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Fisso il mio uccello entrare ed uscire dal corpo di mia moglie mentre la sto scopando forte piegata a novanta sullo schienale del divano.
Abbiamo da poco finito di fare yoga e vederla con quei leggins come una seconda pelle, me l'ha fatto diventare durissimo.
È così stretta e bollente che potrei stare dentro di lei per una giornata intera, ma non possiamo visto che è già tardi.
La sto martellando forte mentre le schiaffeggio il sedere facendolo diventare rosso e strizzo forte la carne dei suoi fianchi e più la scopo forte e più mi carico.
Mia moglie sta urlando da mezz'ora, da quando le sono entrato dentro con un unico affondo e ho iniziato subito a grandi ritmi.
-"Ti prego, Ibra. Ti prego....sto per scoppiare" dice affannata supplicandomi.  Le avevo chiesto di aspettarmi quando ho iniziato a sentirla tendersi e le ho negato l'orgasmo tre volte.
-"Ecco tesoro. Eccomi. Godi insieme a me" dico teso sbattendola forte e sentendo i suoi muscoli stringersi intorno al mio uccello mentre grida forte tremando. Scoppio tutto dentro di lei, riempiendola con il mio sperma bollente ed ansimo forte mentre il piacere intenso mi investe facendomi tremare e quasi cedere le gambe. Stringo i suoi fianchi mentre pulso in profondità dentro di lei continuando ancora a riversarmi.
-"Dio mio" dico chiudendo gli occhi e respirando profondamente mentre sono immobile premendomi contro di lei.
-"Credo di essere un pò piena" dice mia moglie ridacchiando e facendo ridere anche me.
-"Si, mi sa che ti ho riempita per bene" dico sfilandomi piano da lei correndo subito a prendere dei fazzoletti.
-"Se lo yoga ti carica così..." dice sorridendo e girandosi.
-"Sei tu che mi carichi" le dico abbracciandola mentre i nostri corpi nudi si toccano. Prendo i suoi seni tra le mani e li massaggio strizzando i suoi capezzoli dritti.
-"Dobbiamo fare colazione e andare in ufficio" dico serio sospirando lasciandola andare.
-"Mi lavo al volo e arrivo" dice allontanandosi velocemente.

*******

-"Dai Kemal, smettila" dico ridendo imbarazzata per i complimenti che non smette di farmi da quando è arrivato in ufficio.
-"Dai, è vero. Saresti da sposare se già non lo eri" dice facendomi l'occhiolino.
-"Ma è già sposata con me da dieci anni" dice serio mio marito sulla porta del mio ufficio e poi entrando.
Kemal si schiarisce la gola e si gratta la nuca mentre io fisso mio marito, bellissimo nel suo completo nero e la camicia bianca.
-"Lo so bene amico. Sei un uomo fortunato. Una moglie bellissima ed intelligente. In gamba. La donna perfetta" continua Kemal riempiendomi ancora di complimenti facendomi sentire a disagio. Sento il viso andare a fuoco.
-"Perciò l'ho sposata" dice serio a braccia conserte fissandolo in modo minaccioso.
Non l'ho mai visto guardare così un uomo fin'ora da quando ci conosciamo e lavoriamo insieme e da sposati. È la prima volta in assoluto che lo vedo con aria minacciosa verso qualcuno.
-"Già...." dice mogio Kemal fissandomi.
-"Allora. Io parto per Ankara dopodomani" mi avverte cambiando argomento.
-"Ottimo. Vedi di trovare un posto" gli ricordo riferendomi al progetto del centro commerciale che deve essere costruito.
-"Certo. Vedrò un pò in giro e ti farò sapere" dice alzandosi. Mi alzo anch'io e gli stringo la mano quando allunga la sua.
-"Alla prossima" dice salutando.
-"Alla prossima" lo saluto. Mio marito rimane in silenzio accanto a me e lo fissa mentre esce dal mio ufficio e chiude la porta.
-"Quello lì mi piaceva poco prima e adesso mi piace ancora meno" dice serio fissandomi intensamente.
Io scoppio a ridere.
-"Sei geloso per caso?" chiedo prendendolo in giro.
-"No. Ma non si deve permettere di infastidire mia moglie" dice severo minacciandomi con lo sguardo. Mi avvicino e gli prendo il viso tra le mani avvicinando la mia faccia alla sua.
-"Shhhh...calma marito" sussurro vicino alla sua bocca prima di baciarlo intensamente con un bacio lento. Ibrahim mi attacca al suo corpo avvolgendo le braccia intorno al mio corpo approfondendo ancora di più il bacio con le nostre lingue aggrovigliate.
-"Ibra...siamo in ufficio" dico imbarazzata staccandomi da lui e sedendomi subito alla mia sedia. Mi sventolo la faccia accaldata mentre mi sento le labbra andare a fuoco.
-"Lo so tesoro" dice ridendo divertito e andando verso la porta.
Apre la porta ed esce per poi rientrare con le mani in tasca.
-"Cos'ho ora?" mi chiede serio e professionale.
-"Il pranzo con Duval" dico riferendomi al nostro commercialista.
Non lo sopporta perché è gay e ci prova con lui spudoratamente, ma non lo licenzia perché è bravissimo nel suo lavoro.
-"Speriamo non crei qualche scandalo oggi, provandoci con me in pubblico. Perché non vieni con me?" dice disperato. Scoppio a ridere.
-"Cambierebbe qualcosa?" dico ridendo.
-"Purtroppo no" dice sbuffando prima di andare via.

