La Principessa Che Non Credev...

By Live_And_Fly_Away

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Abigail ne era convinta. La sua sarebbe stata la storia di una ragazza che realizza il suo sogno. Di una rag... More

1. Benvenuta a Chicago
2. Dov'è finito Lucas O'Connor?
3. Tu non mi piaci
4. Hai già detto abbastanza
5. Credici rossa
6. Mi sta importunando
7. Mio figlio è scomparso
8. Complici
10. Sguardi
11. Inviti o scuse?
12. Scelte sbagliate
13. Problemi
14. Richieste d'aiuto
15. Non andare via...
16. Te l'avevo detto
17. Ho solo avuto paura
18. Amici?
19. L'ho fatto per te
20. Beneficio del dubbio
21. Masochista?
22. È diverso
23. Il Riscatto
24. Pranzo col botto
25. Odi et Amo
26. Il romanticismo non fa per noi
27. I guai non vengono mai da soli
28. Una parola di troppo ed è subito...
29. Quanto è piccolo il mondo
30. Vedere senza mai guardare
31. Stupido ad ammetterlo
32. Non avevo mai creduto alle favole
33. Difficile per lei
34. Non averti mai incontrato
35. Per volere del destino
36. Siamo l'opposto della perfezione
Epilogo

9. Birra e Confessioni

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By Live_And_Fly_Away

ABIGAIL

Erano già le otto quando finalmente riuscii a mettere piede in casa. Quella sera il Cole's sarebbe stato chiuso e per bontà divina sarei riuscita a rilassarmi un po'. Avevo finito di lavorare verso le sei ma la mia testardaggine mi aveva portata a girovagare senza meta per le vie della città. Ero sempre solita farlo quando vivevo in Inghilterra e adesso che mi trovavo dall'altro lato dell'oceano non volevo perdere l'abitudine. Mi aveva sempre fatto bene, per pensare e schiarirmi le idee. Era molto utile, sopratutto quando litigavo con mia madre e, ad essere sinceri, accadeva molto più spesso di quanto si potesse pensare. Da piccola avevo sempre creduto che con il passare degli anni il nostro rapporto sarebbe migliorato, invece a ventiquattro anni mi trovavo a scontrarmi con lei più di quando ne avevo tredici.

Avevo passeggiato per quasi due ore, immersa nei miei pensieri senza accorgermi del tempo che passava. Quando l'avevo fatto mi ero ritrovata in mezzo ad una via a me sconosciuta senza sapere da che parte fossi girata. Mi ero persa se ancora qualcuno di voi non l'avesse capito. Era palese che sarebbe successo di lì a poco ma, grazie al cielo in quel momento era passato un taxi che in meno di venti minuti mi aveva riportata a casa.

Stanca e con i piedi distrutti ero entrata in casa chiudendomi la porta alle spalle e togliendomi finalmente i tacchi. Se mi avesse vista mia madre mi avrebbe uccisa: "una signorina per bene non si toglie le scarpe prima di andare in camera sua". Per lei non esisteva il termine rilassarsi. O donna o scaricatrice di porto. Non c'erano vie di mezzo.

<<Guarda chi si rivede!>> esclamò ironica Raquel intenta a chiudere il frigorifero con una lattina di birra tra le mani.

<<Dove ti eri cacciata?>> domandò invece preoccupato Cole girandosi tra le mani il telefono.

<<Ho fatto due passi...>> spiegai senza scendere nei particolari. Se gli avessi detto che mi ero persa sarebbe scoppiato il finimondo.

<<Di due ore? Principessina, non fare più questi scherzi o finirò per preoccuparmi>> mi sorrise dolcemente Cole facendomi l'occhiolino. Non capivo perché fosse così gentile con me ma apprezzavo il suo interessamento.

<<Non c'è bisogno che ti preoccupi tanto. Me la so cavare>> tentai di tranquillizzarlo nel modo più gentile possibile. La verità era che non volessi che le persone si preoccupassero tanto per me. Ero adulta e se avevo lasciato la mia vecchia vita era anche per quello. Ero stufa di essere continuamente controllata perché non mi cacciassi nei guai. Avevo il diritto di mettermi in qualche pasticcio!

