Guardie del corpo

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-Il segreto è restare calma, quindi, adesso, prendi un bel respiro.- Hermione continuò a ripetersi la stessa frase durante tutta la mattinata: la scuola era in fermento. La tanto attesa Domenica era giunta, portando con sé timori, ripensamenti e agitazioni.
Silente aveva provveduto a far consegnare la colazione al gruppo delle ragazze nei rispettivi dormitori, per evitare il trambusto che si sarebbe generato al loro arrivo in Sala Grande.
Hermione, Ginny e Lavanda se ne stavano chiuse nella camera delle prime due, in attesa che Daphne e Luna le raggiungessero: avevano dovuto rimanere sottochiave, poiché perfino le ragazze, oltre ai ragazzi, sembravano impazzite. Il panico stressava in modo allucinante Hermione, che continuava a mordicchiarsi le labbra.
Un leggero bussare alla porta le fece sussultare: erano tutte parecchio nervose.
-Sono Harry, siamo tornati, c'è qui Luna. – disse una voce, attutita dalla porta: Hermione aveva spedito i due ragazzi a fare da "scorta" alla Corvonero. Fatta entrare Luna, la porta fu immediatamente richiusa a chiave. La bionda Corvonero si sedette, stordita.
-Questo casino non ci voleva! – sbottò Ginny.
Hermione assentì – Dobbiamo andare da Silente alle dodici, ricordi? Arriveranno i tipi del Servizio D'Ordine.- le rammentò.
Un nuovo ticchettio sulla porta – C'è Daphne!- la voce di Ron, in perfetto stile comandante dell'esercito.
La Serpeverde entrò, sbuffando a più non posso e si lasciò cadere sul letto di Hermione.
-Mi hanno dovuta accompagnare Draco e Blaise, vi rendete conto!- esclamò, scocciata.
- Vi sta bene: la prossima volta, ripetizioni!- borbottò Hermione.



Harry e Ron rimasero impalati di fronte ai due Serpeverde: perché mai sia Hermione che Daphne avevano categoricamente ordinato ai rispettivi amici di aspettare tutti insieme nella Sala Comune dei Grifoni? Malfoy sbuffò, imitato da Harry.
-Che cavolo stanno facendo, quanto ci mettono?- sbottò Ron.
- Non credo tu abbia niente di meglio da fare ,Lenticchia.- lo canzonò Malfoy.
- Chiudi il becco, furetto.-
- Adesso basta.- la voce di Blaise li interruppe, prima che cominciassero a schiantarsi.
- Salve, ragazzi. – l'arrivo Hermione li distrasse: tutte e cinque le ragazze si erano radunate nella Sala Comune.
- Ho bisogno di chiedervi un favore, Harry e Ron: lo so che in questo periodo vi ho chiesto di non essere asfissianti, ma ci serve che ci accompagniate fino all'ufficio di Silente.- spiegò, imbarazzatissima, la Caposcuola.
I due Gryffindor si illuminarono – Certo, Hermione, ti staremo incollati tutto il giorno.- rispose il Salvatore del Mondo Magico, mentre Ron annuiva vigorosamente. Hermione deglutì: sembrava una minaccia.
-Non ci servite tutto il giorno, ma solo adesso: Silente ha provveduto a contattare delle persone che baderanno che nessuno si avvicini.- aggiunse Ginevra. I quattro ragazzi si guardarono perplessi e preoccupati: che voleva dire "delle persone"?
Non avrebbero fatto avvicinare nemmeno loro?
-Io non ho alcuna intenzione di far parte della tua scorta, Mezzosangue, né di quella della Piattola.- la voce di Malfoy tagliò l'aria e gli occhi della ragazza scattarono su di lui.
Si scambiarono uno sguardo indecifrabile per qualche secondo – Non l'ho chiesto a te, infatti.- rispose lei.
Daphne si fece avanti – Tu e Blaise vi occuperete di me e Luna, d'accordo?- e non era una domanda.
Blaise lanciò uno sguardo sconsolato alla fidanzata, che ammiccò velocemente.
Si avviarono verso il ritratto e Harry prese posto alla sinistra di Hermione.
-Fa' un bel respiro.- si ripeté la Caposcuola.




