A posto!

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Era stata una sua impressione o quel pomeriggio era volato?
Hermione, scortata insieme a Ginny da Carl e la squadra, fece il suo ingresso nella Sala Comune dei Grifoni, sollevata al pensiero che avrebbe avuto un attimo di respiro dalla sorveglianza a uomo di quegli energumeni.
Tuttavia, come al solito, il Mondo Magico sembrava contro di lei: di fatti, non solo Carl non la lasciò libera una volta nella Sala Comune ma addirittura pretese di controllare accuratamente la camera che lei e Ginevra condividevano. Ovviamente.
Così si ritrovava confinata in camera sua con Ginny e un energumeno piantato fuori la porta; senza contare le occhiatacce risentite di Harry e Ron.
L'amica, rossa per il vapore, uscì dal bagno. – Ci voleva proprio un bel bagno, vai pure Hermione.- sorrise.
Hermione la guardò con le sopracciglia alzate: cioè, lei aveva aspettato un'ora, appiccicaticcia di sudore, perché la piccoletta doveva concedersi un "bel bagno"? Prima di schiantarla, si sbatté la porta del bagno alle spalle: Merlino, cos'hai contro di me?, pensò.
Non bastava quella stupidissima sfilata in cui avrebbe dovuto dimostrare a tutta Hogwarts la sua goffaggine, no certo.
Ci si metteva anche Silente e le sue idee assurde: Malfoy che l'accompagnava a prendere i suoi?
Certo, perfetto: tanto valeva abbandonarla nelle grinfie di Voldemort senza bacchetta!
Sbuffò, infilandosi sotto il getto caldo della doccia.
Gli occhi di ghiaccio del Serpeverde, lo sguardo che le aveva lanciato quando si era allontanata scortata da Carl, le trapassò la mente: sembrava arrabbiato. Ma per quale motivo? Se non si fosse trattato di Malfoy, avrebbe perfino pensato che fosse geloso.
Un calore le invase il ventre a quel pensiero e d Hermione si affrettò a scuotere la testa, inondando i capelli di balsamo liscia riccio: lo stress pre-sfilata le aveva dato alla testa.



Harry e Ron, presi armi e bagagli, ovvero gli smoking per l'asta e lanciato un ultimo sguardo omicida alla squadra di Guardie del Corpo, che avevano loro impedito di raggiungere Hermione e Ginny, uscirono offesi a passo di marcia.
- Tse, come se noi fossimo pericolosi!- sbuffò Ron, cercando di tenere dritta la gruccia sulla quale era riposto l'abito, coperto dalla custodia.
- Se penso a tutto il tempo che ho passato a preoccuparmi della sua sicurezza, dei ragazzi che avrebbero fatto gli idioti, di come li avrei schiantati se solo si fossero avvicinati a lei, stasera...- mormorò l'altro, scuotendo la testa.
Ron lo guardò di sbieco – Di chi parli?- chiese.
-Di Hermione ovviamente.- rispose Harry, mentre una lampadina di allarme si accendeva prepotentemente nella sua mente – E di Ginny.- aggiunse subito.
L'amico parve crederci e tornò alle sue chiacchiere, mentre il Salvatore del Mondo Magico tirava un sospiro di sollievo: non se la sarebbe davvero sentita di affrontare il discorso "Ex-ragazza,migliore amica" in quel momento.