<<Ha ragione, Cole. C'è già chi si occupa di lei. Non è vero Abigail?>> mi sorrise in sottecchi Raquel senza che riuscissi a capire di che cosa stesse parlando. <<Non fare la finta tonta>> mi ribeccò subito dopo, <<Ti ho vista con Lucas O'Connor questa mattina>>.

<<Con chi hai visto Lucas O'Connor?>> si intromise Jace apparendo dal corridoio con indosso solo dei pantaloni della tuta e un asciugamano per asciugarsi i capelli. Possibile con non lo vedessi mai completamente vestito? Aveva qualcosa contro le magliette?

<<Con la nostra tenera e ingenua Abigail>> sorrise ironica Raquel beccandosi un'occhiataccia da Jace e facendomi arrossire.

Il ragazzo si diresse verso il frigorifero e tirò fuori una birra anche per sé aprendola e scolandosene un bel sorso.

All'inizio pensavo che fossero un po' tutti alcolizzati in America ma poi mi avevano spiegato che fosse una sottospecie di rituale tra amici. A dirla tutta a me non è che facesse tanto impazzire quel liquido dello stesso colore del tè freddo ma dal sapore amarognolo, così mi limitavo a far compagnia a coloro che invece l'apprezzavano.

Solo dopo essersi lasciato scappare un sospiro di sollievo tornò a parlare molto più duro e serio di quanto mi aspettassi.

<<Gli O'Connor non sono brave persone. Se vuoi un consiglio spassionato, stai lontana da loro>> mi fissò dritto negli occhi per poi spostare lo sguardo sul resto dei presenti cercando il loro sostegno. Poche volte da quando ero lì avevo visto Jace serio e questo mi preoccupò.

Che cosa mi sfuggiva?

<<Jace non ha tutti i torti>> asserì Raquel facendosi seria, <<abbiamo avuto tutti a che fare con loro e credimi se ti dico che non c'è nessuno più falso e vendicativo di un O'Connor. Possono sembrare i re della città, molto spesso divisi e sempre in guerra tra di loro ma, mettiti contro uno di loro e avrai tutta la famiglia scagliata addosso>> spiegò con tutta calma facendo trapelare un certo rancore nei loro confronti.

Solo a me Lucas non aveva dato questa impressione? Anzi, mi sembrava parecchio in conflitto con la sua famiglia. Non potevo credere che potesse essere così spietato.

<<Come fate ad esserne così sicuri?>> domandai ingenuamente combattuta se crederle o meno. Chi mi diceva che non fossero loro a mentire?

<<Hai conosciuto Trevis. Lui non sarà un O'Connor ma è fatto della loro stessa pasta. Motivo per cui non faccio altro che scontrarmi con lui>> alzò le spalle la mora bevendosi un altro sorso di birra, <<è un grandissimo stronzo che se la prende con chi non può difendersi e... beh... siamo andati a letto insieme qualche volta, ho imparato a conoscerlo e ad odiarlo...>> si schiarì la voce guardando altrove. Dedussi che solo io non ne fossi a conoscenza perché fui l'unica a restare stupita di fronte a quella rivelazione. Quindi era per quel motivo che odiava tanto Trevis, l'aveva illusa e abbandonata. Potevo capire la sua reticenza nei suoi confronti ma gli altri?

<<Jace invece è stato sbattuto fuori dall'azienda>> si azzardò a dire lanciando la palla al biondo che appena si sentì coinvolto alzò gli occhi al cielo.

<<Davvero?>> spostai lo sguardo su di lui sconcertata. Non avevo idea che lavorasse per la "O'Connor's Creations". Nessuno mi aveva detto nulla in proposito.

<<Mi hanno cacciato un paio di anni fa. Ero uno dei modelli di punta dell'azienda. O almeno lo ero fino a quando non mi sono messo contro il belloccio figlio di papà che ora ha preso il mio posto>> fece una smorfia di disgusto seguito a ruota da Raquel.

<<Parlate sempre di Trevis?>> chiesi conferma guadagnando solo dei cenni di assenso.