-Ma che diamine gli prende a tutti?!- esclamò Ron, quando, finalmente, raggiunsero l'ufficio del Preside: avevano dovuto formare una specie di barriera intorno alle ragazze poiché, ovunque passassero, vi erano ragazzi che le indicavano, si avvicinavano implorandole di regalare loro un biglietto. Una volta di fronte alle scale le spinsero a forza a salire in fretta e si concessero un secondo di respiro.
- Credete che possiamo andare?- mormorò Ron, indeciso.
Harry si grattò il mento – Non saprei, Ron: hanno detto che ci sarà qualcun altro a badare a loro, ma restiamo lo stesso, non si sa mai.- decise.
Malfoy si accese un sigaretta, annoiato: quel giorno si era svegliato decisamente di pessimo umore e quel fanatismo dei ragazzi della scuola nei confronti delle ragazze non faceva che innervosirlo ulteriormente.
Blaise gli tirò una gomitata, parlando a voce bassa – Non mi va che qualcun altro protegga la mia Ginny.- gli disse.
Malfoy alzò le spalle.
-E tu dovresti essere più gentile con Hermione, se vuoi che venga al ballo con te. - aggiunse.
Draco roteò gli occhi – Non ho nessuna intenzione di chiedere alla Granger di venire al Ballo con me. – ripeté per quella che doveva essere la centesima volta, quella mattina.
L'altro sorrise, malizioso – Stai cercando di convincere me o te stesso?-




-Signorine, prego, accomodatevi.- il vecchio Preside indicò loro le cinque poltroncine, sistemate, per l'occasione, di fronte alla sua scrivania.
- Ci scusi il ritardo, Professore, ma abbiamo dovuto aspettare che si calmassero le acque.- spiegò Hermione.
Silente annuì, comprensivo – Il vostro progetto ha scaldato gli animi, signorine. Per fortuna, un mio vecchio amico ha accettato di prestarci un gruppetto dei suoi ragazzi che badino a voi, per beneficenza.- spiegò loro.
-Senza ulteriori indugi, vi presento i membri del Servizio d'Ordine: - disse l'uomo, indicando il ritratto dal lato opposto al quale erano entrate loro, che si stava aprendo: ne uscirono cinque uomini, vestiti di nero.
- Questi signori, sono Guardie del Mago: in poche parole, il loro compito è quello di tenere al sicuro il mago o la strega che viene loro affidata, per un qualsiasi motivo. Dopo che ho raccontato loro del nostro progetto di beneficienza, hanno gentilmente accettato di aiutarvi, signorine.- spiegò alle ragazze. Hermione sorrise timidamente, sotto lo sguardo severo di quegli energumeni.
-Lui è Carl, la squadra è sotto il suo controllo.- aggiunse Silente, indicando il più alto degli uomini, che fece un cenno di saluto.
- Lei è la Signorina Granger, sarà lei a darvi disposizioni per questa sera. Per quanto riguarda il resto della giornata, dovrete impedire ai restanti ragazzi e ragazze della scuola di infastidire in alcun modo il lavoro delle signorine.- disse il Preside agli uomini, che assentirono.
-Se non c'è altro, Professore, noi andremmo: abbiamo molto da fare.- sorrise Hermione ,alzandosi.
Silente annuì – Andate pure e buon lavoro.- rispose, allargando le braccia a mo' di saluto.
Non appena Hermione si avvicinò alla porta, il Capo della squadra, Carl, si frappose fra lei e le scale, precedendola nella discesa: sconcertata, la Caposcuola cominciò a scendere, seguendo l'uomo.
Subito dopo di lei, Daphne e Ginny, seguite da un altro degli uomini della squadra, mentre gli ultimi due chiudevano la fila alle spalle di Lavanda e Luna. Tutte le ragazze incrociarono le dita unite da una speranza comune: che i ragazzi fossero andati via.
Speranza che si rivelò vana: di fatti, se ne stavano tutti e quattro appoggiati alla parete di fronte alle scale, con lo sguardo fisso su di loro.
Non appena arrivarono in fondo alla scala, Harry e Ron si avviarono verso Hermione ma Carl si frappose immediatamente tra loro.
-Problemi?- chiese ai due, che si guardarono accigliati.
- Si, il fatto che lei non ci fa avvicinare alla nostra migliore amica.- rispose Harry, sporgendosi verso la Caposcuola.
- Indietreggi.- gli disse l'uomo, spostandosi nuovamente per coprirla.
- Hermione, digli qualcosa!- esclamò Ron, alzando la voce.
La testa riccioluta della ragazza fece capolino dalla spalla di Carl – Mi spiace Ron, hanno avuto degli ordini precisi da Silente: ci rivediamo stasera.- spiegò ai due. – Grazie di tutto.- aggiunse.
Malfoy sbuffò, avanzando verso di loro, spavaldo: anche stavolta uno degli uomini si affiancò a Carl, coprendo ancora di più Hermione e la bionda Serpeverde.
-Si identifichi prego.- disse a Draco, che lo fissò incredulo.
- Draco Lucius Malfoy.- rispose il giovane, gonfiandosi.
Carl scosse il capo – Nemmeno lei può avvicinarsi.- spiegò al giovane, prima di fare un cenno alla Caposcuola dei Gryffindor.
-Andiamo, Hermione?- le domandò. La ragazza annuì e la squadra si mosse compatta, sparendo nel corridoio.



