Fregato

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-Merda!- era sempre quella la parola che stonava visibilmente con le labbra signorili del biondo Serpeverde.
Blaise sospirò, scambiandosi un'occhiata con Nott: entrambi i ragazzi sapevano bene che, quando Draco era di quell'umore, tentare di avvicinarlo sarebbe equivalso a rischiare la vita, così desistettero.
-Sfregiato...maledetto...colpa sua...Mezzosangue!- e via così: era quasi giunta l'ora di cena e l'ambito ultimo Erede dei Malfoy e dei Black non accennava a voler smettere quel andirivieni nella stanza.
-  Ragazzi, tutto bene lì dentro?- la voce di Daphne: Theodor si illuminò, come se gli fosse comparso Salazar in persona.
- Certo, Daph, dacci due minuti e veniamo a cena. – esclamò ad alta voce.
Gli occhi di ghiaccio di Malfoy si puntarono sul di ragazzo, osservandolo come fosse un pezzo di carne e lui il cane affamato.
Nott deglutì e Blaise intervenne per salvare un arto all'amico. – Theo ha ragione Draco: dobbiamo, anzi tu devi, uscire di qui.- disse, avvicinandosi con estrema cautela.
Draco riprese il suo giro frenetico. – Non posso, non posso.- ripeté.
-Lei resterà in questa scuola un altro lungo anno, così come Potter: come pensi di giustificare la tua assenza per tutto questo periodo?- ironizzò Zabini.
- Blaise ha ragione: comportati da Malfoy.- si accorò Nott.
L'orgoglio dei Malfoy entrò in azione. – Al diavolo.- grugnì, uscendo e sbattendo la porta.
I due si guardarono, preoccupati.



