𝗧𝗿𝗮𝘃𝗲𝗹

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New York  Coney Island 1 dicembre 2016

Louis trovò Harry, nello stesso punto di tre ore fa, a guardare il mare, ad ammirarlo, così Louis si perse ad osservare quella scena, quel dipinto

Un ragazzo malinconico, con uno sguardo, che guardava il mare abbattersi con irruenza sulla spiaggia, ad ogni rintocco, fatto dall'onda che quasi arrivava alle sue scarpe, Harry chiudeva gli occhi e ascoltava il rumore della pace, perché senza Louis, tutto era un rumore, non c'era nessun suono

Chiuse l'auto, e si avvicinò alla spiaggia, le sue vans affondarono nella soffice sabbia, e silenziosamente si faceva spazio, arrivò dietro la figura di Harry. Sospirò e si sedette, il riccio era sorpreso di vederlo lì, ma non si voltò, non lo fece finché «ti amo Harry»

Harry si voltò lentamente verso di lui «anche io» disse solo, distaccato, in maniera fredda «non essere d'accordo con me, mi dici sempre. Quindi Harry, non essere d'accordo con me, se non vuoi dirlo, va bene. Preferisco il tuo silenzio» sentenziò Louis

«allora non dirò niente» affermò il più piccolo, prima di voltarsi e guardare il mare «sai credevo che fosse colpa mia, forse avevo sbagliato qualcosa» mormorò Harry «forse l'unica cosa che ho sbagliato, è il modo di dimostrarti il mio amore»

«no,» affermò alla velocità della luce Louis «me lo dimostri con tante cose, e in tanti momenti. Te l'ho già detto, non dubitare mai della tua importanza nella mia vita,» disse «Harry» Louis lo richiamò, aspettò che il più piccolo si girasse a guardarlo «te l'ho già detto, possiamo urlare, insultarci, prenderci a sberle, rompere qualsiasi cosa. Preferisco questo, che cercare la felicità con un'altra persona, sei tu Harry, la persona giusta»

Harry si avvicinò di più al maggiore, spostando la sabbia, finché le loro spalle non si toccarono «anche per me, è così. Preferisco questo dolore, che la felicità assieme a un altro» ammise «mi dispiace tanto» Louis si torturò le mani

«dispiace anche a me» confessò il più piccolo

Ma qualcosa non andava, qualcosa in Harry stava per spezzarsi, e lui lo sapeva, ma Louis no
«ora con più calma, puoi spiegarmi che è successo?» chiese Harry, provando a dare un nome a quel suo improvviso scatto d'ira

«ti basti sapere che sono un coglione, e haz non è ancora il momento, te lo dirò in seguito. Te lo prometto, da oggi in poi ci diremo tutto, va bene?» Harry annuì «si, anche io devo raccontarti delle cose, ma ogni cosa ha il suo tempo» Louis provò ad intrecciare la sua mano con quella di Harry

«Louis, siamo in pubblico, lascia questa mano. Altrimenti Simon, allungherà quella merda di contratto» cercò di districare la sua mano da quella del maggiore «che si fotta tutto, prima ho avuto la malsana idea di lasciarla, e mi è mancata. Tu mi sei mancato, quindi no che non la lascio» disse Louis, Harry sorrise flebilmente, e senza dire nulla, appoggiò la testa sulla spalla del liscio

Il quale allungò l'altra mano, per avvolgergli la spalla, «non sai quanto io ti ama Harry, e sono stato un coglione a esprimermi in quel modo»

«non c'è niente e nessuno, in questo mondo, che valga più di te, nemmeno la fama, nemmeno i premi più ambiti del mondo. Sei tu Harry, il premio che la vita mi ha dato, litighiamo, litighiamo tanto, urliamoci contro, ma poi torniamo a casa a fare l'amore» Harry alzò la testa e si accurò che non ci fosse nessuno, posò la sua bocca su quella di Louis

«ti amo» gli sussurrò Harry, abbozzando un sorriso















«ho fallito!» urlò Lucas al cellulare, con una certa rabbia «certo che hai fallito, hai bisogno che intervenga io immagino?» chiese retoricamente la persona al cellulare

Edward's voice Where stories live. Discover now