CHAPTER 63.

604 27 9
                                    

Pov's Kristen.

-Vedete com'è il plat? Ha due centimetri che vanno verso il fuori, ciò rende la gonna svasata.
Ricordate i rimessi di cucitura ben stirati e soprattutto di stirare con il ferro la pence in modo che si chiuda per bene.-
Diedi le ultime indicazioni alle donne sedute dietro le macchine da cucire della mia azienda, con il dito contornavo il disegno tecnico del pantalone proiettato su una grande lim, per far vedere loro i punti laddove dovevano recare ulteriore attenzione.
-Per qualsiasi problema chiamate, sono sempre disponibile per voi. Abbiate una buona giornata!-
Salutai le mie lavoratrici che s'inchinarono vedendomi passare dinanzi a loro.
Afferrai una scatola con dei tessuti che avrei utilizzato a casa per la creazione di un nuovo modello di un corpino ed entrai in ascensore pronta per giungere al pian terreno dell'edificio.
Sbloccai il mio telefono nel mentre aspettavo di giungere al piano terra e scorsi le notifiche fino ad arrivare a quelle da parte del mio ragazzo.

'Sei libera?'
'Posso chiamarti?'
'Stai lavorando? Dobbiamo parlare'

Questo era ciò che Jungkook mi aveva scritto.
Erano le undici del mattino, avevo fatto un salto in azienda per presentare il nuovo lavoro alle modelliste della mia piccola attività e per raccomandare il lavoro al vice capo che avrebbe tenuto d'occhio le mie collaboratrici.
Mentre lavoravo non potevo fare a meno di pensare a ciò che successe qualche ora prima: ero letteralmente a pezzi.
È stato un bastardo, prima ha utilizzato un tono dolce e mi ha fatto credere che tutto si sarebbe sistemato, invece poi mi ha illusa, mi ha trattata con freddezza e mi ha lasciato andare via senza neppure aggiustare la faccenda.
Ero a pezzi.

'Appena arrivo a casa ti chiamo.'

