Rain

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New York     20 ottobre 2016

«mi raccomando non fare tardi» gli aveva detto Louis, il maggiore lo aveva invitato a cena, per festeggiare più intimamente l'uscita dell'album

Non curando del fatto che anche Harry, stava cercando di scriverne uno. Un gioco da ragazzi, no? Eppure doveva mentire, doveva mentire e questo lo faceva sentire sporco, lui col viso angelico, che nascondeva segreti di questa portata.

Ancora una volta aveva mentito a Louis, stava scrivendo e scrivendo, quindi sarebbero andati al ristorante separatamente, anche per non destare sospetti, come solito era in ritardo, e la sua ruota si bucò, com'era possibile?

Mentre si disperava, un clacson suonò
«hey hai bisogno di una mano?» era Tim «sono qui di passaggio, magari posso accompagnarti fuori quartiere» propose gentilmente

«si Tim, mi faresti un favore. Solo che avrei una cena con un—un amico, ed è proprio un ristorante qui fuori, quindi da lì,la faccio a piedi» Tim gli aprì lo sportello «ti accompagno lì, alla fine saranno trecento metri in più? Tranquillo» salì in auto ringraziandolo mille volte, finalmente in poco tempo arrivarono fuori al ristorante

Louis aveva un volto aggrottato appena lo vide scendere dall'auto. Fece un cenno a Tim mentre andava via,non conoscendolo nemmeno, era il ragazzo del quartiere, quello che salutò Harry.

«non guardarmi così,» lo rimproverò «ho bucato una ruota» sbuffò «e lui passava di lì»

Louis scoppiò a ridere «che c'è di divertente?»
«c'è che sei così imbranato da bucare una ruota, come H?» rise ancora «però ancora più strano, che il tuo amico di inizio quartiere, era lì a salvarti. Un giorno mi dirai come l'hai conosciuto»

«ha-ha divertente, e comunque ci ho sbattuto mentre correvo. Allettante vero?!» era sarcastico
«tutte le storie d'amore iniziano così» asserì Louis
«non le mie,ora sir possiamo entrare?»
«andiamo, ho prenotato un tavolo fantastico!»

Entrarono in questo ristorante molto raffinato, aveva un'atmosfera rilassante, e romantica. C'erano tavoli ricoperti da tovaglie nere, con centrotavola color rosso, piante rampicanti su alcune pareti, e come tocco di classe le lanterne come lampadari.
«è bellissimo» si lasciò sfuggire il più piccolo

«appena l'ho visto, ho pensato a te» disse Louis
«come?» Harry era confuso, ma allo stesso tempo curioso «semplice, vivace, romantico, spettacolare e soprattutto unico» rimasero a guardarsi negli occhi, così intensamente che potevano consumarsi
«ti amo Louis» la promessa, la loro promessa d'amore che non veniva mai spezzata «ti amo haz»

Si sedettero in un tavolo più appartato, rispetto agli altri, così avevano la libertà di dialogare senza la preoccupazione di essere ascoltati. Loro due erano così, parlavano di cose superficiali, fino a quelle più importanti che sfociavano in veri e propri dibattiti e a contornare tutto, vi erano le battute pessime di Harry, che facevano ridere solo il più piccolo e indignare il maggiore
«ma dai ti prego,» protestò «faceva ridere Louis»

Il cellulare di Louis squillò, nel bel mezzo di quel dibattito «pronto,» disse non curandosi dell'interlocutore

«ma sei impazzito?!» sbottò Simon «vi hanno visti Louis! Vi hanno visti i paparazzi!» urlò così tanto che Harry dall'altra parte del tavolo lo sentì
«Simon non so di cosa parli» disse

«Louis per Dio! Tu e i tuoi atteggiamenti da frocio, portare il figlio di Styles a una cena romantica. Che ti salta in testa eh? Qualcuno lì fuori mentre prendevate il tavolo, vi ha venduti alla stampa. Idiota! Vattene di lì e facciamo i conti da vicino»
«fottiti» fu l'unica cosa che disse Louis

Edward's voice Where stories live. Discover now