-Hermione, andiamo?- la voce gentile di Harry la distolse dal libro al quale si era dedicata nelle ultime ore.
- Come?- chiese, stralunata.
Lui sorrise. – E' ora di cena. – le tese una mano e la tirò in piedi.
-Di già?-
Harry l'avvicinò al suo corpo, posandole un bacio sui capelli.
-Devo chiamare Ginny.- la ragazza si liberò delicata dal suo abbraccio e corse su per le scale. - Ginny! Andiamo!- batté alla porta.
- Ho...ho cambiato idea, Hermione, va' tu. – balbettò una voce dall'interno.
La Caposcuola alzò gli occhi al cielo. – Ginevra Wesley, esci immediatamente da questa stanza o giuro sui miei libri di Trasfigurazione che vengo a prenderti per i capelli!- esclamò. Sentì una risatina soffocata e la porta si aprì.
-Sono felice che ne abbiamo parlato.- scherzò, mentre, a braccetto, si avviavano verso la Sala Comune.
Harry la accolse con un abbraccio. – Bentornata, bellezza. – le sussurrò.
-Dov' è Ron?- domandò la piccola Weasley, guardandosi intorno.
- Ci raggiungerà a cena. – sorrise maliziosa Hermione.
Uscirono dal ritratto e attraversarono il corridoio principale, entrando in Sala Grande.
La mano di Ginny si strinse sul braccio di Hermione, che di rimando rafforzò la presa, per dare conforto all'amica.
Zabini era già seduto al suo tavolo, accanto ad un livido e impassibile Malfoy.
Gli occhi cobalto del moro Serpeverde si fissarono sulla Grifondoro, seguendola in ogni più piccolo movimento.
Harry, dopo una bruttissima occhiata di avvertimento a Malfoy, che lo ignorò palesemente, si accomodò accanto a Hermione, stringendosi al fianco di lei.
La Caposcuola si chiese se fosse possibile tagliare a pezzetti le persone con lo sguardo: se così fosse stato, chiunque fosse passato tra le due tavole in quel momento, avrebbe fatto una brutta fine.
In quel clima di tensione, una scena dolcissima le scaldò il cuore, facendola sorridere appena: Ron entrava in quel momento, tenendo un braccio sulle spalle di una imbambolata Luna.
Arrivati di fronte al tavolo di Gryffindor, la Corvonero scoccò un bacio alle due amiche e poi uno leggerissimo sulle labbra del ragazzo, prima di allontanarsi sorridendo.
Harry fissò incredulo l'amico. – Ti ha baciato.- disse soltanto, mentre un imbarazzatissimo Ron si sedeva.
-Lo so. -
- State insieme? – chiese Ginny, sorridendo appena.
- Credo...credo di si. – suo fratello si grattò la testa.
- Congratulazioni amico!- Harry gli diede una pacca sulla spalla, ridendo.
- Non osare farla soffrire, Ronald!- esclamò Hermione.
- Ma, Hermione, stiamo insieme da nemmeno tre ore e già mi rimproveri, per giunta per qualcosa che non ho ancora fatto?!- protestò divertito il ragazzo.
La Caposcuola si gonfiò, sorridendo. – E' un assaggio di quello che ti aspetterebbe se facessi soffrire una ragazza dolce come Luna!- dal tavolo dei Corvi la diretta interessata sorrise all'amica. Il clima si alleggerì leggermente tra una portata e l'altra.
Ginny si arrischiò un paio di volte a gettare lo sguardo sul tavolo delle Serpi, ritrovandosi sempre persa in due occhi blu che la fissavano tristi.
Hermione invece non osò nemmeno inclinare leggermente il capo verso Malfoy, temendo quello che avrebbe scorto sul viso del ragazzo: derisione, divertimento, odio. Non poteva farcela.
-Oh Harry, sei un disastro!- rise, osservando le labbra dell'amico, imbrattate di torta al cioccolato.
Lui si finse offeso. – Come osi?!- le stampò un bacio sulla guancia, all'angolo dalle labbra, sporcandola.
Tutti risero, della faccia imbufalita della Caposcuola.
In quel momento di ilarità, Hermione commise quello che, probabilmente, sarebbe stato il più grande errore e la miglior cosa della sua vita: si voltò a guardare Draco.
Malfoy era furioso: la vicinanza di Potter alla Mezzosangue gli falca ribollire il sangue nelle vene.
Lui non la poteva volere: era sbagliata come frase, grammaticalmente, ideologicamente, ma era così.
La voleva, ma non poteva volerla.
Lei aveva il sangue sporco.
Lui quello Puro.
Incatenò quegli occhi ambrati ai suoi, cercando di comunicarle il dolore che quella lontananza impossibile gli provocava.
Le chiese scusa, per quello che aveva fatto nel pomeriggio.
Le chiese di non distogliere lo sguardo, almeno per un attimo: si sarebbe accontentato di quel contatto.
I Loro occhi.
Due dita le afferrarono il mento.
La visuale di Draco si allargò e mise a fuoco lo Sfregiato che le sfiorava il viso, voltandolo verso di se.
La vide spezzare il contatto, con l'ansia nello sguardo.
Il suo respiro si fermò, così come quello di lei.
Blaise lo sentì irrigidirsi e spostò di poco lo sguardo da Ginny, sgranando gli occhi.
Harry si avvicinò pericolosamente alle labbra della ragazza, mentre tutta la Sala si zittiva. Ron rimase con la forchetta a mezz'aria.
I pugni del Serpeverde biondo si strinsero convulsamente.
Proprio quando le labbra di Harry, erano ad un fiato da quelle di Hermione, e mentre una mano di Blaise era scattata a fare pressione sulla spalle di Malfoy, proprio come quella di Nott, Draco vide la Granger vacillare sulla panca.
Si rese conto immediatamente che qualcosa non andava.
Pochi secondi dopo, Hermione si ritrovava svenuta tra le braccia di Harry.
Potter la sollevò in braccio, correndo fuori, seguito a ruota da Ron e Ginny, mentre un brusio si sparpagliava per la Sala.
Draco fece per alzarsi. – Aspetta, Draco, devi calmarti.- mormorò Blaise.
-Lasciami.- la voce del ragazzo era fredda come il ghiaccio.
- Draco, Blaise ha ragione: se andassi tu, litigheresti di nuovo con Harry. Andrò io, prometto di correre da te appena so come sta.- gli disse Daphne, alzandosi.
Malfoy non accennava a voler desistere. – Portiamolo fuori.- bisbigliò Blaise a Theodor.