<<È uno dei migliori amici del signorino Lucas O'Connor, era abbastanza ovvio che avrebbero tenuto lui e sbattuto fuori me. Quello che mi fa rabbia è che dopo avermi cacciato hanno fatto in modo che nessuno nei paraggi mi assumesse>>. Lo vidi stringere i pugni forse ripensando all'ingiustizia che gli avevano riservato. Non era stato affatto corretto da parte loro rovinargli in quel modo la carriera. Aveva tutto il diritto di proseguire con il suo sogno.

A quel punto però mi sorse un dubbio. <<Però non ha senso. Gli O'Connor frequentano ancora il Cole's, quindi non sono così vendicativi>>.

<<È il punto di ritrovo di molti ed è l'unico bar nei paraggi. Sono stati obbligati a mettere da parte l'odio, anche dopo quello che è successo con Cole>> mi spiegò paziente Raquel spostando l'attenzione sul ragazzo che per tutto il tempo era rimasto in silenzio sul divano.

<<Raquel, hai deciso di farci confessare tutti?>> domandò ironico, mentre io mi decisi finalmente di sedermi. Ormai ero troppo presa dalle loro storie per pensare alla doccia calda e al piumone che mi aspettavano dall'altro lato della casa.

<<Cole forse è stato il migliore>> esclamò Jace recuperando il sorriso. Quei tre non facevano altro che stuzzicarsi. Un po' se dovevo essere sincera li invidiavo. Io non avevo mai avuto degli amici con cui essere complice. Il mio massimo erano le domestiche che riuscivo a corrompere perché non dicessero a mia madre dove mi fossi cacciata.

<<Non per essere indiscreta ma adesso sono curiosa>> sorrisi leggermente coinvolta in quello scambio di sguardi.

<<Tranquilla Abigail, tu non c'entri nulla. Solo loro le pettegole>> sorrise divertito per poi incupirsi leggermente.

<<È andato a letto con la moglie di uno dei fratelli O'Connor>> buttò fuori Jace senza dare il tempo né il modo a Cole di farlo. Rimasi basita di fronte a quella rivelazione. Non me lo sarei mai aspettata da lui. Era sempre così gentile e soprattutto onesto con tutti.

<<Me ne sono innamorato, è un po' diverso...>> volle specificare il ragazzo a testa bassa.

Innamorato di una donna sposata? Okay, lì era completamente diverso da dove e come ero cresciuta io. Non che in Inghilterra nessuno avesse relazioni extra coniugale ma non avevo mai conosciuto qualcuno che avesse un'amante.

<<E poi sapete benissimo anche voi che tra lei e suo marito non c'è mai stato amore>> tornò a giustificarsi Cole alzandosi dal divano e dirigendosi anche lui verso il frigorifero.

Altra birra in arrivo!

<<Non pensare male, Abbie...>>.

<<Se eravate innamorati non ci vedo nulla di male...>> tentai di smorzare un po' la tensione. Dai suoi occhi era chiaro che fosse in imbarazzo ma io non ero affatto intenzionata a giudicarlo. Aveva solo seguito i suoi sentimenti dopotutto. E poi io ero l'ultima a poter far la predica, dato che stavo mentendo a tutti loro sulla mia vera origine.

<<Dillo agli O'Connor. Hanno passato mesi ad evitare il nostro locale facendo diminuire drasticamente la clientela. È per questo motivo che siamo stati obbligati a modificare un po' il nostro target>> sbottò Raquel irritata stringendo la lattina che aveva tra le mani.

<<In tutto questo però possiamo dire che il nostro Cole, abbia buoni gusti!>> esclamò Jace smorzando un po' la tensione dandogli una pacca sulla spalla. Solo lui poteva scherzare in quel momento e Cole si capì benissimo che gliene fosse grato.

<<Parlate di Grace?>> azzardai guadagnandomi un'occhiata confusa da parte di Cole.

<<Come fai a sapere il suo nome?>>.

<<Amico, la chiami a tutte le ore! Anche i vicini sanno il suo nome!>> accorse subito in mia difesa Jace rasserenando l'amico.

<<Giusto>> sorrise imbarazzato lasciandosi scappare un sospiro si sollievo.

