You said you care

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Los Angeles 1 febbraio 2017

«I took some time 'cause I've ran out of energyOf playing someone I heard I'm supposed to be but honestly, I don't have to choose anymore and it's been ages, different stages come so far from Princess Park, I'll always need ya»

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«I took some time 'cause I've ran out of energy
Of playing someone I heard I'm supposed to be but honestly, I don't have to choose anymore and it's been ages, different stages come so far from Princess Park, I'll always need ya»

Harry ascoltava pazientemente quella canzone, suo padre non gli aveva parlato del rilascio improvviso, non gli aveva parlato del fatto che Louis, pubblicasse una canzone del genere il giorno del suo compleanno. Semplicemente trovò tutti i social, intasati.

Prese un lungo respiro e ascoltò la prima strofa, strinse forte la stoffa del sofà del suo appartamento. Quando arrivò la parte dopo il ritornello, ad Harry venne voglia di prendere il primo aereo, e precipitarsi ad abbracciarlo. Ma non avrebbero risolto nulla, non finché Louis non avesse messo i pensieri al loro posto.

Per Louis, Harry era l'abitudine che non poteva rompere, glielo aveva detto, glielo aveva cantato, stava interpretando qualcuno che non voleva essere, e poi la citazione di Princess park.

«credevo te ne fossi dimenticato.» mormorò

Ma la voce di Louis continuava imperterrita, la sua voce melodiosa che accarezzava quella canzone, che allo stesso tempo stava gridando, gridava per essere ascoltata. E il messaggio arrivò forte e chiaro, Louis stava riflettendo sulla sua vita, finalmente avrebbe capito chi fosse davvero importante.

Al termine della canzone, il telefono squillò «Harry amore, auguri!» esclamò sua mamma elettrizzata

«mamma, grazie! Come va lì?» chiese

«bene! Tu come stai? Festeggerai vero?» il riccio sospirò «mamma non sono in vena, però ti prometto che mi preparerò una torta.» disse

«va bene bambino mio. Gemma voleva salutarti, ma a causa delle ore in più, non ha potuto. È corsa a lavoro stamattina, credo che ti richiamerà.» Harry annuì con vigore, e sorrise lievemente «va bene mamma, ci sentiamo stasera. Riguardatevi.»

Dopo la telefonata Harry si sedette sul divano, aveva la testa fra le mani, e il bigliettino di uno sconosciuto sul tavolino dinanzi a se. Chi poteva essere?

Era quella la domanda che lo affliggeva da ore, non conosceva nessuno che avesse un nome o un soprannome con la w, ripensò a cosa disse Sydney la sera prima, nei riguardi di Tristan. Potè vedere il reale dispiacere nei suoi occhi, e la commozione nei riguardi del compleanno di Florence.

L'amore rendeva stupidi, ecco cosa arrivò a pensare Harry, rendeva deboli e forti, allo stesso tempo. Ammettere ciò, era stato difficile per lui, che era un sognatore e un amante dell'amore, nessuna canzone lo avrebbe convinto del contrario.

Edward's voice Where stories live. Discover now