Questione di onore

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-Ti prego Ginny, possiamo fermarci a bere qualcosa? Si gela qui fuori!- la implorò Hermione.
Era un ora che giravano i negozi di abiti di Hogsmeade, ma nessun abito aveva ancora ricevuto il consenso della ragazza.
- Hermione, te lo ripeto, no! Se non riusciremo a trovare i vestiti del ballo, niente Tre Manici di Scopa!- rispose irremovibile la piccola Wesley.
- Ginny, piantala, stai diventando isterica!- la riprese suo fratello.
- Hermione ha ragione Ginny, fermiamoci a bere qualcosa.- aggiunse Harry.
Le orecchie di Ginevra divennero più rosse dei suoi capelli, prese Hermione sottobraccio, poi avanzò il passo – Voi due andate, quando avremo trovato i vestiti vi raggiungeremo.- disse, trascinando via la Caposcuola. Hermione maledisse mentalmente tutti i balli del mondo.
L'ultima magnifica trovata di Silente, era stata la sua rovina più grande. Ricordava ancora le sue parole.

La professoressa McGranitt aveva battuto il cucchiaino sul bicchiere, per attirare l'attenzione.
-Miei cari ragazzi, oggi è il primo Dicembre. Dati gli ultimi avvenimenti, l'anno scorso si è concluso il malo modo.
Per festeggiare il nuovo anno ed il trionfo del bene, il giorno di Natale daremo un ballo. So che pochi di voi ritorneranno a casa quel giorno, dato che i vostri genitori sono impegnati nella riorganizzazione del Mondo Magico, per questo motivo, saremo lieti di festeggiare qui.-

Queste erano state le parole che avevano segnato il destino crudele di Hermione.
Ginny entrò nell'ennesimo negozio ,mentre lei, le fece segno che sarebbe tornata subito e attraversò la strada, attratta da una vecchia libreria.
- Buongiorno.- disse, entrando. Dietro al bancone un'anziana signora le sorrise cordiale – Buongiorno a te, signorina.-
-E' un nuovo negozio? Non l'avevo mai visto..- domandò Hermione.
-Sono anni che sono qui.- le sorrise la donna.
La riccia girò tra gli scaffali, scorrendo il dito sui volumi. C'erano libri di pozioni, di leggende, perfino qualche libro babbano.
Entusiasta, la ragazza scelse alcuni voluminosi libri e li posò sul bancone. -Sei una vera lettrice, non ci sono dubbi. – le sorrise la donna.
Hermione assentì, tirando fuori il portafoglio – Quanto le devo?- chiese. -O, nulla mia cara ragazza, nulla. E' una gioia per me, prestare volumi a chi è avido di conoscenza. Puoi riportarmeli quando li hai letti.- le disse. Hermione la fissò, sbalordita.
-Grazie mille, signora!-  esclamò, uscendo dal negozio, ancora voltata verso la signora ,che agitava la mano in segno di saluto.
Andò a sbattere contro qualcuno e gli rovinò addosso. -Maledizione...- disse una voce.
Hermione si sollevò – Malfoy!- esclamò incredula, scostandosi velocemente da lui.
-Mezzosangue! Che schifo, mi hai toccato!- disse il ragazzo, pulendosi i vestiti.
- Impiccati, Malfoy.- rispose lei, chinandosi a raccogliere i libri. Con sua enorme sorpresa lui fece lo stesso.
Quando si alzarono, le posò l'ultimo libro sulla pesante fila che lei aveva tra le mani.
-Grazie.- gli disse.
-Non farti strane idee. Sono un Malfoy e i Malfoy sono gentiluomini. Perfino con le Mezzosangue.- rispose, sistemandosi la sciarpa.
-Dove li hai presi tutti questi libri?- le chiese e li si voltò ad indicarle la piccola biblioteca alle loro spalle.
-Sei strana mezzosangue: non dovresti scegliere il vestito per il ballo? Non che cambi qualcosa il fatto che tu sia vestita in modo elegante, ma credevo fossi venuta per questo.- la schernì.
