L.A.

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Los Angeles    22 luglio 2016

«cazzo Louis! Più veloce» ansimò Harry, contro la parete della stanza del loro albergo
«piccolo, con calma» era a corto di fiato

Louis aveva due dita che sforbiciavano nell'entrata di Harry. Erano appena tornati da una cena, fatta piena di provocazioni da parte del più piccolo, appena tornati in albergo, Louis lo spinse contro l'ingresso della loro suite.

«cosa c'è ricciolino? Mi hai provocato tutta la sera, dimmi cosa vuoi» gli disse nel suo orecchio
«voglio—voglio che tu entra, t-ti prego» ansimò

Louis aumentò la velocità delle sue dita, aggiungendone addirittura un'altra. Girò Harry dal lato della parete, così che la sua guancia fosse spiaccicata su essa. Si abbassò i boxer, e si infilò il preservativo.

Il maggiore ordinò al più piccolo di stare fermo, come infatti Harry aveva le sue mani sulla sua testa, ferme in aria, stava impazzendo, voleva toccarsi, ne aveva bisogno. Louis osservava ogni lembo della sua pelle, osservò il suo sedere, che ogni giorno grazie agli esercizi, diventava sempre più sodo

«Louis!,» urlò «porca puttana, entra. Ti prego»
«haz, il tuo culo—cazzo» gemette premendo il suo membro alla superficie dell'entrata

Harry strizzò gli occhi, per la grandezza e durezza del membro di Louis, dopo quasi due mesi, non si era ancora abituato alle misure del membro del maggiore,infatti socchiuse gli occhi, grazie alle spinte di Louis, che trovarono il fascio di nervi giusto

«Louis, lì—si ti prego» urlò il più piccolo, ed era musica per le orecchie di Louis, mise le sue mani sui fianchi di Harry, dandosi più forza per le spinte, esse aumentavano sempre di più, più veloci, più forti, più violente e soprattutto più piacevoli.

Louis gli morse la clavicola, lasciando il segno dei denti e della saliva, succhiò quella parte di pelle ormai marchiata, come il resto del suo corpo, e gli lasciò un segno ben evidente. Il maggiore si riversò bel preservativo, e quando uscì Harry si sentì immediatamente vuoto. Era questa la conseguenza, dell'assenza di Louis? Si ritrovò a pensare

Il maggiore lo girò con irruenza, per strappargli più baci possibili, lo trovò con il viso ancora scombussolato per l'orgasmo ricevuto, le gote leggermente arrossate, i capelli scompigliati, gli occhi socchiusi dal piacere.
«mi fai impazzire cazzo» gli sussurrò
«mi hai appena scopato, contro la parete dell'ingresso della nostra suite, non sei sazio?» gli domandò con voce leggermente stanca e affannosa

«mai Harold, di te non sono mai sazio. Segnatelo, io ti legherò a quel letto,» glielo indicò «e urlerai il mio nome, peggio di quanto tu abbia fatto stasera»
«pervertito» 

Louis se lo tirò a se, baciandogli tutto il viso, le guance, poi il naso, il mento, la fronte e poi le labbra, tutto molto velocemente, tanto da far ridacchiare Harry, e Louis colse l'occasione per succhiargli le fossette, e rise ancora di più. Entrambi si liberarono dei boxer e dei pantaloni che erano ai loro piedi, e si spinsero reciprocamente sul letto

«lou, non ce la faccio per un secondo round»ammise
«hazza per chi mi hai preso?,» lo canzonò «voglio rilassarmi con te» il più piccolo annuì

«non credevo che un giorno saremmo finiti così» confessò Harry, mentre accarezzava i capelli di Louis, che aveva il capo sul suo petto
«in che senso?» chiese
«lou, prima io non ti sopportavo sul serio. Ricordi,» iniziò a ricordare «fine gennaio del 2014, quando dovevo venire lì a New York, e mia sorella voleva correre in aeroporto, già tre giorni prima quando lo scoprì?»

«certo,» annuì «mi ricordo che, tuo padre era felice di vederti, e beh io, finalmente ti avrei rivisto dopo quanto? Quattro anni! Erano tutti eccitati haz»

Edward's voice Where stories live. Discover now