Ora tutto stava cominciando a tornare. L'odio nei confronti degli O'Connor, la relazione extra coniugale di Cole e il recente divorzio di Lucas. Ormai tutti i pezzi erano andati al loro posto. La Grace di Cole nonché ex moglie di Lucas, non era niente e popodimeno della super modella Grace Dawson.

Mi ritrovai parecchio delusa da tale rivelazione anche se non ne seppi io motivo ma, soprattuto in colpa per essermi impicciata di qualcosa che non mi riguardava.

<<Non volevo essere inopportuna, scusami>> volli perciò sottolineare. Ed era così. Apprezzavo tantissimo Cole come persona e il fatto che fosse innamorato di una donna sposata per quanto anticlericale fosse, non cambiava l'opinione che avevo di lui. Era una persona meravigliosa che meritava solo il meglio. Quella Grace era fortunata ad averlo.

<<Tranquilla Abbie. Non sei stata affatto inopportuna>> mi rasserenò facendomi un buffetto sulla guancia.

<<E poi tanto adesso Grace si sta facendo la bella vita in Autralia>> andò ad infierire Raquel che se n'era rimasta in silenzio per troppo tempo forse.

Quello invece era strano. Aveva quasi rovinato i rapporti con gli O'Connor per lei e adesso se n'era andata? Non ci capivo più nulla oramai.

<<Sì, Raquel, è un gran casino. Grazie per avermelo ricordato>> le fece il verso Cole, come un bambino, facendo ridere la ragazza.

<<E tu Abbie? Hai qualche sapasimante di cui non siamo a conoscenza? A parte O'Connor, ovvio>> mi ribeccò Jace ponendomi al centro dell'attenzione e mettendomi decisamente in imbarazzo.

Io? Spasimanti? Non in questa vita! Ero venuta via da Haddington proprio per evitare gli uomini e secondo loro mi andavo a buttare in una storia a senso unico in un paese straniero?

<<Tra me e Lucas non c'è assolutamente nulla!>> sbottai arrossendo e forse con molta più enfasi del dovuto, perché tutti e tre cominciarono a guardarmi con degli strani sorrisi.

Certo, lo consideravo un brav'uomo, nonostante i nostri piccoli diverbi avuti nelle settimane precedenti ma, nulla di più. Il fatto che l'avessi aiutato quella mattina era stato più che altro per bontà d'animo e per togliermelo di torno. Anche se...

<<Facciamo che noi fingiamo di crederci e per ora ci limitiamo ad ordinare da mangiare>> lasciò cadere il discorso Raquel, accorrendo in mio soccorso sorprendendomi.

I ragazzi scoppiarono a ridere ma non tentarono di tornare più sull'argomento per quella sera. Ordinarono indiano, a loro dire, e dovetti ammettere che fosse tutto squisito. Mangiavo cose più esotiche lì con loro che con i miei genitori in giro per il mondo e questo non poté che farmi sentire sempre più parte di quel posto completamente diverso da dove ero nata e cresciuta. Adoravo stare con loro. Mi facevano sentire a casa nonostante fossi così lontana da essa ed era solo grazie al loro senso dell'uomorisomo e al loro strano modo di comportarsi.

Le battute di Jace, le frecciatine di Raquel e infine Cole che tentava di calmare le acque tra di loro. Erano divertenti e spassosi. Mi avevano accolta come una vecchia amica ed io non potevo far altro che essergliene grata.

Quando arrivò il momento di andarmene a dormire ero molto più sollevata e allegra di quella mattina quando mi avevano sbattuta per la seconda volta fuori dalla "O'Connor's Creations". Non avevo detto nulla di tutto ciò ai miei coinquilini, non volevo che mi giudicassero o cominciassero a fare battutine su questo. Per me era una sconfitta non aver ottenuto ciò per cui avevo fatto quelle migliaia di chilometri rischiando parecchio, e sinceramente non era passato ancora abbastanza tempo perché riuscissi a scherzarci sopra come se nulla fosse, come se il mio cuore non fosse in mille pezzi a causa del divieto impostomi da Nora.

