- Zabini, fuori dalla mia stanza!- borbottò Draco, ficcando la testa sotto il cuscino per sfuggire al sole che stava invadendo la stanza: quell'idiota del suo migliore amico aveva avuto la brillante idea di spalancare le tende verdi.
- E' anche la mia stanza! Alzati, razza di fannullone che non sei altro, è la Vigilia di Natale!-
- Tanti auguri.-
Malfoy non aveva alcuna intenzione di lasciare il tepore del proprio letto all'alba per via della poca sanità mentale dell'amico.
-Su, Draco, alzati! Sono le undici passate!- aggiunse l'altro, tirandogli via le coperte.
Maledicendo Blaise, la Vigilia di Natale e la sua stupida abitudine a dormire con soli i pantaloni anche in inverno, il Serpeverde si alzò, sbattendo contro tutto quello che si trovava tra lui e il bagno.
-Vedi come sei ragionevole quando vuoi?-
- Hai tre secondi per uscire di qui, Blaise, con le tue gambe intendo.- la voce minacciosa del ragazzo fece sorridere il diretto interessato.
- D'accordo, ti aspetto in Sala Comune: non metterci troppo: io, Daphne e Nott vogliamo farci un giro al Lago Nero, prima di pranzo.-
- Bravi: assicurati che ti affoghino!-
La risata di Zabini rimbombò nei corridoi. – Fa' presto!-


Stretta nel cappotto scuro, Hermione camminava accanto ad Harry e Ginny, affianco alla quale si stringeva il fratello: sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
Se le cose fossero rimaste com'erano, a quell'ora, probabilmente, nessuno di loro quattro si sarebbe trovato a Hogwarts: dopo la dipartita di Voldemort, per mano del Salvatore del Mondo Magico, al Trio era stato proposto di entrare direttamente al corso di addestramento per Auror di massimo livello, non che ve ne fosse bisogno, ma dato che non avevano terminato la scuola, sarebbe stato un surrogato accettabile.
Ginny, invece, si era dimostrata un'ottima Medimaga e  il San Mungo le aveva proposto un posto fisso come capo reparto.
Tutti e quattro avevano rifiutato, esprimendo il loro desiderio di ritornare sui banchi di scuola, come ragazzi "normali".
Si sedettero al solito vecchio albero, respirando la fredda aria di Dicembre, giocherellando con la neve e chiacchierando spensierati; sembrava un sogno trovarsi starsene tranquilli e sereni, senza il timore che qualcuno potesse piombare lì cercando di ucciderli.
-Ragazzi, credo sia meglio rientrare.- affermò Harry, una mezz'ora dopo.- Non scordiamoci che Hermione è stata poco bene ieri.- le sorrise dolcemente, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
Ron e Ginny si accostarono agli altri due, mentre camminavano sul vialetto che conduceva al giardino della scuola, quando un altro gruppo di ragazzi si ritrovò di fronte a loro.
Hermione avvertì la stretta della mano di Harry farsi più forte e scrutò il volto del ragazzo, cercando di comprendere il perché dell'indurimento dei suoi lineamenti, poi sollevò gli occhi sulle figure di fronte a sé: Malfoy, Daphne, Zabini e Nott se ne stavano fermi di fronte a loro.
Daphne fu la prima a riaversi da quello strano silenzio e avanzò verso le amiche, salutandole con un abbraccio.
Harry non le lasciò la mano nemmeno quando lei fece un mezzo passo avanti per stringere la bionda Serpeverde.
-Come ti senti?- le chiese questa, tastandole la fronte.
- Sto bene.- sorrise la Caposcuola, evitando lo sguardo di Malfoy.
Anche Blaise la salutò. – Granger, Wesley.- quando c'erano Harry e Ron non usava mai chiamarle con i loro nomi di battesimo.
Hermione lesse una punta di tristezza mista a rassegnazione nei suoi occhi.
- Zabini.- proferì Ron, fraintendo a chi fosse rivolto il saluto.
Nott intervenne per evitare un battibecco. – Buongiorno, Caposcuola Granger, Potter, Wesley, Wesley.- ripeté, dimostrandosi il più maturo di quel gruppetto.
L'unico che non proferì parola fu il Serpeverde per eccellenza: Draco tenne tutto il tempo gli occhi incollati in quelli di Potter, slittando, ogni tanto, sulle mani intrecciate del ragazzo e di Hermione.
-Ciao Nott, Zabini, Malfoy.- rispose la Caposcuola dei Grifoni, pronunciando  l'ultimo nome con tanta freddezza che gli occhi grigi di Draco scattarono nei suoi.
Mentre i primi fiocchi di neve cominciavano a cadere e tra i due si innescava una guerra di sguardi, la Grifondoro avvertì il braccio di Harry stringerla a se, sottraendola alla vista della Serpe.
Ginny, rimasta in silenzio, si sentiva combattuta: l'aria triste di Blaise, il fatto che quest'ultimo avesse accettato, per amor suo, di tenere nascosta la loro relazione, erano stati un miscuglio di pugni allo stomaco.
Daphne e Nott si spostarono più a destra, per permettere ai Grifoni di avanzare, mentre Draco rimase impassibile al suo posto, facendo in modo di sbattere la propria spalla contro quella di Harry.
Hermione agguantò la mano del Salvatore del Mondo Magico appena in tempo per impedirgli di voltarsi.
Ginny superò Blaise, con lo sguardo basso.
Nemmeno tre passi dopo, uno scalpiccio fece voltare i tre Gryffindor: Ginny, certa che Ron ed Harry la stessero guardando, si sollevò sulle punte e sfiorò leggerissima le labbra del fidanzato in un casto bacio.
Sorridendo si allontanò da lui. – Buongiorno amore.- disse in tono dolcissimo.
Hermione e Daphne sorrisero, soddisfatte e felici, mentre il diretto interessato se ne stava imbambolato nella stessa posizione, incredulo su quanto appena avvenuto.
Nott scoppiò in una sonora risata, mentre Harry tentava di chiudere la bocca.
Hermione si voltò alla sua destra per controllare che Ron respirasse ancora: facendo onore al colore dei suoi capelli, il viso del ragazzo si era colorato di un rosso porpora, dandogli l'aspetto di un gambero.
Ginny gli sventolò la mano davanti al viso. – Ron, stai bene?- gli chiese.
Niente.
Hermione gli si parò davanti. – Ronald, per l'amore del cielo, riprenditi!- esclamò, scuotendolo per le spalle.
Gli occhi azzurri del ragazzo tornarono vivi: si guardò intorno.
-Tu!- gridò, indicando la Serpe mora e avanzando minacciosamente. - Tu! Che cosa hai fatto a mia sorella!?- la sorellina si precipitò tra i due, parandosi di fronte a Blaise. - Ron piantala!- s'intromise.
- Ginny, spostati, non sai quello che stai facendo!-
- Io so benissimo quello che faccio, la vita è mia, decido io di chi innamorarmi.- asserì convinta la piccola Wesley.
- Innamorarti?! Di lui?! E' un Serpeverde!- le urla del fratello fecero volar via un paio di cornacchie.
- Mi stai forando i timpani! Non sono affari tuoi! Leggi il labiale Ronald: n-o-n s-o-n-o a-f-f-a-r-i
t-u-o-i! – scandì lettera per lettera.
- Tu sei mia sorella e se perdi la testa sono affari miei!-
Zabini agguantò una mano di Ginny e si portò la ragazza dietro le spalle.
-Non urlare così con lei.- disse serissimo.
- Fatti gli affaracci tuoi, Zabini e toglile le mani di dosso!- esplose il portiere dei Grifoni, avanzando per afferrare la sorella.
Il petto largo di Blaise lo bloccò. – Ho detto spostati!- altra spallata.
- Blaise, basta.- mormorò Ginny.
- Non preoccuparti, non ho paura di fare a pugni con lui.- sorrise il Serpeverde.
Ron ghignò. – Ti accontento volentieri.- rispose, sollevando il braccio destro e stringendo le dita.
Il pugno non si mosse e tutti osservarono la mano di Malfoy che teneva il braccio del ragazzo, impedendogli di colpire Zabini.
Harry si staccò da Hermione. – Resta qui.- le disse, avanzando verso Malfoy e dandogli una spinta.
-Giù le mani dal mio amico.-
Draco sorrise, non desiderava altro. – Potter, perché non te ne torni da dove sei venuto? Non vorrei doverti stendere davanti alla tua ragazza.- fece schioccare le nocche delle dita, certo che la ragazza lo avesse sentito.
-Sarò io a stendere te, Malfoy.-
- Ragazzi, perché non cercate di calmarvi...- provò Theo, alzando le mani.
- Zitto, Nott!- esclamarono quattro voci in coro.
Daphne sbuffò. – Tutto questo è ridicolo! Voi quattro siete patetici, non dico altro!- sbottò, avvicinandosi a Blaise e Ginny.
Hermione annuì, raggiungendola e parandosi tra Draco e Harry.
-Mezzosangue, spostati.- la voce del Serpeverde era lapidaria.
- Hermione, togliti di lì. – si unì Harry.
- Non ci penso nemmeno: siete adulti, come lo sono Blaise e Ginny. Se vogliono stare insieme non siete voi a poterci mettere becco! Non siamo mica nella Verona cinquecentesca! E loro non sono Romeo e Giulietta!- affermò sicura, mentre tutti gli altri la guardavano allibiti.
-Rodeo e chi?- fece Daphne, guardandola curiosa.
- Mezzosangue, ti senti di nuovo male o ti capita spesso di dare di matto?- sorrise Malfoy, un sorriso vero, uno di quei pochi che le aveva mai dedicato. Ed Hermione si perse per un attimo in quel sorriso, perdendo il filo del discorso.
-Quello che sto cercando di dire è che se loro due, - indicò i diretti interessati. –vogliono stare insieme, sposarsi ed avere tredici figli non sarete voi a dividerli, né ne avete il diritto.-
- Sposarsi?- la mascella di Harry fece un tonfo secco battendo sulla neve.
- Tredici figli?- il viso di Ron era diventato cianotico.
- Ti ringrazio, Hermione, hai reso il concetto, ora non esageriamo comunque.- rise Ginny.
La tensione si allentò: con un ultimo sguardo di puro odio al novello cognato, Ron afferrò la mano di sua sorella e la trascinò via.
-E' meglio che vada con lui, adesso.- gli spiegò Hermione, avvicinandosi ad Harry e afferrandolo per il braccio. – E ora andiamo anche noi.- aggiunse, spingendolo oltre.
Malfoy gli bloccò il passaggio e la ragazza sollevò lo sguardo su di lui, chiedendogli di spostarsi tacitamente. Che voleva ancora?
-Adesso che la Piat...- Blaise si schiarì la voce. – Wesley...- si corresse Draco. – sta con Blaise, capiterà  spesso che anche la Granger si trattenga in nostra compagnia, magari anche fino a tarda notte, non ci sono problemi vero Potter?- domandò, con un aria talmente provocatoria che Harry dovette ringraziare la presa ferrea della mano della Caposcuola sul suo braccio.
Hermione era scioccata: Malfoy stava dicendo ad Harry che per lui non c'erano problemi se lei, si, si, proprio lei, la Mezzosangue, ( s'indicò mentalmente) avesse passato del tempo con loro, con lui.
-Non credevo ti facesse tanto piacere la compagnia di Hermione.- rispose Harry. – E comunque, Malfoy, credo di avere degli argomenti alquanto...interessanti,  per trattenerla con me e non farle desiderare di andare in nessun altro luogo.- stoccata.
Aveva alluso abilmente a quello che era successo tra loro un paio di giorni prima, basandosi sul fatto che Malfoy ne fosse a conoscenza.
Gli occhi di quest'ultimo si assottigliarono pericolosamente, mentre quelli del Grifondoro scintillavano vittoriosi.
-Non ne sarei tanto sicuro, sfregiato.- lo stava sfidando?
Malfoy stava sfidando Harry su chi avesse più argomenti per convincere lei a stare con loro? Hermione non ci capiva più niente.
-Quando avete finito questa gare di testosterone ce lo fate sapere? Fa un freddo cane qua fuori.- intervenne Daphne.
Hermione trascinò via il ragazzo, confusa, mentre la Serpeverde agguantava il braccio di Draco per impedirgli di seguirli.

Il Nostro Sangue || Dramione Where stories live. Discover now