Una possibilitá

602 24 2
                                    

Harry si voltò appena in tempo, per ritrovarsi una furia bionda a pochi metri da lui.
Draco aveva estratto la bacchetta e respirava affannosamente, sembrava fuori di testa.
-Che vuoi, Malfoy?-
Un ghigno fin troppo conosciuto si fece strada sul viso della Serpe. - Dimmi San Potter, per quanto tempo continuerai a fartela con la Mezzosangue alle spalle del pezzente?- chiese, indicando Weasley col capo.
Ron sbiancò, ma mai avrebbe dato la soddisfazione a Malfoy di vederlo schierarsi contro il suo migliore amico.
-Fatti gli affari tuoi, Malfoy!- rispose, al posto di Harry.
La risposta non parve essere gradita dal Serpeverde, che tornò all'attacco. – Certo devi essere deludente anche come "uomo" se la Granger non vede l'ora di allontanarsi da te!- aggiunse.
- Stupeficium!- esclamò Potter, puntando inferocito la bacchetta contro Malfoy.
- Protego! Confundo!-  Draco schizzò di lato, mentre l'incantesimo di Harry si spegneva contro la parete.
Ron li fissò allibito. – Siete fuori di testa! Harry, piantala ti farai espellere!- fece per avanzare verso l'amico, ma il Confundo di Malfoy lo costrinse a desistere.
Harry era livido: nessuno, nessuno a parte lui ed Hermione sapeva cosa era successo nella stanza della ragazza quella mattina, come poteva Malfoy esserne a conoscenza?
L'unica risposta plausibile era anche quella che gli stava logorando l'anima: lei.
Lei lo aveva raccontato a lui.
-Stupeficium!- stavolta fu Draco ad attaccare: era l'unico modo per far scemare quella rabbia che gli sentiva crescere dentro, ogni qual volta si materializzava nella sua testa l'immagine delle mani dello Sfregiato che sfioravano la Mezzosangue.
- Protego!  Petrificus Totalus!- Draco si mosse ancora, rotolando dietro una colonna, mentre il moro faceva lo stesso.
Si diedero entrambi una rapida occhiata: lasciando stare i capelli e i vestiti , che erano in uno stato disastroso, nessuna ferita.
Erano entrambi troppo bravi, troppo allenati a proteggersi da qualcuno.
Forse, senza saperlo, avevano trovato, in quel duello, la loro seconda cosa in comune.
La prima era la gelosia folle per una strega dagli occhi ambrati.
- Zabini, grazie al cielo!- esclamò Ron, agitando le braccia per attirare l'attenzione del ragazzo dagli occhi cobalto.
- Che succede? Il fracasso si sente dal fondo del corridoio!-
Ron gli spiegò in breve e quasi urlando, nel tentativo di coprire le formule che i due stavano usando, cosa era successo.
Blaise sospirò. – Basta così Wesley: tu pensa a Potter io mi occupo di Draco. –
I due si allontanarono, raggirando le colonne e, da veri traditori, usarono un Confundo alle spalle dei duellanti.
- Ma che diavolo...Blaise!- esclamò inorridito Malfoy, mentre Ron trascinava via Harry.
- Non finisce qui, Malfoy!- urlò il Salvatore del Mondo Magico, strattonandosi nella presa dell'amico.
- Stanne certo, Sfregiato!- sputò la Serpe, dedicando uno sguardo di puro odio a Zabini.
- Adesso mi spieghi.- proferì quest'ultimo.


-Va bene, fuori, basta, non vi sopporto un minuto di più!- rise Ginny, spingendo le amiche verso la porta.
Daphne si finse indignata. – Aiuti un'amica e questa è la ricompensa!- uscì, fingendosi offesa.
Luna sorrise e fece ciao con la mano, mentre Hermione accostava la porta.
-Vieni a cena con me, più tardi?- chiese, speranzosa.
Ginny parve rifletterci. – Si, ci sarò.- sorrise.
Hermione le scoccò un bacio, poi si chiuse la porta alle spalle.
- Hermione, io vado: ho bisogno di una doccia, prima di cenare.- la salutò Daphne, uscendo dal ritratto.
In quel momento, un Ron visibilmente seccato fece il suo ingresso.
-E' successo qualcosa?- chiese, mentre Luna infilava la porta con espressione triste: quest'ultimo nemmeno l'aveva salutata.
Il ragazzo si lasciò cadere sul divano, portandosi un braccio sugli occhi, mentre la Caposcuola gli si sedeva accanto.
- Ron?-
- Che c'è tra te e Harry?-
Hermione sbiancò; Ron si posizionò di fronte a lei, fissandola negli occhi.
-Sei innamorata di lui? – la voce incrinata.
- No. – rispose, sicura.
Lui parve rilassarsi un poco. – Lo vedo come un fratello Ron, nello stesso modo in cui vedo te. – aggiunse, per non dare anche a lui false speranze.
Inaspettatamente, il ragazzo la strinse a se. – Mi dispiace Hermione.- mormorò.
-Di cosa?- chiese lei, beandosi di un contatto così familiare, del profumo e del calore di Ron.
- Che tu ti sia trovata in mezzo a due fuochi.-
Una lacrima scivolò giù dal viso della Caposcuola. – Ti voglio bene, non immagini quanto.- gli disse.
Lui rise.- Anche io, Hermione, anche io. –

