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-"Si David, l'importante è che lasci libero il passaggio. La cliente non vuole un arredamento carico. Lo vuole piuttosto spoglio e vuole tanto spazio" dico all'architetto d'interni.
-"Ok. Ah, per il giardino Claude non può, è incasinato" mi avverte. È l'unico architetto di esterni che abbiamo.
-"Che significa? È l'unico che abbiamo" dico irritata.
-"Ha troppe cose, ha detto" dice alzando le spalle.
-"E che vuol dire? Noi non abbiamo tremila progetti da fare? Chiamalo e fallo venire appena è libero. Puoi andare" dico severa.
David esce dal mio ufficio lasciando la porta aperta. Sbuffo e mi passo le mani in faccia.
Siamo oberrati di lavoro tutti quanti e c'è sempre qualcuno che vuole fare il furbo.
Siamo a metà mattinata e già sono stanca morta. Appena mi muovo, mi fanno male tutti i muscoli del corpo.
La mia mente subito corre alla sera prima quando inaspettatamente io e mio marito abbiamo fatto del sesso selvaggio sul tavolo della cucina. È stato tutto così bello e parecchio intenso.
Non facevo sesso da dieci anni e non avrei mai pensato di vivere una cosa così forte dopo tutto questo tempo, rimettendo in movimento i miei muscoli. Sono tutta indolenzita anche nella parte intima viste anche le sue misure che non scherzano. Ha un corpo spettacolare. Tutto scolpito. Sembra che ogni muscolo sia stato scolpito da uno scultore.
È parecchio possente e già solo come ti bacia in quel modo passionale, ti trasporta su un altro pianeta.
Ieri sera dopo il sesso selvaggio e fantastico ognuno si è ritirato nella propria camera, in totale imbarazzo. Ci siamo guardati a disagio sorridendo entrambi tesi dandoci la buonanotte come due amici.
Questa mattina eravamo quelli di sempre. Ci siamo svegliati e abbiamo fatto yoga in terrazzo e poi abbiamo fatto colazione preparandola insieme e parlando di lavoro.
-"Che succede?" mi domanda mio marito sulla porta facendomi tornare al mondo reale. Lo guardo e sbuffo mentre entra.
È bellissimo come sempre in uno dei suoi completi fatti su misura. Oggi indossa un completo blu notte e una camicia nera. Raro che porti le cravatte.
-"Sono arrabbiata con Claude che cerca di fare il furbo" brontolo spostando il righello e giocandoci. Ibrahim sorride divertito.
-"Anni fa te lo dissi di trovarne un altro cara moglie" dice ridacchiando mentre avanza e chiude la porta alle sue spalle.
-"Ma sai che è il migliore nel suo campo" gli ricordo.
Perché ha chiuso la porta? Si, lo fa sempre, ma oggi voglio rimanere con tutte le porte spalancate. Ogni volta che c'è l'ho vicino l'ambiente si carica di qualcosa molto forte e divento tesa.
Ibrahim si avvicina e si siede sul bordo della scrivania mentre io rimango a giocare con il righello in mano tenendo le mie mani impegnate.
-"Si, è il migliore ma non l'unico. Te lo devo ricordare? Non abbiamo nemmeno chiamato quella giovane promessa che si era presentato e ora lavora per la concorrenza" dice serio e allunga la mano per spostare una ciocca di capelli dal mio viso facendomi bloccare il respiro. Lo guardo per vedere cosa fa e attendo una prossima mossa che non arriva.
-"Ascolta Jess. Sono venuto per parlarti di ieri sera. Sai che dovevamo affrontare l'argomento prima o poi" mi dice serio cambiando improvvisamente argomento. Annuisco in silenzio a disagio.
-"È stato del magnifico sesso. Siamo sposati e penso che dopo tutti questi anni sia stato normale che sia capitato. Non deve essere un impegno il nostro. Non siamo obbligati a farlo per forza. Vediamola così, come un matrimonio con benefici. Solo sesso quando ci va" dice serio e tranquillo.
-"Ok. Va bene. Pensavo mi chiedessi una vera relazione" dico ridendo facendo stemperare la tensione che regna nell'ambiente e facendolo ridere. Non ho mai pensato a noi due come una vera coppia visto l'accordo che abbiamo fatto dieci anni fa e dopo quello che abbiamo fatto la sera prima, non sono pronta a vedere lui comportarsi come un vero marito.
-"Beh siamo sposati da dieci anni Jess, più vera della nostra come relazione anche se non abbiamo una relazione" dice sorridendo facendo il gioco di parole. Sorrido e batto il righello sul mio palmo e mi guarda in modo strano all'improvviso fermando la mia mano.
-"Che c'è?" chiedo confusa.
-"Non fare certe cose con quell'aria innocente" dice serio. Non sto capendo nulla.
-"Cosa? Che ho fatto?" chiedo non capendo.
-"Battere il righello sulla mano in quel modo. Mi fa pensare a cose strane" dice serio schiarendosi poi la voce. Lo guardo imbambolata e confusa. Poi sgrano gli occhi quando capisco e getto il righello sulla scrivania facendo un zompo sulla mia sedia. Ibrahim sorride divertito mentre io lo guardo imbarazzata con il viso a fuoco.
-"Scusami" dico soltanto senza nemmeno guardarlo. Allunga la mano e con un dito mi accarezza il collo facendomi rabbrividire il corpo.
-"Ho un appuntamento adesso, come faccio a tornare di là?" dice sorridendo e fissandomi. Prende la mia nuca e mi spinge verso di lui mentre si abbassa e accorcia le distanze per baciarmi in modo irruento infilando la sua lingua esperta dentro la mia bocca ed intrecciarla alla mia.
La porta si apre e ci stacchiamo all'improvviso guardandoci come due gatti di fronte alle luci di una macchina. Finora nessuno ci ha mai visto baciarci, anche perché non ci eravamo mai baciati ed è una novità anche per noi.
Felice rimane bloccata sulla porta con la faccia sconvolta, quasi si sta per mettere a piangere mentre guarda mio marito.
-"Felice, non si bussa?" dice Ibrahim severo. Sento le mie labbra gonfie grazie al suo pizzetto e i baffi.
-"Mi scusi. Mi scusi signora Morgan. È arrivato il suo appuntamento" dice ad Ibrahim.
-"Arrivo tra qualche secondo" brontola e Felice chiude la porta di nuovo. Mio marito sospira frustrato e io alzo le spalle mentre ci fissiamo.
-"Troviamone un'altra" dice serio alzandosi dalla mia scrivania. L'occhio mi cade sul suo cavallo teso dei pantaloni. Si infila le mani in tasca e si avvia verso l'uscita per poi lasciarmi da sola nel mio ufficio tutta eccitata e accaldata.