-Non sono affari tuoi e comunque ti trovo molto informato sui miei spostamenti.- lo provocò, sorridendo sarcastica.
Malfoy la guardò incredulo. Quando gli era piovuta addosso, l'odore dei suoi capelli l'aveva raggiunto e si era affrettato a togliersela di dosso.
Adesso, con le guance arrossate dal freddo, faceva la smorfiosa. La fissò senza dire niente per qualche secondo, poi voltò le spalle e se ne andò. - Malfoy! – sentii urlare alla Granger, incredula.
-Al diavolo!- aggiunse, allontanandosi anche lei. Mentre camminava, fece un incantesimo ai libri, rendendoli tascabili.
Si avvicinò al negozio in cui aveva lasciato Ginny e l'amica la trascinò dentro. -Mi hai abbandonata qui dentro, come minimo adesso devi permettermi di scegliere il tuo abito.- la ricattò.  Hermione annuì, distrattamente. Non poteva importagliene di meno. Si sedette sul divanetto, mentre Ginny e la commessa discutevano sull'abito adatto a lei. Cosa diavolo ci faceva Malfoy a Hogsmeade, con quel freddo?
Perfino Calì e Lavanda avevano rinunciato a comprare abiti nuovi, perché si gelava. La curiosità la stava divorando.
- Hermione, andiamo!- le disse una Ginevra raggiante, ed Hermione si rese conto di ciò che le aveva permesso. -Ginny, non credi che io debba almeno provarlo?- le chiese, indicando la busta sigillata. - No, è perfetto, ora muoviti.- .
Arrivarono ai Tre Manici di Scopa e videro Harry e Ron che si sbracciavano per attirare la loro attenzione. -Ce l'avete fatta!- le rimproverò Ron. -Taci, rompiscatole.- rispose Ginny, agitando la mano per chiamare il cameriere. Harry si sporse verso l'amica – Come sono i vestiti?- le domandò. -Non lo so, mi sono distratta e Ginny ha scelto il mio.- confessò preoccupata la Caposcuola.
- Cavolo Hermione!- mormorò Harry, ridacchiando.  Il cameriere si avvicinò al loro tavolo. –Cosa vi porto?- chiese, gentilmente.
-Due succhi di zucca, per favore.- rispose Hermione.
Ginevra si sporse dalla sedia – Sei nuovo, vero? Non ti ho mai visto qui.- domandò Ginny.
Il ragazzo arrossì – Si, ho cominciato oggi.- rispose.
Hermione lo guardò curiosa: era un bel ragazzo, alto quasi quanto Ron, occhi nocciola, capelli scuri. Si accorse di fissarlo solo quando lui si voltò verso di lei e le sorrise. Rossa in volto, ricambiò prima di chinare il capo. La gomitata di Ginny le perforò una costola – Hermione! Secondo me gli piaci!- le bisbigliò. Harry e Ron si guardarono contrariati, mentre il colorito di Hermione sfidava quello dei capelli dei fratelli Wesley. - Ginny!- esclamò.
-Che c'è?- chiese lei, alzando le spalle. -Sta tornando, chiedigli di uscire!- continuò.
- Ginny!- stavolta era stato un coro di tre voci.
-Ecco a voi. – il ragazzo posò le due tazze e sorrise ancora ad Hermione. Harry e Ron lo guardarono in cagnesco, ma il ragazzo li ignorò, troppo concentrato su Hermione. -Posso parlarti un momento?- le chiese.
La caposcuola lo fissò a bocca aperta, torturandosi il maglione con le dita.  -No che non puoi!- intervenne Ron. Harry confermò annuendo.
Hermione sentì un calore invaderle le guance: odiava che qualcuno altro decidesse per lei e soprattutto odiava il modo in cui Harry e Ron la trattavano. Come se fosse una bimbetta incapace di occuparsi di se stessa. -Certo.- sorrise, alzandosi.
- Hermione!- dissero in coro i due, guadagnandosi un'occhiataccia da Ginny.
