Impossibile

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- Hermione, su svegliati. -il sussurro di Harry al suo orecchio la riscosse dal sonno profondo: aprì lentamente gli occhi, sbattendo un paio di volte le palpebre. La prima immagine che focalizzò fu il sorriso dolce che lui le stava rivolgendo: era ancora stretta nel suo abbraccio ma la cosa le appariva naturale.
-Buon giorno.- gli disse, sorridendo appena e stiracchiando le braccia.
- Buon giorno a te, sai che ore sono?- rispose, guardandola divertito.
Gli occhi ambrati si ingigantirono – Che ore sono? – chiese, temendo la risposta.
-Le otto meno un quarto.- non terminò nemmeno la frase, che la Caposcuola si era già fiondata in bagno.
- Cavolo, Harry!- la sentì brontolare con lo spazzolino in bocca – Perché non mi hai svegliata!-
Lui rise – Guarda che mi sono appena svegliato anch'io. – le spiegò, entrando anche lui in bagno. – E SGinsny?- gli chiese, sputando. Harry alzò le spalle. L'occhiataccia che lei gli rivolse lo fece desistere da fare altri commenti.
Il ragazzo si sciacquò velocemente il viso, sfilandosi la maglietta.
Hermione uscì, avviandosi verso l'armadio: nonostante ci fossero stati momenti in cui aveva condiviso molto di più di un semplice bagno con Harry, come durante quella specie di fuga da Voldemort in cui erano stati costretti in una piccola tenda, in cui la privacy sicuramente non era inclusa, la imbarazzava ancora vederlo a torso nudo.
Era l'ultimo giorno di lezione, dato che il giorno seguente lei e le altre Caposcuola coinvolte nel progetto l'avrebbero passato a fare "le prove".
Hermione sbuffò: le prove di cosa poi? Per la figuraccia che avrebbe di sicuro fatto!
Harry uscì dal suo bagno, aprendo il baule accanto alla scrivania: per causa di forze maggiori, si era rassegnata al fatto che entrambe le sue guardie del corpo avessero bisogno di una divisa di riserva, che si era impegnata a custodire lei stessa.
Era proprio una di quelle divise, che Harry stava tirando fuori dal suddetto baule.
Si dettero più volte il cambio, mentre entrambi si vestivano.
Infine Hermione spruzzò una goccia del suo solito profumo e si allungarono nel corridoio per chiamare Ron.
Si diressero svelti il Sala Grande, affamati.
Il tavolo delle Serpi era già pieno: Malfoy e Zabini sedevano di fronte al tavolo dei Grifoni, alla loro destra, Daphne salutò le amiche con una sventolata di mano. Ginny seduta, rivolse a entrambi un'occhiata divertita.
Le due ore di pozioni con Piton passarono incredibilmente lente: Ginny, strategicamente seduta all'interno del banco, col fianco destro al muro, proprio come Blaise in fondo alla stessa fila, sembrava avere un continuo ed incessante bisogno di stiracchiare il collo, voltandosi indietro.
Hermione, in mezzo alle due amiche, tentava di concentrarsi sulle parole del professore, che aveva già tolto a Gryffindor dieci punti per via del balbettio di Paciock.
Non era facile, tuttavia, ignorare quella sensazione di avere un paio di occhi fissi sulla schiena: mezza volta che si arrischiò a guardare indietro, ottenne tre reazioni decisamente sufficienti a persuaderla dal provarci ancora: Incontrò gli occhi grigi e agitati di Malfoy, fermi nei suoi.
Harry e Ron si voltarono seguendo la linea del suo sguardo, tornando a guardarla con espressioni furiose e minacciose.
Sospirò, consapevole di avere adesso tre paia di occhi, tre paia di occhi di colori estremamente diversi, ma altrettanto belli, puntati su di se.




-E finalmente...siamo...libere!- urlarono in coro Ginevra e Daphne, dandosi un cinque proprio fuori dalla Stanza delle Necessità.
Hermione, subito dietro di loro, sorrise. – In realtà abbiamo ricevuto molti compiti per le vacanze e...- desistette di fronte all'occhiataccia che le rivolsero. - Allora, ditemi: vi occorre il mio aiuto oggi?- domandò, alludendo alle rifiniture e agli ultimi ritocchi per gli abiti.
Entrambe negarono, scuotendo energicamente il capo.
-Perfetto! Potrò passare il resto della giornata in biblioteca.- esclamò Hermione, mentre venivano raggiunte dai ragazzi.
- Non mi sembra vero che sia finita!- disse Ron, alludendo alle lezioni.
Hermione alzò un sopracciglio – Infatti non è finita, Ronald: siamo solo in vacanza e non per questo motivo dovrete tralasciare i vostri compiti, sono stata chiara?- chiese, guardando i due con aria minacciosa.
Malfoy ghignò – Granger, complimenti: la tua innata capacità dittatorie impaurirebbero chiunque.- le disse, strizzandole l'occhio per provocarla.
- Anch'io mi devo complimentare, Malfoy: la tua innata capacità di rompere farebbe saltare i nervi a chiunque.- ribatté, incrociando le braccia.
Gli altri cinque si scambiarono uno sguardo, preoccupati: le litigate di Malfoy ed Hermione erano sempre finite abbastanza male.
Per questo motivo furono tutti quanto meno scioccati quando la Serpe, sempre ghignando, le fece una specie di inchino, fingendo di togliersi un immaginario cappello – Touché- disse.
La ragazza non riuscì a trattenere un sorrisetto soddisfatto e lo imitò, chinandosi di poco.
Quando si allontanarono, una in una direzione, l'altro in un'altra, salutando gli amici, questi ultimi rimasero basiti sul posto per alcuni minuti.



-D'accordo Ginny, ma rifletti: non è una novità che gli opposti si attraggono!- esclamò Daphne, incollando il brillantino sul nastro.
Si erano messe all'opera subito dopo pranzo, inondando la Stanza delle Necessità di qualsiasi cosa fosse indossabile: borse, scarpe, cinte, cappelli. Avrebbero potuto aprire un Centro Commerciale immediatamente.
-Non è questo, Daph: si sono sempre odiati, lui l'ha sempre offesa, è troppo complicato.- scosse le spalle Ginny.
- Non basterebbe un solo anno a cambiarne sette, non per Hermione.- aggiunse, alternando due cinte sullo stesso abito per scegliere la migliore.
-Sarà.- mormorò la Serpe, distratta.
- Sai già con chi andrai al Ballo di Natale?- le domandò Ginny, sistemandosi il fermaglio che le era scivolato dai capelli.
- No, non ancora. E tu? Come farai con tuo fratello? –
Ginevra alzò le spalle – Succeda quello che deve succedere.- affermò, sorridendo.




-Mezzosangue, com'è che capiti sempre tra i miei piedi?- le chiese Malfoy, tirandosi su.
Era uscita come al solito di corsa dalla biblioteca, sommersa dai libri e gli era finita dritta addosso.
- Com' è che tu capiti sempre tra i miei di piedi. - ribatté, raccogliendo i tomi.
Sorprendendola, il ragazzo si chinò, aiutandola.
Lei rimase a fissarlo per un lungo momento e lui, sentendosi osservato, alzò lo sguardo. -Che guardi, Granger?-
- Una cosa incredibile: te aiuti me. – rispose lei, alzandosi.
Malfoy ghignò – E già, Mezzosangue, una cosa davvero fuori dal comune.- sentenziò.
Senza proferire altra parola, si incamminò verso il corridoio da cui era arrivato.
- Malfoy, aspetta!- gli urlò dietro, raggiungendolo.
- Che vuoi, non ho tempo da perdere.- le disse, guardandola di traverso.
Hermione tacque: come poteva cambiare così radicalmente nel giro di un secondo?
-A si?- gli chiese, mentre lui annuiva deciso.
-E allora come mai torni indietro?- lo apostrofò lei.
-Prego?-lui la guardò curioso, non la capiva.
Lei sorrise – Se non avevi tempo da perdere, come mai stavi andando in biblioteca?- gli domandò.
Malfoy rimase zitto, osservandola compiaciuto.
-Non sono affari tuoi, Granger.- le rispose semplicemente, superandola.




- Harry, vuoi concentrarti?- lo richiamò Ron, indicando le carte.
Il ragazzo lo guardò distratto – Oh, si, scusa Ron. – disse, scartandone una dal mazzo.
-Hai scartato un Jolly! Mi dici a che stai pensando?- esclamò l'altro, posando il mazzetto che teneva aperto a mo' di ventaglio tra le mani, sul tavolo. Harry lo imitò, distendendo le gambe – Pensavo ad Hermione.- confessò.
-E' un po' strana in questi giorni.- concordò il ragazzo.
- Non è solo strana, Ron: c'è qualcosa sotto e temo che riguardi Malfoy.- mormorò lapidario.
- Hermione e Malfoy?!- la risata di Ron inondò la Sala Comune dei Grifoni.
- Non dico che si piacciano, ma forse lui la ricatta, le ha fatto un incantesimo.-.- elencò Harry, arruffandosi i capelli.
Ron si fece pensoso – Potrebbe essere, ma non credo che Daphne gliel'avrebbe lasciato fare.- constatò.
-In effetti.- rispose il Salvatore del Mondo Magico.
- Forse è solo nervosa per la sfilata.- disse il suo migliore amico con nonchalance.
Gli occhi del Salvatore del Mondo Magico strabuzzarono fuori dalle orbite – Sfilata?! – ripeté.
Ron annuì – Non hai letto i manifesti? Sono ovunque: le ragazze hanno organizzato una sfilata, per Domenica.- gli spiegò rassegnato.
-Portami a vedere quel manifesto.- mormorò Harry, alzandosi.




-Signor Malfoy!- la voce della McGranitt lo fermò proprio in cima alle scale per i sotterranei.
- Professoressa.- rispose Draco a mo' di saluto.
La donna avanzò, nel suo mantello verde, fermandosi di fronte a lui.
-Vorrei sapere a che punto siete, lei e gli altri Caposcuola, per quanto riguarda il progetto di Domenica.- gli spiegò lei. Draco si chiese perché, anche quando gli poneva una semplice domanda, sembrava starlo accusando di qualcosa.
- Siamo a buon punto.- biascicò, scocciato.
- Bene, allora ho altro da chiederle: vada a cercare la signorina Granger, il Preside vuole parlare con entrambi.- lo salutò con un cenno del capo e poi si allontanò.
Malfoy si passò una mano tra i capelli biondi: possibile che Silente sapesse?
No, non poteva essere. Nessuno avrebbe potuto pensarci, nemmeno un Mago potente come lui. Ma allora cosa voleva da lui, da loro?
Sospirò, incamminandosi: dove l'andava a prendere adesso la Granger? In biblioteca c'era già stata, probabilmente se n'era tornata alla Torre.
Quando arrivò fuori al ritratto di quella grassona che insisteva a stonargli i timpani, trovò Potter e Lenticchia con delle facce da funerale.
-Sfregiato, Pezzente.- ghignò.
San Potter lo fulminò – Che vuoi Malfoy?- disse, incrociando le braccia.
-La Mezzosangue.- rispose, poggiandosi al muro e incrociando i piedi e le braccia.
Entrambi strabuzzarono gli occhi – Hai appuntamento con Hermione?- esclamarono in coro.
Lui sorrise: avrebbe potuto divertirsi un po'. Annuì.
-Stai mentendo.- sussurrò Harry, stringendo i pugni.
Malfoy rise – Perché non le andate a dire di sbrigarsi, così vedrete che non scherzo.- ribatté lui.
Ron aprì la bocca per rispondere ma dovette afferrare Harry, pronto a mollare un pugno a Draco.
La signora grassa cominciò ad urlare, facendo un casino tremendo.
Poco dopo, la testa riccia di Hermione, fece capolino per vedere cosa stesse succedendo.
-Si può sapere che state combinando?- alzò la voce per zittire il ritratto.
Harry si liberò dalla presa di Ron – E' colpa dell'Idiota Malfoy.- disse, sistemandosi la divisa.
Lei spostò il suo sguardo su di lui ,fissandolo curiosa. - Malfoy?- disse infine, come per invitarlo a parlare.
Draco sorrise, scostandosi dal muro e avvicinandosi a lei, abbastanza da far in modo che fosse solo lei a sentirla.
-Silente vuole parlarci.- le spiegò, ridendo delle espressioni dei due Grifoni.
- A noi?- chiese lei, stupita.
Il ragazzo annuì, incamminandosi. Si fermò a metà corridoio, girando solo la testa per guardarla – Andiamo, Granger?- le chiese, inclinando di poco il capo. La ragazza annuì, - Ci vediamo dopo.- disse agli amici.
-Hermione...- le voci dei due pronunciarono il suo nome in coro.
Lei si fermò a pochi passi da Malfoy – Ci vediamo presto, ora devo andare.- ripeté.
Quando raggiunse Draco, che ghignava in direzione dei due ,gli lanciò un occhiataccia, per ammonirlo.
Harry e Ron rimasero a fissarli, impietriti.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now