CHAPTER 38.

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Io e Junggok camminavamo mano nella mano, sulla strada in pietra ai bordi del piccolo fiumicello nel quale si riflettevano le mille luci gialle opaco, dei piccoli lampioni eleganti appesi a dei fili sopra di esso.
L'uomo in mia compagnia, mi aveva portata ai Navigli di Milano, uno dei posti più romantici del posto.
Era andato a ritirare una cenetta da un ristorante coreano a base di Kimchi Jjigae e dei Hoddeok come dolce e ci eravano seduti al bordo del fiume, con i piedi a pochi centimetri dell'acqua.
-Apri la bocca-
Ordinò il ragazzo, portando un pezzo del suo cibo alla mia bocca, tramite le sue bacchette.
Sorrisi e ricambiai il gesto, imboccando Kook con le mie stecche di legno.
Durante il pasto mangiammo e ridemmo, i passanti ci guardavano straniti; effettivamente cosa ci potevano fare due ragazzi conosciuti da tutto il mondo grazie alla loro fama, senza bodyguard, seduti per terra a mangiare cibo da asporto coperti da abiti da strada?
Ma a noi non importava dei giudizi altrui, eravamo comodi, al caldo e soprattuto insieme.
-Questo è il tipo d'uscita che fa per noi; niente lusso, niente trucco o smoking...Siamo solo noi stessi-
Disse ad un tratto Kook, poggiando il contenitore ormai vuoto del suo cibo.
Lo stesso feci io ed insieme addentammo un Hoddeok a testa.
Annuii.
-Confermo.Ma...a proposito di 'uscite'-
Pronunciai, finendo di ingurgitare il piccolo pancake.
-Mhmh?-
Mi incitò a parlare, Jungkook.
-Perché mi hai portata qui oggi?-
Il moro buttò giù l'ultimo boccone del suo cibo e si guardò attorno.
Nonostante la presenza di due ragazzine che ci fotografavano, Guk mi prese il mento tra le dita e mi fissò dritto negli occhi.
-Non te lo dico da tanto tempo; Ti ho portata quì per ringraziarti per tutto quello che fai per me nonostante le difficoltà-no, cazzo, non è questo...-
Si fermò e affondò la testa nel mio collo.
Accarezzai la base dei suoi capelli mossi e sorrisi.
-Tranquillo, parla con calma. Io ti ascolto-
Sibilai dolcemente all'orecchio del moro.
-Ti ho portata qui perché tengo a te...-
Alzò la testa e incastrò i nostri sguardo.
-Sei la mia migliore amica-
Annunciò.
Lo guardai affranta, speravo in un qualcosa di più, ma la vita da solo ciò che ci meritiamo, forse non ero abbastanza.
-Aish, cazzo; Kris mi fai impazzire...Non è neppure questo ciò che voglio dire!-
Esclamò infastidito dalla sua stessa timidezza.
Presi il volto paffuto del giovane e lo avvicinai al mio.
-Prenditi tutto il tempo che vuoi, non avere fretta di esprimere le tue emozioni.-
Lo consolai baciando il suo tenero naso.
La sua bocca carnosa si incollò alla mia tutto ad un tratto, le sue mani si incrociarono alle mie e nel momento in cui strinsi la presa attorno le sue falangi lunghe e ben formate, lui si staccò e affondò il viso nel mio torace coperto dal tessuto pesante della felpa.
-Ti amo cazzo!-
Urlò stringendo tra i suoi pugni i lembi della mia felpa.
Restai letteralmente immobile in quel momento.
Finalmente quel momento era arrivato, il momento in cui i nostri cuori si collegavano nuovamente era giunto alle porte ed esse si erano spalancate di punto in bianco.
-Ti amo, cazzo se ti amo...Mi sono accorto di amarti di nuovo quando sei tornata da Daegu con il piccolo...In quei bui giorni in cui non ci sei stata non c'era nessuno per me. Soomin non colmava quel cazzo di vuoto, lei non è come te, non cucinava, non mi preparava i vestiti, non mi amava come mi ami tu...Lei voleva solo i miei soldi, la mia fama. Era tutta una gran puttanata, mi ha preso per i fondelli e mi sono sentito vuoto, poi quando ti sentivo via chiamata o ti vedevo dalle videochiamate, il mio cuore accellerava e lo fa ogni cazzo di volta che ti guardo. E mi sono legato così tanto a te da quando ho saputo che Yoongi ti aveva toccata, tu sei solo mia, solo io posso averti...Sei la donna che tutti desiderano, la donna perfetta...per me...-
Finì il suo discordo e sbuffò alzando gli occhi.
Percepivo le sue pupille che si premevano contro la mia figura immobile. Non sapevo ricambiasse, ero convinta fossi solo una cara conoscenza per lui.
-Ho rovinato tutto...?-
Azzardò a chiedere il maggiore allentando la presa della mia felpa tra le sue falangi arrossate dai pugni troppo stretti.
Continuai a guardare l'acqua del profondo ruscello limpido, Kook si alzò e si posizionò due mani in viso sospirando più volte.
-Andiamo a casa.-
Ordinò freddo.
Raccolse i cartoni della nostra cena e le bottiglie delle bibite che noi stessi avevamo consumato durante la serata, li infilò nella busta di cartone del ristorante e buttò tutto nella prima pattumiera che vide.
-Insomma, ti sbrighi o no?-
Disse acido.
Mi alzai lentamente ed avanzai verso di lui che camminava imperterrito verso l'auto noleggiata da lui stesso.
Lo tirai per la manica della felpa e lo costrinsi a stoppare la sua furente camminata.
-Cosa c'è? Vuoi dirmi che sono un pezzo di merda? Che ho iniziato ad amarti troppo tardi? Cosa ti è successo Kris? Fino a quattro giorni fa mi amavi da pazzi, ti si leggeva in faccia invece ora sei così spenta...-
Protestò sbattendo ripetutamente le sue mani sulle cosce allenate.
Poi attirai a me il ragazzo, velocemente le nostre bocche si trovarono, era tutto così romantico: le luci soffuse mettevano in mostra le nostre ombre attaccate, eravamo soli, nessuno era più con noi, neppure le due presenze che ci seguivano in ogni movimento fino ad un quarto d'ora prima che tutto succedesse, il venticello leggero muoveva i nostri capelli nell'aria tiepida della sera, Milano era silenziosa a causa del coprifuoco oramai entrato in gioco, eravamo fuori nonostante il divieto di stare troppo a lungo in giro, ma a noi non importava, una multa non avrebbe messo i bastoni tra le ruote al nostro amore.
Scollegai le nostre labbra gonfie dal bacio e Kook timido guardò il terreno in pietra.
Abbracciai il suo busto mentre sentivo il mio cuore esplodere letteralmente: non ero mai stata così felice.
-Quindi...-
Iniziò lui.
-Ti amo anch'io, Oppa-
Conclusi stringendo il corpo del maggiore tra le braccia.
-Ah...Che sogno-
Commentò Jungkook baciandomi i capelli.
-Possiamo essere di nuovo una famiglia felice, ora-
Propose lui.
-Già-
Accordai con lui.
-Andiamo in hotel? Ho bisogno di fare l'amore con te-
Sorrisi a quella frase e acconsentii; eravamo ritornati entrambi felici.

PUZZLE //Jeon JungkookWhere stories live. Discover now