Madama Chips fece un gesto con la mano. – Ragazzi, capisco la vostra apprensione, ma vi prego, fate respirare la Caposcuola Granger.- li invitò per la terza volta.
Hermione rinvenne pochi attimi dopo, ma il suo colorito continuava ad essere più pallido del latte.
-Miss Granger, come si sente?-
La ragazza si tirò a sedere, avvertendo una forte fitta alla testa.
-Mi fa un po' male la testa.- rispose.
L'infermiera annuì. – Beva questo.- le porse un bicchierino fumante.
Hermione la annusò, prima di mandarlo giù.
-Se la sente di tornare al dormitorio o preferisce restare qui?- le domandò.
-La porto io!- esclamò Harry.
- Signorina Granger?- ripeté la donna.
- Sto...bene.- annuì lei.
Harry la prese in braccio. – Non la faccia affaticare, Signor Potter, la metta subito a letto altrimenti domattina le revocherò il permesso di uscire per andare all'orfanatrofio.- li minacciò.
Ron aprì la porta e li fece passare, fuori trovarono Daphne.
-Hermione! Come stai?- le chiese.
- Sto bene, Daph, solo un giramento di testa, ora vado a riposare.- sorrise all'amica.
Ron li seguì.
-Ginny, ti posso parlare?- la Serpeverde la fermò.
- Vi raggiungo subito.- disse all'amica che annuì, facendole l'occhiolino.
- Se vuoi dirmi di parlare con Zabini...- cominciò.
- Puoi venire adesso!- urlò la Serpe, allontanandosi e sparendo in un angolo buio.
Ginny rimase a fissare l'oscurità da cui sembrava essere stata inghiottita l'amica, fino a quando ne uscì Blaise.
Il cuore di  Ginny fece le capriole, mentre il Serpeverde avanzava verso di lei.
Si voltò, avviandosi verso il dormitorio, ma, come aveva sperato, la mano di Zabini le bloccò il polso e la spinse contro una colonna.
-Ti prego, Ginny, lasciami parlare.- le disse, poggiando la fronte contro la sua.
Respirarono quel profumo che apparteneva a entrambi e di cui avevano sentito una disperata mancanza.
-Sono geloso, Ginny, da morire: odio l'idea che qualcuno possa starti vicino o sentirti ridere.
Ho paura: ho paura che tu preferisca un altro a me, perché io non sono quello che la tua famiglia vorrebbe per te. – le sussurrò.
Lei rise, aggrappandosi alle sue spalle. – Ma tu sei quello che voglio io. – mormorò, baciandolo.
La testa del ragazzo cominciò a girare; la prese in braccio, schiacciandola contro la colonna.
-Ti amo. – le disse, guardandola negli occhi.
- Ti amo anch'io. –


- Bell'amico!- borbottò Draco, ormai rassicurato da Daphne sulle condizioni di Hermione e abbandonato da Blaise.
- Doveva chiarire con Ginevra, Draco, non rompere.- rispose la ragazza.
- Piattola.- decretò, imbronciato.
La risata cristallina della ragazza lo fece voltare: Daphne era davvero bellissima.
Ma i suoi capelli erano troppo biondi.
I suoi occhi troppo piccoli e chiari.
Le sue labbra troppo sottili.
Non come quelle di Hermione.
-E' inutile, Draco: non sarai mai più attratto da me in quel modo. – gli disse lei, intuendo i suoi pensieri.
- Come fai a dirlo?-
- Perché ti sei innamorato di Hermione e quando ci si innamora, non si prova attrazione per le altre, anche se lo si vuole.- rispose.
Malfoy si sentiva frustrato: dannazione quella ragazza era una delle più belle di tutta la scuola ( dopo la Grnger ovviamente)!
Si alzò di scatto, spingendola sul letto. Lei lo lasciò fare: lo conosceva fin troppo bene.
Draco le sbottonò la camicetta, posandole una serie di baci sul collo.
Poi chinò il capo sulla spalla dell'amica. – Cazzo.- mormorò.
Daphne sorrise, riallacciando i bottoni.
-Mi dispiace, Daph. - le disse.
-Era la tua prova del nove.- gli fece l'occhiolino. – Sei fregato caro mio.- gli disse, avviandosi verso la porta.
Malfoy si voltò a pancia in su, portandosi un braccio sulla fronte.
 

Il Nostro Sangue || Dramione Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon