L'orfanotrofio (parte 2)

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Quando, qualche ora più tardi, Silente riemerse dallo studio con Sophié, spalancò gli occhi, incantato: non vi era un punto di quella casa privo di un addobbo, un angolo buio, una candela mal sistemata.
Hermione li invitò a guardare la casa  anche dall'esterno e l'uomo seguì la donna di fronte al portico: mille luci contornavano perfettamente i bordi del tetto, le pareti, le finestre e tutto risplendeva di mille colori.
La ragazza sorrise, respirando quel clima di amore e dolcezza che adorava: una mano si posò sulla sua vita e lei sorrise, ormai riconosceva il tuo tocco. Posò una testa sulla spalla di Malfoy, che stringeva Daniel tra le braccia.
-Buon Natale, Granger.- le sussurrò, respirando nei suoi capelli.
Gli occhi emozionati di Hermione scattarono sull'orologio: era Mezzanotte.
Si voltò verso di lui e coperta dal piccolo, gli sfiorò appena la guancia con le labbra.
-Buon Natale Malfoy.- si allontanò e Draco dovette resistere all'impulso di stringersela al petto.
Stava andando dai suoi amici, da Potter, lo sapeva: in fondo, avevano sempre passato il Natale assieme, non c'era niente di strano.
Eppure, quella volta, una morsa di dolore gli strinse il petto.
La manina di Daniel si posò sul suo viso. – Mamma bene a papà. - gli disse, con gli occhioni innocenti carichi di sincerità.


-Signore e Signori, la cena è servita!- fece Harry, con il cappello ancora in vista, in un mezzo inchino in direzione della porta.
L'enorme tavola rotonda che Silente aveva fatto comparire in soggiorno li accoglieva tutti, sembrava immensa eppure, per qualche strana magia, ognuno sembrava a pochi metri dall'altro.
Una fila di bimbetti e signorine fece il suo ingresso: a quattro alla volta, aiutati da Daphne , Hermione e Ginny, posarono i tacchini e tutto il resto sul tavolo, poi si sedettero ai loro posti.
Draco non staccò gli occhi dalla Granger che, dopo essersi complimentata con lo Sfregiato, si stava avviando verso il tavolo.
La Piattola si era già seduta accanto a Blaise, nel mezzo tra lei e Daphne.
Alla destra della Serpeverde, Lenticchia e poi la Corvonero, infine anche Potter prese posta accanto alla ragazza del suo amico.
Draco, invece, stava seduto qualche posto più in là: Nott e Flint l'avrebbero raggiunto non appena finito di fare gli idioti con la Brown.
Tuttavia, il ragazzo provò un impulso irrefrenabile di averla accanto a se. Lei parve capirlo.
Avanzò, incerta e imbarazzata, sotto lo sguardo allucinato del Salvatore del Mondo Magico e di Weasley, fino a raggiungere Draco.
Ma, ancora più incredibile. fu vedere Malfoy che si apriva in un sorriso raggiante e si alzava per scostarle la sedia.
La mano di lui le sfiorò la schiena ed entrambi repressero il brivido che aveva scatenato quel contatto.
Harry rimase a fissarli con la forchetta a mezz'aria, bianco come un cadavere.
Ginny e Daphne si scambiarono un'occhiata, entusiaste e tentarono di distrarre i due Grifondoro dall'amica, con scarsi risultati.
Sophié si allungò verso l'orecchio del Mago. – Sono davvero una splendida coppia.- gli sussurrò.
Silente sorrise. – Sono un Puro Sangue e una Mezzosangue.- le disse.
L'altra sgranò gli occhi. – Albus tu credi sia prudente...- cominciò preoccupata.
L'altro annuì. – Non ho mai visto il Signor Malfoy con quello sguardo negli occhi.- rispose, pensoso.
Nel frattempo, la Serpe bionda osservava il suo angelo dagli occhi ambrati: lei era lì, accanto a lui. Questo bastava.


- Harry.- Hermione gli si accomodò accanto: avevano cenato serenamente, distratti dal chiacchiericcio e dalle faccine felice dei piccoli.
Dopo che tutti avevano terminato i loro piatti, i piccoli si erano appisolati, solo qualcuno se ne stava appollaiato in braccio a qualche ragazza.
Il ragazzo aveva lasciato la sala, rifugiandosi in salotto, di fronte al camino acceso. Lei, con una morsa al cuore, l'aveva raggiunto.
-Hermione, cosa sta succedendo?- le chiese, con lo sguardo triste: odiava farlo soffrire, dopo tutto quello che aveva passato.
Lei si tirò le ginocchia al petto. – Io non provo per te quello che tu provi per me, Harry.- lo disse d'un fiato, aspettandosi una scenata.
Il ragazzo invece alzò le spalle, voltandosi verso di lei. – Lo so, Hermione, ma non credo di essere da meno a Malfoy.- rispose.
-Tra me e Malfoy...- tentò, ma lui la bloccò.
- Risparmiatela, è evidente: ma sappi una cosa. Io non mi arrenderò, Hermione: sono innamorato di te e ti voglio con me. Lotterò fino a quando tu non mi dirai di amarlo, cosa che spero non avvenga mai, ma anche allora, resterò sempre ad aspettare che ti stanchi di lui.- le sussurrò, ad un palmo dal naso.
La ragazza sgranò gli occhi: provava sentimenti troppo contrastanti per lui.
Da una parte, c'era quell'amore di base, l'amore fraterno, quello della famiglia, che li aveva legati anni prima e non li avrebbe mai separati.
Poi c'era quell'attrazione fisica, che la tradiva quando lui la sfiorava: Harry era un bel ragazzo e i suoi occhi la sapevano incatenare e trascinare via con lui.
Si ritrasse di poco, quasi in maniera impercettibile, mentre il ragazzo sospirava.
-Mai, non mi arrenderò mai, Hermione, ricordatelo. – le baciò la fronte, prima di raggiungere Ron in soggiorno.
La ragazza chiuse gli occhi: quanto avrebbe voluto essere ancora bambina, niente problemi, niente pensieri.
-Non essere triste, Mezzosangue, lo Sfregiato tornerà in un baleno.- la sua voce, acida e tagliente.
Lei nemmeno aprì gli occhi: aveva imparato a conoscerlo e sapeva che, provocarlo con le sue rispostacce, avrebbe scatenato una lite.
Draco strinse i pugni: quando aveva visto Potter a pochi centimetri dal suo viso, la rabbia era esplosa dentro di lui.
-Hai perso la lingua, Mezzosangue?-
- Non chiamarmi così. - gli occhi ambrati scattarono su di lui.
- Ma è quello che sei, Granger. – lo disse con cattiveria: voleva ferirla, farla soffrire, voleva essere l'unico ad averne il diritto.
Le lacrime di quella ragazza sarebbero dovute essere versate solo per lui.
Sorprendentemente, lei sorrise. – Siediti, "Purosangue".- lo disse con dolcezza e il calore della rabbia scemò immediatamente dentro di lui.
Non voleva sedersi, non poteva dargliela vinta, tuttavia si ritrovò poggiato con la schiena al divano accanto a lei.
- Malfoy, quanto conosci della storia babbana?- gli chiese.
- Che c'entra adesso? Granger, stai bene?- la fissò curioso: dove voleva andare a parare?
- Rispondi.-
- Poco e niente.- ammise lui.
Lei si sistemò meglio, voltandosi verso di lui a gambe incrociate cominciò il suo racconto.
-Devi sapere che tra il 1933 e il 1945, la popolazione Babbana ha affrontato uno dei più oscuri e disgustosi periodi di tutti i tempi.
Furono gli anni in cui un uomo di nome Adolf Hitler, salì al potere in Germania, instaurando un governo di tipo dittatoriale.
Hitler, probabilmente era malato, pazzo, comunque sia, cominciò a far esportare la popolazione di religione ebraica da tutti i paesi nei quali poteva arrivare, come ad esempio l'Italia. Milioni di persone innocenti, milioni tra donne e bambini, uomini e anziani, vennero rinchiusi nei "Campi di Concentramento": erano dei campi, circondati da fini spinati e reti elettrificate, dai quali, quasi sicuramente non sarebbero più usciti. Se gli uomini erano abbastanza forti, i tedeschi che sorvegliavano il campo li usavano per lavorare, altrimenti venivano fucilati o uccisi nelle camere a gas, e gettati in una fossa comune, senza alcuna dignità. Per le donne era lo stesso: venivano rasate, costrette a separarsi dai propri bambini, alla fame.
Tutti morivano di fame, Malfoy: quando gli americani liberarono i pochi superstiti, trovarono solo ossa attaccate chissà come.
Addirittura sui bambini venivano fatti esperimenti tremendi e i volontari venivano scelti con i metodi più bastardi: chi vuole tornare dalla mamma? Chiedevano questo ai piccoli e ne selezionavano alcuni, tra quelli che avevano fatto un passo avanti.
Queste sono solo alcune delle cose abominevoli che sono accadute dentro quei campi, ti risparmio il resto, non avrei la forza di ripensarci.
Tuttavia voglio che tu capisca che quello che ti sto raccontando non te lo dico per caso o per ampliare il tuo bagaglio culturale: devi capire Malfoy, il perché. Hitler e tutti i malati che lo seguirono, uccisero milioni di persone perché erano convinti che il sangue "ariano", il sangue del tedesco "puro" non poteva essere infettato con quello dei popoli di razza inferiore.
Un massacro, Malfoy: bambini dell'età di Daniel, più grandi e più piccoli, uccisi senza pietà, bruciati, nei forni.- la Granger trasse un respiro da quando aveva cominciato a parlare, mentre le ombre delle fiamme del camino danzavano sul suo viso.
Milioni di vite distrutte, per il Sangue.- sussurrò.
La testa di Draco girò: si sentiva svuotato.
Voldemort aveva mietuto molte vittime, migliaia, tuttavia, l'orrore che aveva visto negli occhi della ragazza lo aveva scosso nel profondo: tutto solo per il Sangue. La vide asciugarsi una lacrima.
-Non lasciarti ingoiare dai preconcetti, dai pregiudizi, dagli stereotipi, Malfoy: siamo tutti esseri umani, abbiamo tutti un cuore che batte, anche se in modo diverso da quello degli altri.- gli disse.
In quel preciso istante Draco seppe che tutte le sue barriere erano state abbattute.
In quel preciso istante, capì di essersi innamorato di lei.
In quel preciso istante, capì  che non avrebbe mai più potuto fare a meno di Hermione Granger.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now