Spensi la luce e mi coricai a letto. In sottofondo vi erano le note del lettore CD di Jace, che suonava musica jazz come tutte le sere, e Cole ancora al telefono con Grace che tentava di convincerla a tornare. Fu cullata da quella strana sensazione di casa che mi trovai a chiudere gli occhi, stanca e con la mente altrove.

Prima di addormentarmi infatti, non potei fare a meno di pensare a Lucas e alle parole dei miei coinquilini sul suo conto. Era davvero così spietato come l'avevano dipinto? Aveva davvero fatto del male a qualcuno solo perché gli remava contro? L'uomo che avevo conosciuto io, era forse un po' burbero ma, non cattivo.

E poi... Non riuscivo a non pensare al modo in cui mi aveva guardata e protetta quella mattina. Il modo sicuro ma assolutamente non possessivo con cui mi aveva afferrata per ben due volte impedendomi di andarmene. Forse ero completamente matta e assurdamente visionaria ma...

Sarebbe stato così strano se... Mi fosse piaciuto?

~¤~

Non vidi Lucas O'Connor per il resto della settimana. Obiettivamente non essendo riuscito a rimettere piede in azienda, sarebbe stato assurdo se fosse venuto nel quartiere solo per venire al Cole's. Però se dovevo essere proprio sincera con me stessa, una parte di me sperava che si facesse vivo, egoisticamente per vedere me.

Assurdo vero? Si era appena separato dalla moglie, una modella per di più, e veniva a vedere me. Dovevo aver battuto la forte la testa quella mattina quando mi ero alzata dal letto. Non sono ironica, avevo davvero battuto la testa contro il comodino quel sabato mattina e non era stato affatto divertente.

Come c'era da aspettarsi mi era venuto subito un mal di testa terribile e me l'ero portata fin sul lavoro. Dovevo apparire uno straccio agli occhi di tutti perché più di una persona mi aveva chiesto se stessi bene e Raquel ovviamente non aveva fatto altro che ricordarmelo.

Fu però a metà mattinata che raggiunsi il culmine. Esattamente quando dalla porta entrò un uomo alto più o meno un metro e ottanta e dagli occhi scuri. Era biondo e dallo sguardo altezzoso con la sua giacca di pelle nera e i suoi pantaloni stretti. Ci misi alcuni istanti a riconoscerlo ma quando lo feci, avrei solo voluto sparire.

Mi puntò sin da subito e con passo deciso si diresse verso di me.

Ti prego, ti scongiuro, che non debba lavare anche lui con dei succo di frutta! Pregai mentalmente mente l'uomo si avvicinava.

<<C'è Cole?>> domandò senza neppure degnarsi di rivolgermi un saluto.

<<Buongiorno anche a lei, come posso aiutarla?>> mi dipinsi sul volto un sorriso falso e irritato che tuttavia non ebbe l'effetto sperato.

<<Ho chiesto se c'è Cole, non voglio fare conversazione>>.

Era ufficiale. Già non lo tolleravo più. Era fortunato però, perché se fossi stata in forma non l'avrebbe avuta vinta così facilmente.

<<Non è qui>> mi limitai a dire sciacquando un bicchiere e riponendolo nel colapiatti.

<<E potrei sapere quando tornerà?>> chiese a quel punto irritandosi lui al mio posto. Mia madre lo diceva sempre: "la vera eleganza è restare indifferenti di fronte a gente che vale poco". Non ho idea da chi l'avesse rubata ma era la pura e semplice verità. Leggere il fastidio negli occhi di Trevis fu impagabile.

<<Non ne ho idea, sono solo una dipendente>> dissi senza guardarlo negli occhi. In realtà sapevo dove si trovasse ma, non ritenevo che lui avesse il diritto di saperlo.

<<Sai dirmi allora se questa sera terrete aperto il locale, oppure no?!>> sbottò irritato attirando su di sé parecchi sguardi.

Okay, la situazione stava degenerando meglio non farlo arrabbiare più del dovuto.