*******

Sento la mano di Duval sulla mia gamba viaggiare verso l'alto, sotto la tovaglia del tavolo. Sussulto e tossisco mentre il vino mi va di traverso.
Duval sorride divertito arrivando alle mie palle facendomi sgranare gli occhi.
-"Togli quella fottuta mano dal mio cazzo se non vuoi che ti spezza le dita una ad una. Che problemi hai?" dico minacciandolo a denti stretti e a bassa voce.
-"Mi ecciti Ibrahim. Me lo hai sempre fatto diventare duro" dice civettuolo strizzando il mio pene che si sta ritirando per la paura.
-"Duval, smettila. Non sono gay. Mi piace la vagina e sono un uomo sposato che ama trombare la vagina di sua moglie" gli dico a bassa voce spostandogli con veemenza la mano dalle mie parti intime. Duval sorride divertito.
-"Mi piace come descrivi bene le cose. Spero un giorno cambierai idea" dice divertito facendomi l'occhiolino. Alzo gli occhi al cielo esasperato.
-"Mai" dico serio inchiodandolo con lo sguardo.

*******

-"Io con quello lì non ci vado più da solo a pranzo" dice mio marito irritato entrando nel mio ufficio chiudendo la porta.
Rido divertita mentre gioco con la fede al mio dito. La classica fede in oro giallo che portiamo da quando ci siamo sposati e non ce lo siamo mai tolti, nemmeno mezza volta.
Ibrahim si siede davanti alla mia scrivania sbuffando.
-"Cosa ha combinato da renderti così irritato?" chiedo ridacchiando.
-"Mi ha strizzato le palle e toccato l'uccello sotto la tovaglia. In un luogo pubblico e mi ha detto pure che glielo faccio diventare duro. Ti sembra normale?" dice sconvolto e incazzato. Scoppio a ridere non facendocela a rimanere seria.
-"No. Non puoi ridere su una cosa del genere" mi minaccia serio facendomi ridere ancora di più.
-"Tutti a te capitano. Ma comunque ci devi andare tu a pranzo con lui. Sei il capo della baracca" dico sorridendo.
-"Moglie mia, ti ricordo che sei capo anche tu di questa baracca essendo la mia consorte" mi ricorda serio. Alzo gli occhi al cielo ogni volta che me lo ricorda. Io cerco sempre di non pensare a questa cosa.
Mi ha intestato metà azienda a nome mio  appena sposati, come regalo di nozze e per il favore che gli ho fatto sposandolo e togliendolo dalla piazza.
-"Si, ma solo sulla carta e teoricamente" dico ridendo. Mio marito scuote la testa perché sa che perderebbe solo tempo a discutere di una cosa dove vincerò sempre io la discussione.
-"Va bene, mi alzo e vado a riprendermi nel mio ufficio" dice alzandosi con finta espressione depressa. Fisso la sua fede che brilla al dito mentre mi lancia scherzosamente la gomma che uso per cancellare e che riprendo al volo.
-"Ah! Fermo!" lo blocco sulla porta. Si gira a guardarmi interrogativo.
-"Dimmi" dice serio.
-"Prima che me ne dimentichi. Ha chiamato tua mamma e vuole che la richiami e io sto per uscire per un sopralluogo a Montparnasse. Non so a che ora torno" lo avverto alzandomi dalla scrivania.
-"Ok. Stai attenta" mi dice  serio prima di uscire dal mio ufficio.
Prendo tutte le mie cose e vado via dall'azienda fermando subito un taxi al volo.
Durante il viaggio in taxi ripenso al nostro matrimonio fatto a regola d'arte, con ogni dettaglio stilato. Un matrimonio perfetto agli occhi di tutti.
Penso alle foto sparse per casa delle nostre nozze e sorrido scuotendo per l'assurdità della cosa.
Dieci anni della mia vita sposata insieme ad un uomo bellissimo, perfetto anche se con più anni di me.


SE TI AMASSI?Where stories live. Discover now