Malfoy si passò una mano tra i capelli ancora bagnati: aveva perso l'abitudine di riempirli di gel e tirarli indietro quando le ragazze che aveva preso a frequentare gli avevano detto di che lo trovavano decisamente più sexy spettinato.
Non che Draco fosse una persona che si lasciasse influenzare dal giudizio altrui, ma in fondo si piaceva anche lui di più, così.
Un battere sulla porta lo distrasse – Draco, a che punto sei?- la voce di Blaise.
-Entra.- gridò, piazzato davanti allo specchio.
Zabini non se lo fece ripetere e si fiondò dentro, chiudendosi guardigno la porta alle spalle.
-Hai notata che c'è un energumeno piantato fuori la porta della camera di Daphne?- chiese con nonchalance.
Draco alzò le spalle – Che ti aspettavi, dopo lo spettacolo di stamattina?- rispose, cercando di dare al tono di voce la giusta indifferenza.
Ovviamente, il suo migliore amico non aveva intenzione di dargli una vita facile.
-Quindi se uno se ne sta qua a controllare Daphne, un altro o sarà a Corvonero e gli altri due...- lasciò la frase a mezz'aria, consentendo all'altro di giungere alle proprie conclusioni.
- Quindi?-
Blaise alzò le spalle – Nulla, nulla, dicevo per dire.- liquidò, accompagnando le parole con un gesto della mano.
Perfetto, era irritato. Niente di meglio per cominciare la serata ,che le frecciatine di Blaise, davvero, erano meglio anche del FireWhisky!
Sbuffò, litigando con l'ultimo bottone della camicia azzurra.
D'accordo, quel bamboccio tutto muscoli stava fuori alla porta del dormitorio della Granger e allora?
In fondo, tutto quello che poteva fare era guardarla da lontano.
Si pentì subito di quel pensiero: lui non era certo in una situazione migliore.
Se anche avesse potuto o voluto avvicinarla, Potter e Wesley l'avrebbero spedito direttamente al creatore: non che li temesse, ma dubitava vivamente che "Miss So Tutto Io, Prefetto di Gryffindor nonché Grifondoro per eccellenza" avrebbe gradito trovarsi privata dei suoi migliori amici, ergo guardie del corpo.
-Non ci pensare, Draco, sono sicuro che quell'omone... com'è che si chiama?- Blaise parve pensarci su. – Carl! Dicevo, non credo che Carl sia interessato ad Hermione, non ci proverebbe mai.- disse, mascherando a stento un sorrisetto.
Gli occhi del biondo Serpeverde saettarono nello specchio, cercando l'amico che si stava già avviando verso la porta.
-Datti una mossa.- aggiunse Blaise, uscendo.



-Ginny, datti una mossa!- esclamò Hermione, scocciata: erano quasi le sei e la signorina si era nuovamente appropriata del bagno.
Inoltre, dopo aver passato circa mezz'ora a discutere con Carl spiegandogli per quale, secondo lei, ovvio e urgentissimo motivo, avrebbe dovuto lasciarla andare in camera di Lavanda a prendere trucchi e aggeggi per torturare la gente che lei chiamava "piegaciglia", era perfino riuscito a convincerlo ad andare lui. L'uomo era tornato cinque minuti dopo, con le braccia strapiene di trucchi, consegnategli da Lavanda.
-Non capisco perché perdi tempo! Di sotto c'è una sala trucco, l'hai dimenticato?- aggiunse la Caposcuola.
- Ti ricordo, cara la mia Caposcuola, che all'uscita del dormitorio ci saranno tutti gli studenti di tutti gli anni, che non potranno partecipare alla sfilata e che vogliono vederci!- ribatté lei.
- Capirai, li incontriamo ogni santo giorno nei corridoi!- sbuffò Hermione.
Un leggero battere sulla porta la distrasse dai propositi omicida verso l'amica.
-Hermione, dovremo andare, i miei colleghi mi dicono che le vostre amiche sono già state scortate nella Stanza delle Necessità.- disse la voce profonda di Carl, attutita dalla porta.
- Arriviamo subito!- urlò verso la porta, fiondandosi in bagno: afferrò Ginny per un braccio e la trascinò fuori, prendendo un blocco per appunti dalla scrivania.
- Non ho messo il mascara!- protestò Ginevra.
- Perfino Daphne è già pronta, Ginny!- esclamò Hermione, aprendo la porta.
Carl fece un cenno all'altro uomo che si avvicinò insieme a Lavanda.
-Siete pronte?- chiese loro.
Ginny e Lavanda annuirono, eccitate, mentre la Caposcuola deglutiva, terrorizzata.
Quando uscirono dal ritratto Hermione pensò che nemmeno nei suoi incubi peggiori sarebbe potuta andare così: tutta la scuola, a giudicare dalla folla di gente che c'era, si era radunata fuori la Torre dei Gryffindor. Ma cosa gli prendeva a tutti?
Tra le teste che si agitavano, la Grifondoro dai capelli ricci riconobbe perfino qualche Slytherin che l'aveva sempre odiata e che adesso le lanciava sguardi languidi e occhiolini. Cose da pazzi! Carl, protettivo, lanciava occhiatacce alla folla, intimando di stare indietro.



