Stirpe Di Strega

By Stregattto

83.5K 5.6K 2.4K

Rowan O'Brien ha quasi diciotto anni, vive in Irlanda ed è una strega. O meglio, lo sarebbe se fosse in grad... More

Prologo
Finalmente a casa
Vecchie tradizioni
Professore sospetto
Mabon
Agile come un uccello
Tredici clan pt.1
Tredici clan pt.2
Un'improbabile amicizia
La cena delle rivelazioni
Il Consiglio delle Streghe
L'arcobaleno
Sui monti di Wicklow pt.1
Sui monti di Wicklow pt.2
Cailín pt.1
Cailín pt.2
Macabro falò
Rito d'Iniziazione pt.1
Rito d'Iniziazione pt.2
Strega Guida pt.2
Odio te e le tue orribili scarpe vintage pt.1
Odio te e le tue orribili scarpe vintage pt.2
Una famiglia... particolare pt.1
Una famiglia... particolare pt.2
SPECIAL!
Arrivederci
Qualcosa su di me
Benvenuta a casa
Non sarebbe dovuto accadere pt.1
Non sarebbe dovuto accadere pt.2
Rían è al piano di sopra
Il Pub della Strega pt.1
Il Pub della Strega pt.2
Il grande, grosso segreto dei Daoine Sidhe pt.1
Il grande, grosso segreto dei Daoine Sidhe pt.2
Noi siamo quelli strani
Le origini del male
Ti va di venire con me?
La miglior Strega Guida del mondo pt.1
La miglior Strega Guida del mondo pt.2
Una banda di selvaggi
Il Gobelin
Tre profezie
Vuotare il sacco
Leipreachán
Terrore e folle passione a Galway pt.1
Terrore e folle passione a Galway pt.2
Terrore e folle passione a Galway pt.3
Il ritorno di Moira pt.1
Il ritorno di Moria pt.2
Sei mai stata innamorata?
Sogni e timori
La Banshee pt.1
La Banshee pt.2
Fammi sentire viva
Il Consiglio straordinario
L'attacco pt.1
L'attacco pt.2
Il giorno più bello pt.1
Il giorno più bello pt.2
Il ballo di Yule pt.1
Il ballo di Yule pt.2
Il Soltizio
Drago d'oro
Il primo Natale del Guerriero
La mia paura più grande
Sono un guscio vuoto
Non mi stai dicendo addio
AVVISO
Sono tornata!

Strega Guida pt.1

1.1K 89 40
By Stregattto

La mattina dopo mi svegliai con un'emicrania da record e la brutta sensazione che la mia vita fosse stata rivoltata come un calzino.

«Merda...» biascicai, portandomi una mano alla testa e socchiudendo gli occhi, irritati dalla troppa luce solare che filtrava dalle persiane.

Allungai le gambe fuori dal letto e quasi mi venne un infarto quando qualcuno disse: «Finalmente ti sei svegliata!».

Mi tirai immediatamente a sedere, dritta come un fuso, e la velocità del mio movimento mi provocò una smorfia di dolore.

«Piano, tesoro, piano. Dopo tutta la magia che hai utilizzato ieri sera è già un successo se riesci ad alzarti in piedi» mi disse la voce dolce di mia madre, ed io mi lasciai ricadere al centro del grande letto matrimoniale, sollevata che si trattasse di lei e non di Rían.

«Cazzo, allora non era un sogno» borbottai, volendo irritare di proposito Moira utilizzando il mio intero repertorio di imprecazioni in una volta sola.

«No, non era un sogno» confermò lei, sedendosi ai piedi del mio letto.

«Come... com'è potuto succedere? Come hai potuto non dirmelo?» sbottai, ignorando le fitte alla testa e fissando mia madre con sguardo accusatorio.

«Io... credevo che tu non fossi come me. Solitamente i Daoine Sidhe sono molto precoci, e sviluppano la magia già verso i quattordici anni, così ho ingenuamente pensato che avessi ereditato i poteri di Abe, proprio come tua sorella. Purtroppo non è andata così, e ieri sera è successo quel che temevo succedesse» disse, e distinsi chiaramente il rimorso nella sua voce.