Lei lo seguii fino al muro dove finiva il bancone, pentendosi ad ogni passo che faceva e perdendo la sicurezza che l'aveva spinta ad accettare ogni metro che l'allontanava dai suoi amici.  -Io, mi chiedevo se ti andava, qualche volta, di uscire insieme..- le chiese, imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli e sfuggendo il suo sguardo. Hermione si torturava le mani – Vedi, io non esco spesso, frequento Hogwarts e non ho molto tempo libero..- tentò di dire, pentendosi del fatto di avere accettato.
-Vai ad Hogwarts? Che anno sei?- le chiese il giovane.
-Ultimo.- rispose lei.
-Io ho finito due anni fa, ero un Corvonero.-
- Gryffindor.-   sorrise lei.
-Non ne avevo dubbi.- gli disse – Mi chiamo Dan. –
- Hermione.- gli tese la mano.
Al contatto con la pelle di lui, la ragazza sussultò: c'era qualcosa che non andava in quel ragazzo. Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, ma avvertì una brutta sensazione quando lui le si avvicinò.
-Allora, Hermione: ho saputo che quest'anno il vecchio Silente darà un ballo per Natale, posso accompagnarti?- le chiese, a pochi passi da lei.
La ragazza scivolò all'indietro, finendo contro il bancone. Lui la bloccò, posando le mani ai suoi lati. Hermione gli puntò le mani sul petto, cercando di spingerlo via.
-No .- gli disse.
-Perché fai così? Non eri tanto seria poco fa. Ci divertiremo.- avvicinò il naso ai suoi capelli e insinuò una mano sotto la sua gonna.
-Lasciami, lasciami!- la voce le si strozzò in gola.
Possibile che nessuno dovesse andare al bagno e passasse di lì? Il panico la invase. Chiuse gli occhi.
Aveva affrontato Voldemort a testa alta e adesso si lasciava trattare così da uno stupido ragazzino. Una lacrima le scese lungo la guancia.
Quando riaprì gli occhi, si rese conto di non essere più bloccata. Si guardò intorno, certa di trovare Ron ed Harry accorsi a salvarla.
Ma vide Malfoy.
Un Malfoy con il labbro sanguinante.
Un Malfoy con i capelli arruffati e i vestiti sgualciti.
Si passò una mano sul labbro, sporcandosi i guanti candidi. Dan giaceva disteso per terra. Hermione tornò a fissare Malfoy: aveva fatto a pugni. Per lei. I rumori attirarono gente. Harry, Ron e Ginny accorsero. Quest'ultima, nel vederla, comprese al volo. La abbracciò e si smaterializzò con lei, infrangendo le regole. Harry e Ron si voltarono verso Malfoy – Che diavolo è successo?-. Lui li ignorò, voltandosi e uscendo.
- Maledizione.- esclamò. Non ce l'aveva fatta. Quando l'aveva vista impaurita, tremante qualcosa gli era scattato dentro. Ancora una volta.


-Piangi, tesoro.- le sussurrò Ginny, stringendola. Erano riapparse fuori ai confini di Hogwarts e arrivate al Castello, erano corse di sopra.
Ginny aveva ordinato a tutti di non avvicinarsi alla loro camera e la piccola Wesley sapeva essere molto convincente. Chiuse dentro con un colloportus , Hermione aveva raccontato tutto. Ginny l'aveva fissata a bocca aperta. - Malfoy ha preso a pugni quel bastardo?- le chiese.
Hermione annuì.  Doveva ringraziarlo.   –Wow. Hermione, Malfoy!- esclamò Ginny. – Wow.- ripeté, troppo scombussolata per aggiungere altro.
- Io non ho fatto niente! –
- Qualcosa avrai fatto se "Draco Malfoy, Mr Serpeverde è in mio potere", ha preso a pugni quel tizio per te!-
- Non è vero Ginny! Lo sai benissimo: Malfoy non mi aiuterebbe nemmeno se lo implorassi di farlo. – Hermione tremò solo all'idea di doversi abbassare a tanto.
Ginny sorrise, con un luccichio particolare negli occhi castani – Staremo a vedere: non credo che il biondo Vanesio si sarebbe lasciato rovinare il viso per una qualunque!  - le disse.