Risposi agli sms di Kook e dopodiché, lasciai cadere il telefono nella tasca destra del suo giubbotto, ogni due per tre attaccavo la punta del naso al tessuto dell'indumento che Guk aveva dato a me per pararmi dal freddo di Seoul e inalavo il sul dolce profumo mascolino, anche se al mio cuore faceva male, poiché quella buonissima fragranza mi ricordava molto il mio amato e le cose tra noi due erano un groviglio di litigi e dolore.
Uscii dal luogo di lavoro a bordo della mia auto, con prudenza guidai fino casa, nel bel mezzo del tragitto pensai bene a cosa avrebbe potuto dirmi Junggok una volta in chiamata con lui.
Mi fiondai dentro casa poggiando la borsa su una poltroncina decorativa all'entrata e il pesante pacchetto sul pavimento in marmo bianco.
Sistemai il cappotto di Kook sul divano, tolsi le sneakers bianche e le poggiai all'entrata, velocemente infilai una vestaglia e giunsi in camera.
Poggiai il mio telefono sul letto, poi dalla specchiera del trucco recuperai un phon per asciugarmi i capelli ancora poco bagnati e una volta asciutti passai le dita tra le varie ciocche, intrecciandole tra di loro.
Terminai la treccia legando la codina alla fine dell'acconciatura con un' elastico nero e guardai il materasso con al centro il mio cellulare.
Sbuffai, mentre scendevo le scale per giungere in cucina, feci un veloce squillo a Namjoon per sapere se sarebbe tornato a pranzo con il piccolo.
-Sola anche oggi-
Sussurrai una volta chiusa la chiamata col mio amico.
Camminai fino al frigorifero, agguantai degli spiedini di carne rossa che misi a friggere con un po' di burro.
-Ti piacerà questo piatto, piccolo-
Parlai al bimbo nel mio grembo, accarezzando con il palmo della mano il pancione.
Misi la carne infilzata nel bastoncino sopra il piatto, aggiunsi dell'insalata e del parmigiano a scaglie, poi presi tra le mani il mio cellulare. Accesi il dispositivo, cercai il contatto di Junggok, con il cuore a mille avviai la chiamata, ero molto in pensiero su quello che l'uomo mi avrebbe potuto dire.
-Hey-
La sua voce balenò come un fulmine nelle mie orecchie.
Ecco che il mio cuoricino prese a palpitare ancora più velocemente.
-Hey-
Ricambiai il saluto.
-Come va?-
Domandò.
'Davvero?'
Pensai.
Dopo avermi cacciata di casa con freddezza evitando di mandare avanti la conversazione in modo equo e tranquillo, aveva anche il coraggio di chiedere come stessi?
Placai nella mia gola, le brutte frasi che volevo sparare in faccia al ragazzo, sibilai un timido 'bene, e tu?' attendendo la sua risposta.
-Sincero? Dopo averti mandata via sto più una merda di prima. Ma ora che sto sentendo la tua voce, mi sono rallegrato un po'. Che stai facendo?-
Fui felice del fatto che il motivo della sua bassa allegria fossi io, smagliai un timido sorriso e poi ritornai alla conversazione.
-Sto per mangiare...Fino ad ora sono stata in azienda e appena sono tornata a casa mi sono sistemata e mi sono immediatamente messa ai fornelli. Tu?-
-Mi sto preparando. Porterò Aidan in un negozio di arredamento infantile e farò scegliere lui una poltrona e un tappetino per gioco, da mettere in salotto, come avevi ipotizzato tu giorni fa. Ricordi?-
Ridacchiai.
-Sono felice che tu te ne sia ricordato e soprattutto che te ne stia occupando tu. Mi togli un peso, davvero. Oh, già che ci sei compera un nuovo cestello per giocattoli da dare ad Aid-
-Sì; mi occuperò di recuperare un catalogo per camerette da bebè: così vedremo cosa occorrerà per il secondo mostriciattolo-
Concordai.
-Vorrei parlare d'altro, però. Possiamo?-
-Tienimi compagnia mentre mangio-
Risposi.
-Certamente. Vieni piccolo, tienimi la mano prima di iniziare a scendere le scale-
Lo sentii parlare con nostro figlio.
-Sei un padre meraviglioso, si capisce da come parli ad Aidan...Credimi, ero presa dal nervoso quando ho confrontato le tue abilità da genitore con quelle di Yoongi e ho creduto le sue migliori delle tue. Sei splendido, dimentica quelle parole-
Mi scusai ed intanto avevo iniziato a prendere tra le dita uno spiedo di carne.
-Sei perdonata Kris-
Disse.
-Uh?! Davvero?!-
Chiesi euforica.
-Ti ho perdonata quando ti sei presentata in dormitorio con i miei dolcetti preferiti e mi hai detto che mi ami.-
-Ne sono sollevata Oppa-
Sorrisi pronunciando ciò.
-Perché mi hai mandata via allora?-
I miei dubbi iniziarono a sorgere, così li cacciai fuori in quel momento iniziando a cercare risposte.
-Avevo bisogno si starmene solo. Ero ancora nervoso per il fatto che tu avessi detto quelle cose e soprattuto perché sei andata a cercarti i guai parlando con quell'arpia di Soomin. Avevo paura che se ti avrei fatta rimanere, avrei detto o urlato qualcosa di sbagliato nei tuoi confronti-
Spiegò.
-Tutto chiaro.-
Puntualizzai.
-Posso...Posso sapere che vi siete dette?-
Udii lo sportello di un'auto sbattere, Kook era salito a bordo della sua macchina.
-Le ho detto che sei mio, in breve. Le ho tolto dalla testa l'idea di tornare con te un'altra volta. Le ho raccontato del matrimonio e avendole detto ciò, spero abbia capito che ormai non c'è più nulla da fare per farti tornare tra le sue braccia perché appunto, ci stavamo per sposare...-
Lasciai la frase in sospesa, speravo avesse detto qualcosa del tipo: 'scusami, ero nervoso quando ti ho detto di scordarti di quelle nozze'
e invece niente di niente.
Rimase in silenzio, poi ricominciò con l'interrogatorio.
-Tutto qui?-
-No...-
Sussurrai.
-Ha detto che ci butterà addosso tanta merda e che ci resterà difficile uscire da lì-
-Merda...-
Sussurrò.
-Lo sapevo!-
Gridò.
-Aish...Mi dispiace campione, non volevo spaventarti-
Si rivolse Jungkook a suo figlio.
Mi alzai dalla seggiola e presi a camminare nervosamente per la cucina.
-Ho tutto sotto controllo, nessuno verrà a sapere della vostra relazione e che fino a qualche mese fa noi due fingevamo di essere innamorati. Ti prego, non arrabbiarti-
-Kristen, lo capisci che siamo nei guai?-
Lo zittii.
-Un momento-
Camminai fino al piano superiore, frugai nel cassetto del mio comodino moderno e afferrai ciò di cui necessitavo.
-Mostrerà a tutti le nostre chat, le nostre foto e i nostri video-
-Non mostrerà nessuna chat di voi tue, tanto meno delle foto o dei video che vi ritraggono-
Mi sedetti sul confortevole letto, poi poggiai il freddo oggetto che avevo prelevato dal comodino, sulle gambe.
-Che ne sai? Quella donna è capace di fare di tutto-
Disse alterando il suo tono.
Guardai il cellulare poggiato sulle mie cosce, feci scorrere il mio sguardo sui bordi di quel dispositivo, lo schermo spento luccicava in alcuni punti a causa delle luci del lampadario che riflettevano contro il telefono, era pulito a parte qualche impronta digitale ancora compressa contro il vetrino protettore applicato sullo schermo.
-Tutte le prove della vostra relazione sono contenute dentro il suo telefono, no?-
Domandai.
-Sì, foto, chat, video e persino il mio numero di telefono che ha recuperato non so come. Basteranno pochi giorni e tutto sarà in rete a causa della vostra lite. Ottimo Kristen, sei davvero una guastafeste-
Si lamentò.
Scossi la testa e pronunciai una frase che richiamò il silenzio d'entrambi per alcuni secondi.
-E se ti dicessi che il suo telefono è nelle mie mani?-

PUZZLE //Jeon JungkookWhere stories live. Discover now