L'oscurità di non avere un no...

By hs2903

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Sara conosce Harry per caso su una spiaggia di Anguilla, l'ultimo giorno dell'anno. Sin dal primo istante c'è... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40

Capitolo 7

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By hs2903

7.

Anguilla

02/02/2021

Sara

<<Come cazzo hai osato non dirmi niente?>> chiede Lucia furiosa, mentre il suo volto quasi esplode e la sua giugulare sembra uscire fuori.

<<Tu vorresti fare la predica a me? Che diavolo ne so che hai conosciuto Harry Styles?>> alzo le braccia al cielo e scuoto il capo. Mi dispiace trovarmi in questa situazione con lei, soprattutto visto il suo umore in questi giorni, ma mai avrei pensato una cosa del genere quando parlava di questo fantomatico ragazzo.

<<Sara cazzo, è Harry Styles! Quante volte abbiamo fantasticato su di lui quando ero a Los Angeles da te sul fatto che avremmo potuto incontrarlo proprio lì>> dice corrugando la fronte e con volto duro. Ha ragione, ma da quando Liam è andato via, tendo a tenere tutto per me, e non è per niente facile; non auguro a nessuno di vivere ciò che vivo io ogni maledetto giorno.

<<Perché diavolo non mi capisci mai? Pensi che le quattro moine che mi fai ogni giorno possano farmi dimenticare di tutto il dolore che ho dentro?>> chiedo alzando la voce con le lacrime agli occhi.

<<Io ti sono sempre stata vicina , Sara>> alza la voce anche lei, ma su questa battaglia non può averla vinta per nessun motivo.

<<Certo, tutti pensate di essermi stati vicini perché mi inviavate quei quattro messaggi al giorno , ma il dolore che ho provato e che tutt'oggi sento dentro, lo vivo da sola>> sento le lacrime scendere come un fiume in piena, mentre Lucia si rende conto forse di aver esagerato dal modo in cui rallenta il suo respiro. Non voglio mai rinfacciare niente a nessuno di loro, perché mi sono stati vicini in un modo o nell'altro, ma mai nessuno mi ha chiesto come stessi realmente; ecco perché ho provato a farla finita un giorno... Non avevo più motivo di starmene su questa terra da sola.

<<Io ti sono sempre stata vicina>> dice con voce incrinata.

<<Con un messaggio? Non immagini cosa avrei pagato se fossi stata con me a Los Angeles, mentre io ero da sola, persa nella casa mia e di Liam a piangerlo tutti i giorni>> dico pulendomi il viso col palmo della mano.

<<Anch'io ho una vita , non ti bastavano mamma e papà?>> la sua domanda mi lascia senza parole; sono un peso per lei?

<<Penso che il nostro confronto sia finito qui>> ammetto con amarezza; non mi aveva mai detto una cosa del genere, e al momento non posso accettare di stare male per stronzate del genere.

<<Sara, non volevo dire questo>> dice con occhi lucidi e la paura di aver detto troppo.

<<Dici tutte cose che non vuoi dire giusto?>> chiedo stanca di tutto.

<<Ragazze smettete di litigare e venite in piscina a prendere un drink>> interviene Glenne alle mie spalle poggiandomi una mano sul fianco e sorridendo ad entrambe.

<<Io penso di andare via>> dico facendole un mezzo sorriso.

<<Non ci pensare proprio; è il vostro ultimo giorno qui , e lo è anche per noi, quindi venite fuori>> continua alzando un sopracciglio e guardando Lucia.

<<Per me va bene>> dice osservandomi . <<Resta Sara, noi ne parleremo stasera>> conclude con un mezzo sorriso che però non riesco a ricambiare.

<<D'accordo>> rispondo sospirando senza esserne molto certa, ma voglio vivere questo momento come una ragazza di 26 anni senza problemi .

Ci avviamo di nuovo fuori, mentre tutti gli occhi, compresi quelli di Harry Styles, sono assurdamente su di me. Mi sento stanca e infelice anche in questo momento, e non vorrei rovinare la giornata a nessuno, ma mi do forza da sola come sempre. Accetto lo spritz che mi offre Jeff, e in meno di un secondo mi stendo su una delle sdraio accanto alla piscina, avendo difronte a me uno scenario da perdere la testa.

Nelle ore successive, Lucia si diverte in piscina con alcuni ragazzi conosciuti prima come se nulla fosse accaduto, mentre Jeff, Glenne e Harry sono a qualche metro da me. Non riesco a capire ciò di cui parlano, ma quando Harry apre bocca, la sua voce mi entra dentro in un modo strano; come se volessi sentirla ogni giorno. Non mi parlano, ma Harry butta l'occhio molto spesso dalla mia parte; forse non vogliono disturbarmi dopo la sfuriata tra sorelle che c'è stata... Davvero imbarazzante.

<<N... non volevo creare disagi>> la sua voce è troppo vicina, e quando apro gli occhi coperti dai miei fantastici Rayban Aviator lui è sulla sdraio accanto alla mia. Prendo un grosso respiro e li tolgo, facendo si che per la prima volta ci guardiamo per bene; i suoi occhi verdi sono perfetti e intensi, mentre le sue labbra poco carnose e il suo naso sono in perfetta armonia sul suo volto... E il suo sorriso che crea delle fossette sulle guance potrebbe vincere su ogni cosa su questo mondo.

<<Non è colpa tua, ma nostra>> dico cercando di evitare il suo sguardo.

<<L'altra sera, perché sei andata via?>> chiede lasciando che il mio corpo si irrigidisca .