*********

-"Felice. Devi sempre bussare alla porta prima di spalancarla, soprattutto se sono con mia moglie e stiamo parlando di cose private" dico serio alla mia assistente.
-"Non mi sembrava che steste parlando" osa dire anche se facendo la battuta. Mi altero ancora di più.
-"Ciò che facciamo io e mia moglie sono fatti nostri, ma a prescindere da questo, in qualsiasi situazione devi bussare alla porta prima di entrare" dico infuriato.
-"Mi scusi signor Ibrahim" dice mortificata abbassando lo sguardo.
Mia moglie compare sulla porta guardando entrambi interrogativa. Oggi indossa un vestito a fiori un pò largo e leggero, un pò corto sulle gambe e dei tacchi alti che mi fanno pensare ad alcune cose.
-"Puoi andare" dico congedandola. Jessica la guarda mentre esce e poi entra chiudendo la porta e avanza dentro l'ufficio per sedersi sul divanetto di fronte a me.
-"Che ha combinato ancora?" chiede scocciata. Sorrido scuotendo la testa.
-"Niente. L'ho rimproverata per prima, per come è entrata nel tuo ufficio" dico alzandomi e andando vicino a lei.
Sono parecchio attratto da lei e in tutti questi anni ho evitato di guardarla più di tanto, di pensare ad alcune cose da otto anni a questa parte. Quella notte in cui abbiamo dormito insieme in quello chalet mi ha segnato.
Mi siedo di fronte a lei tirando il divanetto verso di me in modo da essere parecchio vicini e rimango con le mani poggiate sui suoi braccioli.
-"È pazza di te" dice spiazzandomi e riferendosi alla mia assistente. Alzo gli occhi al cielo. In tutti questi anni non ne abbiamo trovato una che andasse bene e che non perdesse la testa per me o ci provasse. Felice sembrava andare bene all'inizio, sembrava anche intelligente.
-"Ti prego, di nuovo no. Non voglio stare senza assistente per parecchio tempo prima di trovarne un'altra" dico disperato facendola ridere.
-"E allora tieniti Felice" dice ridacchiando. Poggio la mano sulla sua coscia liscia e abbronzata e con il pollice faccio dei disegni immaginari mentre la vedo tendersi all'improvviso e noto il suo viso cambiare colore.
-"E se volessi te?" dico in un sussurro roco sporgendomi verso di lei. Mi fissa a bocca semi aperta.
-"In che senso?" chiede con un filo di voce.
-"In tutti i sensi" dico roco vicino il suo viso prima di baciarla con passione e toccare le sue cosce stringendo la sua carne mentre il bacio diventa più profondo. Jess porta le sue mani sulla mia testa e sulla mia nuca mentre ci baciamo affamati.
Quando ci stacchiamo ci fissiamo con occhi iniettati di pura eccitazione e con i respiri affannati.
-"Noi due....siamo pericolosi insieme" sussurro prima di assalirla di nuovo con un bacio possente e prenderla tra le braccia per farla sedere sopra di me, sulla mia erezione che a momenti scoppia mentre lei allaccia le braccia intorno al mio collo.
Peccato non poterla metterla a cavalcioni, ma siamo in un ufficio.

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