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-"No Pierre, io direi di mettere il divano da questa parte" dico a fatica all'architetto d'interni.
È settembre e fa ancora un caldo allucinante. Oggi mi mancano le forze e ogni tanto mi gira la testa.
Non tocco cibo dalla sera prima visto l'intenso lavoro e il modello del centro commerciale da finire da realizzare ad Ankara.
Questo ultimo mese è stato parecchio intenso e spesso io e mio marito abbiamo fatto viaggi di lavoro fuori Parigi.
Abbiamo continuato a fare anche sesso sfrenato appena possibile e dormendo ormai nello stesso letto.
Siamo sempre di più affamati l'uno dell'altro, è come se non ci bastiamo mai.
-"Jessica stai bene?" domanda Pierre preoccupato mentre mi reggo al tavolo di lavoro.
-"Non l..." inizio a dire e poi buio totale.

*********

Fisso disperato mia moglie sulla barella che cammina lungo il corridoio, inerme e  con il pantalone sporco di sangue.
Che diavolo è successo?
Ho il panico che attanaglia il mio corpo mentre reggo la mano di Jessica e poi mi bloccano non facendomi entrare oltre la porta, dove la visiteranno.
Appena l'ho vista svenuta a terra dopo l'urlo di Pierre, mi è crollato il mondo addosso. Subito mi sono agitato.
Poi l'ho caricata subito in macchina e siamo venuti immediatamente in pronto soccorso.
Vedo Céline e Pierre arrivare agitati verso di me.
-"Come sta?" chiede Pierre spaventato anche lui. Stavano facendo una riunione ed è collassata all'improvviso a terra mentre stava parlando.
-"Non lo so Pierre. L'hanno appena portata dentro. Non mi fanno entrare" dico disperato mentre sento il mio viso bagnarsi.
La porta si apre e compare un'infermiera.
-"Signor Morgan mi segua un attimo" mi dice l'infermiera spiazzandomi e facendomi entrare per poi andare nella stanza dove c'è mia moglie sveglia con una flebo attaccata ed ha un camice addosso e una cuffia in testa.
All'interno c'è un dottore che è seduto alla scrivania.
Mi avvicino subito a mia moglie e le accarezzo il viso bagnato di lacrime.
-"Tesoro, mi hai fatto spaventare" dico piangendo.
-"Perdonami" dice piangendo disperata. Non capisco.
-"Di cosa tesoro? Stai tranquilla" le dico dolcemente.
-"Signor Morgan, salve. Sono il dottor Venant. Dobbiamo operare d'urgenza sua moglie. Mi servirebbe una sua firma" dice il dottore presentandosi. Lo guardo sconvolto.
-"Come operare d'urgenza?" dico agitato con il cuore che batte furiosamente nel petto.
-"Si, mi dispiace. Sua moglie ha avuto un aborto spontaneo. Dobbiamo fare il raschiamento" mi avvisa. Rimango sconvolto dalla doppia notizia e sento le gambe cedermi.
Mi appoggio al letto di mia moglie mentre la fisso con gli occhi appannati dalle lacrime e il respiro bloccato. La testa bloccata.
Bambino, aborto spontaneo, operazione d'urgenza.
Queste sono le parole che rimbombano nella mia testa mentre fisso mia moglie bianca cadaverica allungata nel lettino che piange disperata.
-"Non lo sapevo Ibra, te lo giuro" dice disperata piangendo e vedo l'infermiera farle una siringa nella flebo che ha attaccato al braccio.
-"In effetti nemmeno sua moglie ne era a conoscenza" conferma il dottore.
Anche la conferma del dottore non mi rincuora, perché al di là di tutto ciò non mi importava se era incinta, sarei stato felicissimo dopo dieci anni di matrimonio e dopo la nostra vicinanza.
Sono traumatizzato dalla perdita di mio figlio.
Averlo appena scoperto e averlo subito perso.
-"Shhhhh....calma tesoro. Non è successo nulla. Shhhh....stai calma. Adesso ti operano e ci vediamo appena esci. Io sarò in camera ad aspettarti" le dico dolcemente asciugando il suo viso.
Mi afferra con forza la mano e la stringe fortissima fissandomi con i suoi occhi spaventati.
-"Giurami, che non mi lascerai. Giuramelo" dice disperata piangendo. Scuoto la testa mentre piango e le bacio la fronte.
-"Non potrei mai lasciarti, mai. Te lo giuro. Qualsiasi cosa accada, non ti lascerò mai" le prometto fissandola negli occhi prima che mi viene strappata da sotto le mani per essere portata in sala operatoria.
Chiudo gli occhi e mi accascio a terra piangendo forte, sentendo un dolore fortissimo al petto come se mi stessero strappando forte il cuore.
Un'infermiera mi tocca un braccio e poi mi aiuta a rialzarmi da terra e a sedermi sulla sedia lì vicino dandomi un bicchiere d'acqua.
-"Mi dispiace per la sua perdita" dice l'infermiera con tono dispiaciuto.
-"Grazie" dico con appena un filo di voce mentre altre lacrime scorrono sul viso e bevo appena l'acqua che mi ha portato.
Dopo cinque minuti e dopo aver firmato alcuni fogli, quando riesco un pò a calmarmi, mi alzo ed esco fuori dagli altri ritrovando nella sala d'attesa anche David e altri ragazzi dell'azienda.
Pierre si avvicina subito e Céline mi abbraccia come una mamma facendomi scoppiare di nuovo a piangere.
Non parlo. Non rispondo a nessuno, tenendomi il mio dolore ed il mio lutto per me.
Non ho voglia di raccontare e dare spiegazioni. Al momento è una mia cosa e di mia moglie.
È un trauma che solo io e mia moglie dobbiamo affrontare.
Solo io e lei.
La nostra famiglia.
Noi.

SE TI AMASSI?Where stories live. Discover now