-Ce l'avete fatta!- esclamò Daphne, quando Carl spinse le tre ragazze dentro, chiudendosi il portone alle spalle.
Hermione prese un bel respiro, cercando di calmarsi.
-Non puoi nemmeno immaginare cosa ho dovuto affrontare per arrivare qui!- si lamentò: quella sera ne aveva tutti i diritti, miseriaccia!
Fu completamente ignorata: le ragazze continuavano a ridere, soddisfatte. Era incompresa!
-Va bene, smettetela di starnazzare, oche!- le richiamò, sorridendo. - Mettiamoci a lavoro: sono già le sei e trenta.- disse.
Le altre annuirono.
-Io mostrerò a Carl dove concentrare la sorveglianza, voi sistemate gli abiti nella stanza in cui vestiremo.- comunicò.
Padma, Calì e Susan si affettarono a salire la scala che conduceva alla piccola stanza delle luci e della musica, scala che fu fatta sparire subito dopo. Daphne e Ginny corsero via con Lavanda.
Hermione fece cenno a Carl di avvicinarsi – Qui siederà Silente, con la McGranitt e Piton.- gli spigò, indicando le tre poltroncine.
-Quindi non ci saranno problemi, piuttosto, sarebbe meglio se uno dei tuoi uomini stesse accanto alla pista, a sinistra e l'altro a destra, in modo tale da intervenire velocemente in caso di bisogno. Altri due potrebbero stare fuori alle porte che conducono ai camerini e alla sala trucco, l'ultimo fuori al Portone di ingresso. Che ne pensi?- chiese all'uomo che annuì concorde.
-Perfetto: questa è la lista con i nomi di chi può entrare, inoltre controlla bene il biglietto. Il padre di Luna ha fatto in modo che riconosca il proprietario: ovvero se qualcuno ha usato un trucco, come la pozione Polisucco, per entrare, il biglietto si autodistruggerà.- aggiunse Hermione, consegnandogli un foglio preso dal blocco.
-Ottima idea – commentò Carl.
- Già, adesso scusami, devo controllare il resto.- gli disse, allontanandosi.
La Caposcuola di Gryffindor diede un occhiata alla lista, controllandola. – Luci, a posto. Poltroncine, a posto. Musica, a posto. Servizio d'Ordine, a posto. Controllo pista, fatto. Controllo scale, fatto. – finì di cancellare le riga di cose da fare e sorrise, soddisfatta.
-Gli abiti sono in perfetto ordine: ognuna di noi ha un proprio separé, dietro il quale sono sistemati i suoi due abiti.- le comunicò Luna.
- Molto bene.- le sorrise.
- Il necessario per il trucco è stato sistemato: ci sono cinque specchi e gli strumenti sono stati incantati. Faranno tutto da sé. – disse Daphne, sollevando i pollici.
Hermione annuì, cancellando un altro rigo.
-Ginny?- chiese.
Lei arrivò di corsa – Sala acconciature, a posto!- esclamò.
-Sembrerebbe tutto in ordine: ragazze, ricordate che una volta dentro, non potremo uscire, le porte laterali al palco verranno chiuse a chiave e ci saranno quelli del Servizio d'Ordine a controllarle.- spiegò la Caposcuola.
Le ragazze annuirono, lasciandosi cadere sulle poltroncine.
-Che ora è?- chiese Lavanda.
Luna guardò l'orologio. – Sono le sette.- sorrise.
Ginny e Daphne saltarono su – Le sette?!- esclamarono all'unisono.
La Corvonero annuì.
-Manca solo un'ora, muoviamoci!- detto questo, trascinarono le amiche nel retro palco.
- Carl, si comincia!- riuscì ad urlare Hermione, prima di sparire dietro la porta.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now