Prologo

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-"No, Felice. Questo progetto è di mia moglie. Lo deve controllare lei. Non tocca a me decidere dei suoi progetti" dico alla mia assistente, che dopo cinque mesi che lavora per me ancora non capisce che io e mia moglie, seppur colleghi e coniugi, lavoriamo a dei progetti separatamente.
-"Va bene signor Ibrahim, mi scusi" dice prima di uscire dal mio ufficio.
Sono un architetto di quarant'anni  per metà turco e per metà londinese, nato da madre londinese e padre turco, ma abbiamo sempre vissuto a Parigi.
Ho costruito la mia vita esclusivamente sul lavoro. Ho studiato tantissimo per poter aprire il mio studio di architettura e lavorare tantissimo per poter diventare famoso in tutto il mondo.
I miei hanno sempre voluto che mi sposassi e che formassi la mia famiglia e dieci anni fa, dopo un forte litigio e una donna presentata come promessa sposa, ho deciso di accordarmi con la mia stagista Jessica Smith e sposarla, così da mettere a tacere i miei genitori e non farmi presentare più ipotetiche future mogli.
Mia moglie all'epoca era appena arrivata a Parigi e nella mia azienda come stagista. Lavorava come una matta sempre stando in azienda notte e giorno. Non ha mai avuto una vita frenetica e piena di lussi e non potevo scegliere donna migliore, dedita al lavoro e corretta nei miei confronti.
In tutti questi anni di matrimonio abbiamo sempre vissuto nella mia casa da buoni colleghi e amici, rispettando sempre l'altro e la propria privacy. Entrambe le famiglie hanno accettato il nostro matrimonio, convinti del nostro legame e attendono ancora l'arrivo di un erede dopo tutti questi anni. Loro non sanno  però che io e mia moglie siamo sposati solo contrattualmente e che non abbiamo avuto mai nessun rapporto, nemmeno un bacio, al massimo sulle guance.
E' una bellissima ragazza alta, magra con le forme al punto giusto, capelli castani e lisci e occhi castani. Sembra una modella ed è elegante nei movimenti, tranne quando si arrabbia.
-"Ibra" mi chiama mia moglie dalla porta del mio ufficio. Lei mi ha sempre chiamato così.
-"Dimmi Jess" rispondo alzando la testa dal progetto su cui sto lavorando.
-"Dobbiamo prendere alcune decisioni sulle modifiche della ristrutturazione della casa del senatore. Facciamo una riunione oggi pomeriggio, per te va bene?" chiede davanti la mia scrivania.
-"Sai qualcosa sui miei appuntamenti per caso su come sono messo?" chiedo informandomi tramite lei. Di solito anche lei si occupa dei miei appuntamenti, visto che l'ha fatto all'inizio della sua carriera e fino a qualche mese fa quando la mia anziana assistente è andata in pensione.
-"No. Sono appena rientrata e non ancora parlo con la tua assistente" dice guardando il suo cellulare che squilla.
-"Scusami, devo rispondere" dice scusandosi.
-"Vai, tranquilla" le dico guardandola un attimo e squadrando il suo fisico tonico e asciutto coperto solo da un abito lungo fino a metà cosce.
In tutti questi anni potevo benissimo avere storie al di fuori del matrimonio, divertirmi, ma non ho fatto tutto ciò. Sono rimasto sempre fedele al mio matrimonio. Non mi sono dato alla pazza gioia come lo facevo un tempo, fino a poco prima del matrimonio.
Quando Jessica finisce di parlare al telefono, torna davanti la mia scrivania.
-"Vado a controllare i tuoi appuntamenti. Felice dopo cinque mesi ancora non impara a come gestirteli e io sto perdendo la pazienza" dice irritata.
Ha ragione su tutto. Lei deve pensare ai suoi progetti, ai progetti su cui lavoriamo insieme e ai suoi appuntamenti che gestisce da sola.
-"Perché non la prendi anche tu come assistente? Magari nel frattempo le insegni a gestire il tutto" le propongo.
-"No Ibra, ti prego. Non ho tempo di insegnarle anche il mestiere che dovrebbe già saper fare da mesi. Io mi arrangio da sola" dice seria e con faccia orripilata tanto da farmi ridere.
-"Ok. Se ti dovesse servire un giorno, la puoi benissimo impegnare anche con i tuoi lavori" le dico sorridendo divertito.
-"Come sei spiritoso marito. Va bene. Vado a controllare i tuoi appuntamenti e poi esco a pranzo con l'ingegnere. Spero di riuscire a convincerlo sul progetto ad Ankara" dice guardando l'orologio al polso.
-"Fossi in te, non spererei tanto. Devi cambiare ingegnere cara moglie. Ti sei scelta uno pignolo e rompiscatole" le dico serio sospirando.
-"Ci penserò sù. Ci vediamo dopo" dice dopo aver sbuffato e avviandosi verso la porta.
-"A dopo Jess" la saluto.
-"Ti porto qualcosa per il pranzo?" chiede prima di uscire.
-"No, grazie. Tra poco scendo sotto" le dico prima che va via.
Spesso andiamo a pranzo insieme o l'uno porta da mangiare all'altro se è impegnato.
A casa comunque ci comportiamo come una coppia sposata aiutandoci nelle faccende domestiche. Lei ha deciso fin dall'inizio di occuparsi anche della casa senza l'aiuto di nessuna domestica, nonostante la nostra ricchezza.
È una ragazza posata, che pensa solo al lavoro e accetta la mia ricchezza senza approfittarne minimamente.
Dopo il matrimonio le ho aperto un conto in banca versandole una barca di soldi, che sono ancora intatti lì sopra. Mi ha sempre detto che non li avrebbe mai toccato e che avrebbe sempre usato il suo conto personale di sempre.

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