gli chiese Victor ma Thomas negò con il capo.

«No e non me ne frega un cazzo, mi sto annoiando» rivolse uno sguardo al mio aspetto e automaticamente torturai il mio labbro. Il suo sguardo, si posò lì ed inumidì le sue labbra.

«Io d-devo andare» posi fine ai nostri sguardi, sentendomi a disagio e dopo aver salutato Victor rientrai cercando gli altri.

Perché dovevo vederlo ovunque andassi? Sembrava come una calamita, dove c'era lui c'ero anch'io.

Miei Lettori/Mie Lettrici ecco a voi il capitolo 20🦋
Victor cerca di avvicinarsi sempre di più a Kate, la sua sarà solo una semplice sfida o altro?
A presto
~Nanny

Un amore dannatamente folleWhere stories live. Discover now