«lui si fida?» e Harry annuì subito
«allora digli che non c'è realmente nessuno, e se non ti crede che vada a fanculo»

«hai ragione, ora però prima dei Brits. Decidiamo il luogo della nostra vacanza, vi va?»
«vediamo,» disse Niall armeggiando il cellulare «Los Angeles, New Mexico, Miami, San Francisco, Las Vegas-»
«ok fermati» ridacchiò il riccio

«potrei già aver detto a Louis e Liam le nostre preferenze e loro potrebbero avermi detto le loro»
«Niall!» urlarono all'unisono

«doveva essere un viaggio fra noi idiota! E comunque io voto Miami o San Francisco»
«sono d'accordo con Harry!»
«bene, i vostri ragazzi hanno scelto Miami, si va a Miami signori! Tra due settimane!»

«ma sei impazzito?! Come facciamo a registrare?» sbottò Harry
«haz, devi scrivere l'ultima strofa, che vuoi che sia» gesticolò con la mano

«già che vuoi che sia vero?! Tanto comporre non costa niente. Perché devi sempre dare tutto per scontato?! Anche la settimana scorsa, quando mi dicevi 'inutile che ti fai paranoie, piacerà lo stesso la tua canzone, finiscila di lamentarti che l'ispirazione ce l'hai' con quel tono superficiale.

Cazzo Niall, non è facile rifletti per una volta! Me lo dici continuamente, perché cazzo non apprezzi quello che per me è un sogno e poi un lavoro?» urlò

Harry si sentì molto offeso, dalle parole del migliore amico qualche giorno prima, non gli aveva dato particolarmente peso, perché Niall molto spesso, non rifletteva e diceva subito ciò che pensava. Harry lo sapeva, ma Niall non sapeva che il riccio era arrivato al massimo, non accettava più allusioni, nemmeno involontarie.

«non volevo offenderti!» urlò
«beh lo fai continuamente! Mi chiedo se per te sia routine Niall James Horan!»
«non osare utilizzare il mio nome per esteso!» ringhiò inferocito
«Harry Edward styles!» urlò
«solo perché ci sono guai in paradiso, non devi prendertela con noi ok?! Non te la prendere con noi, se non hai le palle di dire che sei tu Edward!»

E quelle parole urlate, piene di rabbia, piene di frustrazione, rimbombavano in quella stanza e anche se vi erano pannelli per l'acustica,quelle parole arrivarono dritto al cervello e al cuore di Harry.

Niall sapeva, era consapevole che non era così. Ma quelle parole gli uscirono così facilmente che si chiese se davvero le pensasse, Harry rimase in silenzio incassando il colpo, mentre Zayn fulminava Niall. Non avevano mai litigato, non seriamente almeno, aveva paura, paura di perderlo, ma Niall aveva superato il limite, e si promisero che quando qualcosa non gli fosse andata bene, avrebbero dovuto dirlo.

«haz io-» provò a riparare l'irreparabile
«sta' zitto, va bene così. Hai detto quello che pensavi, ora» lo sorpassò «vado a farmi un giro»

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New York era bella, di giorno,di pomeriggio,di sera o di notte,era bella in continuazione soprattutto con le luci dei palazzi,con le luci delle insegne che rendevano la città ancora più viva,le larghe strade e le macchine che pompano a tutto volume le canzoni. Harry si ritrovò alle due di notte, da solo per le strade di New York aspirando quell'aria.

Harry aveva realmente preso in considerazione l'idea di parlare al maggiore della sua identità nell'industria discografica, non aveva paura di fallire o di non rendere piacevoli le sue canzoni,bensì aveva paura di deludere le persone a lui care come ad esempio suo padre,che lo avrebbe accusato di non averglielo detto per così tanto tempo,avrebbe perso Louis. Forse tutto sommato Niall aveva ragione

Stava per entrare in uno dei pub lì vicino per prendere una bibita ghiacciata,quando notò un uomo a terra con solo una T-shirt dei calzini e un paio di pantaloni corti, era infreddolito era evidente

Edward's voice Where stories live. Discover now