«Perché hai deciso di mentire a tutti e fingere di essere una Leipreachán?» domandai, avendo ormai capito che nelle sue vene scorreva sangue Daoine Sidhe al cento per cento. Dopotutto c'era un motivo se era sempre stata eccezionale negli incantesimi, se era così brava a evocare il fuoco, far crescere le piante o a fermare tempeste, ed era dovuto al suo clan di appartenenza.

«Perché ero giovane e sciocca, Rowan. Sono successe delle cose... cose che ora mi appaiono stupide e infantili, e non avendo il coraggio di affrontarle ho deciso di barare e cambiare completamente la mia vita» confessò, con un sospiro pesante, facendo girare le rotelle del mio cervello all'impazzata. Odiavo quando non mi parlava del suo passato, e mi veniva la smania di portare alla luce tutti i suoi oscuri segreti. Almeno ora ero riuscita a scoprirne uno, seppure a caro prezzo.

«E ora cosa mi succederà?» domandai, con la voce incrinata.

Lo sguardo di mia madre si rabbuiò, e arricciò le labbra in un gesto di stizza: «Ti assegneranno una strega Guida, e ovviamente non sarò io: nessuno vuole credermi quando dico di essere ancora una Daoine Sidhe» borbottò.

«Come puoi biasimarli? Dopotutto io sono l'unica ad averti mai vista fare incantesimi non ordinari. Non hai nemmeno i Blocchi!» esclamai, lanciandole un'occhiataccia.

«Certo che li ho!» ribatté lei, quasi offesa, erigendosi in tutta la sua statura e cominciando a sbottonarsi la camicetta.

Rimase in canottiera davanti a me, e pochi secondi dopo mi parve di vedere una patina dorata risplendere sulla sua pelle, come se si fosse cosparsa di olio.

«Cosa diavolo...?» domandai, ma non riuscii a finire la frase perché, da sotto lo strato luccicante, emersero dei segni indelebili neri, che scoprii essere tatuaggi giganteschi, estesi su tutto il corpo. Una tigre con gli artigli sfoderati occupava tutta la parte superiore del busto, e scompariva sotto la canottiera, mentre un filo spinato le correva attorno al bicipite destro.

«E tu... tu saresti mia madre?» domandai incredula, fissando la sua pelle, più nera che bianca.

«I miei tatuaggi prendono vita quando mi agito. Tigre, ad esempio, mi pianta gli artigli nella pelle fimo a scorticarmela» mi spiegò, riferendosi ai tatuaggi come se fossero vivi.

«Quanti piercing hai?» chiesi, con timore.

«Non ne ho. Erano troppo difficili da occultare, quindi ho scelto i tatuaggi, anche se sono più dolorosi» rispose, con espressione spiccia.

«Per tutti gli dei» sbottai. «Come diavolo li hai nascosti, finora?» domandai ancora, chiedendomi come avessi fatto a non accorgermi in diciotto anni di vita che mia madre aveva l'intero busto occupato da una tigre d'inchiostro.

«Ho usato un incantesimo di Occultamento, combinato con una potente pozione. Sai, non coltivo solamente piante inutili e inefficienti» commentò, lanciandomi un'occhiataccia. Probabilmente mi aveva sentita insultare le sue amate piante, o decantare la loro totale inutilità, e questo era il modo per farmela pagare.

«Quindi tatueranno anche me?» domandai, affrontando per la prima volta la questione in modo diretto.

«Probabilmente sì. Prima però ti saranno fatti i piercing, perché sono più rapidi da fare e meno pesanti da sopportare».

«Lasciatelo dire, siete dei barbari» sbottai, riprendendo le esatte parole che avevo utilizzato con Solamh la prima volta che avevo scoperto il funzionamento dei Blocchi.

«Siamo dei barbari, Rowan. E comunque, cosa credi che potrebbe succedere se un intero clan fosse in grado di fare ciò che hai fatto tu ieri sera, senza sapere come controllarsi? Sarebbe un disastro, Rowan... ci sarebbero dei morti. Molti morti, e non solo fra le streghe» mi disse, in tono duro.