<<Ieri o il 31 dicembre?>> chiedo incuriosita e con un piccolo sorriso sulle labbra; davvero gli interessa?

<<Entrambi i giorni>> ride, mentre in sottofondo parte Supermarket Flowers di Ed Sheeran, e una sensazione che conosco troppo bene, mi pervade . Inizio a respirare più velocemente del normale, mentre gli occhi di Harry si spalancano.

<< T... ti senti bene?>> chiede impaurito, mentre mi poggia una mano sulla mia. Ma io fatico a respirare e mi alzo velocemente raggiungendo la porta di casa e uscendo fuori. Prendo dei grossi respiri, ma la crisi di panico oramai mi ha presa, e la paura e l'ansia non fanno altro che peggiorare la situazione. Mi accovaccio accanto alla mia auto, prendendo grossi respiri e alzando gli occhi al cielo. Mi prenderà per una matta, ma quella canzone è andata in radio nel momento più sbagliato che potesse esserci. Sento i suoi passi alle mie spalle, ma per qualche minuto nessuno dei due dice nulla, e gliene sono davvero grata.

Mezz'ora dopo, sono seduta a terra sull'asfalto caldo, mentre lui è difronte a me e mi fissa; è dannatamente bello, e il suo volto non è più quello di tanti anni fa. Ha un accenno di barba che gli sta divinamente, mentre i suoi capelli sono stati raccolti in una piccola crocchia al centro della testa. Mi osserva , ma non dice niente; devo uscire da questo imbarazzo.

<<Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a una scena raccapricciante come questa>> dico delusa da me stessa e da tutti i miglioramenti che avevo fatto.

<<Non devi chiedere scusa, Lucia mi ha raccontato tutto>> dice con sincerità; una sincerità che non mi aspettavo da uno come lui.

<<Si lo so>> dico a voce bassa .

<<M...mi dispiace per tutto ciò che ti è successo>> dice abbassando lo sguardo e mettendo la testa tra le gambe che ha portato al petto, mentre la sua schiena è poggiata al grosso Range Rover Sport parcheggiato nello spiazzo di casa; prima non c'era, quindi sarà la sua auto.

<<Ti ringrazio, ma non devi provare pietà per me>> dico osservandomi le unghie ben curate.

<<Non provo pietà, provo tanto dispiacere>> ammette guardandomi i miei polsi che nascondo subito.

<<Non è così che doveva andare... A quest'ora sarei sposata, con un marito fantastico, nella nostra stupenda casa a Downtown>> dico con malinconia. <<E Supermarket Flowers sarebbe stata la canzone che avrebbe sostituito la marcia nuziale>> concludo con voce tremante.

<<Oh..>> dice fissandomi << Mi dispiace davvero molto, Sara>> dice guardandomi con dolcezza.

<<L'hai già detto>> sorrido e cerco di riprendere un po' la situazione catastrofica.

<<Vero>> annuncia dolcemente.

<<Comunque se me ne sono andata sia il 31 che ieri è perché ho tanta paura>> dico facendomi forza.

<<Paura di cosa?>>

<<Ho paura che tutte le persone che mi sono accanto, andranno via facendomi del male>> sospiro.

<<Ma non sempre è così, Sara>> dice sorridendomi, e quando mi guarda, sento dentro di me una sensazione di sicurezza, come se fossi al sicuro qui, con lui.

<<Grazie>> è l'unica cosa che riesco a dire, prima di posare il mio sguardo triste su di lui, e per un secondo tutto è come se andasse meglio; mi sto dimenticando di Liam? Questo non dovrà mai accadere. <<Adesso vado via>> dico tirandomi su e pulendomi i pantaloncini.

<<P...perché vai via?>>chiede seguendomi .

<<Domani dobbiamo tornare a casa, e devo prepararmi ancora le valigie>> mento, ho tutto pronto da due giorni.

<<Tornerai in Italia?>>

<<No, andrò a casa mia a Los Angeles>> dico dolcemente.

<<Anch'io>> annuncia sorpreso; quanto è bello. Sapevo che lo fosse, ma da vicino la sua bellezza è disarmante , quasi da farmi sentire un cesso ambulante; e ce ne vuole.

<<Allora ci incontreremo lì?>> chiede quasi speranzoso.

<<Vedremo>> non riesco a dire altro, e mi rendo conto che è una risposta da stronza che se la tira, ma se mi conoscesse, saprebbe che lo faccio per salvaguardare me , e la mia salute. <<Puoi dire a tutti che vado via?>> chiedo tagliando corto e avvicinandomi alla mia macchina a noleggio. Lucia prenderà la mia maglietta che ho lasciato sul bordo della piscina.

<<C...certo>> si limita a dire con fare dispiaciuto.

<<Puoi accompagnare tu Lucia?>>

<<Certo, va pure>> dice con educazione, aprendomi lo sportello dell'auto e facendomi accomodare; è un gentiluomo?

<<Grazie, e a presto>> dico facendogli un piccolo sorriso che ricambia al volo. Metto in moto e in meno di un minuto sono fuori... So che potevo restare , ma non mi sembrava più il caso; i suoi occhi mi hanno detto molto più di quello che sperassi, e non riesco in questo momento della mia vita. Per quanto assurdo possa sembrare, devo starmene da sola, lavorare e tranquillizzarmi... Eppure, l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento, sono i suoi occhi e le sue assurde fossette, ma se il destino vorrà, sarà il tempo a farci incontrare di nuovo. 

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