Before

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Qualche giorno prima...

"... ok, ciao Vi..." Charlie riagganciò al telefono salutando la sorella, poi tornò di sotto dagli amici che stavano mangiando pizza a tradimento.

Baz lo guardò sorridendo "Era quella bellezza di tua sorella?" L'amico gli tirò un ceffone in testa "Vi ho detto mille volte di non pensare a lei in modi strani, e poi ora ha un ragazzo credo" i due amici spalancarono gli occhi "E chi è?!" Si allarmarono all'istante.

In effetti quei due, Richie e Baz, avevano sempre avuto una piccola cottarella per Violet e Kora, erano le prime ragazze che avevano conosciuto, e poi, erano anche più grandi. Si ricordavano ancora di quella volta in cui rimasero a dormire a casa dell'amico, i genitori non c'erano così allo stesso tempo rimase anche Kora.

Charlie sbuffò e si mise a sedere "Si chiama Slash, a quanto ho capito fa il musicista come lei e a sua detta 'ti fa sciogliere'" se la rise in quel momento, ma dentri moriva dalla voglia di vedere quel tipo e fargli passare un mare di guai, giusto per testare la sua fedeltà con la sorella.

Baz scattò per un secondo "Amico che ti prende? Hai messo una presa in culo?" Richie rise alle sue stesse parole, l'altro in tutta risposta lo spinse e lo fece rotolare su se stesso "Mi sono ricordato di una cosa. Mio padre andrà al concerto dei Van Halen." Charlie addentò una fetta di pizza "Cosa c'entra ora?" "È a Los Angeles." Per poco gli altri due si strozzarono.

Passarono l'intera notte a progettare un piano per andare con Baz e suo padre, che gentilmente aveva già offerto al figlio di chiedere ai suoi amici se gli andasse di andare con loro.

Charlie se ne stava rigidamente seduto a tavola, riflettendo su come avesse potuto chiedere il permesso ai genitori per fare quella cosa. Il padre di fronte a lui continuava a sfregarsi nervosamente il naso mentre faceva dei conti sulla sua agenda, la madre invece aveva appena cominciato a mettere la cena in tavola.

Da quando la figlia maggiore era andata via in quella casa regnava il silezio, un silenzio fastidioso che non andava bene nemmeno ai vicini, che per anni si erano lamentati del casino che faceva tra televisione ad alto volume e altro.

Il ragazzino guardò la sedia vuota che spettava a lei e sospirò, non poteva negare che le mancasse.
"Charlie che aspetti? Incomincia a mangiare" spostò lo sguardo sulla donna e poi lo abbassò al piatto, rendendosi conto che era pieno, si era imbambolato "Smettila di guardare quella sedia, ormai è andata via e non tornerà" la donna mise su uno sguardo duro.

"Non le importa nulla di noi, altrimenti non se ne sarebbe andata via così, senza nemmeno salutarci" abbassò lo sguardo continuando a mangiare "Salutarci? - Charlie sputacchiò una risata nervosa - e come avrebbe potuto?! L'avresti rinchiusa in casa se fosse venuta a dirti una cosa del genere" alzò la voce "Non rivolgerti così a me" la madre sbattè la mano sul tavolo.

Charlie era pronto a rispondere ma il padre lo interruppe posandogli una mano sulla spalla, per lui era inutile quella discussione e non sarebbe servita a riportare sua figlia a casa, ed era meglio così per il momento. La cena finì nel silenzio assoluto, con le posate che sbattevano sui piatti.

La mattina dopo Charlie si svegliò stranamente presto, erano quasi le 10 e saltò giù dal letto come un grillo, infilò un paio di pantaloni, spostò indietro i capelli biondo cenere e mise le scarpe. Cercò di passare silenziosamente davanti la cucina, dove si trovava sua madre, ma la donna si era esercitata tra le varie scappate che facevano i figli, e poi lui aveva fatto rumore nel tentare di scastrare il giubbino dall'attacca panni.

"Dove vai a quest'ora?" Il ragazzo sbuffò "Papà ha scordato le chiavi, gliele stavo portando" Lei annuì sentendo subito dopo la porta sbattere, si domandò cosa mai avesse fatto di male per avere due figli così deviati. Uno che fumava, con un orecchino e tendenze a diventare un seguace del diavolo come i suoi amici scapestrati. l'altra che era un mascchiaccio, scappata di casa per seguire la stessa via di pazzi furiosi, che si dimenavano e facevano solo rumore insopportabile.