Vedendola in questo modo, effettivamente, non potei che darle ragione: dopotutto ero stata io a scatenare una tempesta paurosamente violenta nemmeno sei ore prima. E se un albero fosse caduto a causa di un fulmine e avesse schiacciato qualcuno? Se una macchina fosse andata fuori strada a causa della strada resa scivolosa dalla pioggia?

«Ho... ucciso qualcuno?» domandai con voce flebile, rendendomi finalmente conto della portata delle mie azioni. Avevo scatenato un mostro che non ero stata in grado di gestire, e non mi ero nemmeno resa conto delle conseguenze che il mio gesto sconsiderato avrebbe potuto avere.

«Certo che no, tesoro!» esclamò Moira, e mi sentii improvvisamente più leggera. Dio, avevo davvero pensato di avere le mani sporche di sangue innocente.

Sospirando di sollievo, sollevai lo sguardo su di lei e, quando la guardai negli occhi, tutta la mia rabbia nei suoi confronti svanì, perché in quel preciso istante mi resi conto di quanto lei avesse sofferto e avesse sacrificato per me. Mi sentii terribilmente in colpa per averle serbato così tanto rancore, così mi fiondai fra le sue braccia e la abbracciai stretta.

«Oh, tesoro, io non ho fatto niente!» esclamò lei, non capendo il motivo del mio improvviso slancio di affetto nei suoi confronti, per poi aggiungere: «È stata Daghain a fermare la tempesta subito dopo che te ne sei andata con il figlio di Laidhgeann. A proposito...» ammiccò, rivolgendomi un sorrisetto malizioso. «Hai visto quanto è figo?».

«Mamma, ti prego!» esclamai, ridendo, contenta che l'argomento della conversazione si fosse spostato su un piano molto più leggero.

«Che c'è? Non sarò più una ragazzina, ma la vista mi funziona benissimo!» ribatté lei, ammiccando.

«Beh, diciamo che dopo aver visto Rían posso capire come mai tu abbia follemente perso la testa per Laidhgeann» commentai, guadagnandomi un amichevole spintone da parte sua.

«Gli O'Neill sono sempre stati affascinanti» commentò Moira, con aria sognante.

«Per l'amor del cielo, riprenditi! Sembri una quindicenne in piena crisi ormonale!» la presi in giro, tirandole un cuscino.

«Zitta, ingrata di una figlia. Invece che sfottermi, dovresti prendere esempio da me e buttarti fra le braccia di un O'Neill. Fossi in te, lo farei» mi disse con sincerità.

«Hai sicuramente più possibilità tu di riprenderti Laidhgeann che io di conquistare Rían» ammisi, dandole una gomitata complice.

La vidi arrossire e capii di aver fatto centro, così continuai: «Hai la mia benedizione, mamma. Chissà da quanto non ti senti così con papà» aggiunsi, cercando di riportare alla mente l'ultima volta in cui le avevo visto rivolgere ad Abe il sorriso sbarazzino e un po' incerto che ultimamente riservava a Laidhgeann, ma non riuscendo nel mio intento.

«Beh, vedremo come evolve la situazione. Intanto...» cominciò, ma fu interrotta da un sordo bussare alla porta.

«Siete qui, signore?» domandò una voce che riconobbi subito come quella del mio ex professore di inglese, così, mentre mia mamma strillava un "Sì, entra pure!" in risposta, io le sussurrai: «Parlando del diavolo...» e le feci l'occhiolino.

Laidhgeann entrò con passo sicuro nella stanza, facendo scricchiolare il parquet di legno, e si rivolse direttamente a me: «Daghain e tuo padre ti vorrebbero parlare. Sono di sotto in cucina» mi disse, fissandomi con un sguardo compassionevole ma curioso.

Sbuffai sonoramente, e gettai le coperte in fondo al letto con un gesto stizzito.

«È proprio tua figlia» commentò O'Neill, fissando mia madre con un sorrisetto divertito.

Afferrai una felpa pesante e me la misi sulle spalle, sopra il vestito ormai sgualcito nel quale avevo dormito tutta la notte.