<<Abbiamo avuto dei problemi con alcune ballerine che se ne sono andate. Quindi suppongo che questa sera resteremo chiusi>> spiegai senza scendere troppo nel dettaglio. Alcune ragazze quella settimana avevano deciso di licenziarsi dato che il lavoro stava diminuendo e così facendo anche i loro stipendi. Cole aveva fatto tutto il possibile ma loro durante la settimana non potevano lavorare essendo due di loro studentesse universitarie, che dovevano pagarsi la retta, e il resto ragazze che non potevano aspettare di essere pagate a fine mese, volevano tutto subito ma Cole era stato molto chiaro con loro, lui non faceva certi generi di lavori. Se volevano lavorare così potevano andare altrove.

Così Cole si era trovato a dividere i turni tra se stesso, Raquel, Jace, Candice - che non mollava il suo posto neppure obbligata - e me. Facevamo turni assurdi ma ce la cavavamo bene.

<<Dì a Cole che se non apre per la settimana prossima, dovremo cercarci un altro posto dove andare. Sa benissimo che gli O'Connor sono soliti legarsi le cose al dito, non torneremo sui nostri passi molto facilmente, non di nuovo almeno>>.

Mi stava minacciando per caso?! O meglio, stava minacciando Cole e il suo locale?! Davanti a me?!

<<Per vedere donne nude non penso che le sia necessario il Cole's. Se lavora per gli O'Connor potrà presentarsi su un set fotografico di costumi da bagno. Lì ci sono tantissime donne in bikini che non hanno alcun problema a farsi vedere e ammirare da lei!>> dissi a bassa voce in modo tale che fosse lui l'unico a sentirmi. Non volevo che i clienti sentissero ciò che avevo da dirgli.

<<Non ho bisogno di certi stratagemmi per vedere donne nude>> rise arrogante, <<Ma la tua è invidia, ragazzina? Pensi di non poter reggere il confronto con le modelle che lavorano con me? Forse non sai con chi hai a che fare. Pensavo di essere stato chiaro qualche giorno fa. Sono il modello più abito della città e, non per vantarmi ma sono anche il modello di punta della "O'Connor's Creations". Potrei sbattere te e il tuo capo in mezzo ad una strada in un batterdocchio se solo volessi, ho molti contatti>> disse a sua volta a bassa voce ma con un'aria di sfida che non mi piaceva affatto.

<<Non glielo permetterei...>> aggrottai le sopracciglia leggermente intimorita dal suo modo di fare. Che voleva da me?

<<E che cosa potrebbe mai fare una disgraziata senza un soldo che per campare lavora come sguattera in un bar?>> scoppiò a ridere alzando la voce e attirando l'attenzione di molti clienti.

Adesso cominciava a diventare offensivo. Oltre ad umiliarmi, lo stava facendo davanti a tutti e questo mi fece agitare. Ero da sola nel locale e non ero poi così brava a difendermi come avevo più volte detto a Cole.

<<Non le permetto di trattarmi così, il mio è un lavoro di tutto rispetto esattamente come il suo. Lei non può...>>.

<<Ah sì? Tu ed io non siamo uguali. Al contrario tuo io non servo altre persone, io vengo servito. Non ho bisogno di rispetto, mi è dovuto. Tu che cos'hai invece?>>.

Nel locale era calato il silenzio. Tutti si aspettavano una mia risposta ma sinceramente non sapevo che cosa dire. Non me l'aspettavo. Volevo solo scappare a nascondermi. Perché mi avevano lasciata da sola? Dov'è diamine era finita Raquel?

<<Ti rispondo io: niente. Sei solo una ragazzina che dovrebbe imparare a tacere ed obbedire come tutti quelli del tuo ceto sociale>>.

Velenoso. Cattivo. Anche Lucas mi aveva umiliata ma non aveva fatto nulla di simile. Il rispetto nelle sue parole non era mai mancato. Che cosa avevo fatto di male a quell'uomo? Perché se la stava prendendo con me? Perché gli avevo impedito di maltrattare Diana? Forse Jace aveva ragione quando parlava del risentimento di quella famiglia.

<<Basta così, uomo di mondo. Direi che hai detto abbastanza per oggi>>.

Non pensavo che l'avrei mai detto, ma ero felice di sentire la sua voce.

#Spazio autrice
Salve! Nuovo capitolo!😄

Anche se siamo solo al nono capitolo, che ne pensate della storia?

Commentate e mettete una stellina🌟

Baci😙

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