La sfilata

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Piccola premessa!!!!! Questo in realtà sarebbero dovuti essere due capitoli ma ho deciso di unirli. <3



Una musica di sottofondo alleggeriva l'aria, coprendo, almeno in parte, il brusio del chiacchiericcio dei presenti: Hermione, seduta da circa mezz'ora nella sala per le acconciature, cominciava a diventare leggermente isterica.
Ginny aveva incantato spazzole e asciugacapelli, bigodini e piastre, a seconda della "modella" che si accomodava su quella poltrona demoniaca e c'era una spazzola che non l'aveva smessa un attimo di pettinarle un ciuffo laterale che lei non ricordava di avere.
Daphne entrò dalla porta, facendola alzare. – Hermione, ti stanno benissimo così!- esclamò, prendendo il suo posto e lasciando che le spazzole si muovessero, mentre lei sorrideva tranquilla. Così come?, avrebbe voluto chiedere all'amica, ma questa era già bella che andata.
La Caposcuola si guardò preoccupata allo specchio: la parte superiore dei suoi boccoli (già perché i suoi riccioli ribelli erano stati annientati, sostituiti da morbidi e lucidi boccoli) era stata sollevata a formare una specie di coda di cavallo molto particolare, mentre il resto dei capelli erano stati lasciati liberi sulle spalle. Un ciuffo ondulato le copriva diagonalmente la fronte e una piccola coroncina di tre brillantini copriva il sottilissimo elastico del codino.
-Hermione, muoviti, va' a truccarti!- le disse Daphne, vedendola ancora lì.
Sbuffando, la ragazza uscì, attraversò il piccolo riquadro che comunicava con le tre stanze ed entrò in quella di fronte; Ginny se ne stava comodamente distesa su di un lettino, mentre un enorme pennello si muoveva intorno alla sua faccia.
-Finalmente sei arrivata!- esclamò Lavanda, apparendo dal nulla.- Siediti, non abbiamo molto tempo!- fu trascinata su di una sedia dallo schienale reclinabile, dove un pennellino minuscolo cominciò a martellarle l'occhio sinistro.




La Stanza delle Necessità era gremita di gente: la Guardia all'ingresso aveva già spedito parecchi imbroglioni nei rispettivi dormitori.
Quando tutti furono seduti le luci si abbassarono: il portone si aprì e Silente, con la McGranitt e Piton ai lati, fece il suo ingresso, prendendo posto nelle poltroncine a loro riservate. La porta fu nuovamente chiusa.
Harry e Ron, seduti in prima fila, posto riservato loro da Ginny, continuavano a scambiarsi occhiatacce con Draco e Blaise, posizionati accanto a loro. Stavano per dare vita ad uno dei loro soliti battibecchi, quando le luci si spensero del tutto e la musica si interruppe: un attimo dopo, una serie di fari colorati cominciarono a saettare lungo tutto il palco, mentre una fila di piccole luci illuminavano il contorno della pista.
Una voce vivace tuonò dalle casse. – Buona sera, studenti e studentesse di Hogwarts e benvenuti all'evento più sensazionale che la scuola abbia visto negli ultimi sette anni!- esclamò.
Un boato si levò dalla folla e la voce rise. – Vedo che concordate! Bene, senza ulteriori indugi e pregandovi di non esagerare con l'euforia, se non l'aveste notato ci sono un paio di energumeni pronti a staccarvi il collo in caso creasse problemi, passo a presentarvi le nostre deliziose modelle!- altro boato, i fari si puntarono sulla porta in cima al palco.
Una musica ritmata, le porte si aprirono leggermente: una bellissima Daphne, stretta in un completo gonna e camicetta, scendeva disinvolta le scale. I capelli, legati in una morbida treccia francese, sobbalzavano ad ogni passo. Un sottile ombretto azzurro, richiamava il colore degli occhi. Quando raggiunse la fine della passerella, la folla esplose in un boato.
Harry e Ron deglutirono, mentre Draco e Blaise, ormai abituati allo splendore della Serpe, ghignarono, fischiandola.
- Harry, ti senti bene?- mormorò Ron, guardando l'amico, la cui mascella non sfiorava il pavimento per miracolo.
Non ottenne risposta.
La porta si richiuse alle spalle delle bionda visione, riaprendosi un attimo dopo: una Ginny avvolta in un vestitino stile francesina, con i capelli tenuti da un cerchietto di raso, sembrò quasi saltellare fino al centro della pista: le labbra colorate leggermente di pesca, le ciglia scure di mascara. Ron divenne di mille colori, dato che quasi tutta la popolazione maschile in sala sbavava per sua sorella.