In quel momento il deviato numero 2 era in corsa per le strade di Lima, cercado di arrivare all'officina del padre sapendo che con lui si poteva ragionare. Appena entrò salutò Joe, il socio di suo padre, e poi andò dritto nel suo ufficio.

"Charlie, che fai qui? Non è presto?" Il padre si girò levandondosi il cappellino da baseball e asciugandosi la fronte con una pezza "Volevo parlarti di una cosa... beh in realtà volevo farlo ieri a cena, ma..." continuava a rigirarsi i pollicci.
Il padre prese un sorso di birra sotto lo sguardo ammonitore del figlio "Bevi una birra alle 10 di mattina?" "Se devo sopportare tua madre, si - ridacchiò - allora cosa volevi dirmi".

Il ragazzo si schiarì la gola "Hai presente che ieri da noi c'erano Richie e Baz a casa nostra? - il padre annuì, facendo segno di andare avanti - Ecco è uscito fuori c-che il padre di Baz andrà a Los Angeles per un concerto, quello dei Van Halen... e ... posso andarci?" chiuse gli occhi aspettando una risposta.

Sentì una profonda risata rieccheggiare nell'officina e a quel punto aprì gli occhi "Lo hai già detto a tua madre?" Il ragazzino scosse la testa "Allora non dirglielo".

Charlie aspettava che continuasse a parlare ma si girò per continuare il suo lavoro "Quindi...?" tornò a guardarlo "Ah, si per me puoi andare, ti copro io" sorrise. Il ragazzo era pronto per andare via ma ripercorse i suoi passi "Sai che... lei sta lì adesso..." all'uomo si illuminarono gli occhi di speranza "Sul serio?" Senza aspettare una risposta dal figlio, continuò
"Se sai il suo indirizzo, dimmelo. Altrimenti racconto tutto a tua madre" gli puntò una chiave inglese contro "Ok, capo" Charlie alzò le mani a mo' difesa e uscì dall'officina tutto pimpante.

Non tornò a casa ma andò da Richie, vide le decorazioni natalizie sparse per il giardino, e poi sentì fischiettare dal tetto, alzò lo sguardo e vide il padre dell'amico che stendeva coperte di neve finta "Buongiorno Signor Back!" Urlò per farsi sentire dall'uomo che sembrava anche lui parte delle decorazioni "Oh ciao Charlie! Richie dovrebbe essere in camera sua" il ragazzo agitò la mano ed entrò in casa.

Lì non viveva nessun'altro a parte Richie e suo padre, quindi la casa era molto... mascolina... infatti era strano trovarla in ordine alcune volte, ma ormai Charlie non ci faceva più caso. Salì al piano di sopra, i passi erano attutiti dalla moquette e un po' gli faceva senso sentire morbido sotto le scarpe.

Bussò aspettando una risposta "Chi è?" Spalancò la porta "La cameriera. Chi cazzo è secondo te" lo trovò seduto alla scrivania che scriveva la sue solite storie "Sta volta chi è la protagonista?" Richie sorrise beffardo "Brooke Shields" l'altro gli spinse la testa per poi farlo alzare "Dai muoviti, dobbiamo andare da Baz" "Perchè?" Charlie sorrise "Si va a Los Angeles".

Se prima c'era solo una mina vagante in città, ora ce n'erano due che sfrecciavano verso il quartiere dei ricconi, uno di quelli che ad ogni 15 metri c'era un villone tutto illuminato e, di quei tempi, addobbato a festa. Richie spinse il dito nel campanello, ad aprire fu sorprendentemente Baz "Ti ci sei incollato?" I due amici fecero irruzione in casa, era troppo grande e bella per poterla descrivere.

Parlarono con il padre di Baz, furono tutti d'accordo che partendo quello stesso pomeriggio, avrebbero avuto una lunga e soleggiata settimana in California.

Spazio autrici
RAGAZZI. Ci scusiamo per la lunga assenza, speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e il prossimo verrà pubblicato quanto prima (di certo non fra un mese). Grazie a tutti per continuare a leggere la nostra storia✌🏼✌🏻
sbob_bob

The Rainbow {Guns N' Roses}Onde as histórias ganham vida. Descobre agora