«Avanti, togliamoci questo peso» borbottai, scendendo le scale con mamma e Laidhgeann che mi seguivano come fedeli cagnolini.

In salone trovai numerose streghe intente a consumare la prima colazione e, non appena mi videro scendere le scale, mi fissarono con tanto d'occhi, come se fossi un animale raro dietro la teca di uno zoo. Infastidita dagli sguardi che avevo attirato, rivolsi la mia totale attenzione alle assi di legno del pavimento e accelerai il passo, cercando di mimetizzarmi con la tappezzeria della stanza.

Aprii la porta della cucina e ciò che vidi mi fece venire voglia di tornarmene sotto le coperte e andare in letargo per il resto della mia vita: mio padre ai trovava seduto a capo tavola, con le braccia incrociate sul petto, e Daghain si trovava esattamente di fronte a lui, seduta nella medesima posizione, a dodici posti di distanza.

«Buongiorno» cominciai, rimanendo in piedi a metà strada fra l'uno e l'altra.

Mia madre e Laidhgeann si poggiarono alla parete, proprio alle mie spalle, e rimasero in silenzio.

«Ciao, Rowan» mi disse mio padre, guardandomi con affetto.

«Vieni qui, tesoro» mi disse poi, alzandosi in piedi e spalancando le braccia.

«Non... non ce l'hai con me?» domandai, stringendolo in un abbraccio.

«Certo che no! Rimani sempre la mia piccola» mi disse, carezzandomi i capelli.

«Mi dispiace! Io volevo davvero essere una Leipreachán...» borbottai, sentendomi gli occhi umidi e affondando il viso nella sua maglietta per impedirgli di vedermi piangere.

«E invece sei una Daoine Sidhe» commentò Daghain, ancora seduta in una posizione innaturalmente dritta sulla sedia di legno.

«Mamma!» la rimproverò Moira, in un tono piuttosto adirato.

«Cos'ho detto? Non abbiamo tempo per le riunioni di famiglia, dobbiamo discutere di questioni più importanti» sbottò quella, facendomi digrignare i denti dal nervoso.

«E allora parliamo» sbottai, afferrando la sedia a sinistra di mio padre e sedendomici, scrutandola con astio.

«Bene!» rincarò lei, ricambiando il mio sguardo.

Decisamente fra nonna e nipote non scorreva buon sangue.

«Hai evocato l'incantesimo della Luce, hai manipolato la materia, hai scatenato una tempesta e hai volato. Come hai fatto a fare tutto ciò?» domandò di getto, rivolgendosi direttamente a me.

«Magia» risposi con aria strafottente, e la vidi assottigliare le labbra, come se si stesse trattenendo dal prendermi a sberle. Cosa che, se fossi stata in lei, avrei fatto più che volentieri.

«Rowan, non fare la bambina» mi riprese mia madre, che a quanto pareva aveva assunto il ruolo di mediatrice fra le due parti.

Sbuffai e risposi: «A Mabon ho scoperto di essere in grado di volare. Un pomeriggio, mentre mi allenavo per creare l'arcobaleno Leipreachán, ho scoperto che potevo sollevare le gocce d'acqua o concentrare in un unico punto il vapore acqueo presente nell'aria... così con un sotterfugio poco nobile ho chiesto a mia madre di mostrarmi come creare la luce, poi ho copiato l'incantesimo e non ho più avuto problemi a creare arcobaleni. La tempesta invece non era programmata» snocciolai, mordicchiandomi le unghie con poco interesse.

«Peggio di quanto pensassi. Laidhgeann, vai a chiamare tuo figlio, per favore» ordinò mia nonna, e il suo Consigliere uscì subito dalla porta.

Rivolse poi la sua attenzione a mia madre, e le disse: «Sei stata una sciocca, Moira. Sei fuggita senza un motivo valido e, senza contare il fatto che hai infranto almeno un centinaio di leggi, ora, per colpa tua, tua figlia è ingestibile» sbottò.

«Scusami?!» esclamò mia madre, infiammandosi come lo stoppino di una candela.

Si fissarono con astio, e mi parve di assistere allo scontro di due titani. Nonostante gli occhi delle due fossero dello stesso identico colore, quelli di mia nonna apparivano più freddi del ghiaccio, calcolatori, come se fossero gli occhi di un serpente pronto all'attacco. Quelli di mia madre, invece, erano animati da una fiammella che pareva divorarle le iridi, e trasmettevano forza e determinazione.

Non avrei saputo dire con certezza quali mi facessero più paura.

«Senza un motivo valido? Come osi?» sbottò mia madre. «Io sono anni che ti ho perdonata, ma ancora non ti sei resa conto di quanto tu mi abbia ferita. Di quanto voi mi abbiate ferita. E tu ancora non mi hai chiesto scusa!» sibilò, avanzando minacciosamente di un passo.

«Si trattava di lavoro, santo cielo, non mi devo sicuramente scusare per questo» ribadì mia nonna, raddrizzando ulteriormente la schiena.

«Se continua a stare così rigida, prima o poi le verrà un'ernia» commentai, guadagnandomi un sorriso vittorioso da parte di mia madre.

«Ma bene!» esclamò Daghain. «Coalizzatevi pure contro di me, tanto qui chi prende le decisioni sono io!» esclamò, facendo saettare gli occhi fra me e mia madre, con sguardo furibondo.

«Rowan rimane pur sempre mia figlia» si intromise in quel momento mio padre, attirando immediatamente l'attenzione con quel modo ipnotico che aveva di parlare.

«Ma fa parte del mio clan!» si oppose Daghain, sbattendo una mano sul tavolo.

Proprio in quel momento tornò Laidhgeann, seguito subito dopo da Rían, che entrò nella stanza con fare baldanzoso ed esclamò: «Come mai tutta questa tensione?».

«Mia nipote è addirittura più testarda di mia figlia» sbottò Daghain, massaggiandosi la fronte con la mano rugosa ma ferma.

«Da qualcuno avranno preso...» commentò il ragazzo, lanciando un'occhiata eloquente a mia nonna, che sbuffò infastidita.

«Ti ho fatto venire per una ragione, Guerriero, e non è per chiacchierare amabilmente» borbottò Daghain poco dopo, poggiando il mento sul palmo della mano.

«Prima che arrivassi tu, stavo giusto dicendo a mia figlia quanto fosse importante intervenire subito affinché Rowan non perda totalmente il controllo. La questione è seria, e ho bisogno del maggior aiuto possibile» disse, tamburellando le unghie sul legno.

«E io cosa centro in tutto ciò?» domandò Rían, passandosi distrattamente una mano sulla corta e ispida barba.

«Tu sarai la sua Strega Guida» esclamò mia nonna, facendo scatenare il putiferio.

«Come? Quello lì?!» sbottò mio padre, tossendo come un matto.

«Non può, non è affatto qualificato! Se c'è una persona impreparata per questo compito è Rían!» si oppose anche Laidhgeann, fissandola come se fosse pazza.

«Oh, so benissimo che tuo figlio è totalmente inadatto a questo ruolo. Ed è proprio per questo che l'ho scelto: a mali estremi, estremi rimedi» ribatté mia nonna.

«Ma non ha senso! Ha a stento il controllo di sé stesso! Ci ha messo anni per raggiungere un equilibrio con la sua magia, e adesso ti aspetti che insegni a Rowan come fare?» domandò ancora Laidhgeann, camminando avanti e indietro con frustrazione.

«È proprio lì che vuole arrivare mia madre» si intromise in quel momento Moira, fissando mia nonna quasi con ammirazione, «Crede che solo una persona in bilico come Rían sia in grado di aiutare Rowan» disse.

Daghain le lanciò un'occhiata soddisfatta e spiegò: «Rían ha un immenso potere fra le sue mani, e ha imparato a gestirlo, seppur con qualche difficoltà; per questo credo che sia l'unico in grado di mettere dei freni a Rowan».

«Scusate...» mi intromisi «...ma è davvero necessario? Insomma, è successo soltanto una volta che perdessi il controllo, e per un mese non è successo nulla» borbottai, non volendo essere di peso per nessuno.

«Rowan, non so quanto tu conosca dei Daoine Sidhe... ma fidati, non è affatto comune scatenare una tempesta come quella di ieri sera. Soprattutto non lo è per una strega non iniziata» commentò mia nonna, scrutandomi con attenzione.

«Quindi quel ragazzino dovrebbe guidare mia figlia?» domandò in quel momento mio padre, fissando Rían con espressione corrucciata.

«Mi stavo chiedendo la stessa cosa» commentò il Guerriero, gli occhi cangianti fissi su mio padre, la sincerità nello sguardo.

Daghain sbuffò, e con aria stizzita disse: «Sì, Abe. Accetta il fatto che quel "ragazzino", come lo chiami tu, è il Daoine Sidhe più potente in circolazione, nonché l'unico in grado di disinnescare la bomba ad orologeria che c'è dentro tua figlia».

Sentirmi paragonare ad una bomba ad orologeria mi fece corrugare la fronte: che diamine, adesso non stavano esagerando un po' troppo? Insomma, avevo diciotto anni, non cinque. Ero riuscita a trattenermi una volta, e mi sarebbe bastato solo un po' di allenamento per imparare a gestire il mio potere... Mia nonna la stava facendo sembrare un'impresa titanica, come se ormai fossi perduta, dannata e senza biglietto di ritorno dall'Inferno. Dal canto mio, mi sentivo schifosamente confusa e stanca, ma sicuramente né forte né sull'orlo del precipizio come invece diceva lei.

«Dovrò imparare a fare i Blocchi» disse in quel momento Rían, con aria pensosa.

«Ti insegnerò io» lo rassicurò Laidhgeann, per poi aggiungere: «Probabilmente sarai in grado di farne uno a Rowan già domani».

«Domani?!» sbottai, indietreggiando con la sedia di colpo.

«Non voglio diventare un puntaspilli!» strillai, facendomi contagiare dalla paura che Saoirse mi aveva confidato di avere nei confronti di questi famigerati Blocchi.

Volevo essere lasciata in pace, almeno per un paio di giorni... per non parlare del fatto che avevo bisogno di tempo, molto tempo, per realizzare e accettare tutte le cose mi stavano accadendo, e che sicuramente non lo avrei fatto in una notte.

Rían sogghignò, e mi disse: «Fidati di me, fra qualche settimana sarai tu stessa a chiedermene uno».

Purtroppo, la frase che era volta a rassicurarmi mi sembrò in qualche modo una minaccia... una grossa minaccia.

«Dio, perché?» piagnucolai, rabbrividendo nell'immaginare il mio viso pieno zeppo di piercing.

«Non chiederlo a Dio, chiedi piuttosto a tua madre» borbottò Daghain, guadagnandosi un'occhiata di fuoco da parte di Moira.

«Beh, direi che per ora abbiamo finito!» esclamò in quel momento Laidhgeann, probabilmente per impedire a mia mamma e a mia nonna di attaccarsi di nuovo.

«Discuteremo dei dettagli più tardi, ora credo che Rowan abbia bisogno di un attimo per riprendersi» continuò, facendo alzare tutti dalle sedie. Almeno c'era qualcuno che di psicologia ci capiva qualcosa... se fosse stato per mia nonna, mi avrebbe fatto fare i Blocchi addirittura la sera precedente.

Continue Reading

You'll Also Like

6.7K 747 37
In un' Europa dalle atmosfere steampunk e in cui la Chiesa ha tutt'altre connotazioni, un ordine di esorcisti si dedica alla creazione di vânător, ca...
69.4K 4.8K 34
(In revisione) Se Lessie potesse esprimere tre desideri, il primo fra tutti sarebbe sicuramente poter cambiare cognome, perché essere una Barlow è u...
7.8K 385 31
La cosa più difficile da affrontare, nella vita? Diventare grandi. Tutto quanto cessa di diventare un idillio totale, e la realtà comincia a manifest...
338K 16K 49
Primo libro della serie "ELEMENTAL" - La vita di Althea cambia nel giro di una notte e tutto quello a cui riesce a pensare è come scappare con la su...