Blaise si agitò sulla sedia, lanciando fulmini e saette dagli occhi e maledicendo apertamente Silente e tutto il settimo anno di tutte le Case di Hogwarts. Pochi secondi dopo l'uscita della ragazza, una dolcissima Luna, stretta in una gonnellina scozzese e in una casacca lilla, scese timida i gradini, regalando sorrisi a destra e a manca.
Ron quasi si mozzò la lingua e perfino Harry non poté fare a meno di ammirare il delicato profilo della Corvonero.
Un silenzio quasi innaturale, interrotto solo dalla musica di base, scese nella sala: le porte si erano chiuse da poco, dopo la comparsa di Lavanda con vestitino svolazzante e capelli lasciati liberi sulle spalle.
Mancava solo Hermione.
Draco si raddrizzò sulla sedia, mentre Harry afferrava i braccioli della poltrona: non avrebbero mai potuto immaginare, neanche volendolo, che due ragazzi, fisicamente, caratterialmente e moralmente tanto diversi, si sentissero così in ansia per la stessa ragazza.
Le porte si aprirono e la folla spalancò gli occhi: Hermione scese le scale lentamente, timorosa di cadere.
Il jeans chiaro e stretto, quasi pelle su pelle, metteva in risalto la curva perfetta e pronunciata del fondoschiena e le gambe magre.
Il corpetto bianco, in parte coperto dalla giacca nera, le stringeva il seno e i fianchi.
Un leggero filo di lucidalabbra e un po' di mascara, completavano il tutto: le guance erano rosse già di loro.
Draco la vide sorridere timidamente a qualche fischio, mentre avanzava seguita dal fascio di luce: una morsa gli strinse lo stomaco, quando, voltandosi, i suoi occhi scuri e luminosi indugiarono un secondo di troppo su di lui.
Harry strinse i pugni, mordendosi le labbra: mentre si avviava verso le scale, il fondoschiena della ragazza ondeggiava morbidamente, senza che fosse lei a muoversi. Vide tutti i ragazzi sbattere le ciglia, quando lei sparì oltre la porta.
Le luci tornarono ad essere soffuse, mentre la musica si abbassava di qualche tono.
-Bene, miei cari ospiti, credo che nessuno potrà contraddirmi se affermo che queste ragazze fanno davvero invidia alle modelle, sbaglio?- urlò la voce, ottenendo applausi e fischi come risposta.



Hermione corse nella sala del trucco, dove si erano radunate le cinque ragazze.
-Non mi sono mai sentita così in imbarazzo in tutta la mia vita! Questi non sono i vestiti che ho provato!- esclamò.
Daphne rise. – Sei stata perfetta.- le disse, rassicurandola. – Hem...ecco, io e Ginny abbiamo fatto un incantesimo in modo che tu non vedessi i veri vestiti, altrimenti ci avresti torturare per giorni!- aggiunse. Hermione sbatté le ciglia, allibita.
Ginny batté le mani, richiamando l'attenzione. – Forza ragazze, muovetevi mancano pochi minuti alla seconda parte!- le richiamò e tutte si dispersero dividendosi nelle varie stanze.
La Caposcuola dei Grifoni, nuovamente seduta nella sala delle acconciature, si morse le labbra, insofferente: aveva visto le facce basite di Ron ed Harry, quella soddisfatta di Blaise e poi la sua. Quella di Malfoy. Quando aveva sentito i suoi occhi di ghiaccio scivolarle sul corpo la rabbia e il rancore che provava per lui si erano miscelate ad un formicolio a fior di pelle, ad uno stato di esaltazione improvviso.
Voleva che lui la vedesse, che la guardasse, che l'ammirasse: gli altri cento ragazzi avrebbero anche potuto sparire, lei voleva i suoi occhi addosso, quelli di nessun'altro. Si abbandonò alle spazzole, riflettendo: non poteva piacerle Malfoy.
L'aveva umiliata per anni, schernita, minacciata.
Tuttavia, la cosa che più l'aveva condotta a disprezzarlo, era stato l'episodio accaduto a Malfoy Manor pochi mesi prima: quando Bellatrix le aveva inciso sulla pelle le parole "Sangue Sporco" lui se ne era rimasto fermo lì, a guardarla soffrire.
Scosse la testa per mandare via il ricordo e tornò a concentrarsi sul ragazzo: probabilmente il suo desiderio era di far vedere al rampollo dei Malfoy che anche lei era una ragazza, una donna. E dall'espressione che aveva, forse se n'era accorto. Sorrise, pentendosi di quel pensiero.
-Hermione, sei ancora qui!- la voce esasperata di Ginny.




Draco guardò per l'ennesima volta l'orologio: quanto diamine doveva durare quella benedetta pausa?
Si sentiva in trappola, quasi claustrofobico: quella dannatissima Mezzosangue non poteva permettersi un corpo così, assolutamente.
Era controproducente.
E tutti quegli idioti scalpitanti seduti attorno alla pista non avrebbero dovuto permettersi un paio di occhi per guardarla, assolutamente.
Scosse la testa, dandosi del malato mentale: si stava facendo venire le paranoie per la Granger.
C'erano troppi concetti sbagliati in quel pensiero, troppi.
Blaise ghignò.- Mi sa proprio che non hai più tempo per invitarla al ballo.- gli sussurrò, indicandogli col capo i gruppetti di ragazzi che continuavano ad affermare che senza dubbio Hermione avrebbe accettato il loro invito.
Draco si portò una mano sotto il mento, poggiandovisi scocciato. – Blaise, quante volte devo...- fu interrotto dal calare delle luci.
-Eccoci di nuovo a noi, fortunatissimi ospiti! E adesso, dopo aver ammirato le nostre splendide signorine in abiti mattutini, è il turno degli abiti da sera, infine passeremo all'intimo!- esclamò la voce.
Harry, Ron, Draco e Blaise spalancarono gli occhi, saltando sulla sedia.
Silente sorrise divertito, mentre la McGranitt si guardava intorno preoccupata, cercando l'aiuto di uno schifato Piton per sedare il macello.
-Su, su, ragazzi, scherzavo!- aggiunse la voce, ridendo, ottenendo un coro di proteste.
I quattro ragazzi si accasciarono sulle poltrone, portandosi una mano al petto: rischio di infarto, altissimo!
- Senza ulteriori indugi, ecco a voi, Daphne!- un fascio di luce blu seguì la traiettoria della pista, fermandosi sulla porta.
L'angelo biondo scese le scale, fasciata in un abito blu elettrico, che ondeggiava morbido fino al pavimento.
La schiena era quasi completamente scoperta, fatta eccezione per due fasce che si incrociavano, coperte di brillantini, come l'altra in diagonale sul ventre. La luce blu risaltava i colori degli orecchini e della collana coordinati. Le scarpe alte slanciavano maggiormente il suo passo sicuro e vanitoso. Quando la porta si chiuse alle sue spalle, il pubblico rimase con gli occhi fissi sulla porta, pregando di vederla apparire ancora. Pochi attimi dopo, la porta si aprì nuovamente: Luna saltellò allegra giù dalle scale.
Il suo vestito, rosso fuoco, risaltava sulla sua pelle chiara. Era privo di spalline, arricciato sul seno, con una fila di brillantini obliqui e la gonna che si apriva fino al ginocchio. Le scarpette rosse, come il fermaglio tra i capelli.
Ron sorrise, ammirandola, mentre lei gli scoccava un rapido sorriso, che lo fece diventare più rosso del vestito.
Quando anche la Corvonero sparì oltre la porta, un fascio di luce, verde stavolta, sfrecciò verso la pista: Blaise deglutì, quando Ginny cominciò a scendere le scale. Il vestito, verde scuro, la fasciava stretta fino ai fianchi, per poi aprirsi in uno spacco vertiginoso sulla coscia sinistra.
Le scarpe in tinta e i capelli liscissimi, le davano un che di sensuale e seducente, mentre sfilava sicura, ricambiando fiera le occhiate imbufalite e minacciose di Blaise, che continuava a sbuffare dal naso come un ippogrifo incavolato.
Con un ultima piroetta salì le scale, lasciando la pista a Lavanda.
Una luce bianca illuminò la porta, quando lei vi scomparve dentro: toccava ad Hermione.
Quando le porte si aprirono, la sala smise di respirare: ripensandoci, tempo dopo, Draco si sarebbe ricordato di aver visto il viso di Piton sbiancare ancora più del solito, alla vista della ragazza.
Hermione scese le scale con grazia ed eleganza, tenendo leggermente sollevato il bordo del vestito nerissimo, per non inciampare.
L'abito, aderente fino ai fianchi, si ammorbidiva verso il basso, ondeggiando ad ogni suo passo: una fascia di brillantini sotto il seno e sullo scollo a V che le finiva sul fondoschiena, risplendevano al contatto con la luce bianca. Il velluto dell'abito si fondeva con quello candido della pelle diafana.
I capelli le erano stati lasciati sciolti in morbide onde che le incorniciavano il viso, truccato appena con un filo di ombretto grigio-nero, che le ingrandiva gli occhi, il mascara e un lucidalabbra chiaro sulle labbra rosse.
Le guance rosee, venivano sfiorate dagli orecchini lunghi e scintillanti: due piccole fila di brillantini. Il collo da cigno privo di ornamenti.