- Quanto sei venale.-
Poi un rumore un'imprecazione attirarono la loro attenzione. Aprirono la porta e, sporgendosi lungo la scala, videro Harry, seduto sulla schiena di Ron. -Miseriaccia Harry, spostati!- protestò quest'ultimo.
Ginny scoppiò a ridere – Allora l'incantesimo alle scale funziona! – poi uscì, dando un bacio sulla guancia all'amica. -Ho un appuntamento, ci vediamo dopo!-.
Passò davanti ai due ragazzi sorridendo. - Ginevra Wesley! – urlò Ron correndole dietro – Dove credi di andare?-
Hermione rise: Ron non si sarebbe mai rassegnato al carattere libertino della sorella. La voce di Harry attirò la sua attenzione – Mi lasci salire? – le chiese. Hermione mormorò una formula e le scale tornarono a posto. Harry la raggiunse e chiuse la porta.
-Come stai?- le domandò, sedendosi sul letto di fronte a lei.
-Sto bene, grazie a Malfoy.- si lasciò sfuggire. Incredula anche lei per la verità di quelle parole.
Harry scattò in piedi – Malfoy?! Cavolo Hermione! – urlò.
-Shhh! Non gridare Harry, calmati. – cercò di zittirlo lei.
- Malfoy non è degno nemmeno di respirare la tua stessa aria, figurarsi di fare a pugni per te!- disse, imbronciato. Non si capiva se perché Malfoy aveva effettivamente fatto a pugni per lei o perché respirasse. Hermione rise – Sembri un padre dell'ottocento.- lo schernì.
Il ragazzo la guardò divertito. -Come osi? – le disse – Io sono il Salvatore del Mondo magico!-
- Tu?!Siamo rovinati!- rispose lei, alzando gli occhi al cielo e cominciando a correre. Harry la imitò, cercando di prenderla. Hermione afferrò un cuscino e glielo lanciò, colpendolo in pieno viso. Accecato per un attimo, Harry le rovino addosso e caddero entrambi sul letto.
Cominciò a farle il solletico. -Invoca pietà!- le disse. -Mai!- rispose lei, tra le risa.  - Allora preparati! – esclamò il ragazzo, rincasando la dose.
- Va bene, ti prego, basta!- gli disse la caposcuola, cercando di fermarlo. Harry le prese i polsi con un gesto fulmineo e glieli portò sopra la testa, bloccandola. La guardò ridere: era diventata bellissima, la sua Hermione. Se ne era accorto già quel giorno nella tenda, quando l'aveva trascinata a ballare. I suoi occhi, scuri e puri, avevano il potere di trasmettergli tutte le emozioni di cui necessitava. Fiducia, conforto, coraggio. Hermione notò che il ragazzo la fissava – Tutto bene? – gli chiese.
Annuì, scivolando accanto a lei e abbracciandola. Hermione si posizionò sul suo petto. Stava bene accanto a lui. Cominciò a piangere e gli raccontò tutto. Harry la strinse, mentre un dolore gli bruciava nel petto.
Dolore, per la sua sofferenza.
Rabbia, verso quel bastardo che aveva osato sfiorarla.
Gelosia, verso Malfoy, che l'aveva aiutata.
Chinò il capo sul viso di Hermione, che si era addormentata stretta a lui. Si tolse gli occhiali, sistemandoli su comodino di lei, cercando di muoversi il meno possibile. Sistemò la coperta su entrambi e chiuse gli occhi.



Draco Malfoy uscì dal negozio. La boccetta tra le mani, il labbro rotto che il freddo fece pizzicare. Che diavolo stava combinando!
Difendere così la Mezzosangue, rischiare così tanto per lei! -E' sicuro di volerla? – gli aveva chiesto l'uomo, mentre gli porgeva l'ampolla.
-Sono sicuro.- aveva risposto il ragazzo.
- Fai attenzione, ragazzo. – gli raccomandò l'uomo.
Malfoy guardo l'ampolla. Solo poche gocce all'interno. Ma ne sarebbe bastata una e per lui sarebbe finita. "Ne vale la pena" pensò, infilandola in tasca.

Il Nostro Sangue || Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora