Bigliettini

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Hermione camminava lenta, meditando ad ogni passo una fuga: dopo quello che era successo la sera prima, proprio non le andava di vedere il ghigno di Malfoy, che la prendeva in giro. E poi Harry e Ron non ne sapevano niente, se la Serpe si fosse lasciato scappare qualcosa davanti a loro? Scosse la testa violentemente, non voleva nemmeno pensarci!
Quasi sull'enorme portone della Sala Grande, le si affiancò una Ginevra trafelata per la corsa.
- Buongiorno, Hermione.- le disse, tenendo la testa e gli occhi bassi.
- Ciao. – fu la sua glaciale risposta: non l'aveva perdonata per quello che gli aveva combinato.
Ginny provò ad aggiungere qualcosa, probabilmente delle scuse, ma i due ragazzi, qualche passo avanti a loro, si voltarono per salutarla, così rinunciò. Si sedettero al tavolo, nelle solite postazioni: Ron ed Harry ai lati, Hermione al centro e Ginny di fronte a lei.
La ragazza continuava a lanciarle occhiate supplichevoli, che, puntualmente, la Caposcuola ignorava.
-Va tutto bene con Ginny?- le sussurrò Harry in un orecchio, sporgendosi verso di lei.
- Certo.- rispose la Caposcuola.
Lui, notando la foga che Hermione stava impiegando per imburrare un toast, decise fosse meglio desistere dal fare altre domande al riguardo.
Ron lanciò un occhiata al tavolo dei Corvi: Luna, beatamente tra le nuvole come al solito, gli regalò un sorriso dolcissimo, che il ragazzo ricambiò un po' impacciato, distogliendo subito lo sguardo.
Si voltò verso Hermione, notando quanto fosse nervosa quel giorno: si mordeva di continuo le labbra, passandosi ripetutamente la mani tra i riccioli e agitandosi esageratamente sulla panca. Sorrise. Ormai conosceva ogni sfaccettatura di quella ragazza. Era cos' buffa, con le guance arrossate.
Il cuore smise di battergli nel petto, quando lei lo guardò, rilassandosi all'istante e sorridendogli dolcemente.
L'ambra dei suoi occhi lo fece perdere, come solo lei sapeva fare. Era così innegabilmente bella, così semplicemente stupenda.
Sospirò, tornando alla sua colazione.


Hermione si tranquillizzò: gli occhi sinceri e puri di Ron avevano questo effetto su di lei.
Ogni qual volta si sentiva agitata, le bastava cercare il rosso con lo sguardo: lui era il punto fermo della sua vita, quella sicurezza che ti dà solo la famiglia, il suo posto sicuro. Addentò il toast, guardandosi distrattamente in torno: i Corvi bisbigliavano, i Tassi sorridevano, le Serpi ghignavano. Niente di diverso.
Un brusio la fece ridestare, con l'aiuto del viso di Ginevra, che era passato, in una frazione di secondo, dal bianco cadaverico al rosso gambero.
Fu la conferma che quell'angolino del suo cervello che le  aveva urlato di fuggire, aveva avuto ragione: Draco Malfoy e Blaise Zabini, entrarono in Sala Grande, seguiti da Nott e Daphne. Quest'ultima fece un saluto alle due ragazze con la mano, attirando l'attenzione degli altri tre su di loro. Hermione osservò la scena quasi a rallentatore: Malfoy aveva guardato Daphne, poi lentamente aveva girato il capo verso di lei.
Si preparò ad accogliere l'occhiata di derisione che sicuramente l'avrebbe investita, rossa volto, ma orgogliosamente Grifondoro fino al midollo: non abbassò mai lo sguardo distogliendolo da quello di lui. Il ghiaccio negli occhi del ragazzo, vibrò, in cerca di un nome all'altezza di quello che stava provando: odio? Rabbia? Disgusto? No, niente di tutto ciò. Fastidio forse, un leggero fastidio.
Entrambi si resero conto del troppo tempo trascorso in quel modo, lui in piedi a guardare lei, lei seduta con la forchetta a mezz'aria a fare lo stesso. Una leggere spinta di Daphne ai due ragazzi (anche Blaise si era incantato a fissare Ginny) e uno schiocco di lingua da parte di Harry e Ron, fece ripartire tutti i movimenti della Sala, che pareva essersi congelata nel tempo. Hermione sospirò.
Draco si sedette, evitando accuratamente di guardare verso il tavolo dei Grifoni.
Ginevra tornò alla sua colazione, ancora scossa: aveva dovuto farsi violenza, per impedirsi di alzarsi e correre tra le braccia di Blaise.
Quello che provava per lui la spaventava, era troppo, troppo profondo. Le faceva perdere il controllo, spesso la lasciava così sconvolta da farle paura. Hermione sospirò dall'altro lato del tavolo. Doveva farsi perdonare da lei.

Malfoy bevve un sorso dal suo bicchiere, poi si voltò verso Zabini.
-Non mi interessa, ti conviene stare zitto.- gli disse, in risposta all'ennesima scusa che il ragazzo gli aveva affibbiato per giustificare la sera precedente.
- Per favore, Draco, esageri! – fece lui,  pentendosi all'istante delle parole che aveva pronunciato.
Draco lo fulminò con gli occhi – Io esagero?! – esclamò.
-Tu mi hai lasciato da solo con la Mezzosangue e io esagero!?- la voce gli si era abbassata, diventando talmente sottile da far venire i brividi.
- Io non intendevo...- tentò Blaise, ma la mano di Daphne sul suo braccio lo fermò. Si voltò verso la ragazza, che scosse la testa.
Blaise tacque. Draco sbuffò.
Zabini, addentando la fetta di torta, diede uno sguardo a Ginny, che sedeva di spalle: era così bella, da fargli venire voglia di urlarlo.
Vide Potter ridere a qualcosa che lei aveva detto e la tristezza lo invase: avrebbe voluto poter sorriderle anche lui,c osì liberamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Il Nostro Sangue || Dramione Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz