A toglierlo dall'impiccio ci pensò Thorball, aiutato da Fredrik.

Proprio mentre passavano davanti alla veranda dove si trovava Aldaberon, il ragazzo allampanato si piazzò davanti al ben più corpulento amico, coprendolo alla vista delle case del villaggio. Thorball ebbe così il tempo di inviare un messaggio ad Aldaberon, usando il codice muto che usavano tra loro e che impararono tanti anni prima.

Si portò la mano sinistra al cuore tenendo il mignolo alzato, si toccò il naso con la mano destra, quindi abbassò il mignolo e puntò l'indice davanti a sé. Il tutto si svolse in poco più di un battito di cuore, ma fu sufficiente ad Aldaberon per carpirne il contenuto segreto:

SIAMO CONTENTI DI RIVEDERTI- COSE DA SPIRITI- PORTARE LONTANO.

Questo era il significato di quei tre gesti in sequenza. Non era possibile sbagliare. Non per lui almeno, visto che era stato lui a insegnarglieli, tanti anni prima.

Quante volte avevano riso insieme, scambiandosi messaggi in quel modo alle spalle degli abitanti ignari delle case del villaggio.

Avevano sì e no quattro inverni quando scoprì di saper parlare con le mani e subito lo insegnò ai due compari. Insieme iniziarono poi a combinare i vari gesti fra loro, in modo da ottenere frasi che avessero un senso. E molto spesso lo facevano proprio in quella casa, allora abbandonata da tutti.

Quante ore avevano passato a provare e riprovare, senza parlare se non lo stretto indispensabile per correggersi a vicenda quando facevano degli errori madornali. E allora giù a ridere a crepapelle, attirando l'attenzione di coloro che passavano nei pressi, senza capire cosa stessero ancora combinando quei tre monelli.

No, non sarebbe proprio stato possibile per lui sbagliare a capire.

Il capirlo lo riempì di gioia. Gioia e tristezza.

I suoi amici non l'avevano dimenticato, quindi. Però da quando era diventato Sanzara era pericoloso stare con lui per via degli spiriti inquieti che abitavano in quella capanna.

Come non capirli. In fondo nelle loro condizioni anche lui si sarebbe comportato nello stesso modo. La superstizione faceva parte della tradizione Varega e non poteva fargliene una colpa. Anzi, erano stati coraggiosi, erano venuti, avevano sfidato tutto e tutti per venire a vederlo e di questo gliene era infinitamente grato. Per quanto a suo tempo li avesse condannati come tutti gli altri, ora non si sentiva più di giudicarli male per quello che avevano fatto.

Dopo essersi scambiati quel cenno veloce e un sorriso appena abbozzato, Aldaberon li vide allontanarsi lenti, parlottando e bisticciando tra loro come facevano sempre.

Non c'era modo di farli andare d'accordo quei due, esattamente come non era possibile farli stare lontani uno dall'altro. Li osservò andare via con una malinconia che aveva il sapore di un boccone amaro. Gli mancavano.

Constatarlo così chiaramente nel suo cuore, fu come se un'enorme ondata del mare lo investisse in pieno petto, sbattendolo contro un muro duro e spesso. Rimase dolorosamente senza fiato e schiacciato dalla realtà.

Lui non poteva più giocare con loro, ora e forse mai più. Li aveva persi per sempre e non poteva farci nulla. Ritirò mesto la sua roba, prima di prendere lo sgabello con la scatola di sabbia e ritirarla all'interno della capanna. Quando ebbe terminato Neko lo chiamò a sé.

Aveva visto tutto e aveva capito che era giunto il momento di dire cose che ancora il ragazzo non sapeva. Lo fece sedere accanto a sè e lui, sebbene svogliatamente, lo fece.

"Non temere" gli disse " Diventerete guerrieri insieme, tu e loro. In modo diverso, certo, ma essere un Sanzara non vuol dire rompere il Legame del Disgelo. Quello resterà per sempre, se saprete conservarlo".

A sentirglielo dire, in Aldaberon si risvegliò la speranza. Improvvisamente si fece attento. Era una grande notizia per lui. Non tutto era perduto, allora. Qualcosa della sua vita precedente avrebbe potuto essere mantenuto. Non sarebbe stato come prima, ma sarebbe stato sempre meglio di niente. Sospirò soddisfatto, perché per un ragazzo Varego poche cose contavano di più dei Fratelli del Disgelo.

Il Legame del Disgelo era un qualcosa che andava aldilà della famiglia, della casa di appartenenza, del villaggio e del fatto stesso di essere Vareghi.

Era il legame che veniva a formarsi tra coloro che, nati nello stesso villaggio nello stesso anno, sopravvivevano al primo inverno di vita.

Cosa non così scontata in una terra che in inverni particolarmente rigidi e lunghi, chiedeva spesso un pesante tributo tra i nuovi nati. A coloro che passavano questa prima, durissima prova, veniva fatto un bagno collettivo nella prima acqua scongelata della nuova stagione e da quel momento diventavano Fratelli e Sorelle di Disgelo.

Era un legame fortissimo, che durava tutta la vita.

Se qualche Fratello o Sorella di Disgelo moriva per malattia o altro, i rimanenti si sarebbero presi cura della famiglia del morto come se fosse stata la loro.

Se qualche Fratello o Sorella di Disgelo avesse corso un pericolo, tutti gli altri gli sarebbero stati accanto, sempre, fino alla fine.

Se qualche Fratello o Sorella di Disgelo si fosse allontanato dal villaggio per sposarsi o per commercio o scorrerie, i rimanenti avrebbero pregato per lui o per lei fino al suo ritorno o alla sua morte certa.

Sapere di non aver perso definitivamente questo legame era importante per Aldaberon, che nelle parole del Gangi capì anche altre cose, insperate fino a pochi minuti prima. Comprese per quanto tempo non avrebbero potuto frequentarsi : fino al loro diciassettesimo inverno, quando avrebbero affrontato la prova per diventare guerrieri.

Quello appena passato era stato il quindicesimo, quindi ancora altri due dovevano passare, prima di poter incontrare liberamente sia i suoi due amici che il padre, Alfons.

Era tanto tempo per un ragazzo giovane come lui, ma comprese subito quanto fosse importante avere una speranza lontana piuttosto che non averne alcuna. E avere una speranza lo fece rivivere. Era finalmente una boccata di ossigeno dopo mesi passati a sopravvivere trascinandosi dalla brandina alla scatola di sabbia, era l'alba dopo il buio.

Ma se questi eventi lo portarono poco alla volta a reagire in modo positivo, quello che lo convinse che aveva ancora un posto nel cuore della sua gente accadde alcuni giorni dopo, quando a passare davanti alla casa del Sanzara fu Vandea.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteWhere stories live. Discover now