9c) LA FESTA DEL RITORNO

Start from the beginning
                                    

Lui no. Era un Sanzara, tutto quello che i suoi amici avevano, non poteva averlo.

Progressivamente superò la delusione e si mise l'anima in pace. Facendosi forza accettò ancora una volta di non essere più al suo posto e riuscì anche a perdonare Vandea per il tradimento della promessa che gli aveva fatto.

In fondo poteva capirla, lui non avrebbe potuto offrirle nulla di quello che aveva ora: un marito, una casa, degli affetti e sopratutto delle sicurezze.

Quando poi, nemmeno una luna dopo si venne a sapere che aspettava un bimbo da Fredrik, capì che per lui non c'era più posto al villaggio. Ci furono dubbi, mugugni e sospetti.

Nei primi giorni qualcuno bisbigliò a proposito di quella gravidanza così tempestiva e precoce. Sopratutto le donne più anziane fecero un gran parlare di antichi ricordi su casi incerti che tornavano ora alla memoria, poi, poco alla volta, anche quello svanì nella vita quotidiana e tutto tornò tranquillo. Altre novità presero ben presto il suo posto e la fecero dimenticare.

A quanto pareva anche Thorball, il tranquillo, rubicondo, pacifico Thorball, si era dato parecchio da fare, perché dopo poche settimane giunse la notizia che anche le gemelle avrebbero partorito durante il prossimo inverno. Con loro tre erano già otto i piccoli che avrebbero potuto partecipare al prossimo rito del disgelo e questo non poteva che rallegrare tutti, Aldaberon compreso. Andò anche a complimentarsi con i suoi amici e con le loro spose. Li salutò calorosamente stringendoli tutti a sé, come era usanza tra i Vareghi. Abbracciò anche Vandea, quando toccò il suo turno. Provò un brivido d'imbarazzo ad averla ancora tra le braccia e lei lo strinse forte, tenendolo contro i suoi seni un po' più del tempo dovuto, ma ormai aveva preso la sua decisione e non si poteva tornare indietro.

Dopo pochi giorni si venne a sapere che anche Jynri, la compagna di suo padre aspettava un bimbo.

Quando glielo disse Alfons era raggiante, pareva ringiovanito e in buona salute. Quella gravidanza gli aveva ridato il buon umore e la voglia di fare. Ritornò l'uomo esuberante e allegro che sempre era stato.

Aldaberon, invece, non avrebbe saputo dire se la notizia lo avesse reso contento o meno, però fu con vero dolore che apprese che in realtà si trattava di un semplice ritardo e che non avrebbe avuto un fratello o una sorella.

Per il padre invece fu un colpo durissimo, da cui non si sarebbe più ripreso.

Comunque, l'aver condiviso assieme quel dolore li avvicinò e il legame tra lui e il padre si rafforzò come mai prima d'allora. Quando potevano passavano del tempo insieme, spesso andando a pesca al largo del fiordo. Tra un allenamento e l'altro Aldaberon andava a trovarlo nel laboratorio mentre lavorava, però il tempo era sempre poco perché Neko lo faceva lavorare sodo e non gli permetteva di restare troppo tempo fermo. Al ragazzo venne il sospetto che non volesse lasciarli stare troppo tempo insieme. E se così era, si sarebbe inventato qualcosa di nuovo per tenerlo occupato.

Infatti ben presto iniziarono una nuova fase dell'addestramento da Sanzara.

Ora che aveva appreso come segnare lettere e segni sulla sabbia, gli disse Neko, doveva imparare come muoversi nella foresta.

Certo, come Varego conosceva i dintorni, però, a eccezione di coloro che si allontanavano per i matrimoni con la foresta, nessuno si scostava dai luoghi conosciuti per molto tempo. Con Neko, invece, iniziò poco alla volta ad allontanarsi verso Sud, nel folto della foresta che per lui era tutta da scoprire.

Al principio furono solo uscite di un paio di giorni, durante le quali il maestro gli fece vedere cose che non avrebbe nemmeno immaginato per poi tornare indietro.

Nella foresta Neko dimostrò una vitalità e una resistenza incredibili per la sua età, dove il ragazzo lo vide completamente a suo agio. Anzi, pareva che questa fosse la sua vera casa, non il villaggio Varego.

Ogni volta che partivano per il Gangi era una vera festa e quando si trattava di incamminarsi per il ritorno, il vecchio si incupiva per qualche tempo, prima di tornare quello di sempre.

Gradualmente le uscite divennero più lunghe, sempre verso Sud, dove un giorno Aldaberon avrebbe dovuto andare come Sanzara.

Con il tempo e la pratica arrivarono a stare lontani dal villaggio anche per alcune settimane di fila, periodi durante i quali il ragazzo sentì sfilacciarsi poco alla volta il legame con la sua gente, mentre diveniva sempre più forte quello con il padre. Quando ritornava, quella era l'unica cosa che lo riempisse di gioia.

Se non fosse stato per Alfons, avrebbe potuto starsene tra gli alberi fino all'inverno. Invece ogni volta tornavano, mese dopo mese.

Rapidi come sempre arrivarono l'autunno piovoso e la stagione fredda.

Durante l' inverno vennero alla luce ben dieci bambini. Cinque femmine e cinque maschi, in quanto Thulid e Vandea diedero entrambe alla luce dei gemelli. Due maschi Vandea e due femmine Thulid. Quello non fu un inverno particolarmente rigido e nemmeno troppo lungo. Quell'anno morirono soltanto poche persone anziane, già provate dai tanti inverni passati in quelle lande gelate. Se ne andarono serenamente e vennero cremate in primavera sulla spiaggia, come sempre.

Con la primavera successiva tornarono anche i viaggi di Neko e Aldaberon. Il ragazzo aveva ormai diciannove inverni e il vecchio sessantasette, anche se continuava a dimostrarne venti di meno. Era sempre energico e con tanta voglia di fare. Era il ritratto della salute, al contrario di Alfons che calava vistosamente in vitalità. Anche se la vita con Jynri scorreva tranquilla e serena, la mancata gravidanza della donna provò il morale del fabbro più di quanto chiunque al villaggio avesse potuto supporre. All'inizio nemmeno Aldaberon intuì nulla, anche perché pareva che la cosa fosse ormai dimenticata. Invece così non era.

Quando Aldaberon partiva, poco alla volta Alfons prese a isolarsi, a partecipare sempre meno alla vita del villaggio. Alle volte non andava nemmeno a lavorare nella sua officina, preferendo prendersi la piccola barca da pescatore e starsene tutto il giorno al largo, facendo ritorno soltanto alla sera tardi.

Più lunghi diventavano i viaggi del figlio all'interno della foresta, più lui si isolava in se stesso, passando alle volte intere giornate senza parlare con nessuno.

Accortosi della cosa, Aldaberon un giorno propose al padre di partire insieme a lui e a Neko al prossimo viaggio, ma quello che ottenne fu soltanto un rassegnato diniego. Alfons aveva soltanto trentasei inverni, eppure ne dimostrava almeno il doppio, in quei momenti.

Aldaberon ne parlò con Neko, mettendolo a parte dei suoi dubbi e delle sue paure sulla salute del padre, ma anche il maestro non seppe cosa dirgli.

Nessuno poteva scegliere liberamente quando si aveva a che fare con un Sanzara, gli disse il vecchio Gangi.




LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteWhere stories live. Discover now