- Harry! Che ti è successo?-
Il ragazzo sollevò gli occhi dalle scale su cui si era seduto per calmarsi, ritrovandosi di fronte Daphne.
-Oh, ciao Daphne.-
La Serpeverde gli si sedette accanto. – Non ti va di parlarne?-
Lui scosse il capo. – Capisco.- mormorò lei.
Il silenzio calò tra i due, fino a quando la Serpe non parlò.
-Sai Harry, a volte non ti capisco: sei una bel ragazzo e sei anche un bravo ragazzo, due cose rare da trovare mischiate nella stessa persona, specialmente se quella persona è un ragazzo. Ci sono stuoli di ragazze, pronte ad amputarsi un braccio per un tuo bacio, o anche solo per uno sguardo, un minuto del tuo tempo, ma tu vuoi lei, perché?- gli chiese.
Harry sospirò. – E' così evidente?-
-Oh, per me, si. Non fraintendermi, Harry: Hermione è una ragazza stupenda, un'amica d'oro. Ma perché lei?-
-Vedi, Daphne: la prima volta che misi piede a Hogwarts, mi sentivo un miscuglio di emozioni volteggiarmi nello stomaco.
Ero felice, ansioso, impaurito. Fino a quando, una minuscola bimbetta di dieci anni, non puntò i suoi occhioni ambrati nei miei: fu in quel momento che mi resi conto di essere a casa. Lei è sempre stata con me, nel bene e nel male: ha rischiato la vita per e con me, giorno dopo giorno. Ha sopportato i miei scatti di ira, i miei incubi notturni, le mie paure e i miei dolori. Ha condiviso ogni singolo momento della sua vita con me, come io ho fatto con lei. Quando Ron si decise a dichiararle il suo amore, credevo che quella gelosia che provavo, fosse solo paura di perdere i miei migliori amici. Avevo Ginny, ne ero innamorato. O, almeno, così avevo creduto: vedere Hermione tra le braccia di Ron mi infastidiva a tal punto che preferivo passare il tempo libero da solo, pur di non dover assistere. Poi ruppero, come me e Ginny d'altronde e fu allora che capì: lei sarebbe stata mia, lo era sempre stata. Nessuna ragazza sarà mai lei.- le spiegò.
Daphne sorrise. – Io non voglio essere lei, io sono io. – rispose.
-E sei davvero una splendida persona, Daphne, nonostante la Casa a cui appartieni.-
- Vieni al ballo con me. – era la seconda volta che glielo chiedeva, non avrebbe accettato un no, come risposta.
Lui la sorprese. – Te lo devo: mi hai ascoltato lodare un'altra donna. Sarà un piacere portarti al ballo.- le disse, alzandosi.
-Ci vediamo.-.


Hermione si staccò a malincuore dall'abbraccio.
- Ron, dovresti cercare Luna. - gli disse.
Lui la guardò stranito. – Luna? Perchè mai?-
-Perché era qui un minuto fa e tu non l'hai degnata di uno sguardo.-
Il ragazzo si portò una mano alla fronte. – Oh no! Ne combinassi mai una giusta!- si alzò e corse verso il ritratto.
-A dopo, Hermione!- esclamò, prima di uscire.
Al suo posto, entrò il Harry e la Grifondoro scattò in piedi, imbarazzata.
- Harry! Che ti è successo?- esclamò, avanzando ansiosa verso di lui: aveva il mantello stracciato e i capelli in disordine, la ragazza temette il peggio.
- Malfoy.- grugnì tra i denti.
Hermione impallidì: Harry aveva duellato con  Malfoy. Perché? La prima delle tante domande a cui non avrebbe trovato risposta.
-Sei completamente impazzito!? Che ti passa per la testa!- lo riprese.
Lui la fulminò con lo sguardo. – Come fa a sapere di noi?- le chiese, avanzando e facendola indietreggiare.
Merda, pensò la ragazza. Malfoy, Maledetto!
Era tutta colpa sua! Come gli era venuto in mente di andare a spifferare ad Harry quello che gli aveva raccontato? Era stata una sciocca a fidarsi di lui.
- Gliel'hai detto?- L'afferrò per le spalle, scuotendola. -Hermione, parla! Che diavolo ti prende? Parli con Malfoy, gli confidi...- sembrò non trovare le parole. La Grifondoro taceva: Harry aveva maledettamente ragione.
-Ti ha insultata per anni, la sua famiglia ha cercato di ucciderci...- la rabbia che sentiva bruciargli nel petto fu spazzata via da quell'unica lacrima che solcò il viso di lei. Si sentiva tradita, ferita, venduta: Malfoy aveva giocato con lei, con la sua debolezza, solo per provocare Harry.
Magari, adesso, se ne stava rinchiuso da qualche parte, con Zabini, a ridere di lei.
Sentì due braccia forti darle conforto. – Ti prego, sei tutto quello che ho. - le sussurrò.
Hermione sgranò gli occhi: quell'amore la faceva stare male, come poteva dirgli di non amarlo nello stesso modo?
Lui era la sua famiglia nel Mondo Magico, nel suo Mondo. Lo amava, certo, ma non come lui desiderava.
La mano del ragazzo le accarezzò i capelli. – Dammi una possibilità, Hermione: non ti chiedo di essere la mia ragazza, né di innamorarti di me all'istante. Solo non allontanarmi: dammi la possibilità di conquistarti, ti prego.- il tono speranzoso e quell'aria supplichevole negli occhi furono un pugno allo stomaco. Hermione chinò il capo e Harry lo interpretò come un assenso e tornò a stringerla.


Una porta sbatté e il Serpeverde biondo, al momento talmente furioso da essere un pericolo per chiunque incontrasse, fece il suo ingresso nel dormitorio.
Alle sue spalle, Blaise fece un cenno a Nott, che scattò in piedi e corse a liberare il corridoio che portava alla camera di due ragazzo da tutti quei primini che avrebbero avuto la malaugurata idea di andarsene a zonzo.
Draco, furente, si fiondò in camera, seguito dai due amici, che si chiusero la porta alle spalle.

Il Nostro Sangue || Dramione जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें