Ridere insieme

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-Ce la siamo vista davvero brutta! – commentò Ron, uscendo dall'aula di Piton: il professore, approfittando dell'eccezionale assenza della petulante Miss So Tutto Io, ne aveva approfittato per tartassare di domande i Grifoni, sottraendo loro parecchi punti.
Harry annuì, preoccupato. – Dove credi che sia Hermione?- gli chiese, dato che Calì gli aveva assicurato che la Caposcuola non era rientrata a Grifondoro.
-Non ne ho la minima idea Harry, ma nemmeno Ginny si è vista.- sospirò l'amico.
Uno spintone fece finire i ragazzi un metro più avanti – Che Merlino...- esclamarono in coro, voltandosi.  - Malfoy!- ruggì il Harry, mentre Blaise raggiungeva l'amico. - Nemmeno Daphne è tornata stamattina.- disse, come se hai due Grifoni interessasse qualcosa.
- E' un problema vostro.- constatò Ron, incrociando le braccia.
- Lenticchia, metti in moto quell'unico neurone che hai in quella zucca: se né la vostra Mezzosangue né Daphne sono rientrate, questo significa che sono ancora insieme!- esclamò spazientito Draco.
- Come ti permetti, Malfoy!- si imbestialì il portiere di Gryffindor, ma la voce di Harry lo distolse dall'altro.
- Malfoy ha ragione, devono essere ancora insieme, potremo aspettare: tra dieci minuti hanno lezione i Corvi e i Tassi, possiamo chiedere a Luna. – propose.
Draco sbuffò – Io non aspetto nessuno, non mi interessa di quelle stupide.- disse, allontanandosi.
Zabini lo prese per la manica del maglione grigio – Tu non vai da nessuna parte: Daphne è nostra amica e noi ci accerteremo che sta bene.- lo apostrofò. Lo sguardo argentato e gelido di Malfoy lo tranciò in due – Non sfidarmi, Zabini.- gli sussurrò, strattonandosi dalla presa e sistemandosi il maglione. Erano rare le volte in cui si rivolgeva al migliore amico chiamandolo per cognome e quando accadeva significava che Blaise aveva passato un limite. Draco era sempre stato un buon amico con lui, lo trattava come un suo pari, ma entrambi sapevano che a comandare era Malfoy. Per ricchezza, abilità, prestigio e forza, nei quali superava ampiamente l'altro Serpeverde.
-Per favore.- aggiunse quest'ultimo, implorandolo con gli occhi. Draco lo fissò per qualche secondo, poi tornò ad appoggiarsi alla parete.
Il silenzio cadde tra i quattro: potevano solo aspettare.


-Hermione, il tuo pupazzo è orribile! – urlò Ginny, osservando quel mostro che la riccia si incaponiva a definire "una vera opera d'arte": la testa era più grande del corpo, un occhio, ovvero uno dei due bottoni apparsi grazie alla magia, era più in basso rispetto all'altro.
I bastoncini di legno secco che avrebbero dovuto formare un sorriso, erano deformi, facendo sembrare quell'ammasso di neve uno spaventapasseri.
- Perché non usi la magia, Hermione?- le chiese Daphne, il cui pupazzo pareva essere stato disegnato e costruito da architetti professionisti.
- I Babbani non usano la magia per costruire pupazzi di neve! – protestò la ragazza.
Luna sorrise, facendo cadere una pioggia di fiori sul suo bel pupazzo – Io lo trovo davvero originale, Hermione.- le disse.
La Caposcuola l'abbracciò – Ti adoro Luna! – mentre pronunciava queste parole, una palla di neve la centro in pieno sulla guancia.
Ginny si nascose dietro la fontana, ridendo.
-Sei morta, Ginevra! – rise anche lei, ammucchiando un po' di neve tra le mani e lanciandola: con la sua pessima mira prese in pieno la bionda Serpeverde. - Questa me la paghi! – esclamò ridendo la ragazza, prendendo in pieno Luna. Cominciò una vera battaglia, priva di magia.
Le ragazze si rincorrevano, cadevano, ridevano: le loro palle di neve erano totalmente finite sui loro abiti, inzuppandoli.
Risero fino allo sfinimento, fino ad accasciarsi a terra, sfinite, vicine.


Tutti i Corvi e i Tassi erano a lezione ormai da dieci minuti, ma di Lunatica nemmeno l'ombra. -E quattro.- mormorò Ron.
- Dove si saranno andate a ficcare?- chiese Blaise, più a se stesso che agli altri.
Delle urla attirarono la loro attenzione e tutti si irrigidirono, in guardia, con i sensi all'erta.
-No, ti prego, no!- era la voce di Daphne.
- Daphne, attenta alle spalle!- questa era Hermione.
I quattro ragazzi si guardarono per un attimo, poi scattarono in contemporanea, correndo in direzione delle urla. Attraversarono il corridoio, fino a raggiungere i porticati del giardino. Le quattro ragazze ridevano, lanciandosi la neve, poi crollarono a terra, una sull'altra.
Harry e Ron si guardarono, così come Draco e Blaise. Scossero la testa, indispettiti, poi, tuttavia, con un sospiro di sollievo, scoppiarono a ridere.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now