Styles Company

1.3K 76 135
                                    



New York 28 maggio 2017

«Cari signori e signore, siamo qui oggi, perché la situazione sta diventando insostenibile. Simon e Ben, alle spalle di mio padre e anche alle vostre, stanno aggiungendo clausole ai vostri clienti.» disse Harry

«so che avete principi morali. So che a voi interessa il benessere del cliente. Ecco perché sono qui.»

«ragazzo se i clienti firmano senza leggere il contratto, questa battaglia serve a ben poco.» disse uno di loro «lo so» annuì Harry «ma sapete anche che non possono ingannarli. Loro aggiungono clausole dopo, e sono più che certo, che facciano controllare i contratti ad avvocati corrotti!» affermò

«Harry sono accuse di molto conto quelle che stai lanciando. Lo sai vero?» domandò una donna, Molly «lo so signora Molly, ma non lo farei se non ne fossi sicuro» affermò

«cosa ti ha dato la spinta a fare ciò?» chiesero

«hanno toccato ciò che è mio. E soprattutto hanno mancato di rispetto a mio padre, nonostante sia il membro più importante. Voi lo sapete, non giriamoci attorno. Mio padre ha il 40% delle azioni, e nonostante ciò non è stato in grado di fermarli.»

Loro annuirono, leggermente preoccupati «perché ci hai chiamati qui?»

«signor Steve, come si sentirebbe se suo figlio o sua figlia non fosse tutelata?» chiese di punto in bianco Gemma «io credo che le verrebbe da sfasciare mezzo mondo, no?» l'uomo annuì

«ecco, vede. Io so cosa sta frullando nella testa di tutti e cinque, del signor Steve, di sua moglie, di voi signore e signora smith, e della tua Jonathan.»

Jonathan era il figlio di Ben, figlio che lui non ha più riconosciuto appena scoprì di essere gay.

«Jonathan io voglio tutelare chi è come noi. Chi viene discriminato solo per la persona che ama. Che assurdità è questa?! La musica è musica, la vita privata è la vita privata, io so che tu capisci. Lo so.»

«Harry, lui non è più mio padre. Per me è solo Ben, che mi ha lasciato questa fonte di guadagno, niente di più, per il resto non voglio saperne niente di lui. Ha massacrato di botte il mio ragazzo, una volta. E non glielo perdono, non mi ha mai accettato! Ed è ora che marcisca all'inferno!» esclamò alla fine

«cosa pensi di fare piccolo Harry?» la signora smith, doveva ammetterlo, era il suo membro preferito, sempre materna con lui, da piccoli lui e Niall, erano soliti giocare con la loro figlia: Sophia. Che ora si trovava in Giappone, era un'interprete.

«signora smith, voglio togliergli tutto il potere.» lei annuì «Sophia ti saluta» gli sussurrò, lui sorrise «anche io» lei annuì sorridente

Gemma, a quel punto, gli passò esattamente cinque fogli, uno per ogni persona li presente. «cos'è questo?» chiese il signor Steve «una rinuncia.» disse il riccio,guardando prima sua sorella, e poi i presenti

«io non rinuncio a una fonte di guadagno piccoli styles!» esclamò il signor Steve,«mio marito ha ragione. Ho investito tanto, e credo che anche loro» disse indicando i restanti tre «non vogliamo rinunciare a una fonte di guadagno!»

«signori calma. Il mio cliente, non vuole togliervi qualcosa di redditizio per voi, anzi ha un'impresa più nobile di ciò. Parli tu H?» il riccio annuì

«io non voglio che voi rinunciate a tutto! E soprattutto non voglio che non abbiate più una fonte di guadagno.» spiegò

«quello che sta dicendo il signor styles, è che lui comprerà le vostre azioni.»





«Maddison?» chiese Harry a fizzy «in bagno» lui annuì «perché sei scappata qui fizzy?» ridacchiò il riccio «non sono sicura di volertelo dire.»

Edward's voice Where stories live. Discover now