Ron rimase a fissare incredulo quegli energumeni che si guardavano intorno attenti, circondando le ragazze. – Ma...ma...- balbettò, troppo sconvolto per parlare. Harry strinse i pugni – Già.- sussurrò.
Blaise lanciò un'occhiata a Draco, che teneva gli occhi di ghiaccio puntati sulle spalle della Caposcuola.
- Draco...- mormorò, posandogli una mano sulla spalla. Il Serpeverde vibrava. Si scrollò velocemente l'amico di dosso, prima di allontanarsi.



-Va bene, Carl, qui dentro non potrà entrare nessuno.- sorrise Hermione, indicandogli l'enorme portone della Stanza delle Necessità.
- Quindi, prendetevi il tempo per mangiare qualcosa, fare un giro...o quello che volete.- li invitò, mentre le altre ragazze entravano veloci.
L'uomo indugiò – Saremo qui fuori per le sei, non muovetevi da qui dentro senza di noi, chiaro?- chiese alla ragazza, che annuì vigorosamente. Quando anche Hermione fu entrata, gli uomini si allontanarono.
-Non credevo sarebbe stato così!- sbuffò Ginny, scocciata.
-Nemmeno io!- si accorò Daphne.
- Hai visto la faccia di Blaise?- fece la rossa Grifondoro, piagnucolante.
Luna annuì – Sono certa che quando gli spiegherai che non è stata una nostra idea, capirà.- la rincuorò.
La piccola Wesley la guardò dubbiosa, mentre Hermione si avvicinava alle poltroncine, contandole velocemente.
-Hermione, non ti è sembrato strano, Draco?- le bisbigliò Daphne, avvicinandosi.
L'altra la guardò confusa – No, perché?- le domandò.
Daphne alzò le spalle – Niente, niente.- rispose.
La Caposcuola dei Grifoni la guardò di traverso, mentre l'amica si allontanava veloce.