Un paio di bracciali tintinnavano sui suoi polsi, mentre avanzava incredibilmente a suo agio sui tacchi a spillo neri e argento.
- Pss, Blaise!- la voce di Malfoy distrasse l'amico, incantato. – Ma non doveva sfilare anche la Granger?- chiese. Zabini lo guardò di sbieco.
- Guarda sulla pista, Draco.- gli disse Zabini, accompagnando il consiglio con un cenno del capo.
Malfoy eseguì e tornò a posare gli occhi su quella splendida ragazza: la Granger?
Spalancò gli occhi azzurri nello stesso istante in cui lei si voltò per tornare verso la porta.
Lo guardo di Hermione indugiò sul ragazzo e quasi senza rendersene conto gli sorrise leggermente, arrossendo.
I pugni di Harry si strinsero al velluto rosso della poltrona, mentre Ron cercava di riprendere aria.
Senza pensarci, Draco di sporse verso la pista, quasi volesse salire, con un bruciore sconosciuto che gli pizzicava il naso e la gola e la morsa sul suo stomaco che si stringeva violenta.
La mano si Blaise sulla sua spalla lo tenne giù, mentre Hermione lo superava, lasciando dietro di sé una scia di profumo.
Quando la ragazza sparì dietro la porta, il pubblico rimase qualche istante ancora in silenzio, intrappolato nell'incantesimo di quella specie di sensuale ed innocente angelo.
Malfoy scosse la testa, portandosi una mano alla fronte: doveva uscire di lì, immediatamente.




Hermione si appoggiò alla parete dietro le scale, boccheggiando: che cavolo voleva fare Malfoy? Se non fosse stato per Blaise, sarebbe salito sul palco! Perché gli aveva sorriso? Si portò una mano alla testa, cercando di calmare il battito furioso del cuore e il bruciore delle guance.
Si sentiva ardere.
Le ragazze le furono addosso. – E' stato un successone, Hermione, sei stata magnifica!- continuava a ripetere abbracciandola.
-Muoviamoci, dobbiamo tornare su!- Ginny la trascinò nuovamente su per la scala e tornarono sul palco.
Gli applausi furono incredibili, così come i fischi. Una cascata di fiori le inondò mentre Carl e i suoi uomini continuavano a ripetere a tutti di stare seduti.
-Volevamo ringraziare tutti per la partecipazione calorosissima, in particolar modo il Professor Silente, la Professoressa McGranitt e il Professor Piton, senza di loro, non ce l'avremo fatta.- sorrise Daphne, nel microfono che si era portata su.
- Un grazie speciale anche al Servizio d'Ordine, che ha lavorato duramente tutto il giorno, un applauso per loro.- aggiunse.
Finiti i boati, passò il microfono ad Hermione. – Un applauso a Padma, Calì e Susan, per il loro magnifico lavoro con le luci e la musica!- altro boato.
-Adesso, come ci è stato gentilmente richiesto, lasciamo il posto ai ragazzi, che utilizzeranno il palco per il loro progetto.- spiegò.
- Esci con me, Hermione!- si sentì urlare dalla folla.
- No, con me!-
- Ci sono prima io!-
- Ginny, guarda da questa parte!-
- Daphne, Luna, venite a fare un giro!-
E così via. Le ragazze sorrisero imbarazzate, cercando di richiamare l'ordine, invano.
Harry e Ron si scambiarono un'occhiata, così come Blaise e Draco.
Pochi attimi dopo, i quattro ragazzi erano in piedi sulla pista e camminavano a passo di marcia verso le ragazze.
Draco si fermò davanti ad Hermione, fissandola per un lungo momento.
Quando allungò la mano per prendere il microfono sfiorò apposta le sue dita, preparato al brivido che gli avrebbe attraversato la schiena.
La Caposcuola rimase ad osservarlo, mentre Malfoy, posando una mano sulla sua schiena nuda, la spostava delicatamente di lato.
La ragazza si morse le labbra quando la mano calda del ragazzo le accarezzò la pelle, scivolando verso il basso e di nuovo verso l'altro.
Le guance si imporporarono e un calore la invase. Draco cercò di non perdere la concentrazione, quando le sue dita sfiorarono il vertice della V della scollatura, o quando, tornando verso l'altro, i capelli di lei non gli pizzicarono il polso.
-Le ragazze hanno terminato qui, adesso tocca a noi.- disse semplicemente. - Siete inoltre pregati.- che suonò più come obbligati,- a non importunarle ancora.- aggiunse. Le urla femminili sovrapposero le lamentele maschili.
Daphne e le altre tornarono dietro il palco, in fila.
Un attimo prima che Hermione gli passasse accanto, Draco le sussurrò all'orecchio.- Resta dove posso vederti, Mezzosangue.- con la voce bassa.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now