Draco si chiuse la porta alle spalle, porta che venne immediatamente riaperta da Blaise.
- Blaise, lasciami in pace. – disse, senza voltarsi.
- Che ti prende, Draco?- chiese l'altro, accomodandosi sul letto. – Non credevo ti piacesse la Granger.- aggiunse, dosando bene le parole.
Per quando fossero amici, Draco Malfoy rimaneva sempre un perfetto misto di istinto, glacialità e crudeltà.
Malfoy si voltò di scatto, con gli occhi che scintillavano – Non mi piace la Mezzosangue.- disse, con la voce bassa e per niente amichevole.
-Allora perché fai così?-
- Cazzi miei.- ribatté.
Il silenzio interrotto solo dal sibilo del vento e lo scroscio della pioggia che batteva alle finestre.
-Non mi sono sentito all'altezza.- mormorò ad un tratto Draco, con gli occhi fissi sulla tempesta. - Insomma, io sono un Purosangue, l'unico erede dei Malfoy e dei Black: tuttavia, hanno protetto lei da me, come se io fossi...- la rabbia gli mozzò le parole in bocca.
Blaise sospirò – Ti stai rodendo il fegato perché una Guardia del Corpo, assunta da Silente, non ti ha permesso di avvicinarti ad una ragazza che non ti piace?- ironizzò, beccandosi un'occhiataccia.
-Intanto, nemmeno tu hai potuto avvicinarti alla tua Piattola!- lo schernì.
- Ma Ginny è la mia ragazza io ho il diritto di essere geloso di lei!-
- Io non sono geloso della Mezzosangue!-
Blaise incrociò le braccia – Come no. – sussurrò.
Draco si infilò in bagno, sbattendo la porta: doveva calmarsi, dannazione! Che gli prendeva?
Era tutta colpa di Silente e del suo maledettissimo progetto, che lo stava costringendo a stare a contatto con Potty e la sua cricca.
E poi, il colmo: lui, Draco Lucius Malfoy, trattato come un comune...babbano, da un gruppo di idioti vestiti da becchini!
Maledetta Granger, era tutta colpa sua! Insomma, avrebbe anche potuto dire all'energumeno di spostarsi, di farlo passare! Spiegare loro che lui non era pericoloso per lei. E quel pensiero lo colpì violento come uno schiantesimo: chi, più di Draco Malfoy, era stato ed era pericoloso per Hermione Granger? Eppure, comprese, adesso ne era convinto: non le avrebbe fatto del male anche nel caso in cui avesse voluto e potuto.
Lei non lo sapeva, tuttavia. E non ci avrebbe creduto, nel caso. Quindi non poteva avanzare alcun tipo di pretesa.
Ne avrebbero avuto più diritto Potter e Lenticchia, che lui.
Non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto una serie di Cruciatus infertigli da Voldemort, ma Blaise aveva ragione: la Mezzosangue gli piaceva.
Era bella, una bellissima ragazza.
Era spiritosa, brillante, intelligente.
Era orgogliosa, testarda e fiera.
Era acuta, coraggiosa, istintiva.
Era tutto e il contrario di tutto.
Tuttavia, per quanto questo lo attraesse, le convinzioni che lo avevano accompagnato per tutta la vita, lo frenavano: era una Mezzosangue e lui si sarebbe mangiato il fegato da solo, anziché avvicinarsi a lei.
Questo era tutto: per quanto la Granger potesse essere attraente, rimaneva una Sangue Sporco.





- Non ci credo!- esclamò Ginny, osservando il vassoio con il pranzo che era stato loro recapitato da Carl: non potete correre rischia andando in Sala Grande, aveva detto.
- Qui si sta superando il limite: siamo comuni studentesse, non stelle del cinema!- sbuffò Hermione.
Daphne sorrise – Lasciate che vi spieghi una cosa: quando, per un qualsiasi motivo, si finisce sotto i riflettori, non importa chi tu sia o cosa tornerai ad essere, per quel momento, quella giornata, quel mese, sarai trattata da vera celebrità e rischierai come una vera celebrità.- spiegò alle ragazze. -Quindi, non fate quel broncio: non durerà per sempre, solo per un paio di giorni.- sorrise.
Hermione sgranò gli occhi – Un paio di giorni?!-.




Harry e Ron continuavano a tirare calci ai fogli di giornale appallottolati, sbuffando.
Grattastinchi sonnecchiava al caldo sul divano della Sala Comune, soffiando a chiunque si avvicinasse alla sua postazione.
-Non ci posso credere: ci impediscono di avvicinarci, come se fossimo dei Mangiamorte!- sbottò Harry.
Ron si lasciò sprofondare su una delle poltrone – Non farti venire strane idee: non ho intenzione di avvicinarmi ancora a quella Stanza, Harry.- gli disse. – Quel Carl è davvero enorme e l'ultima volta che abbiamo messo piede nel corridoio, quasi ci ardeva vivi con gli occhi!- ricordò. Il Salvatore del Mondo Magico si portò una mano alla fronte: come si era ridotto?


Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now